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« Si vabbè ma come se l'è beccata sta cosa? Come evito di beccarmela io? »
- Kain Werber -
 
Kailah Morstan
diario di viaggio
Kailah Morstan
 
creato il: 13/01/2012   messaggi totali: 85   commenti totali: 91
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7 marzo 516
Martedì 3 Aprile 2012

fede e scienza

Non capisco proprio una cosa, che mi fa sentire a disagio e mi urta anche un po'.
Siamo stati da Luger fino a poco fa, nella sua cella, e lui si è preso cura di Cynthia con una competenza ed una dedizione encomiabile.
Nonostante l'ora tarda si è messo a nostra disposizione per rispondere alle domande che avevamo da porgli. Sicuramente non ci ha detto proprio tutto tutto, ma sarebbe stato anche assurdo pretenderlo, viste le circostanze. Ci ha detto già tante di quelle cose che fatico ad assimilarle, ed ho bisogno di rifletterci un po' su.
Insomma Luger è stato disponibile, se Cynthia si salverà sarà molto per merito suo, e in più ci ha chiarito moltissimi dubbi su cui ci arrovellavamo da giorni.

Quindi beh... "grazie", per lo meno, no?

E invece ho avuto l'impressione, che spero sia sbagliata, che dopo aver spremuto quel che si poteva dal vecchio studioso in galera, Bohemond e soprattutto Padre Engelhaft gli abbiano voltato le spalle, ostentando indifferenza e persino disprezzo per i suoi metodi.
Magari mi sbaglio, a volte le impressioni che ho a pelle non corrispondono alla verità, tant'è che domani, alla prima occasione, chiederò chiarimenti ai miei due compagni.

Se però non mi sbagliassi, e l'atteggiamento di Padre Engelhaft e di Bohemond fosse dovuto non alla semplice stanchezza di una lunga giornata (il che sarebbe scusabile), bensì ad un ideologico sdegno davanti ai metodi di Luger, beh, sarebbe una cosa abbastanza grave.

Io credo che fede e scienza non possano che essere alleate, e che se gli Dei ci hanno donato un cervello e delle capacità, sia nostro dovere impiegarli al meglio, cercando per quanto possibile di cavarcela con le nostre forze.
La preghiera giusta secondo me non è "Reyks, guarisci Cynthia", bensì "Reyks, infondi in chi si prende cura di lei abbastanza capacità da riuscire a salvarla". Non è giusto disprezzare chi usa le proprie conoscenze alchemiche e scientifiche a fin di bene, e dedica la propria esistenza allo studio di piaghe come quella che infesta il Bosco dei Mirtilli, anche se lo fa da una prospettiva laica.
Se Cynthia si salverà, per come la vedo io, sarà perchè Luger l'ha salvata, estraendo le larve dalle sue ferite, cauterizzando e disinfettando. Certamente le preghiere non faranno male... ma altrettanto certamente da sole non bastano. Tant'è che lo stesso Padre Engelhaft il tentativo di risolvere le cose chirurgicamente l'aveva fatto, prima di risolversi a far portare la paziente qui da Luger.

So bene che mi muovo su un terreno minato, e che rischio di urtare la sensibilità di Padre Engelhaft a fargli questi discorsi, tant'è che domani dovrò dosare bene le parole. Anche Bohemond mi sembra molto in sintonia col Sacerdote, oltretutto, il che gli fa certamente onore, ma richiede ancor più cautela, visto che a quanto ho capito dovrò chiedere proprio a lui di ottenere per me l'autorizzazione a visitare di nuovo Luger.

Cosa che voglio assolutamente fare.

Voglio andare da Luger per sentire come sta Cynthia, ma anche per potergli domandare i consigli di lettura a cui mi aveva accennato all'inizio della nostra conversazione.
E poi c'è un'altra ragione, che mi attira e mi spaventa insieme. Erano anni che non avvertivo in una persona la "traccia" di qualcosa di misterioso, di quel Potere che aveva mio nonno e che io stessa custodisco con qualche titubanza. Mi chiedo se lui sia in grado di avvertire in me ciò che io sento in lui, o se le mie scarse capacità gli nascondano questo segreto.
Mi chiedo anche se lui sarebbe capace di interpretare il libro che custodisco: probabilmente sì, anche se certo non posso parlargliene, non in queste condizioni.

Comunque sia, procedendo con ordine, la prima cosa è chiedere a Padre Engelhaft una spiegazione sul suo strano e insolitamente scostante atteggiamento nei riguardi di Luger. La seconda cosa è ottenere il permesso a far nuovamente visita allo studioso. La terza... ancora non la so. Forse è riguardarmi, cercare di guarire in fretta, visto che ci sarà così tanto da fare!

scritto da Kailah , 12:24 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
7 marzo 516
Sabato 31 Marzo 2012

Il Professore

Avevamo un precettore, a Burglitz, che si faceva chiamare "il Professore".
Era un uomo piuttosto avanti con gli anni, originario di una cittadina non distante da Greyhaven, aveva girato il mondo in lungo e in largo, fino a quando aveva deciso di stabilirsi ad Ammerung. Veniva a casa nostra una volta alla settimana, per dare lezioni a tutti i ragazzi della famiglia.
Arrivava la mattina presto col suo calesse, veniva fatto accomodare e un domestico gli portava sempre qualcosa di caldo da bere, se era inverno, o di fresco durante l'estate.
Noi lo aspettavamo con ansia, curiosità e un po' di timore.
Il Professore era un uomo mite, in fondo, ma ci metteva in suggezione con la sua parlata forbita, il dialetto vagamente esotico, e con il suo piglio aristocratico. Indossava infatti una mantella consumata dagli anni e la sua casacca era stata rivoltata una volta di troppo, ma emanava grande autorevolezza.
Noi, figli e figliastri abituati ad avere un paio di scarpe nuove ad ogni inverno, servitori per casa e più roba da mangiare nel piatto di quanta ce ne entrasse nello stomaco, guardavamo quell'uomo che viveva modestamente del proprio lavoro con rispetto. Sprattutto Enrik ed io pendevamo letteralmente dalle sue labbra.
Mio cugino era sempre il primo a scendere le scale, quando sentivamo il calesse che si avvicinava per la strada. Io lo seguivo di corsa.
Il Professore ci salutava con apparente freddezza, ci invitava a sedere, e subito lo iniziavamo a sommergere di domande. Ricordo che spesso la nostra ingenuità gli faceva scappare un sorriso, ma sempre, sempre trovava il modo di risponderci. Perchè si susseguono le stagioni? Da dove vengono i Nani? Cosa c'è oltre il mare? E sotto le montagne?
In realtà il Professore mi intimidiva da morire: ogni volta che mi si rivolgeva direttamente sentivo il cuore accelerare e mi mancavano le parole per rispondergli. Eppure mi sforzavo di chiedere, di rovesciargli addosso le mie curiosità di bambina. Enrik mi faceva coraggio, a volte era lui a porre, al mio posto, le domande che insieme ci eravamo fatti nei giorni precedenti. Io gli ero grata che mi risparmiasse lo sforzo di prendere personalmente la parola, anche se un po' invidiavo la sua sicurezza, e mi rattristavo.
Il Professore sapeva un sacco di cose, e le sapeva raccontare benissimo. Non imbastiva discorsi fumosi, ma al contrario era evidente il suo impegno nel rivolgersi a dei bambini in modo che questi potessero comprenderlo.

Sono passati tanti anni dalla sua morte, povero Professore, chissà perchè mi è tornato in mente adesso.


scritto da Kailah , 23:29 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
5 marzo 516
Lunedì 26 Marzo 2012

Il Bosco fuori dal Tempo

Del racconto di Cynthia mi ha colpito la descrizione del laghetto sacro alla popolazione primitiva che viveva nel Bosco dei Mirtilli fino a qualche mese fa.
La metamorfosi di quelle acque, un tempo limpide e adesso torbide e infestate dagli insetti, sembra una metafora del tempo che passa, e calpesta tutto ciò che di antico e incontaminato continuava a nascondersi lontano dagli occhi della civiltà.

Il Corno del Tramonto è uno strano posto. L'antichità, qui, è relativamente recente, i Kahnast sono stati sconfitti solo un paio di secoli orsono. E' tutto così poco popolato, le vie di comunicazione sono quelle che sono, la terra è ostile all'uomo. Esistono ancora dei luoghi nascosti dove il tempo sembra essersi fermato.

E' per questa ragione che sono un po' indecisa.

Da un lato tendo a ritenere che questa "Bestia dei Mirtilli" (qualsiasi cosa sia) non costituisca un problema così urgente per le popolazioni circostanti. Sono convinta infatti che non possa uscire dal suo rifugio, dal bosco che l'ha generata e protetta fino ad ora. E' forte finchè resta nella sua isola di antichità, non può uscire alla luce del sole. Quindi basta non entrare nel Bosco dei Mirtilli, e nessuno corre pericolo.

Tuttavia io vorrei che fosse un'altra la "Storia" ad avanzare nelle terre prigioniere del passato. Non dovrebbe essere un mostro, una creatura delle ombre, a sterminare le popolazioni selvagge e antiche. Dovremmo essere noi, forti della luce della ragione e della benedizione degli Dei, a entrare in quel bosco e portare la civiltà.

Il mio sogno è di vedere un giorno il Corno del Tramonto davvero civilizzato. Mi piace immaginare fattorie, strade, città.

Ora come ora la contaminazione più grave e urgente è costituita dai nemici Nordri, barbari sanguinari portatori di una cultura incivile e selvaggia. Sono loro il nemico numero uno.
Tuttavia questa creatura della tenebra, velenosa come uno sciame di insetti che ti contaminano dall'interno e mettono radici nel caldo della nostra pelle, va sconfitta. Bisogna liberare il Bosco dei Mirtilli dal suo mostro, bonificarlo. Anche a costo di abbattere uno per uno ogni singolo albero, spazzare via il suo nascondiglio e le ombre che gli danno rifugio.


scritto da Kailah , 13:37 | permalink | markup wiki | commenti (0)
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