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Kailah Morstan
diario di viaggio
Kailah Morstan
 
creato il: 13/01/2012   messaggi totali: 85   commenti totali: 91
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6 ottobre 517
Lunedì 11 Dicembre 2017

Amici




No, Gannor.... no.

Gli occhi di Annie non lasciano speranze. Splendono malsani su una maschera nera di sangue e di fango, tra i capelli appiccicosi e i denti bianchi di un ghigno dissennato.

"Non ce l'ho fatta.... ho tentato..."

Emerge barcollando dalla boscaglia, con una torcia spenta in una mano e la spada grondante sangue e umori nerastri nell'altra.
Sola.

Oh Dei...

Il respiro mi si blocca nel petto, il cuore salta un battito. Poi un altro. Poi un... sussulto, un singhiozzo, porto la mano al viso. Gannor. Gannor è perduto.

Annie si trascina qualche altro passo in avanti, subito Colin le corre incontro, a sostenerla. Lei sembra quasi non vederlo, assorta nell'orrore.
"Lasciati pulire.... questi... questi strani tagli?"
Annie non risponde.
"Come te li sei fatti, sono sporchi, fammi pulire, aspetta..."
Bohemond si avvicina. "Lasciala stare, ha bisogno di spazio, adesso".
"Cercate di stare a distanza", fa eco Engelhaft. "State attenti... potrebbe essere pericolosa"
Ma Colin non ascolta e continua a ripulire il sangue che ricopre il suo "Paziente A".

Gannor.
Non ho il coraggio di chiederlo. So già la risposta... oh Dei.... so già la risposta.
C'è mancato un soffio l'altra volta, quando la Colonna ci raggiunse. C'erano quei due soldati di Ghaan, oltre a noi, ed insieme ad Annie il potere dell'altro Innalzato ci ha protetti. Ma c'è mancato un soffio.
Tenevo gli occhi chiusi stretti per non vederli mentre ci camminavano accanto, eppure li sentivo, sentivo il loro odore e il rantolo del falso respiro che li attraversa, i piedi che strascinavano nel loro vagare senza pace. E poi ho sentito Gannor che tossiva, che tratteneva un conato di vomito. A quel punto, d'istinto, ho aperto gli occhi - solo per un attimo! - e li ho visti.
Santi Dei, li ho visti.

Kailah in lacrime dopo la morte di Gannor

Tutto il freddo e il vento di questa notte terribile mi gelano il cuore: fa così freddo che anche le lacrime si ghiacciano e pungono come spilli sul viso. Sento le forze che mi abbandonano, le gambe cedono, ho solo voglia di raggomitolarmi in un angolo e piangere fino al mattino. Ma non è possibile.

"Muoviamoci. Se arriveremo a Trost è tutto merito di Gannor, onoriamo il suo sacrificio e mettiamo il culo dentro a quella città".
Le parole di Logan sembrano venire da lontanissimo. Lui è il primo che pronuncia il nome di Gannor.

Il sacrificio di Gannor.

Lo sapevamo che sarebbe finita così?
E' accaduto così in fretta che non c'è stato neanche il tempo di pensarci. Scacciati i quattro Hunter, eravamo braccati da un'enorme Colonna di Risvegliati... e quando Annie si è offerta di restare indietro con Gannor non abbiamo esitato.
Eppure, come avrebbe fatto Annie, sola con Gannor ferito gravemente, a raggiungere Trost? Se anche fosse riuscita a proteggerlo con il suo potere, se la colonna fosse passata oltre, cosa sarebbe successo?

In verità abbiamo lasciato Gannor indietro, perchè se avessimo provato a tirarcelo appresso la Colonna ci avrebbe raggiunti, e saremmo tutti morti. Il tentativo di Annie di schermarlo agli occhi dei Risvegliati è servito soltanto a fornire un alibi alla nostra fragile coscienza: non lo abbiamo abbandonato lì da solo, ci abbiamo provato.
Lo stesso dilemma che abbiamo avuto con Mag, ma immensamente più doloroso e difficile: non lasciavamo indietro un uomo anziano, conosciuto da poco; lasciavamo indietro uno di noi, un compagno, un amico.

Annie avanza come in sogno, mentre tutti riprendiamo il viaggio verso le luci di Trost. Colin le sta accanto, offre il braccio per sorreggerla, ma lei, sia pure senza guardare, si muove con naturalezza e agilità ferina su questo terreno impervio.

Errore, errore...

Lasciare che Annie vivesse quello che ha appena vissuto è stato un errore. Un errore gravissimo. Santi Dei.... fate che non sia così....
Non abbiamo avuto il coraggio di lasciare da solo Gannor, ma forse così facendo abbiamo perso non soltanto lui, ma anche la nostra Annie. Eppure come avremmo potuto abbandonarlo senza neanche una flebile speranza di salvezza?

Non lo so. Non lo so! Non lo so!

NON LO SO!

N O N
L O
S O ! ! ! !



Lo stato emotivo di Annie è un tesoro troppo fragile per un colpo come questo. La vedo tra le lacrime mentre mi cammina davanti: osservo la sua schiena flessibile, i capelli sporchi, i gesti scattosi. Colin continua a parlarle, ma lei non sembra sentirlo.

Ci siamo allontanate, in questi ultimi tempi. E' sempre più difficile parlarle, è sempre più difficile stare con lei, strapparle una parola, un commento. L'ultimo sorriso glie l'ho strappato a Skogen, appena arrivate, insieme a Giada. Scherzavamo, come ragazze normali.
Ragazze normali. Scherzavamo a proposito di Gannor, dei nostri compagni, ci prendevamo in giro....

Adesso è come se per Annie non ci fosse più spazio per un'amicizia normale. L'unico che riesce ad avvicinarla è Colin, che le sta addosso con inesorabile perseveranza, ed è riuscito a creare con lei uno strano rapporto medico/paziente che a volte mi sembra un po' morboso.
Engelhaft ne ha paura, Bohemond di tanto in tanto cerca di appellarsi al suo spirito marziale per farle coraggio e mantenerla salda nella buona battaglia.

Io ero l'amica normale, quella con cui chiacchierare, in tristezza ed allegria, compagna di stanza e di pettegolezzi per mesi. Adesso quella dimensione sembra essersi annientata, dissolta in tutto l'orrore che stiamo attraversando.
Vorrei correre da lei, abbracciarla, piangere insieme la morte di Gannor. Vorrei stringerla, chiederle di raccontarmi com'è andata e raccogliere il suo sfogo e le sue lacrime.
Vorrei.... vorrei di nuovo la mia amica.... ne ho bisogno!

Gannor è perduto. Poco fa era ancora vivo, sia pure ferito da quel terribile Kroc, speravamo di portarlo a Trost per curarlo. La crudele legge di queste terre dice che se qualcuno è ferito e bisogna fuggire... dev'essere abbandonato. E' troppo crudele!

Gannor, amico mio.
Dopo tanta strada insieme, finiamo per separarci in questo posto orribile, paludi maledette brulicanti di mostri. Eppure ne abbiamo passate, di avventure. Siamo usciti, malconci ma vivi, da tantissimi scontri, dai tempi di Cantor, del Vecchio Mulino di Mastro Tober in poi.
Un anno e mezzo che sembra una vita, gomito a gomito a strisciare nello stesso fango della Rocca di Tramontana, assaliti dagli stessi incubi. Quanto siamo cambiati da allora, da quando ci siamo conosciuti!
Il garzone senza famiglia ha lasciato il posto a un soldato coraggioso, affidabile, forte. Quanto si sono indurite le tue mani, soldato di Uryen.
Dovevamo tornare insieme alla Capasanta, ricordi?
Non è giusto.... no, non è giusto....

Trost, già la odio.
Odio le sue mura grottesche che si iniziano a intravedere all'orizzonte, coperte di fuoco. Odio queste paludi... il vento, il freddo...


scritto da Kailah , 12:58 | permalink | markup wiki | commenti (1)
 
30 settembre 517
Martedì 21 Novembre 2017

Castello di Seta

"Da sola, sì... da sola. Se c'è una cosa che non mi è mancata, in questi giorni, è la compagnia".
Rhea annuisce distratta, so di non essere una cliente interessante: chiedo poco, pago poco, sono poco attratta dalle meraviglie offerte da questo luogo di piacere. Qualche moneta di rame in cambio di una tinozza d'acqua calda, niente di più, niente di meno.
Eppure non so trovare parole sufficienti a descrivere il sollievo che provo mentre immergo il corpo nell'acqua calda, in questa stanza semibuia, chiudo gli occhi... e respiro. Finalmente in pace. Finalmente non devo preoccuparmi di nulla.

Skogen è un ben triste villaggio a guardarlo oggettivamente, ma quando ti trovi disperso nella Terra di Nessuno, al freddo, affamato e sporco all'inverosimile, coi piedi sempre umidi, dolenti, le mani gonfie e l'ansia costante di essere attaccato da Risvegliati o Kreepar, ecco che queste misere poche case diventano la terra promessa, un porto sicuro.
Il porto sicuro che Mag non è riuscito a raggiungere, nonostante tutti i nostri sforzi.



Mag.
Chissà se riuscirò un giorno a ricordarlo per l'uomo che era, con i suoi guizzi di genialità e l'innegabile vena di follia. Il vecchio capellone che ci ha fatto scoprire l'esistenza della Garmanbozia e che ha salvato la vita di tutti noi trovando un rigagnolo d'acqua nei pressi dell'Antico Maniero.

Parlava di sè in terza persona, a tratti si perdeva in ragionamenti sfilacciati, ricordi confusi. Ma altre volte era precisissimo nel riportare nomi e date, fatti importanti: era un buon osservatore, abile a orientarsi e a trovare di che sopravvivere. Gli ultimi mesi della sua vita erano stati un incubo di solitudine e prigionia, circondato dagli spettri barcollanti dei vecchi compaesani trasformati in mostri. Anche la sua compagna, Patty, un brutto giorno è andata perduta.
Avevamo portato un barlume di speranza, quando lo abbiamo liberato dalla cella in cui i soldati di Ghaan lo stavano facendo morire di fame. A Trost aveva amici, forse parenti, sperava di raggiungerli e rifarsi una vita.
E invece.

Chissà se riuscirò a rivedere il suo volto magro, per prima cosa, quando ripenserò a lui. Le mani sottili con le vene a rilievo. Chissà se riuscirò a togliermi di dosso la sensazione spiacevolissima, nauseante, di qualcosa di liquido, tiepido e appiccicoso che mi cola lungo la schiena, penetra il mantello e i miei abiti. Chissà se ricorderò la sua voce, un giorno, e non i rantoli affannati durante quell'ultima, micidiale fuga.
Non ce l'ho fatta a salvarti, Mag.

"Voi sapete che quel vecchio è morto comunque, e sta cagando sangue da tre giorni, vero?"

Parliamo dei sensi di colpa.
Parliamo della paura di morire, mentre quella mandria di Risvegliati ci incalzavano.
Parliamo della speranza che qualcuno dicesse che Dan aveva ragione. Parliamo di come non volessi essere io a dargli ragione. Non io, no. Non io. Anche se lo sapevo, giù in fondo, nell'ombra torbida del mio cuore, laggiù in fondo lo sapevo anche io che Dan stava dicendo il vero.

Voglio dimenticare il sollievo che ho provato quando Logan ha ammesso che era finita, che Mag non ce l'avrebbe fatta. Non ero già più io a trasportarlo, ho resistito solo pochi minuti di quella fuga precipitosa col suo peso sulle spalle. Eppure sapevo che se ci fossimo ostinati a trascinarci dietro Mag saremmo tutti morti. Lo sapevo, volevo piangere, non volevo ammetterlo.
Poi ecco, Logan ingoia l'amarezza e dichiara ciò che ormai è evidente. E, poco prima che l'orda di Risvegliati sopraggiunga, trova il coraggio di dispensare la misericordia che il povero Mag merita, prima dell'inevitabile scempio finale.

Riuscirò a ricordare Mag senza rivedere il suo corpo straziato, fatto a pezzi e sbranato da quell'orda di corpi irrequieti? Riuscirò a vederlo ancor fragile, ma vivo e umano, oppure nel ricordo quel lago di sangue, visceri e brandelli prenderanno per sempre il sopravvento?

Non ho mai visto una morte tanto orribile, un corpo straziato a quel modo. E dire che di morti ne ho visti, da un anno e mezzo a questa parte. Ne ho visti tanti davvero.
La morte fa schifo, puzza. Il sangue viscido, le budella, l'infame contenuto degli intestini e dello stomaco, la bile... non importa quanto siamo belli quando abbiamo ancora la pelle indosso: sotto siamo tutti fatti di una poltiglia schifosa.
Eravamo lì fermi, inorriditi e silenziosi, a contemplare i Risvegliati che spalmavano il povero vecchio Mag sulle rocce, gli uni addosso agli altri, in un banchetto infernale.

Vorrei poterlo dimenticare. Vorrei potermi lavare di dosso i ricordi, non soltanto la sporcizia e il sudore del viaggio.
Chi era che mi diceva che Shasda è la dea dell'oblio? Forse Padre Engelhaft, non ricordo bene. O forse era Bohemond, così preoccupato all'idea che varcassi questa soglia, che entrassi nel Castello di Seta. Capirai, il Castello di Seta, che paura.
Certo, un pochino di oblio mi farebbe piacere, lo ammetto. Vorrei dimenticare tutto quel sangue, i lamenti, l'odore orribile di un uomo malato che mi si disfa letteralmente sulla schiena. La carne strappata, i nervi sottili, i brandelli di vestito, le ossa che scricchiolano. Ho un sacco di cose che vorrei dimenticare.

E invece mi tocca ricordare.


scritto da Kailah , 14:37 | permalink | markup wiki | commenti (2)
 
24 settembre 517
Mercoledì 27 Settembre 2017

Armi magiche



Lo scorso gennaio eravamo sulla sponda occidentale del fiume Traunne, schierati dopo lo scontro con la Bestia del Ponte. L'orribile mostro sprofondava lento tra i ghiacci quando una moltitudine di Risvegliati iniziarono a radunarsi sulla riva orientale.
Era buio, la notte rischiarata soltanto dai nostri fuochi, eppure tra le sagome barcollanti e scomposte riconoscemmo lei, Mirai.
Immobile, silenziosa, la giovane donna con antenne di insetto ci guardava da lontano.
Impotenti la osservavamo, ancora frementi di rabbia per i compagni perduti per mano dei suoi mostri.

"Prestami l'arco"
Senza più elmo, con un sottile rivo di sangue che gli scivola sulla fronte, il Sergente Rock mi guarda e protende la mano.
Afferra il mio arco e lo tende.
Sento scricchiolare il legno, la corda tendersi, e tendersi ancora e ancora. E quando penso che non sia possibile tendere ancora di più, lui tende ancora. Tende ancora. E scaglia.

Colpito alla testa, un Risvegliato cade a terra. Uno degli innumerevoli Risvegliati che affollano la riva orientale del fiume. Una goccia nel mare. Uno di meno.
Il mio arco è un buon arco. Ha un nome, una storia. E' stato impugnato da mani più forti delle mie e ha dimostrato tutto il suo valore.

Siamo bloccati su questa collina, al riparo dell'Antico Maniero. Non distante da qui, su un'altura che gode di ottima visuale sul sentiero, si trova un accampamento di soldati di Ghaan, almeno una dozzina di persone. Troppi, per noi.
Non è facile scegliere quale, tra le tante pessime alternative che abbiamo, sia la meno pericolosa. Siamo stati impegnati in una lunga e accesa discussione, per decidere se sia meglio farci sgominare dai nemici o sbranare dai Kreepar, e ancora non ne siamo venuti a capo.

Le obiezioni di Bohemond alla mia proposta sono tutte sensate e ragionevoli. E' da pazzi dividersi, da pazzi sperare di ingannare i nemici indossando le loro insegne, da pazzi sperare di riuscire con la barella di Mag e tutti i feriti ad arrivare Skogen senza essere inseguiti. Il rischio di essere raggiunti, uccisi o fatti prigionieri, è alto.

Ma vediamo le alternative.
Bohemond suggerisce di sfruttare la copertura offerta dai ragni giganti per sgattaiolare via di notte, nella boscaglia e con meno luci possibile. E' sorprendente come proprio lui, che ha sperimentato sulla sua pelle il terribile morso di una di quelle creature, sia disposto ad affrontare nuovamente una simile minaccia.
Colin propone di cercare una strada alternativa e, qualora ci fosse, percorrerla: aggirando la zona pattugliata dai soldati di Ghaan e sbucando, a quanto dice Logan, nei pressi di Pavnor. Ma Colin a Pavnor l'anno scorso non c'è stato, per questo non si rende conto di che trappola mortale sia quel villaggio infestato dai Risvegliati. Può darsi che se ne siano andati, dice. Certo, può darsi. Ma di solito qui le cose tendono a peggiorare, non a migliorare.

Ammesso che non ci venga qualche idea veramente geniale, siamo stretti tra tre possibilità, più o meno da articolare: vedercela coi soldati nemici, vedercela coi Kreepar, vedercela coi Risvegliati. Tutte e tre molto brutte, nessuna che offra buone possibilità di riuscita. Per questo la scelta è così difficile.

Personalmente, tendo a preferire i nemici umani.
A Ghaan ci sono persone "strane", gente sicuramente orribile, stregoni che fanno esperimenti sui soldati e sui Risvegliati, e chissà quanti altri abominii. Ma c'è anche gente normale, che spera di salvare la pelle fino alla fine di questa guerra. Gente che possiamo combattere, che possiamo ingannare, gente a cui possiamo persino arrenderci.
I Risvegliati, oltre che spaventarmi, mi mettono una tristezza incolmabile: anche in loro riconosco traccia dell'antica umanità, e ne vedo la corruzione, l'orribile degrado. Sono uomini trasformati in mostri, capaci a loro volta di trasformarci in morti che camminano.
Quanto ai Kreepar... sono mostri. Mostri puri e semplici. Senza un'anima, una coscienza, una "malvagità". Sono guidati dall'istinto degli insetti e per loro noi siamo soltanto cibo.
Mi fa una paura dannata l'idea di avanzare al buio in una foresta popolata da ragni giganti, traslucidi come spettri, che ti scivolano sopra dall'altro all'improvviso per inoculare il loro veleno. Quando quel ragno si è lasciato cadere su Gannor sono riuscita a far avvampare la torcia che il mio compagno teneva in mano. Quando è stato il mio turno di essere il suo bersaglio ho infiammato la mia spada, e il solo ardere della luce di Pyros ha tenuto a distanza quella creatura. Il fuoco scaccia questi ragni giganti. La mia spada magica scaccia i ragni giganti. Lo so, sarebbe bastato anche il gambo di uno sgabello rotto... ma mi piace di più pensare di avere una "spada magica". No, non esistono spade magiche in senso stretto. La magia si infonde in un'arma attraverso il lavoro di chi la forgia, il coraggio di chi la impugna, il briciolo di Yoki che serve per farla risplendere.
Facile no? Infiammo la spada e avanziamo di notte tra decine di torce e lanterne per tenere a distanza quei mostri... ma invece il piano di Bohemond prevede di avanzare nella tenebra, quasi alla cieca, per non farci scoprire dai nemici. Al buio, nel bosco, circondati dai ragni giganti.

La domanda che dobbiamo fare a noi stessi è cosa ci faccia un po' meno paura: i soldati di Ghaan, i Risvegliati o i Kreepar? Non è la morte a farci paura, ma quale morte. Personalmente, ho un pochino meno paura dei soldati di Ghaan.

Kailah con la spada di fuoco (immagine)
scritto da Kailah , 15:03 | permalink | markup wiki | commenti (3)
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