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Cronache della Campagna di Caen
"Voi avete coraggio e siete molto convincente: ma non appena sarete chiamata a combattere, al primo combattimento che possa realmente definirsi tale, voi morirete. E non parlo di scontri confusi o ingarbugliati, dove nessuno capisce fino in fondo quello che sta facendo o magari ha meno voglia di uccidervi che di portare la pelle a casa. Parlo di uno scontro vero, in cui affronterete una persona con le vostre sole forze. Beh, è giunto il momento che qualcuno che vi vuole bene vi dica che queste forze non basteranno proprio contro nessuno".
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11 Agosto 517
Giovedì 25 Ottobre 2007
Fiducia
Mentre lavo via dalle mie mani il sangue del nostro avversario ferito non posso fare a meno di interrogarmi sulle motivazioni che hanno portato a questa sconcertante e imprevista conclusione. E' vero, conosco Loic meno di Guelfo e degli altri, ma so per certo che non è un violento o un sanguinario: non conosco i motivi che lo abbiano spinto a colpire quest'uomo così duramente e a quanto pare lui stesso sembra restio a volerne parlare, preferendo lasciar pensare a tutti che si sia trattato di un gesto irrazionale, dettato dalla volontà rabbiosa di voler punire un prigioniero fuggiasco; ma non posso accettare una spiegazione simile, che tanto poco si sposa con l'immagine che ho di lui.
L'efferatezza di quella scena, il lago di sangue in cui quel mercenario di origini nordiche giaceva ha avuto l'effetto di togliermi il fiato: cercando di respirare aria, la prima cosa che ho fatto è stata raggiungere con la mano la benda nera che copriva il mio volto, togliendomi la maschera che le circostanze mi avevano costretta ad indossare, tornando ad essere me stessa. Credo di essere stata l'unica, oltre a Nicolas, ad aver sofferto così tanto per aver dovuto indossare quella striscia di stoffa color notte, ma questo non significa che io e lui siamo stati gli unici a compiere un sacrificio: Loic ed Eric, insieme a molti altri, hanno da mesi accettato di seppellire il rancore e la rabbia nei confronti dei nemici colpevoli di aver massacrato i loro cari, anteponendo agli immediati propositi di vendetta la giustizia a lungo termine della Rosa Bianca e, per esteso, della Chiesa.
E' una scelta coraggiosa, il cui valore talvolta è difficile da comprendere per chi, come me, ha ricevuto una formazione consacrata alla ricerca e allo studio dei valori della Fede. Eric e Loic hanno fatto del loro meglio per soffocare il loro rancore per Pedro Larsac, e prima di lui per Rochefort, per il Monaco e i suoi seguaci, per Ethan Mayer e tutti gli avversari che abbiamo affrontato a Laon: nemici che per loro meritavano e meritano di morire, diretti o indiretti colpevoli di azioni efferate contro Abel e contro altri loro compagni, parenti o amici; ma soprattutto responsabili, con le loro azioni, della prigionia e della tortura di Erwin, uno dei migliori esempi della bontà e dell'impegno della Chiesa. I fratelli Navar hanno deciso di prendere il difficile impegno di lottare non soltanto per la Luce, ma anche e soprattutto seguendo le regole della Luce.
Ma come per tutte le cose difficili, il rischio di commettere errori è altissimo: la vista di Pedro Larsac deve aver provocato qualcosa di terribile in Eric e Loic... e di certo trovarsi nel mezzo di un agguato con l'arma in pugno e il volto bendato non è la condizione migliore per resistere al senso di frustrazione e al riflusso di sentimenti negativi che il dover risparmiare un criminale necessariamente comporta. A modo loro, entrambi hanno tentato di resistere a tale impulso: ho visto Eric volgere il martello per colpire con il manico, assicurandosi che un colpo vibrato dal rancore non potesse comunque essere mortale; quanto a Loic, è possibile che abbia fatto in modo di spostare la sua rabbia sul mercenario, colpevole di aver vanificato con il suo tentativo di fuga tutti i suoi tentativi di sopprimere i sentimenti forti.
Se il compito di Padre Quart è quello di guidarci e mostrarci la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, è possibile che il mio sia quello di comprendere le motivazioni dietro agli inevitabili errori che un simile cammino comporta, nella speranza che questo ci consenta di commetterne sempre meno; il successo della liberazione di Erwin e i nostri traguardi futuri dipenderanno non soltanto dalla forza della Fede ma anche e soprattutto dalla capacità di ritrovarla sempre, qualsiasi cosa accada, nell'animo dei compagni in difficoltà.
L'efferatezza di quella scena, il lago di sangue in cui quel mercenario di origini nordiche giaceva ha avuto l'effetto di togliermi il fiato: cercando di respirare aria, la prima cosa che ho fatto è stata raggiungere con la mano la benda nera che copriva il mio volto, togliendomi la maschera che le circostanze mi avevano costretta ad indossare, tornando ad essere me stessa. Credo di essere stata l'unica, oltre a Nicolas, ad aver sofferto così tanto per aver dovuto indossare quella striscia di stoffa color notte, ma questo non significa che io e lui siamo stati gli unici a compiere un sacrificio: Loic ed Eric, insieme a molti altri, hanno da mesi accettato di seppellire il rancore e la rabbia nei confronti dei nemici colpevoli di aver massacrato i loro cari, anteponendo agli immediati propositi di vendetta la giustizia a lungo termine della Rosa Bianca e, per esteso, della Chiesa.
E' una scelta coraggiosa, il cui valore talvolta è difficile da comprendere per chi, come me, ha ricevuto una formazione consacrata alla ricerca e allo studio dei valori della Fede. Eric e Loic hanno fatto del loro meglio per soffocare il loro rancore per Pedro Larsac, e prima di lui per Rochefort, per il Monaco e i suoi seguaci, per Ethan Mayer e tutti gli avversari che abbiamo affrontato a Laon: nemici che per loro meritavano e meritano di morire, diretti o indiretti colpevoli di azioni efferate contro Abel e contro altri loro compagni, parenti o amici; ma soprattutto responsabili, con le loro azioni, della prigionia e della tortura di Erwin, uno dei migliori esempi della bontà e dell'impegno della Chiesa. I fratelli Navar hanno deciso di prendere il difficile impegno di lottare non soltanto per la Luce, ma anche e soprattutto seguendo le regole della Luce.
Ma come per tutte le cose difficili, il rischio di commettere errori è altissimo: la vista di Pedro Larsac deve aver provocato qualcosa di terribile in Eric e Loic... e di certo trovarsi nel mezzo di un agguato con l'arma in pugno e il volto bendato non è la condizione migliore per resistere al senso di frustrazione e al riflusso di sentimenti negativi che il dover risparmiare un criminale necessariamente comporta. A modo loro, entrambi hanno tentato di resistere a tale impulso: ho visto Eric volgere il martello per colpire con il manico, assicurandosi che un colpo vibrato dal rancore non potesse comunque essere mortale; quanto a Loic, è possibile che abbia fatto in modo di spostare la sua rabbia sul mercenario, colpevole di aver vanificato con il suo tentativo di fuga tutti i suoi tentativi di sopprimere i sentimenti forti.
Se il compito di Padre Quart è quello di guidarci e mostrarci la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, è possibile che il mio sia quello di comprendere le motivazioni dietro agli inevitabili errori che un simile cammino comporta, nella speranza che questo ci consenta di commetterne sempre meno; il successo della liberazione di Erwin e i nostri traguardi futuri dipenderanno non soltanto dalla forza della Fede ma anche e soprattutto dalla capacità di ritrovarla sempre, qualsiasi cosa accada, nell'animo dei compagni in difficoltà.