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Adalbert Cossack
 
creato il: 03/08/2007   messaggi totali: 81   commenti totali: 80
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25 agosto 517
Martedì 8 Agosto 2017

Magnifiche sorti e progressive

"E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce".



Avevo in programma di andare a letto presto, così da svegliarmi nel cuore della notte perfettamente riposato. Invece, come sempre in questi casi, l'emozione non mi ha fatto chiudere occhio: ho passato le ultime quattro ore contando pecore, ammassando al di qua della staccionata un gregge pressoché infinito nella fatidica attesa di questo momento. Raggiungo in silenzio il grosso finestrone che dà luce al dormitorio. Prima della guerra c'erano sicuramente delle vetrate a tener chiuso questo portone sull'abisso: i due pannelli di legno che ci sono adesso arrivano sì e no alla vita di chi si sporge, ma se non altro consentono di godersi al meglio il panorama.

A Uryen l'ultima torcia si è spenta da un pezzo: la manciata di teste dure che si è rifiutata di scappare verso lidi migliori dorme insieme al pugno di temerari che ha addirittura scelto di venire o tornare a vivere qui. Poveri idioti, chissà cosa vi tiene incollati a questo posto: le puttane del porto? Il costo ormai ridicolo dei terreni? Le suggestive metafore del Burgravio, che promette da mesi la prossima rifioritura di questi aridi luoghi? Non ha importanza: quale che sia il vostro sogno, la maggior parte di voi non vivrà abbastanza per vederlo trasformarsi in realtà. La Morte che Cammina, i Kreepar e chissà cos'altro impediranno alle vostre speranze di germinare in questo freddo deserto dimenticato. Al posto vostro non ci penserei due volte a levare le tende, se solo potessi: peccato che sia a Greyhaven che a Surok vi sia un cappio che aspetta con ansia di gettarmi le braccia al collo. Che sia un bene oppure no, al momento non ho niente da perdere a restare tra queste montagne del cazzo: del resto, se proprio mi tocca morire, il morso di un Risvegliato o lo stomaco di un Kreepar non mi sembrano sorti peggiori del trattamento che i Magistri asserviti al Sacro Collegio riservano ai maghi indisciplinati. A tal proposito, chissà cosa si prova una volta che l'infezione raggiunge il cervello: con un pò di fortuna potrei persino diventare un abnormis... A quel punto si che mi piacerebbe fare ritorno a casa.

Se la città tace, qui alla Rocca è l'esatto contrario: gli spalti e il cortile interno sembrano illuminati a giorno. I rumori che sento mi fanno ben pensare che tanto i soldati di Greyhaven quanto i miei commilitoni non hanno ancora finito di gozzovigliare: la festa di Pyros? La morte di King? La più bella del Reame? Quali magnifiche sorti! Le feste mi mettono sempre allegria, tanto più quando sono inutili e fuori luogo: a Pyros non può fregar di meno di questo posto, King s'è portato appresso mezzo esercito e la più bella del Reame è una creatura del Khal-Valàn dotata di tre corpi, due facce e una testa di cazzo... Quella di Ali Shark, la stronzetta che mi pestò assieme ai suoi amici perché avevo a suo dire "infastidito" Annie. Chissà dove la stanno curando, mi piacerebbe vedere come se la passa: spero che il corpo sia ancora buono, così quando andrò a darle quel che si merita mi basterà metterle un cuscino in faccia.

Pensare ad Annie mi riporta al presente. La cosa positiva di questi bagordi è che, se dovessero beccarmi, mi basterà fare la parte del soldato semplice che sperava di racimolare un pò di avanzi di vino e cibo decente dalle tavole imbandite riservate a "scelti", caporali, sergenti e ufficiali: del resto lo sanno tutti che chi si arruola da queste parti lo fa per non morire di fame. Poi ovviamente c'è chi viene promosso e chi no, come sempre: a me non sono bastati quindici mesi di servizio tra Uryen, Alma Mater e Angvard, contrariamente a quanto accaduto a preti, paladini, e maghette dal pompino facile. Lo stesso vale per Annie, malgrado la famiglia massacrata, la prigionia a Ghaan e la trasformazione: qualsiasi stratega con un briciolo di cervello non esiterebbe a valorizzarla e gratificarla al massimo, invece qui non hanno saputo fare di meglio che mortificarla ed emarginarla rischiando di farla impazzire. Chi dobbiamo ringraziare per tutte queste scelte? Barun, Luger e il Prevosto, tre vecchi rincoglioniti che sembrano non veder l'ora di seppellire la terza generazione di poveracci pronti a morire al posto loro. Stavolta però si trovano a dover fare i conti con un senso dell'umorismo che non sono in grado di comprendere: all'inferno ghiacciato non c'è più posto, i poveracci rimbalzano fuori dalle tombe in compagnia degli insetti ingrassati dai loro predecessori. Qualche soluzione a portata di mano la avrebbero pure, ma sono troppo lenti e timorosi per portarla a compimento.

Per questo, stanotte, ho deciso di forzare un pò la mano. Farò del mio meglio per trasformare le magnifiche sorti finora ottenute in questa guerra in un progresso significativo per il nostro esercito. Perché è una guerra degli uomini, questa, come ripete meccanicamente quella mummia imbalsamata del prevosto. Uomini, certo, purché dotati del Potere necessario per fare quello che va fatto, e della voglia di sporcarsi le mani.

E non solo quelle.

Les-Ex-Ysh!

Pronuncio le rune prima di scendere le scale, più o meno nel punto dove invoco solitamente il mio occhio astrale. Stanotte Luger è dal Burgravio quindi non dovrebbe accorgersi di alcunché, o quantomeno di percepire differenze sostanziali con il mio cavallo di battaglia: nella peggiore delle ipotesi penserà che mi è venuta voglia di farmi una sega spiando qualcuna e rimanderà la punizione a domani, quando sarà troppo tardi. Scendo le scale a passo svelto, oltrepassando agevolmente i soldati di guardia e tenendo il sacchetto di reagenti rasente al muro. E' una vera fortuna che nessuno qui alla Rocca conosca esattamente quello che sono in grado di fare, altrimenti sarebbe stato facile impedirmi di agire in questo modo. Raggiungo con facilità la porta delle segrete, ai lati della quale si trovano gli unici veri ostacoli tra me e il mio obiettivo: due soldati scelti con altrettante picche che non hanno alcuna intenzione di festeggiare.

Non mi resta che lanciare il secondo incantesimo della nottata, nella speranza che la sorte mi assista in questa fase cruciale del piano.

Bes-Kor-Rem!

Con questo ho sempre avuto qualche problema: faccio del mio meglio per indirizzarlo verso entrambi i soldati e augurandomi che almeno uno di loro ne subisca gli effetti. I miei sforzi vengono apparentemente ricompensati, di lì a poco il più giovane dei due si volta di scatto verso la porta:

"Che cos'era?"

"Cosa?"

"Quel rumore... non lo hai sentito?"

"Non mi pare, no..."

"Rieccolo! Hei, c'è qualcuno, lì dietro?"

"...Per me veniva da fuori..."


Con mio grande scorno, il siparietto provocato dalla mia allucinazione auditiva si risolve rapidamente in un nulla di fatto. Lo sapevo, cazzo! Al primo colpo non mi crede mai nessuno: non mi resta che provare ancora.

Bes-Kor-Rem!

Mentre soffio il composto di muschio e incenso in direzione delle mie vittime sento che il Potere Magico mi sta abbandonando: a breve dovrò fare affidamento sulla mia forza di volontà. Osservo la nuvoletta grigia dirigersi verso il volto delle guardie, consapevole che potrei non avere una terza possibilità.

"Hei, ma che cazz..."

"Eccolo! L'hai sentito?"

"Si, ora si..."

"Ti sentiamo, coglione! Chi sei?"


Osservo speranzoso la scena: i due si scambiano qualche occhiata, poi mormorano qualcosa. Avanti, ragazzi... Non fate cazzate: ricordate che ci sono anche dei Risvegliati lì sotto. Quello che fanno di lì a poco è una autentica gioia per gli occhi: la porta spalancata e le aste puntate, avendo cura di mantenere la giusta distanza...

"Chiunque tu sia, non muoverti e fatti vedere!"

... Non muoverti e fatti vedere? Ma che razza di ordine è? Al diavolo, non avrò mai un'occasione migliore di questa: mi getto di scatto verso la cima di quelle scale che sprofondano nell'ombra, chinandomi quel tanto che basta per passare sotto alla punta delle picche... Il mio corpo è pervaso da acute fitte di dolore mentre colpisce la roccia e gli stipiti, tuttavia i rumori escono attutiti, mimetizzandosi naturalmente sotto alle loro parole e ai cigolii dell'anta che finisce di aprirsi.

"Fanculo... non c'è nessuno!"

"Quasi ci speravo, che fosse uno di quelli... almeno ci toglievamo il pensiero!"

"Già... chiudi, va..."


Prima di tirare il fiato attendo di sentire lo sferragliare delle chiavi, quindi il tonfo sordo della spranga di ferro che si chiude. Neanche a farlo apposta, l'aura di invisibilità che mi circonda svanisce in un istante, lasciandomi nudo come un verme, disteso sulle scale luride e puzzolenti che conducono alle segrete della Rocca di Tramontana.



Sono dentro. Adesso non mi resta che trovare la ricompensa che mi spetta per tutto questo disturbo. Per prima cosa, però, è meglio fare un pò di luce.

Ak!

Mentre mi alzo e raggiungo la porta della cella che mi separa dal laboratorio di Luger ripenso con soddisfazione alle ultime parole che mi è toccato digerire:

"Apprezzo la tua disponibilità, ma non ho modo di acconsentire. E' risaputo che i soggetti di genere maschile non rispondono quasi mai bene a questo tipo di esperimenti. Lo stesso dicasi per quelli dotati di Yoki, per i quali il pericolo aumenta a dismisura... Il che ti rende doppiamente inadatto".

Doppiamente inadatto... Vecchio bastardo. Ti atteggi a luminare in questa scienza solo perché hai avuto la fortuna di inciampare nel cranio di una creatura sconfitta da gente ben più coraggiosa e capace di te. Pensi che io non sappia a chi vorresti offrire questa opportunità e che non abbia capito le reali motivazioni che ti spingono a farlo? Giovani donne mutilate o rese invalide dalla guerra che hai provato ad irretire con l'illusione di una cura e che si sentiranno per sempre in debito con te... Sei soltanto un lurido satiro bugiardo: doppiamente bugiardo, anzi. La sola esistenza dell'Angelo Nero è sufficiente a smascherare la prima delle tue menzogne; quanto allo Yoki, i testi che ho letto prima di venire a svernare in questo buco sono di ben altro avviso. Sia come sia, mi auguro che a breve avremo modo di scoprire chi ha ragione. Raggiungo la porta, un'occhiata alla maniglia mi è sufficiente per capire cosa devo fare: contrariamente alle allucinazioni, è una delle mie specialità.

Bes-Ins-Ter-Xot!

Il sangue alla testa mi conferma che sono in riserva, ma la porta si apre. Scommetto che questo non te l'aspettavi, eh sapientone? La stanza è invasa dall'odore di merda e di Risvegliato. Mi guardo intorno deluso: mi aspettavo sigilli, glifi, permanenze protettive... Niente del genere. Meglio così. E' il momento di mettersi a caccia del tesoro.

Gor-Ak-Dir!

Aaah... era un pò che non andavo sotto in questo modo. Orecchie ovattate, vista annebbiata... La testa mi scoppia: la luce adesso comincia persino a darmi noia: quando la spengo temporaneamente, stringendola nel palmo della mano, vengo avvolto da un buio impressionante. In compenso, un numero incredibile di sagome inizia rapidamente a disegnarsi intorno a me. Incredibile, cazzo... A momenti è tutta viva, questa stanza. Credevo che sarebbe stato facile, invece è come cercare un ago in un pagliaio. Nessuna traccia del Risvegliato, del resto so che lo tiene chiuso a chiave nella stanza interna... Meglio così. Passo alcuni istanti a guardarmi intorno, scartando mentalmente le sagome più ovvie, quindi brancolo a tentoni verso quelle che mi sembrano più simili a...

... a cosa, esattamente? Cosa sto cercando? Che forma ha?

E soprattutto, sono davvero certo che sia qualcosa di vivo?

Non è il momento per i dubbi, William: ricorda cosa sei venuto a fare, ricorda per chi lo fai. Pensa alla faccia che farà Annie quando scoprirà che non è più la sola. Pensa a tutto quello che potr....

Aaargh!

...Cazzo! Una fitta lancinante al ginocchio mi trascina bruscamente a terra: la tempia picchia duramente sulla pietra, mentre il ripiano che devo aver urtato mi rovescia addosso gran parte del suo contenuto: boccette, bicchieri e altra roba di vetro. Se soltanto non fossi così ridicolmente nudo... Spero che almeno non sia lo scaffale dei veleni. Attendo con pazienza che il senso di stordimento passi, quindi provo a rialzarmi: niente da fare. Il corpo, in più punti dolorante e trafitto da decine di schegge di legno e vetro, non accenna a muoversi. Chissà se sono paralizzato da qualche sostanza che mi è entrata nel sangue, per la botta che ho preso o per la volontà che mi sta abbandonando sempre di più.

Dannazione: questa stanza mi odia. Comincio a capire perché non ci sono cassaforti, glifi o altre precauzioni: è talmente stracolma di stronzate vive che non riuscirò mai a...

A un tratto scorgo un bagliore strano appena sotto la mia guancia e il cuore mi rimbalza direttamente in gola. Non posso crederci... Mi puntello sulla fronte, quindi sui palmi, sollevando a fatica la testa per osservare la lastra di pietra che credo di aver appena... rotto? Con la tempia. No, non è rotta... si è solo spostata, lasciando intravedere un intenso bagliore di vita sotto di lei. A quanto pare è una sorta di nascondiglio. Sollevarla mi costa qualche unghia, ma...

Non credo ai miei occhi, eppure non ho alcun dubbio: quello che cerco è qui, di fronte a me. Lo spettacolo, attraverso lo sguardo privilegiato di questo incantesimo, è indescrivibile: è come specchiarsi in un gigantesco, infinito cielo stellato.

Ho pensato innumerevoli volte a cosa avrei fatto qualora fossi riuscito ad arrivare fin qui: cosa aspettarmi, cosa sperare... come agire. E' buffo, perché in questo momento nel mio cervello non v'è traccia di quelle elucubrazioni. Non ricordo un solo frammento del mio piano, eppure so perfettamente come deve andare. Giro la lastra di pietra tra le mani: prima in avanti, quindi lateralmente, così da fare in modo che il massiccio angolo inferiore punti dritto al centro dell'ampolla nascosta all'interno di quel buco... quindi mollo la presa, dando l'occasione al destino di compiere il suo corso. L'aura di luce magica nascosta nel palmo della mia mano torna a sprigionarsi quando mollo la presa, per poi estinguersi di scatto non appena il cristallo va in frantumi.

Sento gli schizzi e i frammenti piovermi sul viso, sulla bocca, dentro gli occhi: un istante dopo sono faccia a terra, avvinto da una forza spaventosa che mi schiaccia contro il pavimento. Il mio corpo inizia lentamente a bruciare, come se qualcuno mi stesse iniettando della lava... o forse è ghiaccio? Non riesco a distinguere. Il dolore è pazzesco, indescrivibile, eppure non mi riesce di urlare né di muovermi. Un ultimo pensiero razionale attraversa la mia mente: e se avessi... Cerco invano di trattenerlo, ma neppure questo mi è concesso. Non posso far altro che giacere su questo talamo di pietra, immobile e impotente, mentre ogni singola goccia del mio sangue viene violentata da questa tempesta di fiamme gelate.

Annie, è così che lo hai vissuto anche tu? E' questo il prezzo da pagare per poterti raggiungere? Per poterti capire? Per poter eguagliare la tua condizione? Per poter ambire a un potere di ordine superiore? Se così fosse, vorrei poterti dire che lo sto pagando volentieri, ma in realtà non è così. Maledizione... non pensavo che fosse possibile provare un dolore simile. Forse... forse la verità è che non sono abbastanza forte per diventare anch'io essere superiore... un eletto... un Angelo Nero. Forse sono io il bugiardo... ho mentito a tutti, persino a me stesso... O magari, ora che sento la morte così vicina, scoprirò che non esiste alcun bugiardo, soltanto un oceano scintillante di menzogne che ci attira e ci sospinge verso le più atroci sventure.



... Qualsiasi cosa... Purché abbia fine...

... Voglio morire...

... Aiuto... Qualcuno mi aiuti...

... Vi prego....

William Deed - Immagine
scritto da William Deed , 04:10 | permalink | markup wiki | commenti (10)
 
10 settembre 517
Martedì 9 Maggio 2017

Sibh Céile, Muid Cèile!



Ancora nebbia bianca. Ultima volta che vista, noi lasciata stare: Judoc avvertito che male e noi dato retta. Ora noi vede e non lascia stare, anzi cammina vicino, molto vicino: silenzio e punta di piedi, come bambini che giocano a non incazzare lupo. Problema è che lupo prima o poi incazza. Quando? Judoc sembra pensare presto: suoi occhi cercano intorno, sue mani stringono già talismani di fuoco. Mia gamba spera lui sbaglia: purtroppo capita poco. Mio braccio spera lui ragione: sconfitta con Ymir brucia ancora e riempie mio cuore di brame di scontri gloriosi.

Anche mio sguardo rapito dal bianco e da cosa nasconde. Frammenti di ombre perdute vagano dentro con passo di uomini ciechi: fame li spinge verso cibo... verso noi. Conosciamo questo malanno, affligge anche altrove. Galàr na Duiseàcht. Queste terre sembrano molto funestate, ormai molto difficile estirpare. Dobbiamo capire anche noi prima che troppo tardi anche per nostre terre. Nessuna cura sembra funzionare... Solo taglio testa: la mia specialità. Falcate strette in pugno, preparo me stesso a battaglia che viene. Miei uomini pochi ma buoni: pirati, mercanti e mercenari. Non è prima volta che vendiamo nostra pelle e non sarà ultima. Niente paura di morire, niente voglia di tornare a casa con mani vuote.

Anche pattuglia soldati granduca sembrano validi e preparati: guerrieri, cerusici, erboristi. Loro dice che non è soldati ma io non crede. Non importa: obiettivo comune ci rende alleati. Judoc dice che femmina bionda ha giorni contati: sangue di demone, destino spacciato. Lui non si fida, teme tradimento. Io vedo rabbia negli occhi e passione nel cuore: entrambi vorremmo vedere meglio. Auguro morte gloriosa in battaglia, così nessuno saprà. Donna castana è maga e guerriera come Judoc: magia molto utile contro Dùiseacht. Bella e elegante, chissà se anche brava... presto vedere meglio anche lei. Cerusico con bastone disprezza Judoc: importante sopportare, nostro viaggio non è missione di conquista. Ricambieremo disprezzo dopo ultimo Duiseàcht. Cerusico con spada appuntita vuole parlare, ma non è ancora momento: prima Skogen, poi parlare.

Morrigan, rimanda tua visita a dopo rivincita Ymir. Voglio vedere terre e città oltre Skogen, dice che lì sanno come per non essere morsi. Voglio vedere la Mantide.

E' tempo diradare questa nebbia. Stringete armi in pugno, guerrieri di Ilsanora! Affianchiamo i soldati granduca e riempiamo loro orecchie con scairt di battaglia Mobogiòn: Sibh Céile, Muid Cèile!

Aiden Marnach - Immagine
scritto da Aiden Marnach , 01:58 | permalink | markup wiki | commenti (5)
 
26 agosto 517
Giovedì 26 Gennaio 2017

Ritorno a Casa



Così finisce, dunque. Tredici giorni per ricostruire cosa è successo, attribuire le responsabilità, stabilire le pene ed emettere la sentenza, per poi lasciare il campo al boia. Il risultato di tutto questo oscilla senza vita di fronte a me. E' notte, ad Angvard. Il coprifuoco proibisce a tutti di vedere questo spettacolo, con la sola eccezione di quanti ricoprono un ruolo attivo nei reparti militari della città.

Il capitano Alman è stato tra gli ultimi ad andarsene. Mi ha consigliato di venire via con lui, risparmiandomi la vista ulteriore di questa ennesima, incomprensibile sconfitta. Vorrei poterlo fare: vorrei poter muovere queste gambe, che giacciono impietrite come e più del braccio di legno che le unghie della mano destra tormentano invano da ore. La verità è che non posso muovermi. Non posso far altro che restare qui a guardare questa amara rappresentazione della giustizia di Dytros, una sagoma indistinta di una persona che credevo di conoscere e che adesso non esiste più.

Cosa ti hanno fatto, esattamente? Quale oscuro potere è stato capace di spingerti fino al punto di cospirare contro i tuoi compagni? Hai scelto di non dirlo, neppure sotto tortura. Il capitano Alman è convinto che tu fossi una spia sin dall'inizio. Questo significa che ci hai sempre presi in giro? Che i soldati che hai affrontato e ucciso insieme a noi erano tuoi alleati? No, io non lo credo. Non posso credere che i momenti che abbiamo condiviso per mesi fossero artefatti. Questa ipotesi non ha alcun senso: la verità, quale che sia, sprofonderà insieme a te negli abissi della fossa riservata ai traditori.

Durante il processo i magistrati hanno ricostruito almeno tre momenti distinti in cui ti saresti recato a Ghaan. Mi chiedo se in quei viaggi tu abbia davvero incontrato Nico o se si sia trattato soltanto dell'ennesimo imbroglio crudele volto a sovvertire la mia lucidità. Se così fosse, le spie sin dall'inizio sarebbero addirittura due. Impossibile. Non tu, men che meno lui. C'è qualcosa che non abbiamo capito, che ancora non sappiamo: qualcosa di terribile e disumano che ha il potere di sopprimere il nostro arbitrio lasciandoci in vita, come e più della Morte che Cammina. E' questo che ti è successo, Daryl? E' questo quello che è successo a Nico? Se così fosse, la morte che hai trovato oggi non ha alcun significato: chissà da quanto tempo non eri più dentro quel corpo. Chissà quando sei morto davvero: a Ghaan, probabilmente, magari insieme ad altri che ora camminano in mezzo a noi.

Chissà quando siete morti. Chissà chi è stato a uccidervi e come ha fatto.

Ebbene, se è davvero così, sappiate che io lo scoprirò. Anche io, come voi, sono stata a Ghaan e fatta a pezzi: ma gli Dei mi hanno concesso di restare in vita e, nonostante tutto, certa di essere ancora me stessa. Per questo vi lascerò battere nel mio cuore: vi chiedo di darmi la vostra fiducia e la vostra forza, di assistermi nel compimento di questa ricerca: prometto a quel che un tempo eravate che non mi fermerò, fino al giorno in cui troverò la luce o fino a quando questa non cadrà per sempre dai miei occhi. Possa l'ombra di ciò che eravate accompagnarmi in questa missione, possa il vostro ricordo agitare il sangue che ancora scorre nelle mie vene.

Da domani non sarò più un soldato di Angvard. La mia scelta non ha destato alcuno stupore: al di là dell'esito del processo la mia presenza è diventata fonte di imbarazzo per l'esercito, per Lord David e per Lady Yara. Ho pensato che fosse meglio farmi da parte, uscire di scena per qualche tempo. Svolgerò le mie ricerche da sola, senza gravare ulteriormente sulle spalle di questa città. Alcuni giorni fa ho chiesto di parlare con il Tenente Vonner dell'esercito di Uryen. Ho saputo che sono alla ricerca di un volontario per uno strano esperimento che stanno preparando insieme a uno Stregone che lavora con loro, collegato in qualche modo agli esiti della loro ultima impresa. Si tratta di una ricerca molto rischiosa, il cui successo potrebbe cambiare le sorti della guerra. Ho pensato che andare a Uryen potesse essere una buona soluzione: sono più avanti di noi nell'osservazione e nell'analisi di questi fenomeni, oltre ad essere soldati coraggiosi e validi alleati.

Poi Lady Yara è venuta a trovarmi. Mi ha abbracciata forte, tenendomi stretta e lasciandomi sfogare, quindi mi ha chiesto di restare ad Angvard con lei: non più come soldato, ma come sua compagna d'armi. La sua richiesta è stata come una stretta al cuore. Come posso accettare nelle condizioni in cui mi trovo ora? Non c'è alcuna possibilità che io sia meritevole di cotanta fiducia. Non sono che l'ombra di ciò che ero, di ciò che lei ricorda: un riflesso diafano e menomato costretto a stordirsi per chiudere gli occhi, che non è neppure in grado di ricambiare il suo abbraccio.

Yara Raleigh - Immagine 3

Eppure, so che devo farlo. Se Yara ha deciso di credere in me in un momento come questo non posso deluderla, non di nuovo. Non so come potrò credere ancora in me stessa e nelle mie capacità, ma se lei sente di poter ancora riporre in me la sua fiducia significa che devo costringermi a farlo, perché non vi è alcuna possibilità che il suo giudizio possa essere in errore. Accetterò dunque il suo invito, consapevole di tutti i miei limiti oggi come allora, impegnandomi a fondo per rendermi degna di poter varcare nuovamente la soglia del tempio da cui mi sono allontanata molti anni fa. Il tenente Vonner sarà sollevato, non era a suo agio al pensiero di aver dato a un soldato appartenente a un altro esercito l'idea di sottoporsi a una procedura potenzialmente mortale. Resterò ad Angvard, orientando le mie ricerche a partire da qui. Non sarà facile, eppure so che è la cosa giusta da fare. L'unica cosa da fare. Il solo modo che realmente mi resta per far sì che la morte delle vostre coscienze non sia stata vana, per rendere rendere giustizia al vostro ricordo fino a quando la luce non cadrà per sempre dai miei occhi.

Possa l'ombra di ciò che eravate accompagnarmi in questa missione, possa il vostro ricordo agitare il sangue che ancora scorre nelle mie vene.

Preghiera - Immagine
scritto da Crystal Kanban , 04:36 | permalink | markup wiki | commenti (3)
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