La Marca di Havel




Il Simbolo di Eos





Segue dal capitolo quinto: alla ricerca del Tempio di Mor


24 gennaio 624

Mor, Fredrik e Ben cavalcano insieme verso Havel.
Mor: "Ben, stammi distante, con quel cofanetto"
Ben: "Non c'� bisogno che tu me lo dica"
Il Santo eremita ricorda che si sta passando non troppo distante dalla Piana delle Lacrime, il luogo dove un tempo fu sconfitto Kelost, e che quindi pu� essere pericoloso. Ben ha molta paura di Mor e gli vuole stare lontano: lui trasporta il Cuore e lo vuole tenere a distanza dal Sangue.
A sera viene raggiunto un paesello, preso posto in una locanda. C'� molto traffico perch� tanti contadini si dirigono ad Havel, in capitale. L�' si terr� infatti la festa di S. Michte, in onore del Santo che, secoli orsono, sconfisse il demonio Tomast. Si preannuncia una solenne abbuffata e l'accensione delle "fascine", dei fasci di paglia alti quanto dei palazzi, che vengono incendiati l'ultima notte di festa.
Mor commenta critico il fatto che la celebrazione della sconfitta di Tomast, il demonio del vizio della gola, si svolga con una gran mangiata. Ben in locanda cerca di chiacchierare con i locali e fare amicizia. E' molto teso.

Lo stesso giorno gli altri cavalcano lungo il fiume verso sud, evitando le pattuglie che stanno cercando i fuggiaschi. Non � possibile valicare il fiume perch� non ci sono barche. Il paesaggio � costellato di ruderi, talvolta riadattati a fatttorie. Chiedendo informazioni si apprende che esiste un ponte, pi� a sud, all'altezza delle rovine di Heval, l'antica capitale. Ma non ci va nessuno, di solito, perch� porta iella. E' l� che si stende la Valle delle Lacrime.

25 gennaio 624

Nel fiume di gente diretto ad Havel, Ben, Mor e Fredrik avanzano fino a raggiungere la cittadina di Gamir, Qui Mor ha tristi ricordi legati all'ultima volta che pass� in questi luoghi, quando era ancora un uomo comune e viaggiava verso la Piana delle Lacrime con Varedan, Maya, Rowena, Colin, Cedric e Sorecht. La cittadina era cambiata, decaduta, le mura ricoperte di rampicanti e in rovina, per� era la stessa. E nella stessa chiesa di allora Mor si reco' a pregare.
Nella penombra gli parve di vedere le immagini dei suoi antichi compagni, cos� come li vide l'ultima volta, mutilati e ugualmente assorti in preghiera. E Varedan gli sussurrava: "qual � la cosa pi� importante..."
La visione � fugace, ma lascia Mor pieno di amarezza e malinconia. Egli rimane a lungo in chiesa, mentre Ben e Fredrik si sistemano in locanda per la notte.

Nel frattempo i cavalieri e le ragazze proseguono verso sud lungo il fiume. A un tratto nella nebbia vedono delle rovine, che potrebbero essere all'alteza della Piana delle Lacrime. Per prudenza decidono di girare largo. Per� si intravede un ponte, e cinque torri con degli stendardi lontani e irriconoscibili.
A notte si scorge un vago chiarore tra le rovine, evidentemente c'� qualcuno.

26 gennaio 624

Cupo risveglio per Mor. Lui, Ben e Fredrik cavalcano lungo la strada affollata e a sera raggiungono un villaggio di legno, Iselbridge. E' un villaggio di legno, piccolo e con un paio di impiccati in mezzo alla piazza. Sono briganti della banda del Mezzuomo. C'� un gran traffico di viandanti, Ben in locanda � allegro e festeggia, mentre Fredrik lo tiene d'occhio. Sul fiume c'� un ponte.

I cavalieri scendono un crinale e il sole brilla sulle armature. Vincent si rende conto che qualcuno li sta seguendo, sull'altra sponda del fiume. La notte sono fatti turni di guardia ma la sensazione di essere seguiti perdura.

27 gennaio 624

Ben e Mor, con Fredrik, ripartono verso Havel. Nel pomeriggio arrivano alla citt�. Le mura sono ricoperte di stendardi, tra cui campeggia anche quello dei Donobel, dei Faulkner, dei Charn e anche dei Digory. Strisce viola e porpora lungo gli alberi decoravano la strada maestra. Le porte sono aperte, c'� gente ed � tutto addobbato.
In giro si vedono molti gitani variopinti. Su richiesta di Mor, Fredrik trova un posto tranquillo dove si puo' restare senza problemi. Si tratta di una casa, in una zona piuttosto malmessa.
"Se mi hai portato in un postribolo io t'ammazzo" lo ammonisce Mor. Ma Fredrik � tranquillo, e apre la porta di una casetta dove vive un imbalsamatore con la vecchia e colossale madre. Si scopre che Fredrik rubava cadaveri per guadagnare qualche soldo e li portava qui dal suo amico.
Ben � molto contrariato all'idea di restare li', dice che Fredrik era un prigioniero e doveva morire, insomma non ci vuole rimanere e decide di andar via. Mor tenta di fermarlo, invano. Alla fine si decide che Fredrik lo accompagner� in un posto tranquillo dove non possa cacciarsi nei guai. E cos� accade, lo porta in una locanda tranquillissima gestita da un fratacchione. Ma Ben si infastidisce ancora di piu' al pensiero di essere in qualche modo sorvegliato dalla persona che dovrebbe essere un semplice prigioniero. E decide di squagliarsela.
Si cala quindi agilmente gi� dalla finestrella della locanda e, con lo zaino ed il suo prezioso contenuto al seguito, si allontana da solo per la citt� in festa. L'atmosfera allegra lo rilassa, e quando Ben vede un gruppo di gitani accampati in una piazzetta si avvicina loro. C'� una graziosa fanciulla ad attirare la sua attenzione, ma anche un sedicente cartomante, che lo invita nel suo carro.
Ben si ritrova a bere, ad inalare strani fumi, ed improvvisamente l'atmosfera si fa minacciosa. La sua mente � confusa, le voci sembrano arrivare da ogni direzione, tutto gira intorno a lui. Temendo di venir derubato, Ben scappa via, barcollando, dal carro e dall'accampamento gitano. Si rende conto vagamente di essere inseguito e fugge nella notte, fino a ruzzolare in un vicolo e a cadere, stordito, in un cupo sonno senza sogni.

28 gennaio 624

Al mattino presto Mor e Fredrick scoprono che Ben � fuggito, e si preoccupano moltissimo. Temono per il ragazzo, ma soprattutto per ci� che custodisce.
Ben nel frattempo, ancora sconvolto dalla nottata, si desta in mezzo ai rifiuti. Cerca il suo zaino, inizialmente non lo trova ed � quasi assalito dal panico, e poi...

Ben apre il Cofanetto di Vallombrosa

La citt� di Havel sembra poco a poco impazzire. Mor si sente male, il sangue gli ribolle nelle vene devastandolo con il suo cupo gaudio, mentre Fredrick non sa cosa fare. Nel frattempo le porte della citt� si affollano di gente che vuole entrare e di alcuni che vogliono fuggire, e nel cielo appare un livido arcobaleno notturno.
I Cavalieri avvertono la minaccia ed affrettano il passo, fino ad incontrare Mor e Fredrick nella piazza. Immediatamente capiscono quel che � accaduto e decidono di recarsi di corsa da Sir Faulkner: il Cofanetto di Vallombrosa � perduto.
Gisela insiste disperatamente che qualcuno vada a cercare Ben, per la cui salute � preoccupatissima. Wolfried e Vincent decidono di andare mentre gli altri si recano a Palazzo Faulkner.
Qui incontrano Lydia e Ruth, le due nipoti del vecchio Capitano, che per varie strade conoscono molto di quanto sta accadendo e acconsentono ad accompagnare il gruppo alla Villa Faulkner, fuori dalle mura della citt�.
A sera tornano anche Vincent e Wolfried, insieme al corpo senza pi� vita di Ben e ai resti del Cofanetto ormai aperto.
Scende la notte e l'arcobaleno continua a splendere nel cielo, mentre dalla citt� di Havel giunge solo il lamento dei moribondi e le grida della follia. L'indomani il sole non sorge.

Epilogo.