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10 Settembre 518
Domenica 13 Giugno 2010
L'uomo che sarò
Santa Tina del Lazzaretto. La Sorella Senza Nome ha appena lasciato il mio capezzale. Solice tiene ancora la mia mano stretta nella sua. Mi sento in pace malgrado il dolore che mi strazia la carne.
Chiudo gli occhi, e alla penombra del capannone si sostituisce una tenebra fitta ma dolce, che non ho più ragione di temere. Guelfo, Dominus di Flavigny, figlio adottivo di Lord Graham Dillon, è morto.
Penso alle mancanze dell'uomo che ero. Alla vanità, all'ambizione, all'arroganza. A come le ho assecondate a danno dei miei affetti più cari. Penso al disprezzo che ho riservato a Loic a causa del suo censo, alle menzogne e agli intrighi con cui ho cercato di ostacolare il suo amore per Desiree. Alla disinvoltura con cui ho giocato con i sentimenti di lei, nella speranza di trarne un profitto per la nostra casata. Chissà...se non avessi ritenuto quell'unione un insulto e una minaccia al mio prestigio, se non avessi cospirato con ogni mezzo per impedirla...forse le cose sarebbero andate in modo diverso, e tanta infelicità sarebbe stata loro risparmiata.
Sprofondo nell'oscurità. Il freddo mi intorpidisce le membra, ogni sofferenza scompare. Solo il tepore della mano di Solice mi ricorda che sono ancora in questo mondo.
"NON DIRAI AI TUOI NEMICI DI AVERMI VISTO, COSÌ, ALLE PORTE DELL'ABISSO!!!"
La voce poderosa del gigante mi squassa come un vento di tempesta. Vorrei avere la forza per affrontare questo Spirito, piegarlo al mio volere, costringerlo a raccontarmi i tormenti della sua esistenza millenaria. Vorrei...
Due Soli vermigli si accendono nella notte che mi sta ingoiando, tingendola del colore del sangue.
"INGRINMIR!"
Sobbalzo al nome della Bestia. Avvampo nuovamente di dolore, le zanne della creatura che mi ha ucciso tornano a dilaniarmi, ma i miei occhi serrati non riescono a vedere che questo infinito, assurdo crepuscolo. Non sento più la mano di Solice.
"...Ingrinmir..."
E' poco più di un sussurro, stavolta. Stento a riconoscere la voce melodiosa di Julie, incrinata dalla paura...dalla disperazione. Per una ragione che non comprendo, mi attraversa il cuore come una lancia incandescente. Non sento più i morsi del mio assassino, solo questa insopportabile fitta nel petto.
Julie parla ancora, incerta come una bimba che tenta di ripetere un verso di cui le sfugge il senso.
"...ci rivedremo nell'Alba del Sangue..."
Intorno a me il cielo brucia in una vampa scarlatta. Immense spire di fuoco vorticano sull'orizzonte, poi prendono a danzare con grazia, come sospinte da una brezza gentile, riflessi dorati e di rame di una bellezza che toglie il respiro.
...vorrei dirle che è tutta colpa mia. Che la fiamma che mi consuma l'anima è assai diversa da quella che Lucius custodisce nel suo cuore, che non avrei mai voluto che il suo marchio sinistro finisse per tormentare anche lei, proprio lei. Vorrei dirle che affronterò io quella Potenza dell'Abisso, così come ho attirato su di me l'orrendo Ingrinmir, dovessi morirne ancora ed ancora. Vorrei...
Volge il capo verso di me, come in risposta alle mie silenziose implorazioni. Ma il bel viso incorniciato da chiome incandescenti...non è il suo.
"Tu non sei un Mago... o lo sei?"
Mi parla con la voce di Jarel Delosan, di Maersinelle Payne, di Dora Barrows. Sorride.
No...non sono un Mago. Non come credi tu.
"No? Eppure bussi alle porte dell'Abisso. Dovrei essere fiera di te."
Sai bene che non intendevo...
"So bene che ti è sempre piaciuto giocare col tuo Dono, ma che non hai mai avuto il coraggio di vederlo per quello che è...di vederti per quello che sei."
Io...sono diverso. Gli Dei...
Le voci si intrecciano in una risata diabolica, che mi ammutolisce.
"Gli Dei, Guelfo!? Gli Dei!? Sei riuscito ad ingannare loro, forse...ma non me. Nessuno ti conosce bene come me. So a cosa hai rinunciato, sciocco! E soprattutto...so a cosa NON hai rinunciato.
Hai recitato bene il tuo copione, e devo concedertelo, sei stato piuttosto convincente. Solice ci è cascata con tutte le scarpe, quasi le veniva da piangere a sentirti dire addio a Flavigny! E la vendetta poi...come sei stato nobile a mettere da parte le tue beghe terrene per meglio servire la Causa!"
Lei tace per un istante, come per lasciarmi il tempo di rispondere. Resto in silenzio.
"Ma ne' la piccola Paladina, ne' la vecchietta rattrappita sapevano quello che so io. Avevi già capito da un pezzo che l'eredità di Dillon ti era solo d'intralcio, non è così? Lo avevi detto alla tua Nailah, che la tua lotta non avrebbe mai avuto termine, che mai ti saresti rassegnato a vivere in pace, anche dopo aver fatto giustizia degli assassini di Graham Dillon? Finirai per mettere da parte anche lei e Jacob, non è vero?"
Sorride dolcemente e scuote il capo, come una madre paziente di fronte alle ingenue monellerie del suo bambino.
"E adesso, senza più terre, senza più vendetta...cosa farai? Adesso che non hai più distrazioni... abbraccerai finalmente il tuo destino, sì? Questa tua Causa...è veramente ciò a cui hai deciso di consacrare la tua vita?"
Riesco a malapena ad annuire.
"Se questo fosse vero, piccolo mio, avresti rinunciato al tuo Dono. Avresti rinunciato a ME. Ma non l'hai fatto perchè sono IO il tuo destino, IO la tua Causa."
Non c'è bisogno che io risponda. Entrambi sappiamo che ha ragione, entrambi sappiamo quale sia l'unico futuro che può attendermi. Una luce smeraldina di trionfo le brilla negli occhi, avvicina le labbra cremisi alle mie, bisbigliando.
"E sia. Combatterai la Tenebra, ne carpirai i segreti, me li offrirai in dono. Non mi importa nel nome di quali Dei ti illuderai di farlo. Ti sarò devota in ogni caso, Guelfo, e tu sarai devoto a ME, e insieme continueremo a gettare il nostro sguardo nell'Abisso, a sfidare i suoi orrori e le sue meraviglie. Fino al giorno in cui non sarai più abbastanza forte da domarmi..."
" ...fino al giorno in cui ti divorerò."
Mi appresto a soccombere alla crudele dolcezza del suo bacio. Penso a Nailah, al compagno che non potrò mai essere per lei. Mi sembra di sentire il profumo dei suoi capelli corvini, il dolce calore del suo respiro. Poi... qualcosa di freddo, leggero, mi si posa sulle labbra. Spalanco gli occhi, confuso.
Uno splendido cielo notturno si apre su di me, rischiarato da miriadi di stelle d'argento. Resto così, per un'eternità, a contemplare questa visione d'incanto. All'improvviso mi ricordo, e porto una mano alla bocca. Senza sorpresa, mi trovo a stringere una carta da gioco.
Come a Chalard. Come una vita fa.
Sorrido.
Sulla faccia ci sono due figure che avanzano lungo una via, tenendosi per mano. Dietro di loro sta sorgendo un sole benevolo.Il viandante sulla destra ha lunghi capelli biondi, e direi che sia una fanciulla, sebbene porti un grande scudo al fianco. In lei credo di riconoscere Solice. Sta guardando l'orizzonte di fronte a se' ed appare serena, quasi che riuscisse già a scorgere la fine del cammino. L'altro ha il capo rivolto verso di lei, come se si stesse lasciando guidare, e sembra altrettanto sicuro che tutto andrà bene.
Mi domando chi mai possa essere costui mentre il chiarore delle stelle va affievolendosi pian piano, consegnandomi all'oblio.
Chiudo gli occhi, e alla penombra del capannone si sostituisce una tenebra fitta ma dolce, che non ho più ragione di temere. Guelfo, Dominus di Flavigny, figlio adottivo di Lord Graham Dillon, è morto.
Penso alle mancanze dell'uomo che ero. Alla vanità, all'ambizione, all'arroganza. A come le ho assecondate a danno dei miei affetti più cari. Penso al disprezzo che ho riservato a Loic a causa del suo censo, alle menzogne e agli intrighi con cui ho cercato di ostacolare il suo amore per Desiree. Alla disinvoltura con cui ho giocato con i sentimenti di lei, nella speranza di trarne un profitto per la nostra casata. Chissà...se non avessi ritenuto quell'unione un insulto e una minaccia al mio prestigio, se non avessi cospirato con ogni mezzo per impedirla...forse le cose sarebbero andate in modo diverso, e tanta infelicità sarebbe stata loro risparmiata.
Sprofondo nell'oscurità. Il freddo mi intorpidisce le membra, ogni sofferenza scompare. Solo il tepore della mano di Solice mi ricorda che sono ancora in questo mondo.
"NON DIRAI AI TUOI NEMICI DI AVERMI VISTO, COSÌ, ALLE PORTE DELL'ABISSO!!!"
La voce poderosa del gigante mi squassa come un vento di tempesta. Vorrei avere la forza per affrontare questo Spirito, piegarlo al mio volere, costringerlo a raccontarmi i tormenti della sua esistenza millenaria. Vorrei...
Due Soli vermigli si accendono nella notte che mi sta ingoiando, tingendola del colore del sangue.
"INGRINMIR!"
Sobbalzo al nome della Bestia. Avvampo nuovamente di dolore, le zanne della creatura che mi ha ucciso tornano a dilaniarmi, ma i miei occhi serrati non riescono a vedere che questo infinito, assurdo crepuscolo. Non sento più la mano di Solice.
"...Ingrinmir..."
E' poco più di un sussurro, stavolta. Stento a riconoscere la voce melodiosa di Julie, incrinata dalla paura...dalla disperazione. Per una ragione che non comprendo, mi attraversa il cuore come una lancia incandescente. Non sento più i morsi del mio assassino, solo questa insopportabile fitta nel petto.
Julie parla ancora, incerta come una bimba che tenta di ripetere un verso di cui le sfugge il senso.
"...ci rivedremo nell'Alba del Sangue..."
Intorno a me il cielo brucia in una vampa scarlatta. Immense spire di fuoco vorticano sull'orizzonte, poi prendono a danzare con grazia, come sospinte da una brezza gentile, riflessi dorati e di rame di una bellezza che toglie il respiro.
...vorrei dirle che è tutta colpa mia. Che la fiamma che mi consuma l'anima è assai diversa da quella che Lucius custodisce nel suo cuore, che non avrei mai voluto che il suo marchio sinistro finisse per tormentare anche lei, proprio lei. Vorrei dirle che affronterò io quella Potenza dell'Abisso, così come ho attirato su di me l'orrendo Ingrinmir, dovessi morirne ancora ed ancora. Vorrei...
Volge il capo verso di me, come in risposta alle mie silenziose implorazioni. Ma il bel viso incorniciato da chiome incandescenti...non è il suo.
"Tu non sei un Mago... o lo sei?"
Mi parla con la voce di Jarel Delosan, di Maersinelle Payne, di Dora Barrows. Sorride.
No...non sono un Mago. Non come credi tu.
"No? Eppure bussi alle porte dell'Abisso. Dovrei essere fiera di te."
Sai bene che non intendevo...
"So bene che ti è sempre piaciuto giocare col tuo Dono, ma che non hai mai avuto il coraggio di vederlo per quello che è...di vederti per quello che sei."
Io...sono diverso. Gli Dei...
Le voci si intrecciano in una risata diabolica, che mi ammutolisce.
"Gli Dei, Guelfo!? Gli Dei!? Sei riuscito ad ingannare loro, forse...ma non me. Nessuno ti conosce bene come me. So a cosa hai rinunciato, sciocco! E soprattutto...so a cosa NON hai rinunciato.
Hai recitato bene il tuo copione, e devo concedertelo, sei stato piuttosto convincente. Solice ci è cascata con tutte le scarpe, quasi le veniva da piangere a sentirti dire addio a Flavigny! E la vendetta poi...come sei stato nobile a mettere da parte le tue beghe terrene per meglio servire la Causa!"
Lei tace per un istante, come per lasciarmi il tempo di rispondere. Resto in silenzio.
"Ma ne' la piccola Paladina, ne' la vecchietta rattrappita sapevano quello che so io. Avevi già capito da un pezzo che l'eredità di Dillon ti era solo d'intralcio, non è così? Lo avevi detto alla tua Nailah, che la tua lotta non avrebbe mai avuto termine, che mai ti saresti rassegnato a vivere in pace, anche dopo aver fatto giustizia degli assassini di Graham Dillon? Finirai per mettere da parte anche lei e Jacob, non è vero?"
Sorride dolcemente e scuote il capo, come una madre paziente di fronte alle ingenue monellerie del suo bambino.
"E adesso, senza più terre, senza più vendetta...cosa farai? Adesso che non hai più distrazioni... abbraccerai finalmente il tuo destino, sì? Questa tua Causa...è veramente ciò a cui hai deciso di consacrare la tua vita?"
Riesco a malapena ad annuire.
"Se questo fosse vero, piccolo mio, avresti rinunciato al tuo Dono. Avresti rinunciato a ME. Ma non l'hai fatto perchè sono IO il tuo destino, IO la tua Causa."
Non c'è bisogno che io risponda. Entrambi sappiamo che ha ragione, entrambi sappiamo quale sia l'unico futuro che può attendermi. Una luce smeraldina di trionfo le brilla negli occhi, avvicina le labbra cremisi alle mie, bisbigliando.
"E sia. Combatterai la Tenebra, ne carpirai i segreti, me li offrirai in dono. Non mi importa nel nome di quali Dei ti illuderai di farlo. Ti sarò devota in ogni caso, Guelfo, e tu sarai devoto a ME, e insieme continueremo a gettare il nostro sguardo nell'Abisso, a sfidare i suoi orrori e le sue meraviglie. Fino al giorno in cui non sarai più abbastanza forte da domarmi..."
" ...fino al giorno in cui ti divorerò."
Mi appresto a soccombere alla crudele dolcezza del suo bacio. Penso a Nailah, al compagno che non potrò mai essere per lei. Mi sembra di sentire il profumo dei suoi capelli corvini, il dolce calore del suo respiro. Poi... qualcosa di freddo, leggero, mi si posa sulle labbra. Spalanco gli occhi, confuso.
Uno splendido cielo notturno si apre su di me, rischiarato da miriadi di stelle d'argento. Resto così, per un'eternità, a contemplare questa visione d'incanto. All'improvviso mi ricordo, e porto una mano alla bocca. Senza sorpresa, mi trovo a stringere una carta da gioco.
Come a Chalard. Come una vita fa.
Sorrido.
Sulla faccia ci sono due figure che avanzano lungo una via, tenendosi per mano. Dietro di loro sta sorgendo un sole benevolo.Il viandante sulla destra ha lunghi capelli biondi, e direi che sia una fanciulla, sebbene porti un grande scudo al fianco. In lei credo di riconoscere Solice. Sta guardando l'orizzonte di fronte a se' ed appare serena, quasi che riuscisse già a scorgere la fine del cammino. L'altro ha il capo rivolto verso di lei, come se si stesse lasciando guidare, e sembra altrettanto sicuro che tutto andrà bene.
Mi domando chi mai possa essere costui mentre il chiarore delle stelle va affievolendosi pian piano, consegnandomi all'oblio.
4 Luglio 518
Domenica 21 Febbraio 2010
Ritorno a Noyes
Dora Barrow. Le avevo promesso che avrei difeso la sua causa, che avrei invocato clemenza presso i suoi carcerieri. Alla notizia che il Barone in persona pretendeva la sua testa, ho disperato della sua sorte e sono rimasto in silenzio. Nel buio della cella mi sono reso conto con sollievo che la sventurata non ricordava le mie vane parole, che non me ne avrebbe chiesto conto... nell'ignorarmi ha reso il mio compito di sorvegliante meno penoso. Che toccasse pure ad Elias l'impossibile compito di consolarla. Il ragazzo si è invaghito di lei, di certo è ancora turbato al ricordo della notte della sua cattura, di quel corpo di giovinetta svelato allo spezzarsi del sortilegio che l'aveva celata ai nostri occhi. Nel pretendere di incontrarla da solo ha tradito questa debolezza, nell'esigere che io non prendessi parte a quel colloquio ha proclamato la sua gelosia. Sorriderei dell'ingenuità della passione che lo anima, se questa non rischiasse seriamente di metterlo nei guai. E' facile provare pietà per Dora Barrow, ragazzina sprovveduta che un mostro senza scrupoli avviò alla malvagità e che ora attende di morire sul patibolo senza misericordia alcuna per i suoi pochi anni... è facile dimenticare il perverso slancio con cui questa ha preso parte ai delitti di Parrot Shaft, è facile sottovalutare i sotterfugi di cui l'arte magica può renderla capace. Elias non è abbastanza sveglio, purtroppo, da rendersi conto della situazione. Si perde troppo spesso in fantasticherie romantiche, dedica assai poca attenzione al nostro vero proposito, preferendo piuttosto fare il sensale (non richiesto) per le fanciulle della compagnia, impicciandosi, presumo per solitudine, di questioni che non lo riguardano. Voglia Dytros fare un uomo del bambino che è ora...
...e voglia insegnare a Bruno Malade che c'è ben poco onore, e di certo nessun motivo di letizia, nel dover sottoporre alla tortura una fanciulla, sì, più malvagia della Barrow, ma altrettanto giovane e altrettanto traviata. Con quanta leggerezza, e con che odioso compiacimento ci ha ingiunto di procedere a quella che dovrebbe essere una triste necessità e nel contempo un grave fardello, quasi che fossimo niente più che dei sicari, quasi che fossimo esattamente come i nemici che abbiamo giurato di combattere. Sono davvero fiero di Loic e del modo in cui ha saputo far tesoro degli incoraggiamenti di Solice, dimostrando che la misericordia può più della stolida crudeltà che Malade si aspettava da lui. A lungo mi sono chiesto se potevo contare veramente su Loic, se potevo davvero considerarlo un alleato e prima ancora un amico, e oggi, malgrado i molti attriti che in passato ci hanno diviso, sono convinto di sì, e che la Causa troverà in lui un campione formidabile.
...e voglia insegnare a Bruno Malade che c'è ben poco onore, e di certo nessun motivo di letizia, nel dover sottoporre alla tortura una fanciulla, sì, più malvagia della Barrow, ma altrettanto giovane e altrettanto traviata. Con quanta leggerezza, e con che odioso compiacimento ci ha ingiunto di procedere a quella che dovrebbe essere una triste necessità e nel contempo un grave fardello, quasi che fossimo niente più che dei sicari, quasi che fossimo esattamente come i nemici che abbiamo giurato di combattere. Sono davvero fiero di Loic e del modo in cui ha saputo far tesoro degli incoraggiamenti di Solice, dimostrando che la misericordia può più della stolida crudeltà che Malade si aspettava da lui. A lungo mi sono chiesto se potevo contare veramente su Loic, se potevo davvero considerarlo un alleato e prima ancora un amico, e oggi, malgrado i molti attriti che in passato ci hanno diviso, sono convinto di sì, e che la Causa troverà in lui un campione formidabile.
Giugno 518
Giovedì 4 Febbraio 2010
Lettera ad Arlyn
Arlyn,
Speravo che riuscissi a fare ritorno a questo rifugio prima della mia partenza, ma devo presumere che non ti sia concesso di lasciare il castello e dunque non potrò parlarti come avevo in animo di fare. Lascio a queste poche righe, se mai le trovassi, il compito di avvertirti del grave pericolo che corri. Non conosco tuo padre e non so che genere di uomo egli sia, ma conosco fin troppo bene la tua matrigna e i peccati che le macchiano l'anima. Per l'amor degli Dei, fuggi da quella strega finchè sei in tempo! All'inizio mi era nota come Nadia Dillon, consorte di Graham, padre naturale di Dorian e mio tutore, che ella circuì ed infine assassinò in combutta con una banda di malfattori votati alla Tenebra... ma col passare del tempo ho appreso di molte altre empietà compiute da questa donna e dalla sua genia, delitti orrendi commessi per devozione ad una forza diabolica e nemica della Luce. Diffida di ciò che ti ha detto e che ti dirà, poichè le sue labbra non stillano che menzogne velenose e traditrici, non credere al suo affetto, al posto del cuore lei ha in petto una scheggia del ghiaccio nero che ricopre l'Inferno!
E' giusto che tu conosca la vera ragione dei guai del tuo..del nostro fratellastro. Nadia custodisce certi oscuri segreti che fanno molta gola ad altri senzadio pari suoi, e so per certo che Dorian è stato attaccato proprio nella speranza di carpirli. Ancora non sappiamo se lo hanno catturato o se è riuscito a fuggire, ma ti garantisco che i miei compagni ed io faremo quanto in nostro potere per trovarlo e portarlo al sicuro.
Ascolta il mio consiglio. Lascia queste terre il prima il possibile, e non fare più ritorno. Raggiungi il Monastero dei Padri di Noyes a Chalard, dì che ti ha mandato Guelfo da Flavigny e troverai assistenza e ospitalità.
Gli Dei ti proteggano,
Guelfo da Flavigny
Speravo che riuscissi a fare ritorno a questo rifugio prima della mia partenza, ma devo presumere che non ti sia concesso di lasciare il castello e dunque non potrò parlarti come avevo in animo di fare. Lascio a queste poche righe, se mai le trovassi, il compito di avvertirti del grave pericolo che corri. Non conosco tuo padre e non so che genere di uomo egli sia, ma conosco fin troppo bene la tua matrigna e i peccati che le macchiano l'anima. Per l'amor degli Dei, fuggi da quella strega finchè sei in tempo! All'inizio mi era nota come Nadia Dillon, consorte di Graham, padre naturale di Dorian e mio tutore, che ella circuì ed infine assassinò in combutta con una banda di malfattori votati alla Tenebra... ma col passare del tempo ho appreso di molte altre empietà compiute da questa donna e dalla sua genia, delitti orrendi commessi per devozione ad una forza diabolica e nemica della Luce. Diffida di ciò che ti ha detto e che ti dirà, poichè le sue labbra non stillano che menzogne velenose e traditrici, non credere al suo affetto, al posto del cuore lei ha in petto una scheggia del ghiaccio nero che ricopre l'Inferno!
E' giusto che tu conosca la vera ragione dei guai del tuo..del nostro fratellastro. Nadia custodisce certi oscuri segreti che fanno molta gola ad altri senzadio pari suoi, e so per certo che Dorian è stato attaccato proprio nella speranza di carpirli. Ancora non sappiamo se lo hanno catturato o se è riuscito a fuggire, ma ti garantisco che i miei compagni ed io faremo quanto in nostro potere per trovarlo e portarlo al sicuro.
Ascolta il mio consiglio. Lascia queste terre il prima il possibile, e non fare più ritorno. Raggiungi il Monastero dei Padri di Noyes a Chalard, dì che ti ha mandato Guelfo da Flavigny e troverai assistenza e ospitalità.
Gli Dei ti proteggano,
Guelfo da Flavigny
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