La Marca di Havel




Il Simbolo di Eos






1 settembre 623 - Monastero di Vallombrosa

Al Monastero di Vallombrosa la vita procede tranquilla.
La struttura, massiccia e ben fortificata, sorge su una collina circondata da alture pi� elevate, tra i boschi, sorgenti d'acqua limpida e animali selvatici, nel nord scarsamente popolato della Marca di Havel.
Le cinquanta donne, tra novizie e monache, attendono alle loro abituali mansioni, chi nella biblioteca, chi all'orto, chi nelle altre zone del Monastero.
Da una zona relativamente fuori mano del recinto arrivano i rumori degli operai che scavano, stanno costruendo delle fondamenta per l'ampliamento di una cappella.
A met� mattinata i lavori si interrompono bruscamente, � stato trovato qualcosa di inaspettato.
Nel refettorio, durante il pranzo, l'atmosfera � piuttosto eccitata e circolano molte strane voci, specialmente tra le novizie, alcune delle quali particolarmente curiose. Si tratta di Scarlet e di Gisela, che appena sentono del misterioso ritrovamento cominciano a fare domande in giro, nella speranza di apprendere qualche dettaglio in pi�.
Apprendono cos� che negli scavi delle fondamenta si � trovato un vano che contiene un oggetto prezioso, tanto che la Madre Badessa ha incaricato una novizia, la devotissima Thinka, di recarsi a Zagan, accompagnata da alcune persone fidate del villaggio vicino di Rottenburg, per portare la notizia al Vescovo.
Non si sa molto altro, e Scarlet e Gisela invidiano un po' Thinka, che pu� allontanarsi dal Monastero per un viaggio di parecchi giorni.
Non riuscendo a scoprire altro sul misterioso oggetto, le due novizie tornano alle loro consuete attivit�.


16 settembre 623 - Citt� di Zagan

L'autunno � arrivato a Zagan. Il cielo � grigio sulle strade strette e buie, il mare agitato spruzza i suoi schizzi sulle fortificazioni e si infrange sulla Rocca dei Cavalieri.
Un giovane si presenta alla Fortezza, chiedendo di conferire con il Comandante, e viene introdotto alla presenza di Sir Edgar, nel suo ufficio che mostra i cimeli di tanti anni di missioni e di guerra.
Si presenta come Vincent, chiede di poter militare per qualche tempo tra i cavalieri, e Sir Edgar accetta di metterlo alla prova. Manda cos� a chiamare due suoi uomini, Sieghard e Wolfried, ai quali affida il nuovo venuto.
Per un paio di giorni i cavalieri svolgono i loro consueti incarichi, si esercitano in combattimento, mentre Vincent fa conoscenza con i suoi nuovi compagni.
Il giorno 18 settembre Sir Edgar manda a chiamare i tre cavalieri e comunica loro che dovranno svolgere una missione fuori citt�, portare un messaggio da parte del Vescovo alla Madre Badessa del Monastero di Vallombrosa, su a Nord, la quale consegner� loro molto probabilmente un oggetto da riportare indietro.


19 settembre 623 - Partenza da Zagan verso Vallombrosa

L'indomani mattina i tre si equipaggiano e partono.
La prima sera si accampano nella loro tenda tra le risaie, nell'umidit� e tra le zanzare e gli insetti, mentre il 20 settembre trovano alloggio nel villaggio di Ovod, che � piccolo, circondato da una palizzata di legno, con una piccola chiesetta dalla forma tozza e massiccia. Li ospita il prete locale, onorato di avere la visita di tre cavalieri.
Il giorno seguente, proseguendo tra le risaie, il cavallo di Vin cade in un acquitrino e si spezza le gambe anteriori, e viene abbattuto. A sera tardi i tre cavalieri raggiungono il paese di Konin, che � ben tenuto e grazioso, tra i due fiumi, il Lyss e l'Isen. Qui Vincent riesce ad acquistare un asino presso il prete locale.
L'indomani si attraversa una zona di risaie che termina in terre di pascoli, e alcuni giorni passano tranquilli, fino al 25 di settembre, quando una sera, all'imbrunire, i tre vedono un manipolo di circa 15 cavalieri cavalcare di buon passo lungo la strada, diretti a nord. Sembrano estremamente sospetti a Vincent, che si allarma.
L'indomani, a sera, viene raggiunto il villaggio di Mistelbach, in una zona depressa e nebbiosa. Raggiunta dopo l'imbrunire la palizzata che lo circonda, si sente della musica provenire dall'interno, e Sieghard decide di fare fuori l'accampamento ed evitare il centro abitato, per non trovarsi in situazioni potenzialmente peccaminose.
Il giorno successivo si raggiungono delle colline, anche se i cavalieri, un po' rallentati dall'asinello, procedono a passo poco spedito. E a notte la tenda, a causa di un colpo di vento, si abbatte sui dormienti, che ne sono disturbati.
Anche la notte successiva non passa tranquilla perch� i tre, accampati tra le colline, sono attaccati da alcuni lupi, attirati dai cavalli e dall'asino. Vincent riesce ad uccidere un lupo, Sieghard ne uccide un altro con il suo grande spadone, e gli altri fuggono.
L'indomani i tre procedono a passo molto lento, e notano molte orme di cavalli, vecchie di un paio di giorni, che procedono verso nord.
Probabilmente, visto che la strada � poco trafficata, si tratta dei quindici cavalieri gi� incontrati.
Il giorno seguente si raggiunge il bosco scuro e fitto, le orme dei cavalieri continuano. E' il primo ottobre, e nel pomeriggio i tre incontrano, che provengono nel verso contrario, i quindici cavalieri. Hanno dei cavalli in pi�, e Vincent ne acquista uno, colloquiando brevemente con il capo dei quindici. Sono privi di insegne, non hanno divise n� simboli, ma sembrano ben addestrati e organizzati.
A sera viene raggiunto il paese di Rottenburg, Sieghard esamina la locanda "la cornacchia" e ecide di chiedere invece ospitalit� al prete della piccola chiesetta antica che sorge al centro del paese. Il prete � estremamente sospettoso, si � barricato nella canonica e solo dopo molte esitazioni acconsente a far entrare i tre. Si � infatti spaventato molto per il recente passaggio dei quindici cavalieri privi di insegne.
L'indomani 2 ottobre, di buon'ora, i tre prodi si mettono in marcia verso il Monastero di Vallombrosa. Fiancheggiano il Lyss, percorrono un sentiero che si inerpica tra le colline, finch� non giungono ad un rilievo, dal quale si gode di una vista del Monastero. E Wolfried nota con orrore che dalle mura del Monastero sale un fumo scuro e minaccioso.
I tre cavalieri accelerano il passo per vedere cosa sia successo.


30 settembre 623 - Monastero di Vallombrosa

Tornando indietro di un paio di giorni, al Monastero di Vallombrosa tutto procedeva come sempre.
Le nebbie autunnali circondavano le sue alte mura e le monache erano dedite ai loro incarichi.
Scarlett e Gisela si trovavano, nel pomeriggio, nella biblioteca, impegnate a ricopiare dei volumi, pazientemente. Di tanto in tanto visitate dalla Monaca pi� esperta, che si occupava delle miniature, le due erano altrimenti sole nel grande edificio decentrato.
Ad un tratto odono degli strani rumori provenienti da un'altra parte del Monastero, vicino all'ingresso. Sembrano grida, urti, oggetti che cadono, confusione.
Preoccupate, le due scendono cautamente le scale e si affacciano dalla porta, per vedere cosa stia succedendo. E davanti ai loro occhi, nella distanza assistono ad una scena orribile: un uomo armato, a cavallo, insegue una monaca, la raggiunge e la decapita in un solo colpo.
Intorno vedono altri cavalieri, corpi di consorelle massacrate, sangue e grida.
Terrorizzate, si rintanano nella biblioteca, incerte sul dafarsi.
I rumori del massacro si avvicinano, tanto che le due giovani, spaventatissime, decidono di tentare di raggiungere l'edificio pi� grande del Monastero, che ospita refettorio e dormitorio. Scarlet si arma di un manico di scopa, Gisela la segue, spaventata.
Passando per un'uscita laterale, e mantenendosi ai margini tra gli alberi per non farsi notare, le due raggiungono le vicinanze dell'ingresso dell'edificio, e sono proprio nei pressi del modesto Camposanto del Monastero quando si accorgono di essere state viste.
Freneticamente raggiungono la porta e riescono ad aprirla e a proiettarsi all'interno, un attimo prima di venire raggiunte da uno dei cavalieri.
All'interno vedono che c'� la Madre Badessa, ferita, con una Monaca che la sta curando. E la Madre Badessa dice alle due ragazze, faticosamente, di portare in salvo un oggetto che si trova al piano superiore, nella sua stanza: un piccolo cofanetto, e di nascondersi nel sotterraneo del Convento per non farsi trovare.
Intanto si cominciano a sentire colpi di spallate alla porta dell'edificio.
Gisela e Scarlett corrono di sopra e entrano nella cella della Madre Badessa, dove riescono a trovare il cofanetto intarsiato di avorio.
Da sotto per� sentono che i cavalieri sono riusciti a penetrare nell'edificio. Si odono grida, minacce, e i lamenti del dolore. Le due giovani sono terrorizzate, si rendono conto dall'odore che si diffonde per l'aria che qualcosa sta andando a fuoco, anche se non � ancora l'edificio in cui si trovano. Da una finestra vedono che si tratta della grande Chiesa e del granaio l� accanto, che ardono.
Le due sentono rumori di passi al piano inferiore, e si rendono conto che sar� molto difficile per loro scendere al piano inferiore. Tra l'altro hanno paura di rimanere imprigionate, visto che la Madre Badessa non ha detto loro se il nascondiglio di sotto conduca o meno ad un'uscita. Cos� sfidando la sorte, le ragazze scendono furtivamente al piano inferiore e raggiungono l'esterno dell'edificio senza farsi notare. Vedono cos�, dal loro nascondiglio, che ci sono circa una quindicina di uomini nel monastero, e che stanno girando, tra i corpi delle Monache uccise, come se cercassero qualcuno, o qualcosa.
Le due vedono anche un cavaliere caduto a terra, agonizzante sotto il suo cavallo. E, nascondendosi dietro alla Chiesa in fiamme, raggiungono l'uscita. Qui c'� un tizio che sta legando insieme tutti i cavalli dalle stalle, e riesce a vedere le due ragazze mentre queste tentano di correre via sotto il suo naso. Le insegue, cerca di colpirle, riesce ad acciuffare Gisela per un braccio, ma Scarlet, armata di un manico di scopa, lo colpisce, guadagnando l'uscita per s� e per l'amica.
Naturalmente il bandito chiama subito l'allarme ai suoi compagni e alcuni partono all'inseguimento. Ma le due ragazze riescono a trovare un nascondiglio tra i boschi e si acquattano l�, in silenzio e tremanti.
Scarlet serra in mano il manico di scopa che ha rimediato come rudimentale arma, mentre Gisela stringe al cuore il cofanetto misterioso, affidatole dalla Madre Badessa.


30 settembre 623 - Colline a Nord del Monastero di Vallombrosa

E' una bella giornata autunnale, nei boschi a Nord di Vallombrosa.
Anders l'eremita siede sulla cima di un alto colle, mormora qualcosa tra s� e s�, scrutando l'orizzonte.
Ad un tratto, nel fresco pomeriggio, nota un sottile filo di fumo nero levarsi in cielo da una valle non lontana, nei pressi del Monastero di Vallombrosa.
E' strano, il fumo sembra aumentare, � scuro e denso.
E cos� Anders decide di andare a vedere che cosa stia succedendo. Prende il suo bastone e si mette in marcia.
Man mano che si avvicina, l'odore intenso di bruciato e il fumo aumentano, finch� non arriva su una collina che sovrasta il monastero. Da qui scorge con orrore che il Monastero � in fiamme. In lontananza vede dei cavalieri che si allontanano al galoppo.
Si precipita gi� per controllare cosa sia successo, e si trova davanti alle porte spalancate delle mura di cinta. Si ferma sulla soglia in preghiera, inorridito davanti allo spettacolo di orrori che ha davanti: la Chiesa � bruciata, cos� come gran parte degli edifici. Intorno, nel cortile, giacciono i corpi senza vita di molte monache, straziati e brutalizzati, � tutto distrutto e dissacrato.
Salmodiando, Anders avanza tra gli orrori, finch� non si sente chiamare da dietro: sono due giovani Novizie, Gisela e Scarlett, che sono uscite allo scoperto da qualche nascondiglio in cui si erano rifugiate.
Le due sono molto spaventate, raccontano brevemente ad Anders cosa � successo, e gli mostrano il cofanetto. Lui le conduce al suo rifugio, per portarle al sicuro e offre loro da mangiare qualcosa.
Durante la serata, mentre Gisela � contrita e silenziosa, Scarlett cerca in ogni modo di chiacchierare con l'eremita, che risponde a monosillabi. La ragazza vorrebbe anche aprire il cofanetto, che � chiuso con un lucchetto, per vedere cosa contenga. Anche Gisela sarebbe d'accordo ad aprirlo, ma Anders glie lo impedisce: sarebbe un sacrilegio aprire cos� impunemente, e per semplice curiosit�, un simile cofanetto, che potrebbe contenere chiss� quali reliquie.
La notte passa tranquilla e anche l'indomani i tre rimangono all'eremo, in attesa che le rovine del monastero smettano di bruciare e sia possibile andare a portare omaggio alle monache defunte.


2 ottobre 623 - Rottenburg

Di buon mattino Anders e le due novizie tornano al Monastero.
L'eremita trova una pala e, salmodiando, inizia a scavare delle fosse per seppellire le monache uccise.
Nel frattempo le due ragazze si fanno un giro per i resti del Monastero, e nel refettorio trovano il corpo straziato della Madre Badessa.
Gisela, che si intende abbastanza di medicina, capisce subito, con orrore, che la povera donna � stata sottoposta a tremende torture, prima di venire uccisa. Il suo corpo massacrato si trova l� sul tavolaccio del refettorio, che si � salvato dalle fiamme, e mostra le sevizie subite.
Nel frattempo Scarlet cerca abiti puliti e altre cose, riuscendo a trovarne nel lavatoio, che non � stato raggiunto dalle fiamme.
Ecco che tre cavalieri giungono al Monastero. Hanno le insegne di Eos e si avvicinano ad Anders che sta scavando le tombe. Si presentano come inviati da Zagan, da parte del Vescovo, venuti a conferire con la Madre Badessa e a farsi consegnare un oggetto.
Anders racconta l'accaduto e parla del cofanetto custodito al suo eremo, affermando che l'indomani probabilmente glie lo consegner�. Intanto chiede ai tre cavalieri di aiutarlo a dare degna sepoltura alle monache uccise.
Escono anche le due ragazze dagli edifici, si presentano ai cavalieri e tornano alle loro perlustrazioni per il Monastero, alla ricerca di materiale utile da portare via. Prima per� notano con sospetto che il cavallo di Vincent apparteneva un tempo alla Madre Badessa: � quello che il cavaliere ha comprato.
Intanto il pomeriggio comincia ad avanzare, quando Vincent decide di andare a cercare tracce dei cavalieri assassini, e si allontana da solo.
Terminata la sepoltura delle monache, Sieghard decide di fare una perlustrazione delle rovine del Monastero, alla ricerca di oggetti sacri da salvare.
Trova un po' di paramenti sacri che si sono salvati dalle fiamme, dopodich� si accorge che tra i ruderi fumanti della chiesa, appesa in alto, c'� una piccola icona intatta. Raggiungerla non � facile, c'� da arrampicarsi su un trave crollato, � a parecchi metri dal suolo.
Sieghard si comincia ad arrampicare, ma presto si rende conto, dallo scricchiolio del legno, che il suo peso probabilmente sfonder� la trave. Ma ugualmente, spinto dalla fede, prova a raggiungere l'iconcina, arriva a toccarla quando il legno cede.
Il cavaliere riesce ad aggrapparsi all'icona, retta al muro da un minuscolo chiodino, che miracolosamente sopporta il suo peso. E rimane cos� appeso per alcuni lunghi momenti, guardando il selciato durissimo sotto di lui, mentre Wolfrid recupera velocemente altro trave pi� solido e glie lo sposta vicino. Sieghard si aggrappa al trave e subito l'icona si stacca dal muro, il minuscolo chiodino non fa alcuna resistenza. E viene cos� condotta al sicuro la sacra immaginetta.
Anders, che ha assistito a tutta la scena, si convince della santit� di Sieghard, e decide di affidargli la custodia del cofanetto. Cos� torna al suo eremo per la notte, promettendo, l'indomani, di condurre seco il prezioso oggetto.
Scende la sera.
Scarlett, stanca di tanta tristezza, cerca di sollevare gli animi dei Cavalieri, criticando la loro scarsa voglia di ridere, ma Sieghard severamente la riprende: "non vedo cosa ci sia da ridere", le dice, con aria grave. E si organizza il campo per la notte, all'interno delle mura del Monastero. Le porte sono intatte, cos� come le mura.
Wolfrid si interroga a lungo su come possano, gli invasori essere penetrati tra le sacre mura del monastero, e perlustra le mura alla ricerca di rampini o corde, ma senza trovarne. Deduce quindi che le possibilit� sono due, o che i cavalieri siano entrati con l'inganno, oppure che qualcuno abbia loro spalancato le porte.
Per la notte comunque le porte del monastero vengono sbarrate. Scarlett insiste per partecipare ai turni di guardia, ma i Cavalieri sono irremovibili, soltanto loro due veglieranno.
Intanto Vincent � tornato al villaggio di Rottenburg, dove si reca alla locanda per parlare con l'oste, al quale comunica l'avvenuto massacro del Monastero di Vallombrosa, e gli dice anche che "le monache non ce l'hanno fatta". Naturalmente scatena il terrore del pover'uomo, che racconta di aver accolto i 16 cavalieri tra le sue mura, qualche giorno prima. Li descrive come uomini disciplinati e molto obbedienti al loro comandante, che chiamavano Sir Edward. Racconta di averli ospitati solo per una notte, prima che andassero su a Vallombrosa.
Successivamente Vincent si dirige dal Prete, che � al solito molto sospettoso, ma che non appare troppo meravigliato quando sente del monastero distrutto: anche lui aveva avuto paura a vedere i cavalieri, e gli erano parsi estremamente sospetti quando avevano proseguito verso Nord, dove non c'� altro che il Monastero, e boschi e colline, fino alle montagne. Il prete decide che l'indomani saranno celebrate le esequie delle povere monache uccise.
E' sera tardi quando Vincent torna al Monastero, dove la notte passa tranquilla.


3 ottobre 623 - dal Monastero di Vallombrosa verso Rottenburg e oltre

Al mattino Anders si presenta al monastero, con il cofanetto e le sue quattro carabattole. Il gruppo discute sul dafarsi, si decide di portare il cofanetto a Zagan, da Sir Edgar, per poi far s� che sia consegnato al Vescovo.
Prima di partire per� vengono celebrate le esequie delle povere monache morte, assieme al prete di Rottenburg e a molti paesani.
I sei si mettono in marcia. Hanno solo tre cavalli e un asino, con essi procedono abbastanza lentamente per la strada stretta. Raggiunta Rottenburg trovano l'unica locanda chiusa, visto che l'oste si trova ancora al Monastero, quindi decidono di domandare cibo ad un contadino. Alla prima fattoria che incontrano chiedono al contadino di avere del cibo, lui tergiversa un po' ma alla fine porta un sacco con della roba da mangiare, e viene ricompensato con una piastra d'argento. Ma poi Anders gli fa venire scrupoli di coscienza, e il povero contadino insiste a dargli anche un ciambellone appena sfornato che aveva a casa.
La strada abbandona poco dopo la campagna coltivata, e si introduce nel bosco.
E' autunno, gli alberi sono tinti di rosso e di giallo, le foglie iniziano a cadere. Il cielo � sereno e il sentiero tranquillo. Di tanto in tanto, lungo la strada, si vedono tracce di qualche giorno orsono.
A sera si cerca una buona radura per il campo, e dopo un po' di giri ne viene individuata una molto adeguata, ampia e protetta. Qui si scoprono per� tracce di tre fuochi abbastanza recenti e segni di cavalli, probabilmente qualche giorno prima devono averci soggiornato parecchie persone. La notte passa tranquilla.


4 ottobre 623 - boschi a sud di Rottenburg

Anche il 4 ottobre il tempo � buono, al mattino c'� molta nebbia, che lentamente sale facendo spazio al bel sole.
Il bosco � tranquillo e si sente solo il fruscio delle foglie al vento.
Scarlet a un certo punto, distratta forse da un movimento pi� avanti lungo la strada, si distrae, sprona il suo cavallo di scatto e cade, ferendosi.
Nello stesso momento anche Vincent e Anders avevano notato qualcosa di strano e cos�, mentre Gisela e Anders stesso si prendono cura di Scarlett, accertandosi che non ci sia niente di grave, Vincent e Sieghard vanno avanti, nel bosco, a controllare.
I due trovano facilmente tracce di qualcuno che si era appostato tra le frasche, e cominciano a seguirle. Corrono parallele alla strada, a una ventina di metri di distanza.
I due avanzano per un po', finch�, resisi conto di essersi allontanati troppo dai compagni, iniziano a tornare indietro.
Nel frattempo gli altri, lentamente, si sono rimessi in marcia: fortunatamente Scarlett non � grave, pu� tranquillamente cavalcare.
Ma Vincent ad un tratto si rende conto di un movimento tra le frasche, e individua due arcieri, nascosti l� vicino, pronti a sparare.
C'� uno scambio di colpi, Vincent viene colpito, ma fortunatamente la freccia non oltrepassa la sua armatura. A sua volta l'avversario riesce a ripararsi dietro ad un albero e rimane intonso. Entrambi velocemente ricaricano, mentre l'altro arciere spara un colpo verso Sieghard che, non essendosi accorto di lui in tempo, viene ferito.
Di lontano, gli altri sentono il suo grido di dolore e accellerano il passo, ma presto si accorgono che, al lato della strada spuntano fuori altri due arcieri.
Anders, disarmato, si frappone tra gli arcieri e i suoi compagni, ed esclama: "in nome di Eo...", ma non fa a tempo a completare la frase che viene raggiunto da una freccia al capo, e cade a terra come morto.
Subito Wolfrid e Scarlet scattano verso gli arcieri, per ingaggiarli in corpo a corpo, mentre Gisela, sentendosi tenuta sotto tiro, salta gi� dall'asinello e si ripara dietro l'animale, che viene ferito al suo posto. Quindi cerca un riparo all'altro lato della strada, tra gli alberi.
Intanto in mezzo agli alberi, Sieghard carica con lo spadone il suo avversario, che fa a tempo ad estrarre la spada e a parare il fendente del Cavaliere. E' comunque un degno avversario per Sieghard, e i due iniziano a combattere; Sieghard manda a segno qualche colpo, sia pure non troppo violento, e l'armatura del suo avversario lo salva. Si scambiano qualche fendente, mentre Vincent, rapido a caricare l'arco, aspetta che il suo avversario si affacci per sparare. Cos� accade, e con un formidabile colpo mirato al capo, Vincent manda al tappeto il suo nemico. Ma pochi istanti dopo lo stesso Sieghard viene ferito gravemente, mentre dalla strada arrivano i clangori della battaglia. Sieghard riesce a restare in piedi nonostante la ferita gravissima, e invocando il nome di Eos colpisce con violenza inaudita la gamba del suo avversario, che viene tranciata di netto. L'uomo cade all'indietro, proiettato a un paio di metri di distanza, e cade a terra come morto.
Sieghard si appoggia ad un albero, reggendosi in piedi a fatica.
Intanto lungo la strada la situazione � molto dinamica, perch� Wolfrid ingaggia un avversario, e Scarlett, un altro. I due tengono testa ai loro nemici, ferendoli ripetutamente, senza essere a loro volta mai colpiti. Infine i due cadono a terra.
Gisela intanto, nascosta tra le frasche, si accorge che a una ventina di metri da lei, sullo stesso lato della strada, c'� un altro individuo, che non ha l'aspetto del combattente, e che osserva, non visto, la scena. Lei tenta di avvicinarsi, ma presto si accorge che rischierebbe troppo di venire scoperta, quindi preferisce restar ferma e guardare.
Appena per� i Wolfrid e Scarlet hanno abbattuto i loro avversari, Gisela corre da Anders, che giace a terra in un lago di sangue.
Nel frattempo, all'interno del bosco, mentre Sieghard si riprende lentamente dagli sforzi del combattimento, Vincent si guarda intorno per controllare che non ci siano altri nemici. E improvvisamente il giovane cavaliere avverte una intensa e strana sensazione che proviene da Sieghard, come di un suono cupo, un rombo lieve e intenso, inquietante. Si accorge poi con orrore che, alle spalle del suo compagno, il nemico a cui � stata staccata la gamba si sta muovendo e, strusciando sul terreno, sta disegnando con il sangue che esce a fiumi dal moncherino quello che sembra uno scuro cerchio di sangue. I suoi occhi sono intensi, pazzi.
Vincent ingiunge all'uomo di fermarsi, ma questi non lo ascolta, nemmeno se minacciato da un arco. Sieghard a sua volta viene investito da una sensazione molto spiacevole, come un sordo mormorio che proviene da qualcosa di molto vicino a lui, e pone mano al cofanetto. E' freddo. Sieghard ingiunge a Vincent di impedire al nemico di completare il cerchio per terra, col suo sangue, e inizia a pregare freneticamente.
Vincent spara una freccia all'uomo, quindi lo decapita, e questi cade morto a terra.
Ma incredibilmente il suo sangue, come colando in rivoli, tende a ricongiungersi, come per completare un disegno solo iniziato.
Con sforzo sofrumano, Sieghard conficca il suo spadone nel terreno, per interrompere il cerchio, e si immerge in profonda preghiera. Ha la sensazione che dal terreno provenga un gelo mortale mentre lui, con l'ardore della sua fede cerca di contrastarlo. Resta l� immobile anche quando Vincent corre dai compagni per vedere se stiano bene o meno.
I compagni intanto si sono riuniti intorno al corpo svenuto dell'Eremita, ed � appena arrivato, da dietro un cespuglio, un ragazzetto sui 14 anni che si � presentato come Ben. Dice di essere fratello di una delle monache uccise, e di essere intenzionato a vendicarla.
Naturalmente l'attenzione non � rivolta a lui, ma ai compagni feriti, tuttavia il piccolo Ben riesce a convincere i Cavalieri, dopo che sono state apportate le prime medicazioni, a seguirlo in un luogo riparato dove possono trovare cura e ristoro, la casa di un certo Leblanc.
Ben racconta infatti che nei paraggi vive questo personaggio, poco conosciuto dalla popolazione ed abbastanza temuto, in una casupola lungo il fiume. E visto che le storie sul suo conto parlano di lui come un ex Cavaliere, il ragazzino pensa che possa essere d'aiuto per soccorrere i feriti.
Gisela � infatti un'ottimo medico, tuttavia non ha equipaggiamento adatto, niente attrezzature, e le medicazioni che riesce a fare sono per forza di cose molto approssimative.
Cos� i feriti sono caricati sui cavalli, e la comitiva si muove nel bosco, con la guida del giovane Ben, fino al fiume. Di qui si vede un edificio piuttosto piccolo, in legno e pietra, che affaccia proprio sul corso d'acqua ed � munito di una piccola macina da mulino. E' casa di Leblanc.
La casa sembra deserta da alcuni giorni. Ha accanto un recinto per i cavalli ben protetto, le finestre e la porta di casa sono chiuse.
Il gruppo si accampa nello spiazzo antistante alla casetta, accendendo un bel fuoco, e tutti si organizzano per fare i turni di guardia.
E proprio durante la notte si cominciano a sentire ululati via via pi� minacciosi, finch� alcuni lupi molto aggressivi attaccano il gruppo.
Il primo pensiero di tutti � per i compagni feriti, tanto che Wolfrid, con l'aiuto di Scarlet, trasporta il corpo ancora privo di sensi di Anders fino alla casupola, quindi apre con forza una finestra e si introduce. Spalanca la porta e fa passare Anders all'interno.
Nel frattempo fuori la battaglia impazza.
Vincent, col suo arco, riesce a ferire mortalmente alcuni lupi, mantenendoli a distanza. Nel frattempo per� anche Gisela, che ha preso un arco ai nemici incontrati il pomeriggio, punta un animale. E Sieghard, temendo che la fanciulla sia colpita dalle fauci del lupo, si frappone tra lei e la bestia. Pi� veloce ancora � Scarlett, che riesce con uno scatto atletico a mettersi davanti anche a Sieghard. E viene attaccata e morsa da un lupo.
La bestia viene ammazzata velocemente, Sieghard colpito di striscio al petto, anche il piccolo Ben l'accoltella. E Gisela intanto colpisce un altro lupo con il suo arco.
Approfittando di un momento di tranquillit�, mentre altri lupi sembrano avvicinarsi, tutti si rintanano in fretta nella casupola, barricandosi dentro.
L'ambiente � piccolo ma accogliente, c'� un letto, un tavolo, un caminetto, mensole e provviste di cibo, molte pelli di animali e qualche trofeo di caccia. In un angolo � poggiata una strana spada dall'impugnatura molto lunga e dalla lama leggermente ricurva.
Il gruppo si sistema alla meglio nella casupola, Gisela si prende cura della povera Scarlet, ferita ad una gamba dal morso del lupo, e il resto della notte passa tranquillo, nonostante il continuo e minaccioso ululato.
Addirittura Anders comincia a sospettare che i lupi non si comportino in modo naturale, ma che siano animati da una ferocia diabolica.
L'indomani il gruppo ancora non si pu� muovere: in particolare � Scarlett ad essere bloccata perch� la sua ferita, nonostante le cure di Gisela, � infetta e gonfia.
Anche Sieghard non sta per niente bene, mentre Anders sembra essersi rimesso abbastanza.
Wolfrid e il piccolo Ben seppelliscono le carcasse dei lupi che stavano nei pressi della casa, e che gi� attiravano, con il loro tanfo mortale, le cornacchie.
I due quindi si avventurano in perlustrazione delle zone circostanti del bosco, con la speranza di incontrare Leblanc. Non lo trovano, ma a un certo punto si accorgono di voli di corvi in una zona precisa del bosco, non molto lontano, e vanno a dare un'occhiata.
In una piccola radura giacciono le carcasse di due cavalli, probabilmente sbranati dai lupi la notte precedente. Da un esame della zona si evince che le due bestie erano legate ad un albero, assieme forse ad un altro paio di animali le cui corde sono spezzate. I cavalli sono stati attaccati, uno � rimasto all'albero e l'altro � riuscito a fare solo pochi metri prima di cadere. Hanno ancora la sella e i finimenti, e tra le bisacce, mezze sbranate dai lupi, si trovano oggetti classici da viaggio, corde, sacchi a pelo, vivande, e, stranamente, una logora fratina da Cavalieri di Zagan.
L'occhio di Ben nel frattempo � attratto dall'albero a cui erano legati i cavalli: intorno ad esso brulica un fetido circolo di vermi, stranamente regolare e geometrico. Il ragazzo fa notare l'insolito fenomeno a Wolfried, il quale decide di dar fuoco agli insetti per purificare la zona. E cos� fa, sprigionando un odore terribile. Nel frattempo il ragazzo si accorge anche di una strana resina che cola lungo il tronco dell'albero, scura.
I due fanno ritorno alla casa di Leblanc e raccontano quanto hanno visto, accendendo subito la curiosit� di Anders, che chiede a Ben di tornare all'albero.
Anders, una volta sul posto, esamina lo strano cerchio a terra, vede alcuni agglomerati pi� densi di vermi, ad intervalli regolari, e si interroga sulla strana figura. Dopodich� si arrampica sull'albero, per studiarne la strana resina. Scende poi, intacca la corteccia col coltello del ragazzo, notando che dietro ad essa cola tutta questa strana sostanza marroncina e un po' fetida, e l'albero � contaminato. Si lorda tutto il braccio di questa resina e, assieme a Ben, fa ritorno alla casupola.
Qui prova a toccare, con la mano sporca, il cofanetto, e appena si accorge che la resina sembra gocciolare verso di esso si allontana, andando a sciacquarsi nel fiume.
Il resto della giornata passa tranquillo, senza avvenimenti di rilievo.
A sera qualcuno nota per� un veloce movimento vicino alla finestra, quindi si sente subito bussare imperiosamente.
E' Leblanc, che � tornato a casa.
Il tipo � un uomo sui 45 anni, brizzolato, dall'aria austera e vissuta; ha l'abbigliamento del cacciatore, entrando poggia nell'angolo una spada, una grossa daga, un arco e la faretra, butta sul letto il mantellone e chiede spiegazioni ai suoi "ospiti".
Si mostra subito interessato quando viene a sapere che si tratta di Cavalieri, e ascolta con attenzione il racconto della distruzione del Monastero di Vallombrosa. E' un tipo taciturno, ma accetta di ospitare il gruppo e di prendersi cura dei feriti.
Va subito a cercare dei funghi per preparare un impacco per le ferite infette di Scarlet e di Sieghard, quindi torna e trascorre la serata con gli altri, ascoltando molto quel che hanno da dire, ma senza insistere. Capisce infatti che i Cavalieri conducono un segreto, e non vuole forzarli a violarlo.
Racconta a sua volta di aver notato strani segni nel bosco negli ultimi giorni, strani circoli sul terreno, e in particolare di aver trovato i corpi degli uomini uccisi dal gruppo, uno dei quali, senza testa e senza una gamba, aveva accanto a se un cerchio di sangue. Tutta una serie di segni poco rassicuranti, insomma. E' anche stupito a sentire dell'attacco dei lupi della notte precedente perch�, a suo dire, normalmente i lupi rispettavano quel luogo.
Sieghard si intrattiene con lui durante il turno di guardia, notando che Leblanc porta sul braccio un marchio a fuoco, che rappresenta il simbolo di Eos. Leblanc spiega laconicamente che, quando ha smesso di portare il simbolo di Eos sulla sua fratina, ha deciso di portarlo a fuoco nella sua carne. Accenna infatti al fatto di essere stato a sua volta Cavaliere, partecipando alla Guerra Santa, ma non racconta i motivi del suo ritiro n� le ragioni che lo hanno spinto in quel bosco a sud di Vallombrosa.
L'indomani Ben ed Anders conducono Leblanc ai piedi dell'albero con il cerchio di vermi e la resina insolita, Leblanc l'osserva ma non fa commenti. E il pomeriggio saluta i suoi ospiti, dice loro di stare molto attenti, e che lui andr� a fare un giro nei paraggi per capire meglio che cosa stia succedendo. Dice che la sua meta sono le rovine di Vallombrosa.
Incerti se fidarsi o meno, i membri del gruppo lo salutano e lo guardano andar via, restando a recuperare le forze nella sua casa.

E Leblanc se ne va via, per la sua strada.
Ben, annoiato, decide di andare a frugare nella soffitta della casupola, e sale di sopra, seguito da Vincent, che lo vuole tenere d'occhio, perch� teme che il ragazzino faccia qualche pasticcio.
Ci sono dei quadri, che raffigurano personaggi in begli abiti, paesaggi di luoghi lontani, che incantano il giovane Ben. Poi ci sono bauli, che contengono vari oggetti, vestiti di molti anni prima, ricchi e forse addirittura da nobili, poi libri, alcuni dei quali illustrati e decorati da splendide miniature, e poi oggetti vari, pugnali d'argento, suppellettili preziose, che sembra che nessuno abbia pi� toccato da anni.
Ben insiste affinch� Vincent gli legga una poesia, e mentre smuovono libri antichi, ai due cade l'occhio su una lettera, su carta piuttosto vecchia, scritta con una grafia estremamente elegante.
La lettera recita:

Mia nube di tenebra! Abominevole nube, invadente, indicibile, indomabile nube, su me sospinta da un vento in tempesta!
Amico diletto, tu sei il solo compagno che ancora mi resti, io so dove sei poich� anche nel buio che mi copre riconosco la tua voce.
Un giorno il tuo Eos mi ha predetto mali grandi. Ma ricordo anche che parlava a me di una quiete, allora lontana. Ecco, forse � giunta. Oh, s�, � giunta: perch� mi diceva che avrei trovato la quiete nell'ultima terra del mio triste cammino e l� sarebbe finita anche la mia sventura, questa di vivere; e avrei anche portato vantaggio ai miei diletti, e rovina a quelli che mi hanno allontanata a bandita; e mi assicurava che sarebbero apparsi dei segni: un terremoto, un tuono, un chiarore divino per i cieli.
Ora sono certa: da te mi � venuta l'ispirazione che ha guidato i miei passi alle ombre sacre. Questo non � pi� il mio corpo di un tempo: io sono un'ombra ormai, un'ombra di affanno che respira nell'oscurit�.
Infine appaga il mio desiderio. Ho appagato il tuo anch'io.

Addio bel mare,
meraviglie dell'onda,
mille veli d'azzurro.

Altre carte emergono dalle casse di Leblanc, tra cui frammenti di un diario di guerra, difficili da interpretare, e una lettera, ormai scolorita e quasi del tutto illegibile, firmata da un certo Logan.
I due tornano di sotto dagli altri, e scende la sera.
Si alza il vento, � un vento asssurdo, tanto che spiffera da tutte le parti, e il fumo torna indietro dal camino. Il piano superiore della casupola, fatto di legno, scricchiola tutto minacciosamente.


8 ottobre 623, casa di Leblanc

L'indomani c'� il sole, e tutto sembra calmo e tranquillo.
Si notano per�, intorno alla casa, alcuni alberi stranamente secchi, che il giorno precedente erano in ottima salute; � uno spettacolo inquietante, sono completamente morti e rinsecchiti.
"Dem�ni..." sussurra Anders, dirigendosi verso il vecchio albero, "dem�ni!"
Anders, con Ben e Vincent, si recano all'albero, intorno al quale, mezzo sepolto dalle foglie secche, ancora si vede il cerchio bruciato. Tutto intorno gli alberi recano strani segni, come se qualcosa di molto pesante e veloce li avesse colpiti sul fusto.
"Il Demonio ha sguinsagliato i suoi demoni alla caccia di quello che portate", commenta Anders, sempre pi� allarmato.
Intanto Vincent ha trovato delle tracce di un accampamento, non distante dalla casa, di una o al massimo due persone, ben occultato. Lo fa vedere ai compagni, interrogandosi su chi possa essere il misterioso campeggiatore.
Arrivati alla casa, c'� Ben che, facendo il bagno nel fiume, ha notato un altro albero secco sulla riva opposta, che forma quindi, con gli altri quattro, un cerchio preciso intorno alla casa di Leblanc.
Sieghard trova un'ascia e decide di abbattere i cinque alberi secchi, rapidamente Wolfried tira gi� i quattro al di qua del fiume, mentre Anders, dopo aver lanciato l'ascia sull'altra sponda, nuota di l� e butta gi� il quinto albero. Dopodich� torna indietro e si va ad asciugare in casa, vicino al fuoco, destando un certo scandalo tra le novizie, poco avvezze alla vista di un uomo nudo.
Intanto Ben ha approfittato dell'assenza dei cavalieri per tirare gi� il baule coi vestiti vecchi di Leblanc e, assieme alle ragazze, si sta divertento a misurarli e a giocarci. E tra una cosa e l'altra, nonostante Vincent avesse cercato di mantenere il riserbo sulla strana lettera trovata al piano superiore, finisce che la leggono tutti.
Mentre Anders, preoccupato, trasmette agli altri il suo timore che la casa di Leblanc non regga ad un'altra notte di tempesta, il giovane Ben va a pescare, ed � talmente bravo e fortunato, che tutti fanno un'ottima cena a base di pesce.
Ben propone quindi, dopo cena, una preghiera notturna. E nonostante Sieghard e gli altri abbiano avuto la spiacevole sensazione di non riuscire a raggiungere lo spirito di Eos, tutti si mettono a pregare. "Eos ha abbandonato questi luoghi", commenta Anders, "ma male non pu� fare".
E cos� tutti si mettono a pregare.
Scende la sera e sale il vento. La tempesta cresce intorno alla casupola, mentre tutti pregano intensamente, spinti dalla paura.
Tutto rimbomba, tutto scricchiola, il fuoco nel camino sembra spegnersi, fa fumo, anche le candele tremano. E il bosco sembra scosso da venti innaturali.
Improvvisamente si ode un rumore enorme di schiocco, Vincent si arma di spada e arco, gli altri sono spaventatissimi, finch� si decide di barricare porte e finestre.
Poco dopo un rumore altrettanto violento, ma molto pi� vicino, si abbatte sulla casetta, dalla parte in cui si trova il recinto dei cavalli. La parete trema, qualcosa ci si abbatte con violenza inaudita, si sentono gli animali impazziti, i tronchi della palizzata srdadicati dalla tormenta, anche il tetto sembra reggere a malapena.
Ai due rumori, e al forte vento, segue una minacciosa quiete. Silenzio, e la temperatura scende. Soprattutto Sieghard avverte il freddo attraversargli le ossa, quasi come se provenisse dal cofanetto. Intanto Anders inizia a mostrare sintomi di malessere, di claustrofobia, finch� non cade a terra e rimane l�, rannicchiato e tremante. Infine, quando da fuori nulla pi� si ode, Anders striscia verso la porta, lasciandosi cadere all'aperto, per respirare a pieni polmoni.
Anche Vincent va a vedere fuori, vuole controllare le condizioni dei cavalli. Arriva allo steccato e lo trova completamente distrutto, due cavalli spalmati sul muro, sangue dappertutto. E mentre sta l� a contemplare la desolazione, e Gisela sta controllando le condizioni di Anders, Vincent si accorge di qualcosa che scuote le foglie, come se si preparasse un'altra ventata. Cos� �.
Fa appena in tempo ad avvisare gli altri, ma mentre Sieghard e Wolfried cercano di trascinare dentro Anders, che dal suo canto si aggrappa con tutte le sue forze allo stipite della porta per non farsi tirare dentro, Gisela rimane fuori.
La ragazza viene investita da una ventata molto forte, che la spinge verso il fiume, che scorre nero e agitato l� vicino. Lei si butta in terra per rallentarsi, e improvvisamente dalle sua mani si sprigiona una luce, che permette a Vincent di soccorrerla, raggiungerla ed aggrapparsi alle sue mani.
Negli istanti concitati che seguono, Sieghard mormora ad Anders: "perdonami, fratello", e gli da una botta in testa, facendogli perdere i sensi. E insieme a Wolfried lo tirano al sicuro.
Intanto Ben ha preso una corda, che Sieghard si lega alla vita e che, retta da Wolfried, gli permette di raggiungere Vincent, che intanto sta trattenendo a fatica Gisela, e tutti riescono a tornare al coperto, nella casupola.
Sono tutti sporchi di goccioline di sangue, e sono stati colpiti da frammenti pi� o meno grossi di legno, trasportati dal vento.
Il resto della notte passa malissimo, la tempesta si placa solo al mattino, quando un cielo grigio e triste viene a dare il benvenuto.
Il gruppo decide di mettersi in viaggio verso sud.

11 Ottobre 623

Il gruppo si mette in marcia a piedi allontanandosi dalla casupola di Leblanc.
Spalmati sul muro ci sono i resti di due cavalli, mancano all'appello invece l'asinello e un terzo cavallo, quello di Vincent, fu della Badessa.
Pian piano, visto che la gamba di Scarlett non � ancora in perfette condizioni, la comitiva raggiunge la strada e inizia a scendere verso sud.
Il suolo � coperto di foglie cadute, gli alberi sono tutti rossicci e lentamente i loro rami si spogliano. La nebbia aleggia tristemente sul paesaggio.
Nel pomeriggio, quando ci si inizia a porre il problema su dove allestire il campo per la notte, e come farlo sufficientemente riparato per affrontare eventuali tempeste innaturali, le due novizie vanno a farsi il bagno al fiume. Gisela nota a un tratto uno strano movimento tra le frasche, a una trentina di metri pi� a sud, e si insospettisce. Lo confida quindi ai compagni, e Vin va a dare un'occhiata. Trova delle tracce, che forse non sono di animale ma di un uomo, e che conducono alla strada.
Gli altri predispongono un accampamento per la notte, Anders trova un bel riparo sotto le radici di un grosso albero e lo ingrandisce, creando un vano ben protetto. Ben si lega la vita ad una corda e ne lega l'estremit� ad un grosso albero, per paura di volar via col vento. Prima di dormire il ragazzino pesca nel fiume, rimediando una discreta cenetta.
Durante il turno di guardia di Wolfiried, il cavaliere a un tratto � interessato da strani fruscii nella boscaglia, sveglia i due compagni e i tre si mettono in ascolto. Poco dopo, nel bosco, si ode qualcuno sternutire.
Mentre Wolfried resta al campo, gli altri due cavalieri si lanciano all'inseguimento del misterioso spione, che dopo la prima pessima figura si dimostra estremamente furtivo e veloce. Tuttavia anche i due cavalieri se la cavamo molto bene, riescono a muoversi agilmente e si avvicinano al fuggiasco, che sta avanzando rapido verso la strada, dove un cavallo lo aspetta. Riesce persino a salire sul cavallo, ma proprio mentre sta mettendo in moto per dileguarsi, Vincent riesce a ferire l'animale, facendolo ruzzolare. Lo sconosciuto viene quindi fatto prigioniero.
Il tizio � un uomo sui 30-35 anni, magro, chiaro di pelle, con gli occhi leggermente allungati, ha i capelli castani e non troppo folti, lunghetti. Indossa abiti da viaggio di ottima fattura, al dito porta un anello con sigillo. Dice di chiamarsi Romuald Charn e sembra molto spaventato.
Tra le sue bisacce si trovano pergamene bianche, boccette di inchiostro, penne d'oca, ceralacca, attrezzatura da viaggio di buona qualit�, un bel pugnale elegante (e apparentemente mai usato), e un ciondolo di Eos.
Interrogato, il tizio dice di essere uno studioso che, essendosi recato al Monastero di Vallombrosa per consultare dei volumi rari, lo ha trovato demolito. Tra le macerie dice di aver trovato un fratino da cavaliere di Eos, e di aver pensato che dei banditi, magari vestiti da Cavalieri, si siano introdotti tra le sacre mura per compiere il massacro. Ed � per questo che, vedendo tre cavalieri che si portano dietro due novizie, ha temuto che le poverine fossero prigioniere, e quindi ha pensato di indagare. Racconta poi, interrogato sulla innaturale bufera della notte precedente, di non aver notato niente di insolito, tempo brutto e forte vento, tutto qui.
La sua storia non convince molto tutti, in particolare Gisela sente proprio puzza di bruciato. Per� alla fine il prigioniero, che dice di appartenere ad una importante famiglia di Zagan, ottiene di venire "scortato" a casa, sia pure con le mani legate: se � veramente chi dice di essere non corre rischi. Acconsente di buon grado, e si comporta molto docilmente, regala anche il suo bel pugnale al giovane Ben.
L'indomani, 12 ottobre, � il compleanno di Scarlett. Per celebrarla Ben e Gisela le preparano delle ghirlande di fiori, con cui adornarle i capelli. Il tempo � inclemente, piove tutto il tempo.
Pian piano si abbandona la zona boscosa e si raggiungono in lontananza delle colline. Ed ecco che la strada, stretta, diventa pi� ampia e trafficata, congiungendosi con la Via di Passo Oscuro, a Nord, oltre i confini della Marca di Havel.
Si incontrano diversi gruppi di Cavalieri, uno dei quali si ferma a scambiare due parole col gruppo. Il giovane capitano racconta a Sieghard di essere in partenza per Capo Horn, per la Guerra Santa. Offre a Sieghard un cavallo (ne hanno uno in pi�) e provviste).
I nostri si accampano infine tra le colline.
Durante il turno di guardia di Sieghard, il cavaliere vede che il docile prigioniero si sveglia di soprassalto, guardando il cielo buio. Guarda anche lui, e vede, mentre svanisce lentamente, quello che sembra un arcobaleno. Un arcobaleno di notte.
Al mattino racconta agli altri quel che ha visto e tutti sono molto meravigliati.
Il cielo � pesante, variabile, con squarci di sereno tra le nuvole nere nere. E compare davanti a tutti un bellissimo arcobaleno, nella direzione in cui stanno andando.
Nel pomeriggio la strada comincia a scendere, verso la depressione che ospita la cittadina di Mistelbach; l'oscurit� cala prima che sia raggiunto il centro abitato, e il gruppo si accampa all'aperto, nella nebbia. L'aria � molto umida e appiccicosa, penetra nelle ossa come tanti aghetti freddi e molesti.
Sieghard percepisce qualcosa di strano nel cofanetto, come uno strano battito che si ripete a intervalli lenti ma regolari, e confida i suoi timori ad Anders. Ma anche il giovane Ben sente tutto, e riesce a sua volta a sentire i borbottii provenienti dal bauletto, spaventandosi molto.
Prima di dormire il gruppo si dedica alla preghiera, cantando in onore di Eos. Il prigioniero tiene la testa bassa e suscita cos� i sospetti di Anders, che lo costringe a declamare una prece e a tenere al collo il simbolo di Eos che portava nello zaino. Romuald Charn ubbedisce docilmente come sempre.
Portati dal vento, giungono nell'oscurit� dei remoti lamenti, che angosciano il sonno dei poveri viaggiatori.
Sorge un pallido sole sul 14 di ottobre, ovattato da una nebbia fitta e persistente, il gruppo stancamente si rimette in marcia verso sud, verso Zagan.
Finalmente, da lontano, sorge la sagoma di un edificio, dal mare di nebbia: si tratta di un gruppo di fattorie, che preannunciano l'ingresso in una zona pi� abitata.
Ma il gracchiare dei corvi e il silenzio di morte lasciano presagire tristi eventi, lo stesso prigioniero cerca di restare indietro, di non avvicinarsi.
La fattoria pi� vicina, pi� grande, ha una banderuola sul tetto, che gira tristemente nel poco vento, le finestre e le porte sembrano tutte spalancate, forse scardinate, e dalla finestra del primo piano penzola, simile ad un burattino ormai rotto, una sagoma immobile, forse umana.
Tutti rimangono immobili, nella distanza, contemplando il triste quadro.
Nella nebbia si intravede la prima di un gruppo di fattorie. C'� qualcosa di minaccioso intorno ad essa: forse il gracchiare di corvi, forse le buie finestre spalancate, o la banderuola cigolante, oppure la sagoma che sembra una persona, riversa fuori dalla finestra del primo piano, a testa in avanti.
Il prigioniero tende a rallentare il passo, tutto il gruppo esita un po', prima di avvicinarsi all'edificio. Infine avanza compatto fino al vialetto di ingresso.
Si ode qualcuno fischiettare. Si tratta di una signora anziana, che sta stendendo dei panni ad asciugare, grosse lenzuola, ad un filo teso tra un albero e la casa.
Mentre Vincent si affaccia nella casupola per dare un'occhiata, gli altri scambiano due parole con la vecchia, la quale si dimostra affabile, per nulla turbata al sapere che forse c'� un tizio che pende da una sua finestra del piano di sopra.
Vincent sente un tonfo, provenire dall'altro lato della casa: subito va a controllare, e vede che il tizio che pendeva dalla finestra � volato di sotto, e che adesso, con passo veloce ma zoppicante, sta fuggendo nella nebbia. Il cavaliere tenta di chiamarlo indietro, ma il poveraccio scappa via fino a scomparire tra la bruma. A Vincent non resta altro da fare che inseguirlo, e Ben va con lui.
Nel mentre gli altri sono fatti accomodare dalla vecchia nella casa. Ella dice di vivere da sola, ormai da tempo, ma da alcuni segni si intuisce che c'� qualcosa di strano: per esempio a terra, in un angolo, ci sono alcuni giocattoli che sembrano lasciati l� da poco da qualche bambino; e poi tazze nella credenza in abbondanza, e sedie; e infine strani segni sul muro, apparentemente lavato da pochissimo tempo.
Sieghard chiude gli occhi, invocando il nome di Eos. Ed � improvvisamente colto da una fugace visione: due bambini, piccoli, che stanno grattando, con unghie ormai consumate, delle assi di legno, come per fuggire, per raggiungere la luce del giorno.
Quando apre gli occhi, il Paladino si accorge che la vecchia lo sta fissando, e lui si muove rapidamente verso di lei, per bloccarla. Intanto la chiama "strega". La vecchia � assai veloce, e prima che Sieghard le sia addosso riesce a rovesciare, con un calcio, il pentolone di stufato che era sul fuoco, che va a scottare le gambe di Gisela. Ma subito Sieghard l'acciuffa per il collo e, senza tanti complimenti, con una capocciata in faccia la manda al tappeto.
"Cercate dei bambini nella casa!" dice poi il cavaliere. E tutti si dividono per frugare l'abitazione.
Scarlet corre di sopra, ma Wolfried la ferma, per andare avanti lui e non farle affrontare rischi; ma la ragazza non accetta di buon grado di venir sorpassata, e i due si spintonano pericolosamente sulla stretta scaletta. Infine � il cavaliere ad avanzare per primo.
Di sopra ci stanno tre stanze, la prima � chiusa a chiave dall'esterno, ed � quella dalla cui finestra penzolava il tizio. All'interno c'� un letto matrimoniale, senza lenzuola: ha il materasso in pi� punti tagliato, e piume sparse sul pavimento. C'� anche qualche macchia di sangue a terra e vicino alla finestra.
La stanza accanto � in ordine, c'� un letto solo, un armadio con vestiti da persona anziana, ed un ritratto piuttosto vecchio che raffigura due persone, una donna e un uomo: forse la donna � la vecchia, da giovane.
L'ultima stanza � la cameretta di due bambini: ci sono i loro lettini, sfatti come se i due piccoli si fossero alzati da poco, giocattoli in un cesto, abitini. E' tutto in ordine.
In soffitta non c'� niente di che, tranne qualche abito rotto e tagliato malamente.
In cantina ci va Sieghard. E il Cavaliere trova, oltre a botti normalissime e un comune magazzino di viveri, una porta che non si apre, che sembra barricata dall'interno.
Con un paio di spallate la porta si apre, e all'interno, terrorizzati, ci sono due bimbetti, in camicina da notte: la bimba, sui sei anni, ha in mano un coltello, che punta alla porta; protegge il fratellino, un marmocchio sui tre anni. Sono terrorizzati e scalzi, sospettosi davanti a Sieghard.
Nel frattempo Gisela, che � rimasta da sola con la vecchia, si concentra per percepire eventuale potere stregonesco nella casa, e non sente niente, ma viene investita da una sensazione sgradevolissima: nello stesso istante si leva un vento gelido e forte, improvviso, che fa sbattere le imposte delle finestre.
Sieghard poco dopo chiama la ragazza, e la fa andare a parlare coi bambini, di sotto: ella riesce a tranquillizzarli un po' e li fa uscire all'aria aperta, parlandoci un po'.
Nello stesso frangente, Vincent e Ben raggiungono il fuggiasco che si era tirato gi� dalla finestra.
Si accorgono subito di come sia malconcio, perde sangue un po' dappertutto, ha segni di pugnalate, lividi, morsi, botte di ogni tipo: e ha la testa mezza spaccata, probabilmente grazie al volo fatto dalla finestra.
Il poveraccio, prima di spirare, borbotta qualcosa di incomprensibile, a proposito di un "visitatore notturno", di violenza, di sua madre, di sangue... e infine chiede perdono ad Eos per i suoi peccati. Agonizza un po' e poi purtroppo muore. Nello stesso istante si solleva l'improvvisa ventata che tanto aveva spaventato Gisela.
Il gruppo si ricompone fuori dalla casa, c'� Anders col prigioniero, un po' indietro. E i due bambini vicino a Gisela. Anche Ben si avvicina a loro, e con lui i piccoli si sciolgono di pi�. La bimba dice di chiamarsi Christin, e suo fratello Teddy; racconta, tra le lacrime, che la sera prima era tutto tranquillo come al solito, che la mamma stava su da loro a raccontare favole prima di dormire, quando qualcuno bussa di sotto: � un "visitatore notturno", che rimane l� poco tempo, e subito tutti impazziscono, il pap� inizia a picchiare la mamma, la nonna picchia il pap�, si massacrano a vicenda e tentano di acchiappare anche loro due, ma Christin porta di sotto il fratellino e i due si barricano spaventatissimi in cantina.
Sieghard, interessato, chiede alla piccina come fosse questo "visitatore notturno"; e Christin, senza esitare, punta il dito sul prigioniero: "era cos�", dice.
L'affermazione della bambina getta un po' di scompiglio nel gruppo, il prigioniero, spaventato, nega tutto; infine la piccola riconosce che il "visitatore notturno" era vestito in modo differente rispetto al prigioniero, anche se "la faccia era quella".
Mentre Gisela e Ben restano coi bambini, e Anders col prigioniero, gli altri vanno a controllare la situazione nelle case vicine.
Ci stanno quattro edifici, intorno ad una corte col pozzo: tre case ed una grossa stalla. Nei pressi del pozzo ci sono due donne, che stanno prendendo l'acqua e chiacchierando: una, pi� giovane, � incinta; l'altra � un po' pi� grande. Le due si mostrano incuriosite e preoccupate alla vista dei Cavalieri. E nessuna ha notato niente di strano, la notte precedente. Solo quella pi� giovane ammette di aver sentito del rumore provenire dall'altra casa vicina, che ha stranamente ancora le finestre tutte chiuse. I Cavalieri controllano che sia tutto normale nelle due case delle donne, in una delle quali vivono anche gli anziani genitori: � tutto in ordine.
Bussando alla terza casa pero' non risponde nessuno, tanto che viene scardinata una finestra e Vincent entra dentro.
Subito viene assalito da un orrendo tanfo di carne bruciata. Apre la porta ed entrano tutti, assistendo ad uno spettacolo terribile: impiccato dalle scale penzola un uomo, con un'espressione orrenda in viso, gli abiti insanguinati ma senza ferite; a terra, col viso carbonizzato nel caminetto, giace un bambino; nello stanzino, la cui porta � socchiusa, c'� il corpo di una donna, morta accoltellata.
Al piano superiore c'� un'altra donna, morta nel suo letto, uccisa con i colpi di un'ascia, che si trova l� a terra, in un mare di sangue; nella stanza vicino, da sotto un letto compare il cadavere di un bambino, fatto a pezzi mentre cercava di nascondersi dal suo assassino.
L'uomo impiccato tiene in mano un simbolo di Eos, stretto nel pugno.
La raccapricciante scena turba i cavalieri, che vanno a chiamare i mariti delle donne delle case vicine, e insieme con loro, e con tutti quanti, decidono di andare al villaggio di Mistelbach, dove chiamare aiuto.
Prima di partire rinchiudono la vecchia prigioniera nella cantina di casa sua, dopo aver barricato accuratamente porte e finestre, e legato lei come un salame. Interrogata prima di essere lasciata l�, ella risponde con aria invasata, dichiara di essere una Voce, e tenta di mordere il paladino che le parla. Viene lasciata li' legata.
Il triste gruppo si mette in marcia, caricando i superstiti su di un carretto della paglia.
Dopo un'oretta circa si arriva nei pressi di Mistelbach, e qui sembra tutto tranquillo: bambini che giocano nei prati, donne che lavano i panni, contadini al lavoro nei campi.
Mistelbach � circondata da uno steccato di legno, e il gruppo si dirige alla piazza principale, dove si trova la Casa delle Guardie e la Chiesa.
Scarlet, notando un mercatino, si allontana dagli altri e si compra un nuovo vestito, dismettendo finalmente gli odiati abiti da monaca; Ben rubacchia della frutta, rimediando anche un sonoro ceffone da parte di una vecchia che non si fa i fatti suoi; e Gisela chiede dove sia un medico, per farsi curare la scottatura alla gamba.
Vincent e Wolfried invece, con tutti i superstiti della strage, vanno a parlare con le Guardie, raccontando l'accaduto al povero anziano Capitano, che rischia di sentirsi male davanti ad un simile resoconto orrendo. Dopo aver ascoltato tutto attentamente egli decide di andare a chiamare il Prete, per chiedere a lui lumi sul dafarsi.
Ma intanto dal Prete ci sono Sieghard e Anders, anche col prigioniero.
Il Prete � un uomo sui 45 anni, dalla corporatura robusta e dal passato da Cavaliere. Parla a lungo con Sieghard, il quale gli racconta tutto quel che � accaduto durante il viaggio, e gli chiede consigli.
Il Prete, che si chiama Padre Rodenbas, ascolta tutto attentamente, e dice tutto quello che sa a proposito di tutta la faccenda.
Quel che lo colpisce e preoccupa di pi�, a parte naturalmente il massacro di Vallombrosa, � la descrizione dell'arcobaleno notturno: dice infatti che molti anni prima, mentre era in Guerra, il suo Capitano, Sir Faulkner, raccont� di un arcobaleno notturno, visto da lui e dai suoi compagni quando egli era ancora un comune soldato, la notte prima di una battaglia, e che era stato un presagio funesto, perch� durante la battaglia del giorno seguente fecero la loro apparizione i "mormoranti", i messaggeri del Demonio, e i soldati impazzirono ed iniziarono a suicidarsi, e fu una tremenda disfatta.
Racconta che sebbene comunemente l'arcobaleno sia considerato un presagio positivo, esso rappresenta le due facce del Cerchio, simbolo del Sole di Eos: l'una, splendente e manifesta, l'altra infera e crudele. Ogni arcobaleno nasconde la sua completezza nelle viscere della terra, e simboleggia la duplice essenza della Luce e della Tenebra.
Popolarmente, essendo rara la visione di arcobaleni oscuri o notturni, si considera l'arcobaleno una manifestazione di Eos, e come tale il segno della sua potenza sugli elementi.
Solo pochi sanno che ogni segno di potenza della Luce di Eos comporta la crescita del potere delle tenebre sotto di essa.
I rarissimi arcobaleni oscuri o notturni sono sempre associati a fenomeni di dolore, sono manifestazioni dell'avanzata dell'oscurit�, che acquista la capacit� di crescere lontana da Eos.
Sieghard ascolta avidamente le parole di Padre Rodenbas, al quale chiede anche spiegazione sui ripetuti cerchi visti durante il viaggio. E gli viene spiegato che il cerchio � uno dei simboli dal significato pi� vasto e variabile. Nella sua perfezione e purezza � il Sole, da cui si sprigiona la luce di Eos. Pertanto il Cerchio ha il potere di illuminare, di dare calore e forza, di fermare l'avanzata del male.
Il Cerchio � simbolo di protezione, sigillo contro l'oscurit�.
Ma come la Luce nasconde l'Oscurit�, cos� anche il Cerchio, simbolo del Sole, pu� diventare fonte di tenebra.
Cinque Nodi, a intervalli regolari, lungo il Cerchio, raffigurano le Cinque Dita di Eos. Esse possono proteggere un luogo, santificarne il cuore, e hanno molto pi� valore se sono forgiate nel Sacrificio e nel Dolore, nella Santit� e persino nella Morte.
Sieghard ripensa alla distruzione dei cinque alberi secchi intorno alla casa di Leblanc e si mette le mani nei capelli.
Padre Rodenbas non sa niente di scatolette preziose conservate a Vallombrosa, e consiglia ai cavalieri di recarsi pi� in fretta possibile dal Vescovo, per chiedere a lui consiglio e istruzioni sul dafarsi.

Poco dopo il capo delle guardie arriva da Padre Rodenbas, e insieme a quattro uomini vanno a fare un sopralluogo alle case colpite dalla sventura. Il prete, prima di andare, prende il suo zweihander che teneva appeso al muro e se lo carica sulla schiena. Intanto gli altri si organizzano per la notte: le ragazze, assieme a Ben, vanno a fissare delle stanze nella locanda "lo spaventapasseri", che sta proprio di fronte alla chiesa. Gli uomini invece, su indicazione di una guardia, si incamminano verso il vicino villaggio di Roselburg, dove dovrebbe trovarsi un allevamento di cavalli.
Arrivano dopo una passeggiata di circa un'ora per la campagna, popolata di fattorie, ma grigia e nebbiosa come tutta la depressione intorno a Mistelbach. Arrivano infine al villaggio, e all'allevamento l� vicino. Il proprietario, Ethan, � un bellimbusto piuttosto arrogante, ma vende ai cavalieri tre ottimi cavalli e tre onesti asini.
A sera il gruppo (con l'eccezione di Anders, che dorme sempre all'aperto) si ricompatta in locanda: qui arriva Padre Rodenbas, e racconta di essere stato alla casa e di avere trovato il cadavere della vecchia. Sembra che si sia suicidata e, prima di morire dissanguata, abbia inciso osceni e irriverenti segni sul muro, con il suo stesso sangue.
La mattina seguente vanno tutti a vedere questi segni, li trascrivono su un foglio per poterli sottoporre allo studio di qualcuno pi� esperto: ci sono iscrizioni in Soter antico, simboli di Eos rovesciati e profanati, e il Segno di Eos con la Grande Ombra sotto di esso.
Anders, all'aperto, nota in lontananza uno svolazzare di corvi e, in un canale di irrigazione, trova il povero cadavere ormai mezzo decomposto di una donna.
"Ho trovato la madre dei bambini", dice agli altri.
"Viva?", domanda Scarlet.
Tutti la guardano malissimo e la ragazza commenta: "era solo una battuta...!"
Anders e Padre Rodenbas tornano al cadavere, e lo tirano su dall'acqua, per seppellirlo. Anders non riesce a trattenere un'amara risata, al pensiero delle parole di Scarlet.
Dopodich� tutti tornano a Mistelbach, da cui i nostri eroi ripartono verso sud.
A sera si incrocia un gruppo di una quindicina di cavalieri, lungo la strada, diretti a Zagan, da l� a Capo Horn e alla terra di Memedir.
Al momento di fare l'accampamento, Anders si impiccia a preparare il fuoco: un tizzone arroventato gli sbruciacchia la barba e, soprattutto, fa un bel buco nella tenda.
Durante la notte Scarlet viene visitata da un lungo e intenso sogno.
Il giorno seguente piove, ma si deve avanzare ugualmente, tanto che a sera Sieghard � febbricitante e Scarlet e il prigioniero sono molto raffreddati.
La notte non passa bene, perch� gli asini ragliano, piove e la tenda � bucata.
L'indomani il viaggio procede tra gli insetti e le risaie, tanto che Gisela non fa altro che lamentarsi e strillare tutto il tempo. Scarlet, dal suo canto, scivola nel fango, lordandosi da capo a piedi. E la notte, in tema con la sgradevolezza della giornata, � infame: nell'umidit�, tra gli insetti e il ragliare degli asini.
La sera del giorno seguente, 18 ottobre, viene raggiunto il villaggio di Konin, tra i due fiumi. Qui l'atmosfera � un po' migliore, c'� molta gente nella locanda, dove subito si dirigono Scarlet e Ben: si esibiscono i "fratelli splendenti", due artisti girovaghi che cantano, ballano e fanno acrobazie. Gisela va in chiesa a pregare, dove stanno anche i Cavalieri, mentre Scarlet e Ben si lanciano in danze sfrenate.
Anders dorme da solo fuori paese, i cavalieri in chiesa e le ragazze, con Ben, in locanda.
Durante la notte per� si scatena una vera e propria bufera, un acquazzone che Eos la manda.
La mattina del 19 c'� un tempo orrendo, tanto che il gruppo � molto combattuto se ripartire oppure no. Le ragazze preferirebbero aspettare, e in fondo tutti quanti sono indecisi, ma arriva allegro Anders, mentre giocherella con un gatto sulla piazza del villaggio, che sprona tutti a rimettersi in marcia.
E cos� si parte. Il tempo � impietoso e non migliora durante tutto il giorno: a sera Gisela � febbricitante, anche gli altri raffreddati. Si dorme in tenda, ma l'indomani ci si rende conto che � necessario trovare un ricovero migliore, almeno per l'ammalata.
Non lontani da Ovod, si cominciano a trovare delle fattorie. E dopo un po' il gruppo bussa ad una casa, abitata da una vecchia scorbutica, e successivamente ad un'altra, dove vive una simpatica e schietta donnona, insieme ad una famiglia molto allargata.
Subito la donna si prende cura di Gisela e trova una sistemazione per tutto il gruppo, con grande ospitalit�. E tutti si sistemano per la notte.

La famiglia � cordiale e numerosa: oltre alla signora, c'� suo marito, i due nonni e tre figlie, di 17, 8 e 6 anni.
Il gruppo si sistema tra la mansarda, dove ci sono tre stanze ed � tenuto il prigioniero, e la camerona davanti, dove dorme la malandata Gisela, con l'assistenza medica di Anders.
Prima di andare a dormire Ben chiacchiera a lungo con le due sorelline minori, con cui fa subito amicizia; racconta loro molte storie di paura, descrive le sue avventure, e chiede se queste abbiano visto passare dei cavalieri misteriosi, qualche tempo fa. Loro rispondono di s�, prima una quindicina verso nord, poi una decina verso sud, pi� di recente.
Ben, quando le piccole sono andate a dormire, racconta quel che ha appreso a Sieghard e agli altri cavalieri.
La notte passa tranquilla, sotto una insistente pioggia autunnale.
Al mattino, il 21 ottobre, continua a piovere. Ben viene incaricato dai cavalieri di strigliare e accudire i cavalli, e di lucidare le loro armi, ed � ben felice di svolgere questi incarichi, assieme alle due bambine.
Anders, assieme a Sieghard, va in giro per la campagna a cercare erbe medicinali per curare Gisela, che nel frattempo si sente gi� meglio, tanto che per il pranzo scende a tavola con tutti gli altri.
I nonni, felici di avere ospiti tanto nobili, chiede ai cavalieri di benedire la loro casa, e Sieghard, lieto di vedere tanta devozione, fa loro dono dell'icona che salv� a rischio della vita, al Monastero di Vallombrosa. Tutta la famiglia � onorata di ricevere un simile dono, cos� sacro e benedetto.
Scende l'oscurit� della notte e la pioggia, che durante il giorno era cessata, riprende a scendere abbondantemente.
Tutti vanno a letto, i cavalieri si alternano alla sorveglianza del prigioniero, il quale � sempre stato estremamente docile e silenzioso.
Ad un tratto, � gi� notte inoltrata, Vincent si accorge che il prigioniero sta tremando leggermente, ed � come se mormorasse qualcosa a fior di labbra. Lo sveglia, ma questi � come catatonico, ha gli occhi velati e spenti, e continua a mormorare, finch� Sieghard, che nel frattempo si � destato, non lo colpisce ripetutamente al volto. Solo allora torna in se, e dice, farfugliando, di aver sognato, ma di non ricordare che cosa.
Si rimette a dormire, e passa qualche ora tranquilla.
Ma ecco che, dal piano terra, si sente qualcuno bussare freneticamente alla porta.
Rumori di passi, gente nella casa si sta alzando per andare a vedere.
Mentre Vincent resta col prigioniero addormentato, Sieghard e Scarlet si consultano sul dafarsi, quindi la ragazza si precipita gi� per le scale, per fermare il padre di famiglia che sta per aprire la porta. Arriva nella sala d'ingresso proprio mentre questi sta aprendo, e riesce a sbattere la porta (incastrando un braccio di una persona, che da fuori grida di dolore). E mentre si alzano anche i nonni e tutta la casa si sveglia, il tizio di fuori continua a bussare e chiedere aiuto.
La persona che bussava � un vicino di casa, che � preoccupato per aver sentito degli strani rumori nella casa di fronte, la terza che affaccia sulla stessa corte. Sieghard gli dice di raggiungere la sua famiglia e di chiudersi in casa, senza aprire la porta a nessuno. Dopodich� aspetta gli altri e si prepara ad andare a controllare la casa che ha spaventato il vicino.
Sieghard � il primo ad uscire nella corte fredda, sotto la pioggia, seguito da Scarlet, da Ben (che intanto ha recuperato le armi) e da Wolfried.
Anders rimane nella casa, impedisce alla convalescente Gisela di uscire, e controlla che tutti i familiari stiano insieme con lui vicino alla luce del fuoco, a pregare. Il nonno prende anche l'icona sacra di Sieghard e la mette al posto d'onore. Il prigioniero viene trascinato di sotto e legato su una sedia vicino al nonno da Vincent, che rimane l� sulla soglia della porta, a controllare la situazione.
Mentre i quattro si stanno dirigendo alla casa, il giovane Ben sente un rumore strano che proviene dalla casa in cui � appena rientrato il vicino, e tutti cambiano direzione, dirigendosi l�.
La porta � socchiusa, e Scarlet vede, mentre i cavalieri corrono avanti, un'ombra riflessa sul muro delle scale, l'ombra di un uomo che sta strangolando una persona. Pochi istanti dopo il corpo di una donna vola gi� dalle scale, quasi colpendo Sieghard, il quale si lancia verso il piano di sopra, zweihander in pugno.
Wolfried intanto sente del rumore provenire dalla stanza successiva, la cucina che affaccia sul retro, e ci si dirige a passo svelto, seguito da Ben, che accende una candela.
Il cavaliere non trova nessuno, ma si accorge che la porta che affaccia sugli orti � aperta, e sbatte con il vento. Si precipita fuori, e sente degli strani rumori provenire dal pollaio. Si avvicina cautamente e i rumori cessano d'improvviso.
Oltre l'incannucciata del pollaio c'� un casottino di legno, dentro al quale Sieghard intravede una figura umana nascosta, con qualcosa in mano. Il cavaliere allora butta gi� l'incannucciato, si avvicina al casottino e intima alla figura di uscire, senza successo. Insiste, invano.
Allora colpisce violentemente il casottino di legno che, con un paio di colpi, quasi si sfascia. E subito dopo si lancia fuori un ragazzo, con una zappa in mano, che cerca di colpirlo.
Wolfried cerca di disarmarlo, di colpirlo di piatto per fargli perdere i sensi o farlo arrendere, ma la determinazione del giovane � estrema, finch� non cade a terra, dopo molti, molti colpi.
Tornando all'interno della casa, Sieghard affronata sulle scale il vicino di casa, ormai impazzito, che brandisce una pala verde come un'arma. Ma il cavaliere non ha riguardi e, grazie alla sua abilit�, colpisce con violenza estrema la gamba del poveraccio, staccandogliela di netto. Dopodich� conclude il lavoro, finendolo.
Da sotto Ben osserva tutta la scena riflessa sul muro delle scale, spaventandosi a morte. Scarlet sale da Sieghard e il ragazzino tremante la segue. C'� un principio di incendio, subito domato, e nella casa nessun altro.
La donna ai piedi della scala, data per morta, viene lasciata l�.
Poco dopo, tornato anche Wolfried, i quattro si dirigono all'altra casa, quella da cui prima si erano sentiti i rumori che avevano spaventato il vicino ormai impazzito e poi morto.
La casa viene aperta senza complimenti, e una volta dentro il gruppo si divide: al piano di sopra vanno Sieghard, Scarlet e Ben, di sotto Wolfried.
Wolfried esplora la casa, trovando in cucina, seduto a un tavolo, un tizio con il volto riverso. E' un uomo anzianotto, morto mentre giocava a carte. Gli � stato piantato un attizzatoio nel collo.
Dal piano superiore arriva un rumore ritmico e soffuso.
Sieghard sale per primo, arrivando su un pianerottolo: si affaccia nella stanza da cui proviene il rumore, e rimane pietrificato.
C'� una ragazza in ginocchio sul letto, bella, con occhi dolci e splendenti, vestita con una camicia da notte bianca ricamata, tutta sporca di sangue. Nelle sue mani delicate ha un martello rosso di sangue, con cui sta massacrando i cadaveri di un uomo, una donna e un bambino, tutti spappolati sul letto.
Sieghard le si rivolge chiedendole chi sia, sorta di spirito immondo. Ma la giovane risponde con voce pura e cristallina di chiamarsi Marion. E che non c'� pi� nessuno vivo nella casa.
Mentre Scarlet e Ben, annichiliti, osservano la scena a distanza, Sieghard avanza verso la fanciulla, che continua a guardarlo dolcemente, quasi con un sorriso. E la decapita di netto, implorando piet� ad Eos per la di lei anima.
Ben chiude gli occhi e inizia a piangere, Scarlet non sa che fare, lo stesso Sieghard � molto scosso, attraversato da rimembranze che avrebbe voluto cancellare.
Wolfried, arrivato a scena conclusa, controlla che nella casa non ci sia effettivamente nessun altro, quindi tutti fanno ritorno alla casa dove gli altri aspettavano in preghiera.
Nel frattempo per� anche l� qualche nota inquietante ha turbato la preghiera del gruppo: il prigioniero aveva ricominciato a tremare, e la nonna era rimasta a lungo incantata a fissarlo: Anders lo colpisce con un colpo al capo, per farlo svenire, e poi gli copre il volto con un panno.
E ad un tratto Gisela, che stava consolando le due bambine spaventate, ode un misterioso lamento levarsi nella notte, nella pioggia, proveniente da fuori. Ma nessun altro riesce a percepirlo.
Il ragazzo ferito nel pollaio viene portato nella casa, era amico della figlia maggiore, che piange e si dispera a vederlo cos� conciato. Il gruppo � angosciato e viene fatto un resoconto degli accadimenti.
La lunga notte del 21 di ottobre ancora non mostra i segni dell'avvicinarsi di Eos.
Il giovane Ben ode a un tratto, provenire dagli orti, i ringhi di cani e bestiame che si azzuffa: lo fa notare ai Cavalieri, che vanno a controllare, assieme alla coraggiosa Scarlet.
In casa rimangono, con la famiglia terrorizzata, Anders, Vincent, Gisela e Ben. Ad Anders viene affidata la preziosa scatoletta, Ben gli si avvicina incuriosito, e nuovamente percepisce uno strano battito provenire da essa, mentre agli altri sembra assolutamente interte.
Intanto Sieghard, Scarlet e Wolfried escono dalla casa e si avventurano per i campi, sotto la pioggia, nella notte nerissima, illuminata solo a sprazzi dal bagliore dei lampi.
Ad una certa distanza si vede una grande zuffa di cani, che si stanno letteralmente sbranando a vicenda, e divorando in modo orribile. I tre coraggiosi avanzano ad una certa distanza, aspettando che la lotta finisca, per terminare i pericolosi superstiti.
Dopo qualche minuto un paio di bestiacce si voltano verso di loro ed attaccano, ma non � difficile per Wolfried e Sieghard terminarli. Gli altri cani stanno tutti sbranando le carogne dei loro simili.
Ma Scarlet nota nella oscurit�, a qualche metro di distanza, un grosso cane che osserva la scena, immobile ed attento: a momenti sembra quasi scodinzolare. La ragazza indica l'animale ai suoi due compagni, i quali lo guardano, meravigliati: ha infatti un comportamento strano, uno sguardo "troppo" intelligente.
Sieghard si avvicina di qualche passo all'animale, che resta fermo, per poi girarsi e trottelerrare via.
"In nome di Eos, fermati!", gli grida Sieghard. La bestiaccia si volta e inizia un cupo ringhiare maledicente, che suona come una bestemmia al nome di Eos.
Il cane per� resta fermo, e non attacca, mentre Sieghard lo provoca, insultandolo, chiamandolo "servo strisciante del demonio, vigliacco!!".
Mentre Sieghard litiga con il cane, Wolfried, nel bagliore di un lampo, vede che la bestia ha qualcosa di innaturale nella sua forma, come se fosse pi� grosso e tozzo, di un nero tanto nero da rifiutare completamente la luce, e con quattro strane orecchie. Vede anche che la bestia non � l'unica, nella campagna, ma che molte altre sagome simili ad essa si stagliano intorno, pi� nere dell'oscurit�.
Il "mastino infernale" infine attacca Sieghard, azzannandolo al braccio con una violenza inusitata. Wolfried e Scarlet iniziano a colpirlo, ma la bestia ha una pelle molto pi� dura di quello che non sembrerebbe possibile. Sieghard lo colpisce all'occhio, infilandoci un pugno dentro, e affondando sempre pi�, mentre Wolfried lo sbudella con la sua spada, e Scarlet lo ferisce alle grosse e tozze sampe. L'animale continua a stringere con i denti il braccio di Sieghard a lungo, inizialmente sembra nemmeno avvertire la violenza dei colpi che lo stanno demolendo, continua imperterrito. E nei rari bagliori esso appare a volte come un semplice grosso cane, a volte come qualcosa di peggiore.
Alla finestra, Ben riesce a vedere la scena, sia pure senza capirne bene la dinamica, e cos� lui, Gisela e Anders escono dalla casa, dopo aver dato la scatoletta a Vincent.
I tre avanzano verso i compagni, pregando. Ad un tratto Anders si ferma, pianta il suo bastone col simbolo di Eos nella terra e grida.
Subito uno splendente lampo spezza l'oscurit� della notte, e tutti possono vedere che, a qualche metro di distanza dal cane che Sieghard e gli altri stanno pian piano demolendo, si stanno radunando una trentina di scure sagome, che avanzano lentamente.
Il gruppo si ritira verso la casa, i cavalieri restano ultimi all'esterno, per proteggere la ritirata, ma le nere ombre avanzano lentamente, e non attaccano.
Quando finalmente tutti sono al chiuso, Ben corre alla finestra del piano di sopra e guarda le sagome, che via via svaniscono nel nulla.
Intanto si � svegliato il ragazzetto superstite del pollaio, si chiama Edmund ed ha 16 anni: non ricorda niente, piange spaventato, e chiama la mamma.

Gruppo di fattorie fuori Ovod, 22 ottobre

Mattino piovoso e cupo. I Cavalieri seppelliscono i morti, trovano la donna caduta la notte prima dalle scale ancora viva, � la madre di Edmund, Gisela cura entrambi.
Al posto dell'animale enorme e ferocissimo della notte precedente, nei campi si trovano solo carcasse di comunissimi cani.
Il pomeriggio il gruppo si reca al villaggio di Ovod.
Sieghard racconta l'accaduto al prete del villaggio, che si spaventa moltissimo, e poi alla Guardia, che prescrive il coprifuoco nella zona e manda un ragazzo da Padre Rodenbas, su a Mistelbach.
Anders intanto bussa alla casa che fu dei suoi genitori. Qui vive ora sua sorella Susan, assieme al marito Caspian e al suo vecchio padre, il mugnaio. Ha quattro figli: Anders, Robert, Lucy e Peter. Ella non riconosce Anders, ma lo saluta cordialmente e lo invita ad entrare. Lui le fa dono del simbolo di Eos e le dice di pregarlo ogni notte. Non rivela la sua identit�, ma esce subito e se ne va, da solo, sotto la pioggia, a meditare. Sua sorella tenta di seguirlo, ma non lo vede, e rimane l� anche lei sotto l'acqua.
La notte il gruppo rimane nella fattoria che gi� li aveva ospitati, e Sieghard ha un vivido e angosciante sogno.
L'indomani, 23 ottobre, finalmente smette di piovere. Anders minaccia il prigioniero, assieme a Sieghard, lo terrorizzano e lo lasciano l� in lacrime. Il gruppo si mette in marcia e pernotta, a sera, in mezzo alla zona delle risaie, in mezzo agli insetti e alle zanzare.
L'indomani tutti cavalcano verso Zagan: Wolfried e Sieghard corrono di pi�, si separano dal gruppo e arrivano a sera, gli altri si accampani per la strada, per arrivare l'indomani.

Prosegue nel capitolo secondo: alla ricerca del Vescovo