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6 gennaio 518
Mercoledì 24 Dicembre 2008
Sangue nella neve
Dei cacciatori hanno trovato il suo corpo nella neve. Non l'hanno toccata ma hanno suonato il corno ed io li ho raggiunti in fretta. Uno di loro, per misericordia, l'aveva coperta col suo mantello.
Ludmilla.
Mi sono avvicinato in silenzio, senza calpestare la scia di sangue sul terreno imbiancato. Piedi nudi, caviglie sottili e bluastre, una ciocca di capelli biondi congelati. Una mano. La sua... mano. Abbandonata e durissima, livida.
Ho faticato molto a trovare il coraggio di spostare il mantello dal suo volto. Due volte ho chiuso gli occhi, due volte li ho riaperti e finalmente li ho specchiati nei suoi, spalancati.
... Ludmilla, che cosa ti hanno fatto.
Sono crollato in ginocchio accanto a te, incapace di fiatare. Sopraffatto dall'orrore.
Soltanto ieri ridevamo insieme e progettavamo il nostro futuro, e tu eri viva e raggiante accanto a me.... poi sei svanita nella notte. Ed ecco dove ci hanno condotto tutte le nostre ricerche. A questo corpo livido, svergognato nel suo pudore, esposto agli occhi di tutti su una distesa ghiacciata di neve. Ti hanno strappato il cuore e l'hanno portato via.
Prego gli Dei che tu non abbia sofferto, ma è una preghiera vana, lo leggo nei tuoi occhi. Hai sofferto. Hai sofferto, hai sentito tutto, hai "capito" tutto.
Ludmilla mia. Riposa in pace...
Dei tutti, datemi la forza di vendicare la donna che amavo. Datemi di scoprire chi ha compiuto un simile scempio.
Datemi giustizia. O me la farò da solo.
Ludmilla.
Mi sono avvicinato in silenzio, senza calpestare la scia di sangue sul terreno imbiancato. Piedi nudi, caviglie sottili e bluastre, una ciocca di capelli biondi congelati. Una mano. La sua... mano. Abbandonata e durissima, livida.
Ho faticato molto a trovare il coraggio di spostare il mantello dal suo volto. Due volte ho chiuso gli occhi, due volte li ho riaperti e finalmente li ho specchiati nei suoi, spalancati.
... Ludmilla, che cosa ti hanno fatto.
Sono crollato in ginocchio accanto a te, incapace di fiatare. Sopraffatto dall'orrore.
Soltanto ieri ridevamo insieme e progettavamo il nostro futuro, e tu eri viva e raggiante accanto a me.... poi sei svanita nella notte. Ed ecco dove ci hanno condotto tutte le nostre ricerche. A questo corpo livido, svergognato nel suo pudore, esposto agli occhi di tutti su una distesa ghiacciata di neve. Ti hanno strappato il cuore e l'hanno portato via.
Prego gli Dei che tu non abbia sofferto, ma è una preghiera vana, lo leggo nei tuoi occhi. Hai sofferto. Hai sofferto, hai sentito tutto, hai "capito" tutto.
Ludmilla mia. Riposa in pace...
Dei tutti, datemi la forza di vendicare la donna che amavo. Datemi di scoprire chi ha compiuto un simile scempio.
Datemi giustizia. O me la farò da solo.
16 dicembre 517
Venerdì 21 Novembre 2008
"Maledetta! Esci da questa casa e non farvi più ritorno".
Ecco cosa dovrei trovare il coraggio di dirti. "Vattene, sparisci, tu e quella maledetta collana che ti ha dato alla testa, che ti ha fatto sporcare il cuore di sangue, che ti ha trasformata in una donna che non riconosco più, che non è più mia figlia".
Non ce la faccio... Che gli Dei mi perdonino, non ce la faccio!
Lynn, figlia mia, che cosa ti è successo!
Quale perversa soddisfazione trovi nel seminare discordia, nello spingere l'uno contro l'altro uomini d'arme? Nel concederti a loro, ahimè ne sono certo, come l'ultima delle cortigiane? Perchè, perchè tutto questo?
Ai tempi in cui Alan Lee ti ingannò, quando passavi le ore a piangere nella tua stanza col cuore spezzato, ero io quello animato dall'odio. Io e tuo fratello avremmo dato qualunque cosa pur di ottenere vendetta.
Che questa sia la crudele risposta alle nostre preghiere? Che sia "tu", ciò che più abbiamo di caro, di prezioso, quel che abbiamo dovuto sacrificare per vedere il giovane Lee giacere in una pozza di sangue, senza vita?
Mio nonno Bert lo diceva sempre: "state attenti a quello che chiedete nelle vostre preghiere, perchè non è detto che vi piacerà vederle esaudite. State attenti, perchè gli Dei ascoltano... e puniscono".
Lynn, figlia mia, perchè, perchè!
Prima hai iniziato ad accompagnarti a quel giovane Broderik, quel cadetto. Lo hai spinto a sfidare Alan Lee, che lo ha sconfitto e ucciso. Poi è stato il turno di Hector, e anche lui ha incrociato la lama con Alan Lee, stavolta con successo. E Lee è morto.
Adesso è Sir Kleek l'uomo a cui ti accompagni. Domani chi sarà?
Vergognati, vergognati! Dov'è finito il tuo onore? Credi che sia un vanto sfoggiare i gioielli che ti regalano questi sporchi ricconi in cambio delle tue grazie?
E quella collana maledetta, quella collana da cui è iniziato tutto... toglitela, per gli Dei! Levatela da quel collo, una volta tanto!
Te la strapperei, se potessi, te la strapperei. Te la strapperei e la butterei nel Dymiras.
A volte, mentre ti guardo nei tuoi scandalosi andirivieni, scorgo un sinistro bagliore nella sua pietra più lucente. Lo stesso bagliore che trovo nei tuoi occhi un tempo così innocenti e adesso tanto freddi, crudeli.
Lynn, figlia mia, pentiti finchè sei in tempo.
Sfila dal collo quel gioiello, restituisci i doni che ti hanno fatto quei cavalieri, torna la ragazza che eri una volta. Se pensi che ormai sia troppo compromesso il tuo nome non importa, cambieremo città, abbandoneremo Achenar. Tutto quello che desideri.
Sei ancora giovane, puoi tornare in te, farti una famiglia, vivere nell'onore e nella grazia degli Dei.
Ti prego, Lynn... ti prego.
Ecco cosa dovrei trovare il coraggio di dirti. "Vattene, sparisci, tu e quella maledetta collana che ti ha dato alla testa, che ti ha fatto sporcare il cuore di sangue, che ti ha trasformata in una donna che non riconosco più, che non è più mia figlia".
Non ce la faccio... Che gli Dei mi perdonino, non ce la faccio!
Lynn, figlia mia, che cosa ti è successo!
Quale perversa soddisfazione trovi nel seminare discordia, nello spingere l'uno contro l'altro uomini d'arme? Nel concederti a loro, ahimè ne sono certo, come l'ultima delle cortigiane? Perchè, perchè tutto questo?
Ai tempi in cui Alan Lee ti ingannò, quando passavi le ore a piangere nella tua stanza col cuore spezzato, ero io quello animato dall'odio. Io e tuo fratello avremmo dato qualunque cosa pur di ottenere vendetta.
Che questa sia la crudele risposta alle nostre preghiere? Che sia "tu", ciò che più abbiamo di caro, di prezioso, quel che abbiamo dovuto sacrificare per vedere il giovane Lee giacere in una pozza di sangue, senza vita?
Mio nonno Bert lo diceva sempre: "state attenti a quello che chiedete nelle vostre preghiere, perchè non è detto che vi piacerà vederle esaudite. State attenti, perchè gli Dei ascoltano... e puniscono".
Lynn, figlia mia, perchè, perchè!
Prima hai iniziato ad accompagnarti a quel giovane Broderik, quel cadetto. Lo hai spinto a sfidare Alan Lee, che lo ha sconfitto e ucciso. Poi è stato il turno di Hector, e anche lui ha incrociato la lama con Alan Lee, stavolta con successo. E Lee è morto.
Adesso è Sir Kleek l'uomo a cui ti accompagni. Domani chi sarà?
Vergognati, vergognati! Dov'è finito il tuo onore? Credi che sia un vanto sfoggiare i gioielli che ti regalano questi sporchi ricconi in cambio delle tue grazie?
E quella collana maledetta, quella collana da cui è iniziato tutto... toglitela, per gli Dei! Levatela da quel collo, una volta tanto!
Te la strapperei, se potessi, te la strapperei. Te la strapperei e la butterei nel Dymiras.
A volte, mentre ti guardo nei tuoi scandalosi andirivieni, scorgo un sinistro bagliore nella sua pietra più lucente. Lo stesso bagliore che trovo nei tuoi occhi un tempo così innocenti e adesso tanto freddi, crudeli.
Lynn, figlia mia, pentiti finchè sei in tempo.
Sfila dal collo quel gioiello, restituisci i doni che ti hanno fatto quei cavalieri, torna la ragazza che eri una volta. Se pensi che ormai sia troppo compromesso il tuo nome non importa, cambieremo città, abbandoneremo Achenar. Tutto quello che desideri.
Sei ancora giovane, puoi tornare in te, farti una famiglia, vivere nell'onore e nella grazia degli Dei.
Ti prego, Lynn... ti prego.
3 dicembre 517
Martedì 11 Novembre 2008
Il vento cambierà ancora.
E' a te che rivolgo le mie preghiere, Maestro del Vento. Tu che mi hai insegnato a volare e mi hai condotta tra le nuvole, mostrando il coraggio, l'onore, la fede.
Oggi è nato tuo figlio.
Non sei più tra noi ad accoglierlo, la morte ti ha preso molti mesi fa. Eppure mai come adesso ti sento insieme a me, nei sogni, nel tepore di questo bambino, nel freddo che spinge contro le mie finestre.
Non ho mai pensato che sposare un Cavaliere fosse una scelta saggia. Sapevo che gli onori che ci erano riservati sarebbero stati caduchi, che presto o tardi il vento sarebbe cambiato e che chi prima si inchinava al mio passaggio chiamandomi Lady avrebbe avuto il suo turno per guardarmi sprezzante, per umiliarmi.
Il vento è cambiato, e molti hanno infangato il tuo nome, adesso che non sei più qui a difenderlo con il tuo sguardo e la tua spada. Ho dovuto abbandonare Anthien, cercare riparo nella casa paterna, dove mi ha accolta un coro di "te l'avevo detto", le lacrime di mia madre, il disprezzo dei miei fratelli.
Tanto in passato erano orgogliosi della mia scelta, tanto più in fretta mi hanno adesso voltato le spalle, e trasformato quell'orgoglio in vergogna.
Ma non li detesto per questo, li compatisco.
Perchè loro non possono capire.
Loro non sanno leggere il tuo sguardo negli occhi di nostro figlio. Non sanno vedere nelle sue manine sottili la presa salda che un giorno sosterrà la spada che fu tua, e che il Barone ha avuto l'onestà di restituirmi.
Sei stato chiamato "traditore", la tua compagnia annientata. Tutto ciò per cui hai lottato in questi anni, le missioni che ti tenevano così spesso lontano da me, la fede nel tuo incarico... tutto è stato disconosciuto. Ma il vento cambierà ancora.
Kilian, amore mio.
Niente è brutto come sembra. E anche questa ingiustizia finirà. Il tuo nome sarà lavato da ogni infamia, e il coraggio che hai sempre mostrato, fino all'ultimo, fino al momento in cui hai scelto di darti la morte, sarà sostegno per il nostro bambino, lo guiderà nella vita a testa alta. La sua strada inizia là dove un'altra termina.
Mi dicevi che un Maestro del Vento deve saper vivere tante vite diverse. In questo bambino che stringo a me c'è la tua vita. Nei sogni che faccio ogni notte, e ogni giorno, c'è la tua vita. Nella spada che ti è stata accanto in tante battaglie, e che combatterà ancora, c'è la tua vita.
Sei con me in ogni alito di vento, in ogni brivido, in ogni odore. Sei con me sempre, in questo bambino che porta il tuo nome, nel ricordo e nella fantasia.
Non rimpiango nulla, e so che sei orgoglioso di me.
Oggi è nato tuo figlio.
Non sei più tra noi ad accoglierlo, la morte ti ha preso molti mesi fa. Eppure mai come adesso ti sento insieme a me, nei sogni, nel tepore di questo bambino, nel freddo che spinge contro le mie finestre.
Non ho mai pensato che sposare un Cavaliere fosse una scelta saggia. Sapevo che gli onori che ci erano riservati sarebbero stati caduchi, che presto o tardi il vento sarebbe cambiato e che chi prima si inchinava al mio passaggio chiamandomi Lady avrebbe avuto il suo turno per guardarmi sprezzante, per umiliarmi.
Il vento è cambiato, e molti hanno infangato il tuo nome, adesso che non sei più qui a difenderlo con il tuo sguardo e la tua spada. Ho dovuto abbandonare Anthien, cercare riparo nella casa paterna, dove mi ha accolta un coro di "te l'avevo detto", le lacrime di mia madre, il disprezzo dei miei fratelli.
Tanto in passato erano orgogliosi della mia scelta, tanto più in fretta mi hanno adesso voltato le spalle, e trasformato quell'orgoglio in vergogna.
Ma non li detesto per questo, li compatisco.
Perchè loro non possono capire.
Loro non sanno leggere il tuo sguardo negli occhi di nostro figlio. Non sanno vedere nelle sue manine sottili la presa salda che un giorno sosterrà la spada che fu tua, e che il Barone ha avuto l'onestà di restituirmi.
Sei stato chiamato "traditore", la tua compagnia annientata. Tutto ciò per cui hai lottato in questi anni, le missioni che ti tenevano così spesso lontano da me, la fede nel tuo incarico... tutto è stato disconosciuto. Ma il vento cambierà ancora.
Kilian, amore mio.
Niente è brutto come sembra. E anche questa ingiustizia finirà. Il tuo nome sarà lavato da ogni infamia, e il coraggio che hai sempre mostrato, fino all'ultimo, fino al momento in cui hai scelto di darti la morte, sarà sostegno per il nostro bambino, lo guiderà nella vita a testa alta. La sua strada inizia là dove un'altra termina.
Mi dicevi che un Maestro del Vento deve saper vivere tante vite diverse. In questo bambino che stringo a me c'è la tua vita. Nei sogni che faccio ogni notte, e ogni giorno, c'è la tua vita. Nella spada che ti è stata accanto in tante battaglie, e che combatterà ancora, c'è la tua vita.
Sei con me in ogni alito di vento, in ogni brivido, in ogni odore. Sei con me sempre, in questo bambino che porta il tuo nome, nel ricordo e nella fantasia.
Non rimpiango nulla, e so che sei orgoglioso di me.
12 novembre 517
Giovedì 28 Agosto 2008
La donna senza cuore
Ricordo tutto, Andrè. Ricordo le scale, la penombra, le storie che raccontavi per spaventarmi. Anche questa volta hai provato a farmi paura, per tenermi imprigionata nei tuoi sogni. Ma non sono più la bambina che portava le trecce e ti seguiva ovunque tu volessi, non condivido più i tuoi sogni: ancora non l'hai capito? Ho fatto le mie scelte, e tu le tue... quando sarai pronto ad accettarlo?
"Diventeremo grandi, importanti, al nostro nome si inchinerà tutta Laon..." ricordi? I sogni di gloria, le promesse all'ombra della nostra vecchia torre scalcinata, le mani intrecciate... "Navon... Navon..." Ricordi? O custodisci soltanto i ricordi funzionali al tuo nuovo gioco? Ricordi ancora qualcosa?
No, non è piccolo il prezzo da pagare per quella gloria che ci eravamo promessi. Nè è stato semplice superare la ripugnanza di condividere il talamo con il vecchio barone, come sposa di suo figlio ormai infermo. Ma all'iniziale disgusto si è sostituita una strana simpatia, un misto di compassione e tenerezza per il giovanile entusiasmo che un uomo, che fino a poco tempo fa mi incuteva tanto timore, ha adesso iniziato a infondere in ogni suo tentativo di ingravidarmi, per garantire così una discendenza alla sua stirpe sfortunata.
Ma no, non è proprio simpatia.. con te posso essere sincera. E' orgoglio. L'orgoglio di vedere il Barone che si inchina davanti a me, trepidante come un adolescente, imbarazzato, umiliato nel suo bisogno di me, pronto ad assecondare ogni mio desiderio.
Sono passate soltanto poche settimane, eppure sembra passato un secolo da quando mi sono presentata in udienza da lui con la mia offerta. Ostentavo sicurezza, ma dentro di me tremavo. E invece è andato tutto come volevo, e adesso non resta che aspettare che le visite notturne del mio Signore diano i loro frutti. Prego che avvenga il prima possibile.
Non è certamente il modo più ortodosso, nè il più piacevole o elegante di diventare Baronessa. Ma è la strada che il destino mi ha messo davanti, e sono felice di aver trovato il coraggio di percorrerla.
Quanto al mio ufficiale marito, il povero Rostand è in condizioni orrende. Immobilizzato quasi del tutto, stenta persino a parlare, e ogni volta che prova a farlo sbava in modo disgustoso. Si vede dai suoi occhi che è ancora lucido, e non condivide quello che ha faticosamente definito "sacrilegio". Tuttavia sa di non potersi opporre, e conduciamo vite separate. Le rare volte che incrocio il suo sguardo mi vengono i brividi.
L'unica persona divertente, con cui trascorro gran parte delle mie giornate, è la dama di compagnia della Baronessina.
Lady Emanuelle è stata diseredata ed è, a quanto si mormora, destinata a terminare i suoi giorni in un convento. La sua dama di compagnia è rimasta qui ed è adesso al mio servizio: si chiama Imielle, è una ragazza allegra e sa sempre tutto di tutti. Se non fosse per lei, le giornate durerebbero molto di più. Ti piacerebbe... o forse no, non più... non adesso che hai battuto così forte la testa. E forse non è stata nemmeno quella la botta più forte.
Sono "la donna senza cuore", così mi dicevi... ma come vedi non mi sono dimenticata di te. Appena ho saputo del tuo incidente sono corsa qui a Navon, per sincerarmi che tu non fossi in pericolo di vita. Non lo sei, vero?
La ragazza che ti assiste, Ludmilla, dice che puoi sentirmi. Che capisci quello che ti dico, che sei semplicemente addormentato un po' più profondamente del normale, ma che ti sveglierai presto. Mi chiedo come faccia a saperlo. Dice che riesci a sorridere, che sorridi sempre quando lei ti racconta del villaggio di Luceen, di come procedono bene i lavori. Perchè a me non sorridi, allora? Sul serio quelle catapecchie e quei villici sono più importanti di me?
Sai, ho parlato al Barone di Luceen, come ti avevo promesso. Appena ti rimetterai, sarai ricevuto a Laon e investito della signoria di quel villaggio, che non sarà più necessario tenere nascosto. Il tuo stupido sogno si avvera... grazie a me.
...
Ah, adesso... *adesso* sorridi...
...
Io butterei tutto giù. Darei fuoco a quelle quattro case, scaccerei quei villici come cani randagi... è così Andrè, e tanto più li maledico adesso che ti vedo così pallido in questo letto. Per colpa loro, di quel tetto, di quei travi, di quegli stupidi contadini che non potevano ripararselo da solo. E maledico il fatto che sei un imbecille, un bambino mai cresciuto, un entusiasta... Perchè non usi mai il cervello? Perchè non ti rendi mai conto quando è il caso di smetterla? Perchè?
Anche quando fai il sant'uomo sei e resti un egoista.
E se tu non ti svegliassi più? Quanto assurda sarebbe la mia solitudine?
... non.... non ...
Quello che sto facendo è anche per te, per noi, per la nostra famiglia. Non devi morire adesso, perchè se resisti un altro po' riuscirai a diventare Lord, anche se non te lo meriti. Andrè, perchè adesso mi sembra che non te ne importi niente?
Eppure la meravigliosa luce del potere ha sempre attratto anche te. L'ambizione che ci accumunava... l'orgoglio... dov'è finito il fratello che mi parlava dei nobili, delle guerre e dei tornei? Delle armature splendenti, degli stendardi al vento... dov'è andato quel fratello? Che fine ha fatto?
...
Dopo due giorni socchiudi finalmente gli occhi... con lentezza torni alla vita. Cerco il tuo sguardo.
Mi riconosci, è un barlume, ma non è me che cerchi, non è me che vuoi vicina in questo momento. Sento i tuoi occhi mi oltrepassano, non ti basto. Capisco.
Raggiungo la porta, chiamo Ludmilla, le dico "si è svegliato".
Non faccio in tempo a finire la frase che lei quasi mi spinge per entrare, esultante. Si china accanto al tuo letto, ti prende la mano. Tu ricambi la stretta.
E improvvisamente so tutto.
Non ha senso, non lei, non una persona così insignificante. Eppure è come se il futuro mi passasse davanti, come se tu mi dicessi mille cose, con quello sguardo che mi evita, che cerca gli occhi innocenti - e sciocchi, e infantili - di quella popolana.
E' ora che io vada.
Sei vivo, ti rimetterai. E la prossima volta che ci vedremo sarà a Laon, nel mio palazzo. Quando tu, chissà, forse già sposato a questa insignificante Ludmilla, chiederai udienza al padre del mio sposo, per ottenere il privilegio di essere Dominus di Luceen. Sarò io a permetterti di coronare il tuo stupido sogno. Io che già porterò in grembo il futuro barone di Laon.
Addio, fratello mio. Non abbiamo altro da dirci.
"Diventeremo grandi, importanti, al nostro nome si inchinerà tutta Laon..." ricordi? I sogni di gloria, le promesse all'ombra della nostra vecchia torre scalcinata, le mani intrecciate... "Navon... Navon..." Ricordi? O custodisci soltanto i ricordi funzionali al tuo nuovo gioco? Ricordi ancora qualcosa?
No, non è piccolo il prezzo da pagare per quella gloria che ci eravamo promessi. Nè è stato semplice superare la ripugnanza di condividere il talamo con il vecchio barone, come sposa di suo figlio ormai infermo. Ma all'iniziale disgusto si è sostituita una strana simpatia, un misto di compassione e tenerezza per il giovanile entusiasmo che un uomo, che fino a poco tempo fa mi incuteva tanto timore, ha adesso iniziato a infondere in ogni suo tentativo di ingravidarmi, per garantire così una discendenza alla sua stirpe sfortunata.
Ma no, non è proprio simpatia.. con te posso essere sincera. E' orgoglio. L'orgoglio di vedere il Barone che si inchina davanti a me, trepidante come un adolescente, imbarazzato, umiliato nel suo bisogno di me, pronto ad assecondare ogni mio desiderio.
Sono passate soltanto poche settimane, eppure sembra passato un secolo da quando mi sono presentata in udienza da lui con la mia offerta. Ostentavo sicurezza, ma dentro di me tremavo. E invece è andato tutto come volevo, e adesso non resta che aspettare che le visite notturne del mio Signore diano i loro frutti. Prego che avvenga il prima possibile.
Non è certamente il modo più ortodosso, nè il più piacevole o elegante di diventare Baronessa. Ma è la strada che il destino mi ha messo davanti, e sono felice di aver trovato il coraggio di percorrerla.
Quanto al mio ufficiale marito, il povero Rostand è in condizioni orrende. Immobilizzato quasi del tutto, stenta persino a parlare, e ogni volta che prova a farlo sbava in modo disgustoso. Si vede dai suoi occhi che è ancora lucido, e non condivide quello che ha faticosamente definito "sacrilegio". Tuttavia sa di non potersi opporre, e conduciamo vite separate. Le rare volte che incrocio il suo sguardo mi vengono i brividi.
L'unica persona divertente, con cui trascorro gran parte delle mie giornate, è la dama di compagnia della Baronessina.
Lady Emanuelle è stata diseredata ed è, a quanto si mormora, destinata a terminare i suoi giorni in un convento. La sua dama di compagnia è rimasta qui ed è adesso al mio servizio: si chiama Imielle, è una ragazza allegra e sa sempre tutto di tutti. Se non fosse per lei, le giornate durerebbero molto di più. Ti piacerebbe... o forse no, non più... non adesso che hai battuto così forte la testa. E forse non è stata nemmeno quella la botta più forte.
Sono "la donna senza cuore", così mi dicevi... ma come vedi non mi sono dimenticata di te. Appena ho saputo del tuo incidente sono corsa qui a Navon, per sincerarmi che tu non fossi in pericolo di vita. Non lo sei, vero?
La ragazza che ti assiste, Ludmilla, dice che puoi sentirmi. Che capisci quello che ti dico, che sei semplicemente addormentato un po' più profondamente del normale, ma che ti sveglierai presto. Mi chiedo come faccia a saperlo. Dice che riesci a sorridere, che sorridi sempre quando lei ti racconta del villaggio di Luceen, di come procedono bene i lavori. Perchè a me non sorridi, allora? Sul serio quelle catapecchie e quei villici sono più importanti di me?
Sai, ho parlato al Barone di Luceen, come ti avevo promesso. Appena ti rimetterai, sarai ricevuto a Laon e investito della signoria di quel villaggio, che non sarà più necessario tenere nascosto. Il tuo stupido sogno si avvera... grazie a me.
...
Ah, adesso... *adesso* sorridi...
...
Io butterei tutto giù. Darei fuoco a quelle quattro case, scaccerei quei villici come cani randagi... è così Andrè, e tanto più li maledico adesso che ti vedo così pallido in questo letto. Per colpa loro, di quel tetto, di quei travi, di quegli stupidi contadini che non potevano ripararselo da solo. E maledico il fatto che sei un imbecille, un bambino mai cresciuto, un entusiasta... Perchè non usi mai il cervello? Perchè non ti rendi mai conto quando è il caso di smetterla? Perchè?
Anche quando fai il sant'uomo sei e resti un egoista.
E se tu non ti svegliassi più? Quanto assurda sarebbe la mia solitudine?
... non.... non ...
Quello che sto facendo è anche per te, per noi, per la nostra famiglia. Non devi morire adesso, perchè se resisti un altro po' riuscirai a diventare Lord, anche se non te lo meriti. Andrè, perchè adesso mi sembra che non te ne importi niente?
Eppure la meravigliosa luce del potere ha sempre attratto anche te. L'ambizione che ci accumunava... l'orgoglio... dov'è finito il fratello che mi parlava dei nobili, delle guerre e dei tornei? Delle armature splendenti, degli stendardi al vento... dov'è andato quel fratello? Che fine ha fatto?
...
Dopo due giorni socchiudi finalmente gli occhi... con lentezza torni alla vita. Cerco il tuo sguardo.
Mi riconosci, è un barlume, ma non è me che cerchi, non è me che vuoi vicina in questo momento. Sento i tuoi occhi mi oltrepassano, non ti basto. Capisco.
Raggiungo la porta, chiamo Ludmilla, le dico "si è svegliato".
Non faccio in tempo a finire la frase che lei quasi mi spinge per entrare, esultante. Si china accanto al tuo letto, ti prende la mano. Tu ricambi la stretta.
E improvvisamente so tutto.
Non ha senso, non lei, non una persona così insignificante. Eppure è come se il futuro mi passasse davanti, come se tu mi dicessi mille cose, con quello sguardo che mi evita, che cerca gli occhi innocenti - e sciocchi, e infantili - di quella popolana.
E' ora che io vada.
Sei vivo, ti rimetterai. E la prossima volta che ci vedremo sarà a Laon, nel mio palazzo. Quando tu, chissà, forse già sposato a questa insignificante Ludmilla, chiederai udienza al padre del mio sposo, per ottenere il privilegio di essere Dominus di Luceen. Sarò io a permetterti di coronare il tuo stupido sogno. Io che già porterò in grembo il futuro barone di Laon.
Addio, fratello mio. Non abbiamo altro da dirci.
11 ottobre 517
Venerdì 18 Luglio 2008
... per avermi aiutata.... per avermi aiutata... per avermi aiutatA....
E' una donna.
Papà dice di non fidarmi, che anche questo è uno scherzo di cattivo gusto. Come minimo tra qualche giorno arriverà qualcuno a dirmi che l'ho rubata, o qualcosa del genere.
"Portala alle guardie... coi tempi che corrono.... non vorrei fosse una vendetta di quel tizio, un modo per far ricadere su di noi delle colpe che non ci appartengono".
Il Pavone. E' quello il problema.
Io non credo che sia una mossa per incolparmi di una cosa tanto assurda, tanto più che c'è questa lettera che chiaramente dimostra la mia buona fede. Ma certo questa è una collana di brillanti. Una collana di quelle che il Pavone ruba.
Mio fratello ha commentato soltanto: "e quindi il Pavone è una donna?"
E' sempre il solito...
Comunque eccomi qua, con questa collana assurda tra le mani.
E' bella, bella da morire. Il diamante che ha al centro brilla di una luce strana, che sembra provenga da dentro, piuttosto che riflettere quella esterna. Sono veramente belli, i diamanti.
Riuscirò mai a indossarla? Fuori dalla mia stanza, intendo. Riuscirò mai ad avere l'occasione per vestire un simile splendore? Papà mi guarda con uno sguardo strano, preoccupato. Penso che adesso maledica questa collana. Mentre io sento che il gioiello che tengo tra le mani rappresenta in qualche modo una "responsabilità".
No, naturalmente non posso dirlo a papà... nè a mio fratello. Non posso dirgli degli strani pensieri che mi attraversano la mente in queste ore.
Ma lo "sento", e so che questa collana costituisce una possibilità immensa. Il mio cuore resterà puro e luminoso come si dice nella lettera, e l'orgoglio di essere una persona speciale finalmente potrà emergere come è giusto che sia. Perchè io SONO una persona speciale. E questa collana, che sembra a momenti animata di vita propria, sembra dirmelo con tutto il suo splendore.
Onorerò la sua bellezza. Mi metterò al suo servizio, ed al servizio del mio intimo splendore.
Che cosa buffa, entusiasmante. Dovrei avere paura.... eppure sento soltanto euforia, sicurezza, sento che con questa collana indosso sarò... più di me stessa, come due persone in una. Splendide, coraggiose e forti.
Sono pronta.
Papà dice di non fidarmi, che anche questo è uno scherzo di cattivo gusto. Come minimo tra qualche giorno arriverà qualcuno a dirmi che l'ho rubata, o qualcosa del genere.
"Portala alle guardie... coi tempi che corrono.... non vorrei fosse una vendetta di quel tizio, un modo per far ricadere su di noi delle colpe che non ci appartengono".
Il Pavone. E' quello il problema.
Io non credo che sia una mossa per incolparmi di una cosa tanto assurda, tanto più che c'è questa lettera che chiaramente dimostra la mia buona fede. Ma certo questa è una collana di brillanti. Una collana di quelle che il Pavone ruba.
Mio fratello ha commentato soltanto: "e quindi il Pavone è una donna?"
E' sempre il solito...
Comunque eccomi qua, con questa collana assurda tra le mani.
E' bella, bella da morire. Il diamante che ha al centro brilla di una luce strana, che sembra provenga da dentro, piuttosto che riflettere quella esterna. Sono veramente belli, i diamanti.
Riuscirò mai a indossarla? Fuori dalla mia stanza, intendo. Riuscirò mai ad avere l'occasione per vestire un simile splendore? Papà mi guarda con uno sguardo strano, preoccupato. Penso che adesso maledica questa collana. Mentre io sento che il gioiello che tengo tra le mani rappresenta in qualche modo una "responsabilità".
No, naturalmente non posso dirlo a papà... nè a mio fratello. Non posso dirgli degli strani pensieri che mi attraversano la mente in queste ore.
Ma lo "sento", e so che questa collana costituisce una possibilità immensa. Il mio cuore resterà puro e luminoso come si dice nella lettera, e l'orgoglio di essere una persona speciale finalmente potrà emergere come è giusto che sia. Perchè io SONO una persona speciale. E questa collana, che sembra a momenti animata di vita propria, sembra dirmelo con tutto il suo splendore.
Onorerò la sua bellezza. Mi metterò al suo servizio, ed al servizio del mio intimo splendore.
Che cosa buffa, entusiasmante. Dovrei avere paura.... eppure sento soltanto euforia, sicurezza, sento che con questa collana indosso sarò... più di me stessa, come due persone in una. Splendide, coraggiose e forti.
Sono pronta.
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