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La cerca di Bohemond
Bohemond D'Arlac
"Tu fai parte dei Primi, Bohemond, non dimenticarlo mai."
creato il: 24/01/2012   messaggi totali: 27   commenti totali: 25
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Scritto il 03/03/2023 · 24 di 27 (mostra altri)
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10 Aprile 518
Venerdì 3 Marzo 2023

Teegan



La Voce che ha guidato i miei passi fin qui d'improvviso tace; pochi istanti più tardi la luce diafana che sprigiona dal palmo della mano di Kailah ha come un sussulto e si spegne. L'ultima cosa che riusciamo a vedere con chiarezza prima che la tenebra ci ingoi è la sagoma scura che sta avanzando con passo tranquillo verso di noi lungo il corridoio che porta alle stanze di Crystal.

L'uomo, sempre che di uomo si tratti, cammina lentamente accarezzando la parete alla sua destra, e la sua mano guantata vi lascia impressa una lunga stria bruna, del colore che avrebbe il sangue in questo ultimo attimo di penombra innaturale. La parte sinistra del tronco è avvolta dalla falda di un pesante mantello sotto cui si può indovinare un oggetto voluminoso...un qualche genere di arma, suppongo.

Eccoci di fronte all'origine di tutti i cattivi presentimenti di questo lunghissimo giorno, al frutto avvelenato del diversivo di Nox: siamo arrivati tardi.

Un passo ancora e conquista l'intersezione tra il corridoio da cui stiamo arrivando e un altro, più stretto, che lo attraversa perpendicolarmente, poi tutto diventa nero.

Plik...plik...plik...sento il sangue gocciolare dal guanto del nostro avversario. Prima che i miei occhi si abituino all'oscurità ho come l'impressione di continuare ad intravedere l'immagine del figlio di puttana come se mi si fosse impressa nelle retine. Corporatura non troppo imponente, incappucciato, una maschera stilizzata in foggia di teschio a nascondergli il volto (senza alcuna traccia di innocenza, a differenza di quella sul viso di Ayza a cui mi ero trovato a ripensare poco fa).

Non ho davvero idea chi diamine possa essere...Joad Kempf? Il Cacciatore Senza Nome è incerto. Sì...no. Occhi iniettati di sangue brillano debolmente nelle tenebre. Presto sono l'unica cosa che riesco a scorgere: Innalzato. Chi sei? Sguaino Jaegerin. Non me ne frega un cazzo di chi sei. Mi basta sapere COSA sei, ho proprio qui la cura giusta per quelli come te.

Da qualche parte dietro gli angoli del corridoio trasversale filtra la tenue luce di torce lontane, e ci consente di distinguere almeno i contorni dell'Innalzato che ci sbarra la strada.

Infine parla con tono calmo, sicuro, stranamente solenne. "Sapevo che saresti venuto. Sei colui che ha sconfitto l'Uomo Senza Volto. La tua forza ci è nota: è davvero un onore incontrarti."

"Arriva al punto." gli ringhio contro. Mi sto sforzando come posso di non pensare alle ovvie implicazioni dell'orrenda pantomima che questo mostro ha messo in scena, a cosa mi aspetterà una volta che avrò raggiunto l'alloggio di Crystal dopo averlo fatto a pezzi. Perché ti farò a pezzi, lurido verme, non farti illusioni.

"La Paladina di Dytros ha pronunciato un discorso davvero toccante stasera...peccato che il suo braccio non si sia rivelato all'altezza della sua lingua." dice piano, scostando la falda del mantello e mostrando ciò che stringeva nella sinistra: il braccio di legno di Crystal, anch'esso lordo di sangue. Lo lascia cadere a terra con un tonfo. "Sei venuto per uccidermi, immagino."

Mi cade il mondo addosso. Tutto quello per cui abbiamo lavorato, ogni fatica, ogni rischio, ogni sacrificio vanificato dal complotto assassino di questi maledetti. Nox, La Dama Bianca; Sami, l'Orbo; Teemu, il Mordighiaccio; Jarva, il Nordro; Lael, il Re Muto; Vesa, il Bandito. Questi i nomi dei mastini infernali che Chad Wilson ha sguinzagliato affinché questo giorno di pace e giustizia si mutasse in una tregenda blasfema. Il loro vero disegno deve essere sempre stato uno: tappare la bocca alla sola che avrebbe potuto dare voce all'appello di pace di Yara di fronte al popolo in festa stasera e ai rappresentanti delle Genti di Ghaan un domani. Allora perché mai il richiamo di Dytros mi ha fatto giungere fino a qui con tanta urgenza? Perché potessi contemplare il desolante spettacolo del nostro fallimento? Perché potessi vedere coi miei occhi l'autore di questo scempio? Perché ne facessi giustiza?

Ma cos'è la giustizia, penso, se non l'ultima amara consolazione che resta a un difensore che ha mancato al suo dovere?

"Sono venuto a punirti della nefandezza che hai compiuto questa notte." Parole da Paladino.

"Sai, un tempo anch'io ho intrapreso il sentiero dell'Uomo Senza Volto" ribatte. "Il fato ha però tracciato per me un percorso differente...eppure, nel seguirlo, sono stato comunque condotto qui stanotte, di fronte a te. Era destino che ci affrontassimo."

"Ho abbattuto Joad Kempf ai piedi di Gretel ed ho visto il suo successore strisciare sconfitto sul suolo della Sacra. A te non andrà meglio." Parole da Spaccone adesso...maschero come posso il mio sconforto.

L'Innalzato annuisce. "Preferisci affrontarmi da solo o con i tuoi compagni? A me non fa alcuna differenza."

Alle mie spalle ci sono Kailah e il soldato che era con lei, e se non mi inganno dovrebbe averci raggiunti anche Engelhaft. Temo che non saremmo comunque sufficienti, ma che importa? Anche se fossi alla testa dei cento guerrieri più forti di Uryen e Angvard la mia risposta non potrebbe essere che una. "Ce la vediamo io e te." Di nuovo lo Spaccone.

Kailah mi si mette accanto e mi porge qualcosa. "Prendi questo, Bohemond." Un pugnale istoriato dalla lama nera e ricurva... so che cos'è, da dove viene e soprattutto a chi apparteneva. Lascio la presa sullo scudo e lo afferro senza starci troppo a pensare.

"E' un errore, lo sai benissimo" protesta dentro di me il Paladino. "E' l'unica cosa che può ancora dare un senso a questa pagliacciata!" obietta lo Spaccone, impaziente di prendere le redini. "E' un Dono, e come tale noi lo accetteremo. Così fu scritto, così dovrà essere." sentenzia freddamente il Cacciatore.

L'Innalzato non sembra curarsi del gesto di Kailah. "Dove vogliamo condurre il nostro scontro? Qui?" Fa per mettere mano alle spade che porta alla cintura.

Penso. Il corridoio stretto favorisce un combattente agile e senza troppi ingombri. Mi vede ancora con lo scudo imbracciato, con questo assetto sarei in svantaggio e lui lo sa. Quello che non sa è che non sarebbe un problema, che intendo affrontarlo ad armi pari, lama per lama. Il buio è un'altra grana: qui io ci vedo a malapena mentre lui è letteralmente nel suo elemento. No. Non qui...se esiste anche solo una microscopica speranza che Crystal sia ancora viva, è imperativo che Kailah ed Engelhaft possano raggiungerla, e non succederà mai finché questo stronzo ci sbarra il passo. Se solo riuscissi ad attirarlo via, a tenerlo impegnato quel tanto che serve a far entrare i nostri... e poi c'è Ayza, là fuori, anche lei ha bisogno di noi.

"Fuori di qui c'è un altro duello che si sta combattendo alla luce della luna. E' un buon posto: spazi ampi, buona visibilità, potremo entrambi dare il nostro meglio." Duelli al chiaro di luna a due passi dal Sanatorio... proprio come ad Achenar. Chissà cosa ne penserebbe Padre Rostand di quello che mi sto accingendo a fare. "Lo sai." dice gelido il Paladino. "Eppure hai già deciso."

"E' deciso, allora." gli fa inconsapevolmente eco l'Innalzato.

Kailah, ancora al mio fianco, farebbe per avanzare. "Non avrai nulla in contrario se noialtri proseguiamo, quindi."

L'Innalzato scuote il capo. "Mi dispiace. Non posso consentirvi di avanzare oltre." Solleva la spada che impugna nella destra in un gesto che non ammette obiezioni.

Ci prendi per il culo? Il sangue sulla parete, il braccio di legno di Crystal...che cos'è rimasto che non vuoi farci vedere, ancora? Mi stai dicendo che per poter riavere le spoglie della nostra amica dobbiamo prima sottoporci al tuo giudizio, dimostrarti di esserne degni? E' per questo ti sei preso tanto disturbo? Ne ho davvero le palle piene di voialtri Ghaanesi, Nordri, Elsenoriti e soprattutto delle ordalie del cazzo con cui ritenete di poter stabilire pure se uno possa o meno andare a pisciare. Lo Spaccone smania, ma in realtà non ha il coraggio né la forza di aggrapparsi al barlume di speranza che le parole ed il gesto dell'Innalzato potrebbero alimentare.

Le dico all'orecchio che va bene così: dovranno aspettare il momento buono per sgattaiolare dentro. Lei fa un cenno col capo e mi asseconda.

Ci mettiamo un'eternità ad uscire dal Sanatorio. Mi rendo conto di non sapere come ripercorrere il tragitto fatto pochi istanti fa: quei passi non erano i miei, adesso è Kailah a doverci guidare. L'Innalzato chiude la fila per assicurarsi che nessuno provi ad aggirarlo: le circostanze ci impongono di dargli le spalle...follia, sono certo che stia pensando Engelhaft che se lo ritrova proprio dietro, e stavolta non posso dargli torto.

Siamo fuori. Alla nostra sinistra il combattimento tra Ayza e Nox non si è ancora concluso e le due continuano a fronteggiarsi tra gli sguardi attoniti dei presenti. La Dama Sterminatrice continua ad avere l'iniziativa ma è solo un'illusione: anche da qui è chiaro che sia più lenta, più stanca, più incerta di prima, mentre la Dama Bianca appare ancora al picco delle sue capacità... ho paura che anche ad Ayza servirà un miracolo per cavarsela.

Una gatta da pelare alla volta. Mi è stata concessa la scelta del posto e devo approfittarne: mi allontano quel tanto che basta dal Sanatorio da rendere più difficile per l'Innalzato intercettare i miei compagni quando dovranno lanciarsi verso Crystal, in un punto dove la luce lunare non è oscurata dalla mole dell'edificio. "Qui" dico. Il mio avversario si ferma a cinque passi da me e attende in silenzio.



Imbraccio ancora per un istante lo scudo con l'Angelo di Dytros, quello che, per così dire ho, "preso in prestito" a Dan Bucky. E' il giorno sacro al Dio e dovresti essere tu, amico mio, a proteggermi il fianco mentre amministro la Sua giustizia. La fine crudele di Crystal ci ha ricordato però che se tu non sei l'Antico Scudo io non posso dirmi né un Difensore né un Eroe: ora che la missione è irrimediabilmente fallita alla sfida che mi è stata lanciata devo rispondere solo come uomo. Slaccio le fibbie una dopo l'altra, lo deposito con cura sul terreno. Nella mancina ho ancora stretto il pugnale dalla lama nera.

So cosa sei. So da dove vieni. So a chi appartenevi. Kalya Niadh non poteva immaginare che saresti finita nel mio pugno proprio nel giorno sacro al Dio di Brian Sturm, ma sono certo che apprezzerebbe l'ironia della cosa. Forse aveva un nome sulle labbra quando ti ha affidata a Kailah quel giorno, ma lo tenne per sé: a chi importerebbe mai, del resto, del nome di una puttana morta?

Io quel nome non l'ho dimenticato. Si trattava di decidere chi tra le Sirene avremmo dovuto scortare a Skogen affinché svolgesse per l'Esercito di Uryen un compito pericolosissimo e fondamentale per le sorti della guerra. Mi è piaciuto subito il suo piglio. Dritta al sodo, sfacciata, svelta di lingua e di coltello... dei tre voti che avevo a disposizione due andarono a lei, e l'altro a colei che si sarebbe volentieri lanciata in quest'impresa pur di preservare le sue ragazze dall'azzardo a cui Marvin Barun si era messo in testa di esporle. Andò diversamente: i miei compagni la giudicarono troppo intraprendente, la scartarono per il suo stesso bene. Nessuno immaginava che questa decisione che pareva dovesse salvarle la vita avrebbe invece finito per condurla tra gli artigli mostruosi di William Deed.

Era a lei che avresti voluto affidare questa lama, Kalya? Ma non hai fatto in tempo...proprio come me.

E così a questo strumento che doveva essere di protezione non è rimasto che diventare un'arma di cieca vendetta...e poiché non ti sarebbe mai stata concessa l'occasione di portarla a compimento di persona l'hai messa nella nostre mani: una lettera impregnata di veleno, vergata con la rabbia impotente di chi non potrà mai pretendere risarcimento per ciò che ha perduto, che sto per consegnare per tuo conto ad un destinatario scelto dal Fato.

Anche se tutto è andato in malora ci resta quindi ancora una ragione, tutta nostra, per affrontare lo scontro che ci attende. Presenteremo al nostro avversario il conto non solo per ciò che ha osato fare a Crystal, ma anche per tutti gli altri crimini commessi dagli animali come lui. Su di te, sulla mia Layka, su tutte le innocenti di questa terra. Sarà questa la nostra giustizia oggi, Teegan.

L'etichetta dell'Accademia della Spada di Achenar vorrebbe un'ultima formalità prima che la tenzone possa avere inizio. "Voglio sapere il tuo nome prima di ammazzarti." farebbe per dire lo Spaccone. Un duello d'onore è una questione intimamente personale. Conoscere il nome di chi ucciderai o di chi ti darà la morte, misurarne il valore e con esso il proprio...non è forse questo il sugo dell'intera faccenda?

Il Cacciatore però lo zittisce. "Conosciamo già il suo nome. Ha due occhi di sangue e di fiamma. Non è certo un Re e la parola non gli manca. Non è il gelo del Nord che lo ha generato, ma questa terra. E' stato messo alla prova. Rifiutato. Scacciato. Non è che un Bandito che non può più mostrare il proprio volto.

Ora che so chi sei, Vesa, possiamo davvero cominciare. Faccio un passo in avanti, Jaegerin nella destra, Teegan nella sinistra, entrambe assetate del suo sangue nero.

Il Bandito sembra sorpreso della mia scelta d'armi. Se ha capito di che cosa siano capaci queste mie due sorelle d'acciaio giunte da luoghi e da tempi remoti per battersi al mio fianco, non dà a vederlo. Fissa invece lo scudo con l'Angelo deposto dietro di me, abbandonato sotto la luna come un orfano.

"Qual'è il tuo obiettivo, stanotte?" mi chiede. E' ancora mortalmente serio, sembra che la questione sia davvero importante per lui. Non capisco dove vuole arrivare, e non mi importa.

"Punirti per il crimine che hai commesso, te l'ho detto." Per quello, e per migliaia di altri perpetrati da uomini di cui neppure conosci il nome.

"A te la prima mossa, allora."

Non me lo faccio ripetere.

Gli piombo addosso con tutta la furia che ho in corpo. I miei attacchi sono rapidi, insidiosi, incessanti. Vesa è spiazzato, lo costringo ad arretrare e a chiudere la guardia per non restare trafitto da Jaegerin. Bene. Tieni gli occhi su di me, Bandito...finché ce li avrai aperti.

Al margine del mio campo visivo scorgo finalmente Kailah ed Engelhaft che, approfittando della distrazione che ho fornito loro, sgusciano indisturbati nel portale del Sanatorio. E' un errore perdere di vista il mio avversario però, e lo pago: Vesa con l'agilità di un gatto scarta di lato e balza all'indietro, sottaendosi dal mio assalto. Ho perso il mio vantaggio, dannazione.

"Te lo ripeto. Qual'è il tuo obiettivo, stanotte?" L'Innalzato mi apostrofa come un insegnate severo fa ad uno scolaro che non presta attenzione.

"Fare ciò che il Dio mi chiede." rispondo. Sto mentendo a lui o a me stesso? Non è forse il Dio che mi ha richiamato a te giusto in tempo per vederti uscire dalle stanze di Crystal con addosso i segni inequivocabili del delitto appena compiuto?

Vesa appare insoddisfatto. Torna in guardia senza aggiungere altro, ed io con lui. Lo scontro riprende.

Mi faccio nuovamente sotto ma stavolta è pronto a ricevermi. Para senza difficoltà un fendente di Jaegerin e contrattacca velocissimo con la daga, non me la pianta nello stomaco per un soffio. Rispondo subito ma di nuovo il mio colpo viene deviato senza fatica, stavolta dalla sua spada. Direi che siamo di pari forze...e che quindi non si sta impegnando davvero, non come potrebbe uno della sua schiatta. Ho affrontato Mick Stoltz e Keynes delle Schiere, e ho visto coi miei occhi la natura dei loro movimenti mutare mano a mano che si vedevano costretti a far ricorso alle loro capacità demoniache. Non ti sto dando abbastanza filo da torcere, eh Vesa? Stai giocando anche tu con me come Nox con Ayza proprio qui accanto?

Arretra nuovamente di un passo. E' la seconda volta che mi concede quartiere...perché?

"Sei molto forte, Ora so che meritavi i risultati che hai conseguito sul campo. Te lo chiedo ancora una volta... quale è il tuo obiettivo? Cosa vuoi dimostrare, stanotte? Brami vendetta per la tua consorella?"

"Perché ti interessa tanto?" gli rispondo esasperato.

Fisso la maschera da teschio che gli nasconde il volto. C'è qualcosa di malinconico in questo uomo, qualcosa mi ricorda proprio Keynes delle Schiere dell'Antico Duca. "Non vorrebbe essere qui, eppure è qui. Per adempiere al suo Dovere. Perché noi adempiamo al nostro" commenta il Cacciatore. "Vendetta?" chiede lo Spaccone. "Giustizia", lo corregge il Paladino.

"Perché ho sentito un discorso poco fa e voglio vedere se ciò che è stato promesso è vero....voglio vederla questa giustizia che porterai, che porterete. Voglio sentirla sulla pelle, adesso. Me la mostrerai? SEI IN GRADO DI FARLO?" mi chiede stavolta e, forse perché distorta dalla maschera, la sua voce pare al tempo stesso crescere ed incrinarsi. La sua non è soltanto una domanda: è al tempo stesso un comando e un'implorazione.

"E' mia volontà fare ciò che devo...ciò che il Dio mi chiede, a costo della vita." Il Paladino, lo Spaccone e il Cacciatore stavolta rispondono all'unisono. Nessuno dei tre ha la certezza di possedere la forza necessaria per superare questa prova, ma tutti condividono la determinazione di combattere fino alla morte... stanotte non siamo disposti a sopravvivere nella sconfitta.

"E allora FALLO, a costo della vita!" ruggisce.

Sappiamo entrambi che questo assalto sarà l'ultimo. Mi lancio su di lui, lame snundate, giocandomi il tutto per tutto. Jaegerin apre la via puntando alle viscere, ma si tratta di un tranello: Teegan è pronta ad affondargli tra le costole se Vesa proverà ad intercettare la mia spada con l'unica manovra che un corpo umano può compiere...questo è un attacco che non lascia scampo. Vesa il Bandito però non è più un essere umano, e con una torsione impossibile piega il busto sulla sinistra come una marionetta, con un CRAK! di vertebre che si incrinano sotto la pressione mostruosa dei suoi muscoli. Jaegerin è fuori bersaglio ormai...Teegan balena davanti ai suoi occhi prima andare anch'essa a vuoto. Era il mio colpo migliore, maledizione! Se neanche questo basta, sono spacciato.

Ho il tempo di riprendere una posizione di guardia prima che il suo contrattacco si abbatta su di me, e quando incrocio il suo sguardo mi sembra di notare qualcosa di diverso in lui.

Sebbene la maschera gli nasconda completamente il viso, i suoi occhi inumani tradiscono un terrore talmente profondo e primitivo da farmi esitare un momento. Ha capito, finalmente, la natura di Teegan, e sa, come una bestia messa nell'angolo e costretta a combattere per la vita, che non può più permettersi di risparmiare le forze. Il tempo delle prove da superare e degli esami da impartire è finito: uno di noi dovrà morire, ora. Una tempesta di lame si scatena su di me, affondi e fendenti forsennati che tengo a malapena a bada dando fondo alle forze che mi restano...tra un attimo mi farà a brandelli.

Proprio quando mi sto rassegnando a rendere l'anima agli Dei arriva il colpo di fortuna che mi salva la pelle. Un tentativo di contrattacco senza nessuna prospettiva di successo, lanciato solo per guadagnare qualche secondo di tregua prima dell'inevitabile, riesce a trovare una breccia nella guardia del Bandito. Non avrò un'altra possibilità: sposto in avanti tutto il peso del corpo per finirgli addosso, il forte della lama di Jaegerin tra sua gola e la mia, il gomito destro piantato sotto la sua ascella a bloccargli il braccio. Preso in controtempo, Vesa non riesce ad arretrare abbastanza in fretta e soprattutto si ritrova il mio muso ringhiante ad ostruirgli la visuale: in una frazione di secondo gli pianto Teegan nella coscia con un colpo più adatto ad una rissa da postribolo che ad una sfida solenne, e la lama affonda nella carne con straordinaria facilità. La fanciulla di cui porta il nome certo approverebbe l'astuzia di questo diversivo da borseggiatore.

D'istinto faccio come mi insegnò Layka alla Casa del Sole Nascente in un pigro pomeriggio di dodici anni fa, uno degli ultimi che passammo insieme. "Alla coscia, qui. No! Non fare lo scemo adesso, è importante...ti potrebbe salvare la vita un giorno. Ecco, guarda: è proprio qui, dove passa l'arteria. Devi essere veloce come un lampo...e quando la lama è arrivata all'osso, torcila con tutta la forza che hai." "E poi?" "E poi te la devi dare a gambe, che quello strillerà come un'aquila per i pochi minuti che gli restano, le guardie arriveranno in un baleno e non vorrai certo essere lì quando ti trovano."

Giro la lama fin quasi a strapparmi il polso, e quella si frantuma letteralmente nella ferita; in mano mi ritrovo la sola impugnatura. Il Cacciatore non ha dubbi: "Ormai ha adempiuto allo scopo per cui è stata forgiata." La nostra giustizia, Teegan, è finalmente servita.

Vesa, a terra adesso, si abbandona ad un grido terrificante e stridulo che non accenna a placarsi e che lascia immaginare la proporzione indicibile del dolore che sta provando. Mi si accappona la pelle a vederlo contorcersi così sul terreno, in preda alle convulsioni, senza più neppure un briciolo del contegno ieratico che aveva tenuto durante il nostro scontro.

Faccio un passo indietro riponendo ciò che resta di Teegan nella cintura. Agguanto rapidamente lo scudo e lo imbraccio alla meglio senza mai perdere di vista il mio avversario. Precauzione inutile: le urla e gli spasmi del Bandito non accennano a placarsi. Mi assale un sorprendente sentimento di pena per questo disgraziato inerme che sta morendo la peggiore delle morti davanti ai miei occhi.

Bello scherzo ti ha fatto il Destino eh, Vesa? Lo stai pagando a caro prezzo l'onore di avermi incontrato. Ti dovrei impartire la misericordia che si deve ai moribondi al termine di una battaglia: hai sofferto abbastanza in questo mondo, della tua colpa renderai conto agli Dei.

Un urlo rabbioso di donna si confonde con gli strepiti dell'Innalzato. "NON OSARE DARMI LE SPALLE O TE NE PENTIRAI!"

E poi, improvvisamente, mi ricordo. Ayza! Guardo in direzione del loro scontro e vedo Nox, la Dama Bianca, attraversare lo spiazzo del Sanatorio a larghi balzi, attirata dal lamento disperato del compagno. Molto più indietro, la nostra Dama Sterminatrice è ancora in piedi, ma da qui non saprei dire in che condizioni.

"E poi te la devi dare a gambe..." era un buon consiglio il tuo, ma oggi non posso cedere il campo, non con tutto quello che è successo. Mi preparo ad affrontarla. Teegan è andata ormai, ma Jaegerin resta un'arma ugualmente formidabile contro questi avversari: una carta da giocare ce l'ho ancora.
scritto da Bohemond D'Arlac , 23:50 | permalink | markup wiki | commenti (0)
Scritto il 03/03/2023 · 24 di 27 (mostra altri)
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