Proprio non ci riesco a mantenere la copertura. Se non ci fossero anche i ragazzi di Caen probabilmente non avrei avuto difficoltà a farmi passare subito per François Marinì, ma con loro in giro mi è impossibile non ricorrere al vecchio nome. Maledetti impostori del Sacro Bracere! Grazie agli Dei Quixote sembra una persona fidata, con la testa sulle spalle e uno spiccato senso di responsabilità. Su Bartholomeus ho qualche perplessità... lo liquiderei come un novizio ingenuo e un po' sprovveduto ma ho l'impressione che, un po' come la nostra Solice, possa vantare qualche appoggio politico importante. Solo che Solice è fatta di ben altra pasta, e ormai è dei nostri a tutti gli effetti; Barth invece potrebbe essere un pupazzo in mano a chissà chi. Mah, mi sarò lasciato impressionare dall'indovinello di Quarth...ma diamine, vorrei davvero poter dare un'occhiata alle sue lettere di presentazione!
Come avevo previsto la scomparsa di Abel ha influito negativamente sulla nostra focalizzazione. Sono passati pochi giorni e già mille pensieri ci distraggono. Certo, il nostro cammino è funestato da segni inquietanti, e questo Padre Flaubert non ha fatto altro che peggiorare la situazione, alludendo a fantomatiche missioni divine. In ogni caso devo ammettere che il sogno di Quixote è quanto mai bizzarro; la chiave di cui è entrato in possesso induce a riconoscere che sono all'opera dei prodigi. Sarebbe poi da sciocchi non dare importanza al macabro rituale della lupa squartata, all'incendio dell'edicola di Pyros, senza dimenticare i nostri misteriosi inseguitori. Ah, se Abel fosse qui! Barth, poveretto, cerca di dimostrarsi all'altezza della situazione, ma qui serve un Paladino vero!
In ogni caso non dobbiamo perdere di vista il motivo per cui siamo in viaggio, e la Dea m'è testimone, non permetterò che si ripetano gli errori del nostro primo viaggio ad Est.