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Abbazia di Hound Tor

[edificio]
edificio
Tipo:
abbazia
Dettagli:
distrutto, rovine
La piccionaia dei ruderi dell'Abbazia di Hound TorL'Abbazia di Hound Tor sorge nel cuore della Landa di Darth, pochi chilometri a Nord di Uryen. Dopo essere rasa al suolo da predoni Nordri nel l'anno 453, poco a poco l'Abbazia e il villaggio adiacente sono stati abbandonati e giacciono ormai da lungo tempo in rovina.

Storia

Le fondamenta e il nucleo centrale dell'Abbazia sono molto antichi e risalgono a una fortezza di epoca Kahn andata da lungo tempo distrutta.

L'Avamposto dei Segugi

Le prime informazioni note su Hound Tor si possono reperire nelle cronache dei Balenor, un documento scritto alla fine del terzo secolo d.F. che racconta le imprese della nobile dinastia e le numerose battaglie combattute dai suoi valorosi condottieri con le tribù facenti parte del Khanast di Feith. In quei resoconti viene narrata la conquista e la parziale distruzione dell'Avamposto dei Segugi, così chiamato per la forma di alcune delle formazioni rocciose naturali che ne circondavano la struttura, rassomiglianti alle teste di cani intenti a seguire la loro preda: l'assalto finale, guidato da sir Kormal Balenor, secondo le testimonianze più affidabili, avvenne il 23 luglio dell'anno 269.

Il secolo di abbandono

Nei decenni successivi, complice il declino dei Balenor e il fallimento del prima campagna ai danni del Khanast di Feith, le rovine dell'avamposto furono lasciate al loro destino. E anche quando, a partire dal 296, le attività sul territorio ripresero ad opera di sir Valan Sallivan, la fortezza non venne giudicata meritevole di particolari attenzioni: la posizione relativamente decentrata, benché ideale per contrastare eventuali invasioni provenienti da Ilsanora e Norsyd, la rendeva infatti strategicamente inadeguata per la guerra di logoramento che sir Sallivan fu costretto a combattere sulle rive del Traunne e che portò alla fondazione di ben quindici accampamenti, il più vicino dei quali diventerà di lì a poco il villaggio fortificato di Treize. Fu proprio la vicinanza con Treize, che ben presto diventò uno dei principali snodi logistici del territorio, a favorire il disinteresse nei confronti dell'avamposto, scoraggiando ogni velleità di ricostruirlo e condannandolo a una condizione di relativo abbandono.

Le antiche tribù

La scelta di non considerare la Landa di Darth meritevole di attenzione favorì, nel corso degli anni successivi, il suo progressivo ripopolamento da parte di un gruppo di famiglie superstiti del Khanast di Feith che rifiutarono di mescolarsi con i coloni provenienti da Surok e Greyhaven. Nel corso degli anni successivi, secondo gli storici, sembra che queste famiglie abbiano subito l'aggressione di una piccola ma agguerrita tribù Heirshan che finì per decimarle, costringendo i pochi superstiti a trovare riparo nei territori che circondano la Landa di Darth: alcuni di loro, secondo una recente teoria, si sarebbero rifugiati nelle profondità del Bosco dei Mirtilli, dando vita a una comunità eccezionalmente longeva.

La permanenza degli Heirshan nella collina dei Segugi durò una manciata di lustri, per poi essere bruscamente interrotta da una delle numerose epidemie di cui fu vittima il territorio, approssimativamente intorno all'anno 360 d.F.

Successivamente a quell'infausto evento, le uniche testimonianze note risalenti a quel periodo parlano di una comunità druidica che prese a vivere nella Landa di Darth, riconvertendo l'avamposto in lebbrosario e ospitandovi i malati provenienti dai borghi e villaggi limitrofi, fino a quando non venne completamente sterminata, intorno al 380 d.F., dal violento attacco di un gruppo di predoni non meglio identificati provenienti dal mare, presumibilmente provenienti dal vicino arcipelago di Ilsanora.

La riconversione

Tra la fine del quarto e l'inizio del quinto secolo, in conseguenza del rinnovato interesse da parte del Sacro Collegio di Greyhaven nei confronti del territorio e della necessità di dotarsi di ulteriori presidi a supporto della Sacra dei Difensori, le rovine di Hound Tor entrarono nelle disponibilità della Chiesa della Luce. Per la ricostruzione dell'avamposto si dovette però aspettare il 421, quando Lord Maynard Feorn, nel corso delle sue attività di unificazione dei territori del Corno del Tramonto mandato del Duca Dagmar Sallivan, ripulì la Landa di Darth dagli accampamenti di predoni Nordri che vi si erano installati, ponendo le basi per avviare la ricostruzione dell'antica fortezza per conto del Sacro Collegio.

L'obiettivo della chiesa di Greyhaven nel territorio era duplice: da una parte, vi era la volontà di ripopolare un tratto di costa in gran parte disabitato, favorendo l'inclusione (e la conversione) delle tribù risalenti all'età dei Khan che ancora vivevano nei pressi del territorio; dall'altra, la necessità di limitare le ambizioni (e controllare l'espansione) del nascente Priorato di Dossler, con il quale erano in corso importanti e delicate trattative. L'incarico di raggiungere questi risultati venne affidato a Othon Valnor, sacerdote di Reyks appartenente all'ordine del Vespro, amico personale di Lord Maynard Feorn nonché imparentato con una prestigiosa schiatta militare da tempo attiva nell'Anterlig: la dinastia dei Madsen.

L'Abbazia dei Martiri del Crepuscolo

E fu così che, nei quindici anni compresi tra il 419 e il 434 d.F., la fortezza fu ricostruita e riconvertita in abbazia, pur mantenendo - stante la nota attività Nordra sul territorio, in particolare sulle coste - gran parte delle caratteristiche difensive di cui era dotato l'avamposto originario: posizione sopraelevata, finestre alte e strette, mura a getto sulla collina, contrafforti posti in posizione strategica e sfruttando le protezioni naturali; ma il traguardo più importante conseguito da Othon Valor per garantire la sicurezza dell'insediamento fu l'ottenimento di un presidio permanente ad opera dei soldati dei feudi limitrofi, raggiunto grazie a una serie di accordi stretti con gli Ohnelanders di Surok e gli altri nobili e cavalieri operanti sul territorio.

Anche negli anni successivi, a garantire stabilità e prosperità all'abbazia furono soprattutto le notevoli capacità organizzative di Othon Valnor, il quale riuscì non soltanto ad agganciare le sorti del monastero alle fortune crescenti di Lord Maynard Feorn ma anche a conquistarsi la fiducia delle comunità locali, estremamente diverse per origini, abitudini e tradizioni, ma tutte ugualmente bisognose di cure. Il conseguimento di questo obiettivo costrinse però il sacerdote a scendere ad alcuni compromessi, tra cui il recupero del nome originario, maggiormente radicato nella memoria delle popolazioni autoctone del territorio e di conseguenza molto più efficace: in virtù di questa scelta, l'abbazia dei Martiri del Crepuscolo divenne presto nota come l'abbazia di Hound Tor.

La distruzione ad opera dei Nordri

Le fortune dell'abbazia di Hound Tor cominciarono a estinguersi nell'anno 451, con la morte dell'ormai anziano Othon Valnor e il passaggio della gestione del monastero nelle mani dei suoi discepoli, obiettivamente meno capaci. E si esaurirono bruscamente il 23 agosto nell'anno 453, quando un improvviso e violento assalto di un clan di predoni Nordri riuscì a fare breccia nelle difese del maniero: l'attacco colse in contropiede gli uomini di Lord Maynard Feorn, in gran parte impegnati nelle attività di rafforzamento della colonia penale di Lagos (che nel 456 assurgerà al rango di Baronia), impedendo loro di in tervenire in tempo utile. I discepoli di Othon Valnor non ebbero scampo: l'edificio fu interamente saccheggiato e dato alle fiamme, così come il villaggio circostante. La quasi totalità degli abitanti, compresi sacerdoti, perì nel corso dell'attacco o dell'incendio. I corpi che furono ritrovati vennero sepolti nelle grotte naturali scavate nella collina dei segugi, dove riposano a tutt'oggi.

Gli anni successivi

Negli anni immediatamente successivi alla devastazione compiuta dai Nordri vi furono altri tentativi di ripopolare la zona, tutti destinati al fallimento: le rovine di Hound Tor caddero ben presto preda di sinistre superstizioni, che - unitamente alle naturali asperità di quei luoghi e allo scarso valore del terreno circostante - finirono per scoraggiare ogni ulteriore investimento nella zona da parte delle comunità limitrofe e dei governanti locali.

I ruderi

I ruderi dell'Abbazia sorgono su una collina piuttosto elevata, detta collina dei segugi per via dell'aspetto di alcune formazioni rocciose naturali, che offre una discreta visuale sulla brughiera circostante. Sono visibili i resti della Chiesa e di alcune strutture in pietra. Il fianco della collina, per il versante orientale a picco, è costellato dalle aperture di un'antica piccionaia, costituita da caverne scavate nella roccia e ancora accessibili.

Eventi recenti

  • Nell'estate dell'anno 516, la piccionaia dell'abbazia è teatro di un sanguinoso scontro tra alcuni prodi soldati dell'Esercito di Uryen e un gruppetto di predoni Nordri che vi si erano rifugiati dopo una razzia. Lo scontro vede il prevalere dei soldati, ma a caro prezzo: il caporale Zagon Hauser e il soldato semplice Samuel Pack trovano la morte per mano nemica.
  • Nel maggio del 518, le rovine dell'abbazia vengono utilizzate da sir Ayker Madsen, Dominus della Chela, come rifugio e centro di comando di un gruppo di soldati disertori intenzionati a sovvertire l'autorità di Sir Gadman Scherer, nel corso degli eventi narrati nella cronaca In Absentia - Echi di Tramontana.

La maledizione del 23

La maledizione del 23 è il nome colloquialmente utilizzato per riferirsi a una bizzarra serie di coincidenze risultanti dalle ricerche di Claudia Erinn, esperta conoscitrice degli usi e costumi delle popolazioni del territorio e spesso utilizzata come interprete e mediatrice dall'esercito di Uryen per risolvere situazioni di crisi con Nordri ed Elsenoriti. Stando alle sue scoperte, la storia, la geografia e persino le attività umane legate alla zona di Hound Tor, a partire da epoche remote e fino al periodo corrente, sarebbero contraddistinte (e forse condizionate) dalla costante, pervasiva e reiterata presenza del numero 23.

Nel corso degli anni e delle numerose informazioni raccolte la ricerca ha consentito di mettere a fuoco un gran numero di "coincidenze" di rilievo, come ad esempio:
  • Il numero delle formazioni rocciose a forma di segugio che popolano la collina di Hound Tor è pari a 23.
  • Il numero delle grotte naturali scavate nella collina è pari a 23.
  • Il numero 23 ricorre innumerevoli volte nella pianta, nei dettagli architettonici e nelle misure interne dell'abbazia. I numerosi esempi riscontrabili includono:
    • Il numero delle colonne portanti che reggevano l'abbazia, costruite negli stessi punti dei pilastri che formavano lo scheletro della fortezza, è pari a 23.
    • Il numero delle stanze dell'abbazia, nonché verosimilmente degli ambienti che componevano la fortezza, è pari a 23.
    • La sala principale, che ospita le funzioni, è composta da tre trapezi posti a cerchio, ciascuno composto da 7 scalini su cui ci si può sedere, e un alloggiamento circolare al centro, facente funzione di altare, composto da 2 scalini concentrici aventi la stessa altezza, per un totale di 23 scalini.
    • Praticamente ogni affresco, scultura, bassorilievo o altra opera artistica sopravvissuta all'interno dell'abbazia e delle catacombe contiene una o più ripetizioni del numero 23.
  • I lavori di ricostruzione dell'abbazia furono completati soltanto nel 434, ma la sua consacrazione (che coincise con l'inizio delle sue attività) avvenne quattro anni prima, e per la precisione il 2 marzo 430, data che contiene il numero 23. Dal 430 al 453, anno della distruzione dell'abbazia ad opera dei Nordri, passano esattamente 23 anni.
  • Al momento della consacrazione, il numero di sacerdoti di Reyks attivi era pari a 23, ed è sempre rimasto pari a 23 in tutti i 23 anni della sua attività, come riscontrabile in alcune trascrizioni dei documenti ufficiali dell'epoca rinvenibili presso Lagos e Feidelm, con un costante bilanciamento del numero di morti, trasferimenti e nuove ordinazioni avvenute nel corso del tempo.
  • Tutti i principali sconvolgimenti che hanno colpito o riguardato Hound Tor di cui si ha notizia negli ultimi 250 anni sono avvenuti a intervalli di 23 anni, e la data dell'evento, ove nota, contiene sempre il numero 23:
    • distruzione dell'avamposto ad opera di Kormal Balenor (2 marzo 269)
    • testimonianze di una tempesta di portata eccezionale, con esondazione del Traunne e conseguente inondazione della Landa di Darth (fine settembre 292, data precisa non nota: forse il 23?)
    • nessun evento infausto di rilievo ad oggi noto (315)
    • attacco alle comunità superstiti del Khanast di Feith ad opera degli Heirshan (23 febbraio 338)
    • epidemia di peste che decima la tribù Heirshan (il cui inizio è databile alla fine di giugno 361: forse il 23?)
    • massacro della comunità druidica da parte dei predoni Elsenoriti (23 settembre 384)
    • grossa disfatta militare contro un'incursione di pirati Elsenoriti, con le ultime tre battaglie tutte combattute nei pressi della collina dei segugi (23 febbraio, 2 marzo e 23 marzo 407)
    • nessun evento infausto di rilievo ad oggi noto (430)
    • distruzione e incendio dell'abbazia ad opera dei Nordri (23 agosto 453)
    • assalto alla carovana del Dominus di Millsdorf nella Landa di Darth ad opera di predoni sconosciuti, che porterà allo scoppio della sanguinosa guerra tra le signorie di Millsdorf, Lahndale e Brin nella quale, pochi mesi dopo, perderà la vita anche il Dominus di Lahndale, sir Colin Hansen (23 ottobre 476)
    • altra esondazione del Traunne, con conseguente inondazione della Landa di Darth (23 settembre 499)
Vi sono poi innumerevoli altre coincidenze "minori" riscontrabili dall'analisi di eventi storici, particolarità geografiche e geologiche, caratteristiche della fauna e della flora, nonché degli usi, costumi, leggende e tradizioni dei popoli e delle comunità che hanno vissuto su quella collina, tutte caratterizzate dalla costante presenza del numero 23.

Principali confutazioni

Come si può notare, la serie temporale degli eventi infausti contiene almeno due punti privi di episodi oggettivamente riscontrabili ovvero non aventi particolare rilevanza. Queste incongruenze, unitamente alla presenza di diverse ricostruzioni di carattere arbitrario e informazioni difficili da verificare, hanno spinto la maggior parte degli studiosi attivi sul territorio a derubricare la pur suggestiva teoria di Claudia Erinn come una delle tante singolari serie di coincidenze tipicamente riscontrabili nell'analisi dei fatti storici e degli eventi naturali, la cui unica utilità, per così dire, è quella di foraggiare ulteriormente le superstizioni locali.
Creata il 16/02/2013 da Annika (2242 voci inserite). Ultima modifica il 22/10/2024.
4234 visite dal 16/02/2013, 21:39 (ultima visita il 05/02/2025, 13:18) - ID univoco: 2893 [copia negli appunti]
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