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Mathias Kniesbeck
 
creato il: 03/08/2007   messaggi totali: 83   commenti totali: 80
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1 agosto 516
Martedì 16 Aprile 2013

Le buone e le cattive

La tentazione di arrischiarcela, e di fare il colpaccio, c'è.

Ho detto al Sergente Diamond che saremmo tornati con la ragazzina e mi rode troppo di tornare a mani vuote, riportandoci indietro la puttana nordra e il capo di questi predoni delle Ombre Nere.
Gente inutile, altre bocche da sfamare per le patrie galere.

Invece a mezza giornata di distanza c'è la baia dove il Poeta trascorre le sue ore felici a comporre poesie e a stuprare le nostre ragazzine. C'è il Poeta e altri 50 nordri bastardi par suo, certo, ma noi abbiamo qualcosa che gli interessa, forse possiamo provare uno scambio.
Gli diamo la donna, che evidentemente ha del valore se il clan rivale si è scomodato per venirsela a prendere, e gli diamo questo prigioniero.
Loro ci danno la ragazzina e tanti saluti, arrivederci e nemici come prima.

Si pongono alcuni ordini di problemi.

Comunicare non è facile: le poche bestemmie che conosco nella lingua dei Nordri non saranno di grande aiuto nell'intavolare una trattativa. Possiamo sfruttare la nostra prigioniera, che ha tutto l'interesse a collaborare, visto che da un lato ha la possibilità di tornare libera, dall'altra di essere la prima che sarà sgozzata se le cose si mettono male.

Anche arrivare indisturbati alla Baia del Poeta non è facile, non saranno tanto imbecilli da non aver piazzato qualche vedetta. L'ideale sarebbe prenderci una vedetta, rispedirla alla baia con il messaggio e aspettare una risposta. Se arrivano in pochi con la ragazzina bene, se arrivano in 50 ammazziamo la prigioniera e ci prepariamo a morire martiri, portandone il più possibile all'inferno con noi.

Ci sono anche dei lati positivi.

Portare a termine la missione, prima di tutto. I "Volontari" non lasciano le cose a metà, anche a costo di prendersi qualche rischio più del necessario. Dobbiamo liberare la ragazzina, e con una ragazzina voglio tornare alla Torre Due.
Non mi frega della ragazzina di per sè, ma non glie la possiamo lasciare, non va bene. E' proprio una questione di principio.
Un po' mi urta il fatto che loro ci daranno la ragazzina molto pesantemente "usata", mentre noi gli restiuiamo la puttana ancora nuova, senza che nessuno le abbia torto un capello. Ma che si può fare, questione di stile, mettiamola così.

L'altro lato positivo, che mi invoglia a tentare questa cazzata, è che noi dobbiamo ringraziare tutti gli Dei, a partire da Azatoth, per il fatto che i Clan Nordri si facciano la guerra tra di loro.
Dovessero mettersi d'accordo, per noi sarebbe un casino dieci volte peggio che adesso.
Quindi se portiamo in omaggio al Poeta il capo della spedizione delle Ombre Nere, stuzzicheremo la zizzania tra clan, magari causeremo qualche ritorsione, qualche spargimento di sangue tra cugini nordri.

Tocca tentare.
Questo è un incarico per veri Volontari. Chi non vuole partecipare potrà restare a distanza di sicurezza. Peccato per Aaron, senza braccia non sarà di grande aiuto, gli dispiacerà perdersi lo spettacolo.

Andiamo a trovare il Poeta. Mi è sempre piaciuta la poesia, che non si dica che sono un tipo prosaico.


scritto da Caporale Klaus Berger , 15:45 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
14 giugno 516
Domenica 10 Febbraio 2013

La testimonianza del sopravvissuto

"Sì, Sergente, mi sento un po' meglio. Grazie Sergente".

"Molto bene, allora inizia a raccontarmi come sono andate le cose. E non tralasciare niente"

"Agli ordini Sergente. Dall'inizio?"

"Dall'inizio. Per prima cosa... che ci facevate lungo il gomito delle capre? Chi ha deciso di passare di lì?"

"E' stato... Lakeman, signore. Sin dalla partenza ho capito che c'era qualcosa di strano, era nervoso, si guardava continuamente alle spalle, intorno... come se si aspettasse problemi. Eric glie l'ha pure chiesto, a un certo punto, se c'era qualcosa che non andava, ma Lakeman ha negato. Però era strano, si capiva chiaramente che qualcosa lo preoccupava. Il piano era naturalmente di passare per il solito sentiero della roccia pendente, come sapevate. Tutti pensavamo che saremmo passati di lì"

"Infatti..."

"Siamo arrivati alla biforcazione, dove c'è il boschetto di betulle, ed abbiamo iniziato a scendere lungo il crinale. Tutto normale, apparentemente. D'improvviso Lakeman si è fermato di colpo, ci ha fatto segno di rimanere immobili. Avevamo percorso quanto? Duecento, trecento passi lungo il sentiero, non di più. Si andava abbastanza bene, nonostante il pesante carretto. Lakeman si è chinato, ha scrutato per terra, poi si è messo a controllare alcune rocce al lato del sentiero. Noi ci guardavamo intorno, chiaramente Lakeman era preoccupato di qualcosa, ma non ci diceva niente... eppure era tutto tranquillo, tutto normale"

"Continua"

"Lakeman raccoglie qualcosa, qualcosa di piccolo, se lo infila in tasca e torna verso di noi serissimo. 'Torniamo indietro', ci fa, 'prendiamo un'altra strada'. Non vi dico Sergente quanto è stato complicato girare il carretto con la gabbia. Il sentiero è stretto, il mulo faceva storie, alla fine ci siamo riusciti ma abbiamo perso un sacco di tempo. Io butto lì che se ci sono problemi possiamo tornare indietro alla torre, in un'ora di viaggio saremmo arrivati, ma Lakeman scuote il capo e insiste che dobbiamo andare a Uryen il prima possibile. E così torniamo indietro e prendiamo il gomito delle capre. Lakeman cammina un po' avanti a noi, guardandosi intorno e cercando tracce o segni strani a terra e in giro. Si avanza ancora più lenti, visto che è così stretto e a precipizio, ma tiriamo dritto per un'altra ora o due, piano piano. Finalmente Lakeman sembra rilassarsi, smette di controllare il sentiero avanti a noi, sembra soddisfatto. Poco dopo scoppia il casino".

"Cosa hai visto, di preciso? Cerca di ricordare tutti i dettagli"

"Ci provo, Sergente. Ho visto poco... in quel tratto io stavo accanto al mulo, tenendolo per la briglia in modo da spronarlo ad avanzare. Camminavo veramente vicino al ciglio del sentiero, dall'altro lato c'era Eric. Avanziamo faticosamente, combattendo con quel cocciuto animale, quando mi rendo conto con la coda dell'occhio che c'è del movimento in alto, sul crinale dal versante opposto. E' un attimo, ed un grosso masso ci rotola addosso, seguito da altri due o tre. Non so dire bene come sia andata, io ho fatto un movimento d'istinto per non farmelo finire addosso, mi ha colpito ugualmente e mi ha sbilanciato... facendomi cadere di sotto. Sono riuscito a vedere un paio di sagome, una in alto e una sul sentiero davanti a noi... ma è stato un attimo"

"Solo due?"

"Due sono quelle che ho visto io, ma probabilmente ce n'erano altri. Non saprei dire, ma quei massi erano grossi, pesanti, e sono caduti più o meno contemporaneamente... Ci doveva essere altra gente, credo. Io però ne ho visti due".

"Erano Nordri?"

"No, non so... non penso. Non mi hanno dato l'impressione di essere Nordri. Avevano il volto coperto da qualcosa, forse un fazzolettone, e nell'insieme non mi sembravano Nordri. Li ho visti solo per un attimo, potrei sbagliare".

"E poi? Continua"

"E poi devo aver perso i sensi per qualche istante, mi sono ritrovato in basso tra le rocce, con una gamba che mi faceva un male cane. Da sopra arrivavano suoni di combattimento, grida, chiaramente i miei compagni stavano venendo sopraffatti. E infatti poco dopo sono stati spinti di sotto, uno dopo l'altro. Morti. Goben è finito non così lontano da me, riuscivo a scorgerlo... era chiaramente morto. Tempo qualche minuto, si è sentito un fracasso impossibile e il carretto è volato di sotto... per fortuna non addosso a me! E anche l'asino ha fatto la stessa fine".

"E Lakeman?"

"Lakeman era ancora sopra. Ci hanno perso del tempo, con Lakeman. Mentre gli altri, il carretto senza prigioniero e l'asino sono stati tirati giù praticamente subito, Lakeman è rimasto su a urlare di dolore per un sacco di tempo. Quel povero diavolo... lo stavano torturando. Non so perchè, se per semplice cattiveria, per farlo parlare, che ne so? Insomma è durato tantissimo. Minuti e minuti. Lui urlava, bestemmiava, implorava pietà... una cosa raccapricciante. Alla fine l'hanno tirato di sotto pure a lui, ancora vivo, ancora lucido. L'ho sentito lamentarsi per non so quanto tempo, prima che morisse dissanguato".

"E poi?"

"E poi niente, signore. Sono rimasto lì, un po' perdevo i sensi, un po' riprendevo coscienza. Le ore sono durate un'eternità... e la notte è stata dura. Guardavo il cielo e sentivo in alto i fruscii degli animali attratti dall'odore del sangue... ho pensato proprio che fosse arrivata la mia ora, che sarei morto sbranato da qualche Puma, o dai lupi... una notte interminabile. Ringraziando gli Dei, ero caduto in un punto forse troppo difficile persino per quegli animali, li sentivo intorno, ne percepivo la presenza... credo... ma non sono venuti a divorarmi. Quanto a ieri... ho ricordi molto confusi."

"Certo, per la febbre"

"Sì, penso di sì... la giornata di ieri è volata, devo aver dormito la gran parte del tempo, o comunque... non so, non mi ricordo".

"Hai sentito passare qualcuno sul sentiero, dopo l'agguato?"

"No."

"Grazie Nolan, per ora è tutto. Cerca di rimetterti in forze".

"Grazie signore, certo"

"Lo sapevo che quel Seth Lakeman portava solo guai, lui e il suo carretto portaiella... "
scritto da Nolan Wren, soldato semplice , 22:44 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
25 aprile 516
Giovedì 23 Agosto 2012

La giovinezza fantastica.

Ebbene sì, sono un uomo fortunato.

Da quando ho lasciato Vintemberg le cose non hanno fatto altro che girare per il verso giusto.
Ho una bella locanda, tutta mia, e nonostante la maretta degli ultimi anni alla fine me la sono cavata, bisogna ammetterlo, con un certo stile.

Ho lasciato Surok poco prima dei casini più grossi, affidando la gestione della "Pollastra Infarinata" al mio vecchio e ormai insopportabile socio Gebediah. Non so se ridere o sentirmi in colpa al ricordo di lui che mi saluta dalla soglia dicendomi "Te ne pentirai, Armando!", con la sua solita aria saccente.
Ma tant'è che mi è giunta voce che i Nordri hanno poche settimane dopo depredato la Pollastra, ne hanno svuotato la cantina, dato fuoco al pergolato e fatto chissà cosa di spiacevole a Gebediah e al personale che non aveva accettato la mia proposta di trasferirsi a Nord.

Al Nord, a Leduras.
Una piccola ma promettente cittadina fortificata, meno ambiziosa forse come sede, ma più protetta dalle scorrerie dei predoni marittimi.
Ed ecco la mia buona stella.

Arriviamo in città, iniziamo ad organizzarci, rileviamo una vecchia taverna ribattezzandola "La Locanda del Lupo", gli affari poco a poco ingranano. Ed ecco che a febbraio arriva la notizia più gradita e inaspettata. Leduras d'ora in avanti si chiamerà Leisburg... e sarà la capitale del Ducato di Feith.

Avevo abbandonato una capitale, sebbene con qualche vago rimpianto, ed ecco che mi ritrovo comunque in un'altra capitale, più giovane, centrale, stimolante.

Sono proprio un uomo fortunato, inutile negarlo.

Certo, a volte penso a tutte le strade a cui ho rinunciato, ai sentieri del destino che ho preferito non percorrere.
Ricordo i miei antichi e bizzarri padroni di Vintemberg, amici di quel Vecchio Frack che ormai sarà passato certamente a miglior vita. Ricordo le loro armi, le loro armature, la loro pelliccia di leone di montagna (eh, quella ce l'ho qui a Leisburg, una delle poche cose che mi sono portato dietro da Surok). Quei matti mi piacevano, in fondo. Mi piaceva la loro vita avventurosa, mi piacevano i loro racconti esagerati, i viaggi, gli incredibili tesori.

E' per questo che sto coltivando un piccolo sogno, in cantina. Non è per me, è per i miei figli, per Mark, Conrad e la piccola Alice.
L'armatura che, poco alla volta, mi sto comprando. Le armi, la bellissima balestra intarsiata, lo spadone a due mani. Lo scudo spaccato, che porta i segni di tante battaglie.

Ogni tanto, la sera, quando mi siedo nella stanza dei bambini per farli addormentare, gli racconto la mia giovinezza fantastica.
Prima di diventare un oste, qui a Leisburg, ho vissuto con la fantasia anni e anni di avventure, che per loro, per i miei figli, saranno realtà. Il padre che ricorderanno, il nonno che descriveranno a loro volta ai figli che gli Dei vorranno loro donare, sarà un uomo avventuroso, impavido, che ha girato tutto il mondo. Armando l'avventuriero, che ha visitato Benson, sconfitto adoratori delle Tenebre, penetrato gli oscuri segreti del Meistwode, raggiunto Delos e le terre del Mezzogiorno.

Quando li accompagno in cantina, dischiudo la porta che custodisce i miei tesori, vedo i loro occhi innocenti illuminarsi. Quella è l'armatura del babbo, il suo scudo, la spada terribile che ha versato il sangue di tanti nemici.

Sono solo menzogne?
In fondo che importanza ha? Il ricordo di avvenimenti lontani, il sogno e la fantasticheria, con il passare di tanti anni, tendono a sovrapporsi. E forse, chi può dirlo, è quella la verità.
scritto da Armando , 17:18 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
30 dicembre 519
Venerdì 30 Dicembre 2011

la Rinascita.

Lunga notte. Notte buia, tra le cui ombre si nascondono i ricordi più preziosi e irripetibili.
Non c'è neve ad Annecy. Nessun diamante grezzo scende dal cielo per me, quest'anno.
Eppure bisogna indossare la maschera. Bisogna indossarla sempre, ma adesso un po' più a fondo. Questa seconda pelle di porcellana si aggrappa a quella vera, di carne, e vi si conficca con le sue radici invisibili.
A volte mi stupisco di non sentire in bocca il sapore del sangue.

Ho tutto quello che un uomo potrebbe desiderare, e molto di più. Ma quando le notti si fanno interminabili e l'inverno copre col suo silenzio tanto le case e i castelli dei vivi, tanto i prati sotto cui riposano i morti, mi ritrovo sottoposto alle stesse dure leggi di ogni creatura mortale.

Una maschera che ci nasconda a noi stessi, ecco cosa vorrei. Una maschera che mi inganni, che mi regali l'illusione che certe emozioni non siano relegate soltanto al passato.
Un labirinto innevato con al centro una fontana.

Non si può catturare il volo delle farfalle.



scritto da Lord Terence De La Fois , 14:40 | permalink | markup wiki | commenti (3)
 
5 giugno 519
Martedì 22 Novembre 2011

tra amiche

"Questo proprio non me l'aspettavo da te". Arden mi guarda offesa. "Ti ho visto che lo baciavi, e poi tutti quei discorsi sul matrimonio... che significano? Veramente hai intenzione di andartene?"
La osservo. La rabbia sembra risvegliare in lei un'energia che generalmente non le appartiene. Piccola Arden.
Gesticola, cammina avanti e indietro per la stanza. Le faccio segno di abbassare il tono della voce.
"E invece parlo forte quanto mi pare!" è la sua prevedibile risposta. "E non mi frega niente se di là c'è la Paladina che riposa, mi hanno stancato! Tutti quanti. La Paladina, i cavalieri musoni, quegli energumeni che ti piacciono tanto..."
Brava Arden, tira fuori la grinta.
Sorrido.
"Ho capito che si metteva male appena ho visto il tipo con gli occhi differenti. Chiudere la locanda per riservarla a quella gente? Siamo mica matti?" Arden continua con la sua inaspettata filippica senza badare a me. "Ma ti pare possibile? E poi... questi altri. Che prima spaccano la porta e poi..." sospira.
"Questi sono i buoni, Arden. Sono quelli che hanno vinto, che hanno..."
"Sono degli assassini anche loro! Veramente vuoi sposarti con un uomo che ha le mani tanto sporche di sangue? Non ci posso credere..."
"Veramente... veramente..." prendo tempo facendole eco. "Questi sono gente speciale, che viaggia, che vive una vita fuori dalla mediocrità. Hanno prospettive, loro. Che senso ha invecchiare qui in locanda? Adesso che sei giovane e carina il massimo della soddisfazione è qualche complimento di un ubriacone. Il massimo della soddisfazione è se ti danno una mancia per un sorriso o per un po' di zucchero in più sul dolce. Ma poi? Siamo qui forse per invecchiare e perdere anche quel poco di potere che abbiamo adesso?"
Arden scuote il capo, mi guarda e sospira. "E mi lasceresti qui da sola, insomma? Ti proteggo io, ci penso io a te... e alla prima buona occasione te ne vai e mi abbandoni?"
"Ma no! No che non ti abbandono! Ma devi farti furba, restare coi piedi per terra. Cosa pensavi, che potesse durare per sempre? Bisogna guardarsi intorno. Devi fare come me, Arden"
"E sposarmi con il primo venuto? Solo perchè è grande, grosso, ricco e...."
"Loic non è il primo venuto. E' un tipo... davvero particolare"
Arden sbuffa. "Non potrei mai farmi sfiorare da uno così".
"E' un uomo. Arden, prima o poi dovrai accettare la realtà, troverai un uomo anche tu e lo sposerai. Avrai dei figli e poi..."
"No!" adesso la mia amica sembra sul punto di piangere. "No, non voglio, non mi voglio sposare con nessuno! Non voglio figli, non voglio.... mi... mi fa schifo!"
Povera Arden, la guardo negli occhi, le prendo la mano. "Calmati, su. Ne abbiamo già... parlato tante volte... quello che ti è successo non ha niente a che vedere.... con...."
"E tu che ne sai! L'hai provato, forse?" Ride istericamente mentre le lacrime le solcano il viso. "Nessun uomo mi toccherà mai più. Te lo garantisco, nè ora nè mai"
Cerco di calmarla. Arden si fa un piantarello sulla mia spalla, aspetto che prenda fiato.
"Ascoltami, Arden... se... se vuoi... c'è un'altra possibilità."
Alza gli occhi a guardarmi, riconosco la sua fiducia incondizionata, l'affetto che mi porta. Sento il peso della responsabilità che ho nei suoi confronti. Non posso lasciarla.
"Cosa... che..."
"Fidati di me. Quando sarò sposata con Loic... ti porterò a casa nostra. Starai con noi, glie lo dirò, non posso lasciarti".
"Non vorrai dirgli..."
"No, che sei matta?" sorrido, anche Arden ride. "No, certo. Ma lo convincerò a farti venire da noi, e staremo sempre insieme. Credimi, è la cosa migliore"
"..."
"..."
"... promesso?"
"Promesso. Tieni duro Arden, aiutami in questa cosa. E poi... manterrò la mia promessa e ti porterò via con me".
"Oh, Mysia! Sei... sei..."
"Schhh... non dire niente adesso".
scritto da Mysia , 09:54 | permalink | markup wiki | commenti (3)
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