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15 settembre 517
Lunedì 3 Luglio 2017
Quando dire sì, quando dire no.
Annie apre gli occhi, dopo giorni di sonno profondissimo. Siede sul letto, ancora non sa di trovarsi a Skogen. Ansima, si guarda intorno, poi il suo sguardo incontra il mio. "Ho fatto un sogno", dice.
Il bianco dei suoi occhi, già prima iniettato di sangue, è diventato nero. L'iride, un tempo azzurra, adesso è rossa e sembra brillare debolmente.
"Ti senti bene?"
La mia amica annuisce, si alza in piedi e sgranchisce le gambe. I segni delle ustioni sono quasi scomparsi, trasformati in sottili linee viola che le percorrono il viso. Sono io a restare senza parole, mentre la guardo.
"Ho qualcosa di strano?" domanda, leggendo lo sgomento nel mio volto. Annuisco. "I tuoi occhi... sono diversi"
Il sidro è dolce, alla festa di addio degli Elsenoriti. Ho studiato tutto il giorno, sento gli occhi stanchi e un piacevole torpore. Quando il Principe si avvicina per salutarmi sorrido e gli porgo la mano. "Se tu maga, tu non può non venire nostra isola"
Annuisco, con piacere. Poi ecco lui mi guarda e domanda: "Io volere sapere se tu questa notte volere essere mia principessa".
... mia principessa.
Farfuglio qualche scusa sgrammaticata, ma lui insiste: "Tu innamorato? Tu futuro marito che aspetta casa?". "No", ammetto, "io pensa uomo impossibile". Impossibile... non saprei descriverlo meglio. E a quanto pare per Aiden un "uomo impossibile" non è una ragione sufficiente a rinunciare.
Quando usciamo dal Tempietto di Kayah, al cimitero, Annie trema, per un attimo barcolla. Si allontana di qualche passo dalla cappella, raggiunge il torrente e tossisce sangue nero. Dice che sta bene, che è stato solo un capogiro. Sistema il cappuccio in modo che le nasconda il viso, quindi procediamo verso quello che qui chiamano il tempio della mantide: la casa di Mirai.
Una casa apparentemente innocua, in legno, vicina al Castello di Seta.
Già a una certa distanza avverto la magia che vibra: ad ogni passo verso la casa, la magia reagisce e si espande verso di me, trasmettendo un senso di sicurezzza e piacere.
Dir... Bes...
Le rune si formano sulle mie labbra senza quasi che io me ne renda conto. Intorno alla casetta si materializzano colonne di marmo rosa, tutte scolpite con bassorilievi elaborati. Sulla porta e sulle pareti della casetta appaiono dei glifi luminescenti, di lontano si avverte un vago ronzio, il fremere come di infiniti insetti.
Dovrebbe spaventarmi tutto questo, eppure mi sento accolta, specialmente con Annie accanto.
Aiden è silenziosissimo quando viene a chiamarmi.
Più che un principe sembra un ragazzino che non vede l'ora di fare una gran marachella: usciamo nel coprifuoco di Skogen senza fiatare, trattenendo il riso. Ma dobbiamo fare poca strada, il suo "castello" è una casupola abbandonata vicino a quella in cui siamo ospitati.
E' più che sufficiente per noi.
Per fare una principessa non serve un castello: a quanto pare basta un Principe.
Dimentico in un istante Conrad, che mi voleva soltanto per potersene vantare, ed anche Alyster scompare nel nulla che è. Non dimentico chi non è mai stato, nè mai sarà... eppure riesco a sospingerlo dolcemente in un angolo, lontano dai baci e delle carezze dell'elsenorita. Finalmente capisco il senso di tutto questo affannarsi: Aiden sa essere rispettoso, divertente, senza fisime e senza pretese. So che lui e la sua gente sono pirati molto pericolosi, eppure è da lui, da un pirata di Ilsanora, che imparo una buona volta cosa significa..... .
Domani si ricomincia ad avanzare, soffrire e combattere. Ma adesso esiste soltanto questa notte, bel ricordo di sua isola e mio continente.
La casa mi attrae, il suo richiamo è sempre più intenso.
Ho una voglia fortissima di allungare la mano e sfiorare la colonna che ho davanti, sentire se il marmo così ben scolpito è freddo, se è tiepido, se è reale. Osservo i bassorilievi dall'aria antica, un altro passo e potrei toccarli. Altri pochi passi e potrei raggiungere la maniglia della porta. Aiden c'è riuscito, l'ha provata ad aprire... ma quella porta per lui era chiusa. Qualcosa mi dice che per noi, per me e soprattutto per Annie, quella porta si aprirebbe.
Ma no. Evitiamo.
"Tutto ok Annie?"
La mia migliore amica annuisce: vede anche lei quello che sto vedendo io. Le colonne sommerse nel suo sogno, il richiamo. "Bentornata a casa..." la voce della Mantide.
"Torniamo indietro, dai"
Un passo dopo l'altro, le colonne si fanno diafane e svaniscono, la magia si ritrae verso le mura della casetta, l'aria torna quieta.
"Una trappola, secondo me era una trappola" mormoro ad Annie appena prendiamo fiato. Lei annuisce.
Turbate, torniamo da Engelhaft e dagli altri.
Non è vero che non bisogna mai chiudere gli occhi... ma di certo è importante riaprirli in fretta, appena serve.