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Rostand Beart

[personaggio]
personaggio
Titolo:
Lord
Razza:
Umano
Sesso:
maschio
Altezza:
170 cm
Peso:
60 kg
Ruolo:
amico
Tipo:
PNG
Giocatore:
sconosciuto
Ritratto di Lord Rostand Beart, figlio primogenito del Barone di Laon, ai tempi in cui era solo un giovinetto e la malattia ancora non l'aveva colpito.Rostand Beart, figlio del Barone di Laon, formalmente è l'erede al titolo baronale.
E' tuttavia un giovane malato e debole, e molti temono (o sperano) che non arrivi mai a salire al soglio baronale. Il suo male è una forma di paralisi progressiva, che dopo avergli bloccato le gambe adesso sta pian piano togliendo l'uso delle braccia e delle espressioni del viso. Quando parla si fatica a comprendere le sue parole.
Il suo animo è sensibile, ama la musica, le arti e la poesia, non esce mai dal castello e anche qui non si fa vedere quasi mai da nessuno. Le rare volte che riceve ospiti, si nasconde dietro un velo.

Matrimonio

Dopo l'arresto da parte dell'Inquisizione di sua sorella Emanuelle, nell'autunno dell'anno 517, Rostand è stato obbligato ad un matrimonio di facciata con Lady Carmen Navon. Tutti si augurano che da questo matrimonio possa al più presto nascere un erede per la Baronia, anche se le malelingue mormorano che ormai, a causa della sua malattia, il giovane Rostand non possa avere figli, e che sia il Barone suo padre a beneficiare delle grazie della bella nuora.

L'aggravarsi della malattia e il trasferimento al Monastero di Foucault

Nell'inverno tra il 518 e il 519 la malattia del giovane Rostand si aggrava. Un colpo di grazia per il suo corpo piegato è l'inaspettata ribellione di suo padre il Barone agli ordini dell'Inquisizione e successivamente del Duca. Assiste impotente all'assedio del suo castello e alla rovina della sua famiglia, con l'unica consolazione di ritrovare la sorella finalmente pentita e redenta.
Insieme a lei, e al piccolo Albert Beart, Rostand ottiene di trasferirsi a vivere gli ultimi suoi anni nel Monastero di Foucault.

La canzone composta da Rostand

Il sole è alto a primavera,
il cielo si rischiara,
musica dei passeri, stridulo
canto volante
all'orizzonte.
.
Il mio corpo m'abbandona,
lentamente fuggendo,
come un torrente d'estate,
come un re sconfitto.
.
Migra la mia anima come lo stormo
delle rondini a nuove sfere,
la mia carne consunta abbandona.
.
Lasciatemi i profumi
del declinare di questi giorni,
lasciatemi i profumi,
che entrano dal vano della mia sala,
sguardo sperduto sul mondo,
immobili le mie ossa.
.
Saluta, mio cuore, i sogni d'amore,
come il navigante la terra
che dirada e si fa
più vaga.
.
Saluta, mio cuore, la tua Dama,
la bella canzone,
gli occhi mai posati
sul tuo volto,
i piaceri degli abbracci.
.
Saluta, mio cuore, che parti,
i fiori, i castelli, il trillo
del liuto,
i tuoi segreti che il Destino
rese muti.
.
Lasciatemi i profumi,
i miei ultimi
sorrisi.
Creata il 11/04/2007 da Annika (2242 voci inserite). Ultima modifica il 09/06/2011.
2940 visite dal 11/04/2007, 13:19 (ultima visita il 21/11/2024, 01:00) - ID univoco: 314 [copia negli appunti]
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