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Solice Kenson
Cronache della Campagna di Caen
Solice Kenson
"Voi avete coraggio e siete molto convincente: ma non appena sarete chiamata a combattere, al primo combattimento che possa realmente definirsi tale, voi morirete. E non parlo di scontri confusi o ingarbugliati, dove nessuno capisce fino in fondo quello che sta facendo o magari ha meno voglia di uccidervi che di portare la pelle a casa. Parlo di uno scontro vero, in cui affronterete una persona con le vostre sole forze. Beh, è giunto il momento che qualcuno che vi vuole bene vi dica che queste forze non basteranno proprio contro nessuno".
creato il: 20/05/2005   messaggi totali: 91   commenti totali: 32
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Scritto il 31/01/2009 · 72 di 91 (mostra altri)
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23 gennaio 518
Sabato 31 Gennaio 2009

Non un altro giorno.

Sulla cima della collina su cui ci troviamo c'è un melo. I bambini del villaggio sono soliti incontrarsi sotto i suoi rami, dove i più grandi spiegano ai più piccoli le regole dei giochi.

"Quando arriveranno le mele? Mi mancano le mele", ha chiesto oggi pomeriggio uno di loro, osservando con malinconia i rami secchi.
"In primavera", ha risposto uno dei bambini più grandi.
"Quanto ci vuole per la primavera?" ha continuato il primo, con espressione delusa.
"Non lo so proprio", ha concluso il secondo, alzando le spalle: "Prova a tornare domani".

Un altro piano di morte si è appena concluso: abbiamo ucciso una persona, abbiamo dato un esempio. Il "lavoro fatto apposta per noi" è stato compiuto in modo esemplare, e un altro nemico della Chiesa ha raccolto quello che ha sempre seminato: la paura, la morte improvvisa, la sofferenza... tutto grazie a noi. Non ho mai visto Eric così ferito: lui e suo fratello hanno corso dei rischi enormi per svolgere questo compito. Ammiro il loro coraggio cercando di non pensare a cosa sarebbe successo se non fossero tornati, se quel lugubre corno suonato poco dopo li avesse portati via per sempre a Julie, a Desiree... e a me.

A Foucault mi hanno insegnato a rispettare gli ordini impartiti dai miei superiori. Il precettore che seguiva il mio percorso spirituale mi aveva messa in guardia: "alcuni di loro non ti piaceranno, altri non sarai in grado di comprenderli: ma se uscirai di qui da Paladina sarà per eseguirli, dal primo all'ultimo".

Ho sempre creduto che, in assenza della spada, la mia fede fosse sufficientemente forte per rendermi degna di questo mantello: mai come oggi, all'alba del secondo assassinio a cui ho preso parte, mi sento inadeguata. E' davvero questo che gli Dei si aspettano da me? E' veramente compito di questo gruppo quello di togliere la vita a chi non può altrimenti essere giustiziato, sostituendo il nostro giudizio a quello degli Dei?

Io non credo che sia così. Non voglio, non posso credere che sia così: e la prossima volta, che gli Dei possano perdonarmi, saprò trovare le parole per chiedere a sir Bruno, a sir Tennebaum o a chiunque altro di ascoltarmi.

C'è una scala di corda all'interno della canonica dove siamo ospitati: la prenderò stanotte, e con un pò di fortuna troverò anche delle mele: questo inverno non durerà un altro giorno, domani sarà primavera.

Mele
scritto da Solice Kenson , 03:53 | permalink | markup wiki | commenti (0)
Scritto il 31/01/2009 · 72 di 91 (mostra altri)
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