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12 giugno 519
Mercoledì 7 Dicembre 2011
Quando tutto finisce.
La fine è arrivata. Ha il volto tumefatto e putrido di Lord Albert, l'ultimo sguardo di Vypern, il sapore amaro di una vendetta tardiva.
Ho ritrovato i compagni a Noyes, di ritorno da Rigel, ed ho subito provato un forte senso di estraneità. C'è qualcosa di inedito, di complicato, tra di noi. Una sorta di pudore e di disagio, la consapevolezza che molte delle nostre strade si stanno per dividere, nonostante tutto quello che siamo stati, nonostante tutto quel che abbiamo condiviso in questi anni.
Resteremo amici, ma sarà tutto diverso. Non saremo più un "gruppo", uniti da uno scopo comune. Non ritroveremo mai più quell'assurda intimità, nè sperimenteremo insieme la paura, il dolore, la rabbia e la soddisfazione.
Quando ci ritroveremo tutti insieme, un giorno, sapremo parlare soltanto al passato.
Ha senso dircelo apertamente? Condividere ancora, per un'ultima volta, il senso di malinconia di questi giorni?
Non lo so.
Mi aggrappo al passato ansiosamente, ogni istante, ogni sguardo e ogni battuta che ci scambiano, in questi ultimi giorni nella foresteria di Noyes, mi addolora perchè ne percepisco la fugacità. Questa è l'ultima volta che sento Guelfo e Loic che bisticciano, è l'ultima volta che scorgo Solice arrossire per una battuta triviale dei miei cugini, è l'ultima volta per ogni dettaglio, per ogni sensazione.
Non vedo l'ora che tutto finisca, e questo lungo addio lasci il posto al "dopo".
Il dopo, ovvero ciò che sarà la nostra vita una volta che ce lo saremo detto, che l'avremo capito, accettato: non siamo più una cosa sola. Forse non lo siamo mai stati, ma per tre anni ci siamo illusi di esserlo.
Tre anni... tre anni sono pochi se li paragoni ad una vita intera, eppure sono durati un'eternità, ci hanno trasformati. Ma la cosa più incredibile è che adesso che si sono conclusi.... sembrano essere svaniti nel tempo di un sogno.
Fa un po' di tristezza, devo dire.
Lo so che l'energia tornerà presto, che arriveranno nuove emozioni e nuova condivisione. Diversa, inedita.
E poi ho prospettive belle e tanto desiderate davanti. C'è Lucius, e prima ancora il viaggio a Garak, e poi, e poi, e poi....
Ma intanto adesso è il momento dell'addio. Lento e sfumato, dai contorni poco precisi. E finchè questo addio non si sarà consumato non posso pensare ad altro, non so riversare altrove la mia passione.
Strano, eh? Forse la cosa più semplice è aspettare, scalare la montagna non tutta insieme, che sembra così ardua, ma un pezzettino alla volta, un appiglio alla volta, un chiodo alla volta. Forse questo addio che ora mi sembra così struggente sfumerà in fretta fino a trasformarsi soltanto in un dolce ricordo. E le nuove prospettive si apriranno davanti in tutto il loro splendore.
Sorridi, Julie.
Anche se in certi momenti ti senti triste, se ti assale la malinconia per ciò che è perduto, per l'atmosfera magica che non tornerà mai più. Sorridi e guarda avanti, poco a poco tutto troverà la sua strada.
Non era forse "Speranza" il mio soprannome? Mi è sempre piaciuto, e ora devo rendergli onore.
Ho ritrovato i compagni a Noyes, di ritorno da Rigel, ed ho subito provato un forte senso di estraneità. C'è qualcosa di inedito, di complicato, tra di noi. Una sorta di pudore e di disagio, la consapevolezza che molte delle nostre strade si stanno per dividere, nonostante tutto quello che siamo stati, nonostante tutto quel che abbiamo condiviso in questi anni.
Resteremo amici, ma sarà tutto diverso. Non saremo più un "gruppo", uniti da uno scopo comune. Non ritroveremo mai più quell'assurda intimità, nè sperimenteremo insieme la paura, il dolore, la rabbia e la soddisfazione.
Quando ci ritroveremo tutti insieme, un giorno, sapremo parlare soltanto al passato.
Ha senso dircelo apertamente? Condividere ancora, per un'ultima volta, il senso di malinconia di questi giorni?
Non lo so.
Mi aggrappo al passato ansiosamente, ogni istante, ogni sguardo e ogni battuta che ci scambiano, in questi ultimi giorni nella foresteria di Noyes, mi addolora perchè ne percepisco la fugacità. Questa è l'ultima volta che sento Guelfo e Loic che bisticciano, è l'ultima volta che scorgo Solice arrossire per una battuta triviale dei miei cugini, è l'ultima volta per ogni dettaglio, per ogni sensazione.
Non vedo l'ora che tutto finisca, e questo lungo addio lasci il posto al "dopo".
Il dopo, ovvero ciò che sarà la nostra vita una volta che ce lo saremo detto, che l'avremo capito, accettato: non siamo più una cosa sola. Forse non lo siamo mai stati, ma per tre anni ci siamo illusi di esserlo.
Tre anni... tre anni sono pochi se li paragoni ad una vita intera, eppure sono durati un'eternità, ci hanno trasformati. Ma la cosa più incredibile è che adesso che si sono conclusi.... sembrano essere svaniti nel tempo di un sogno.
Fa un po' di tristezza, devo dire.
Lo so che l'energia tornerà presto, che arriveranno nuove emozioni e nuova condivisione. Diversa, inedita.
E poi ho prospettive belle e tanto desiderate davanti. C'è Lucius, e prima ancora il viaggio a Garak, e poi, e poi, e poi....
Ma intanto adesso è il momento dell'addio. Lento e sfumato, dai contorni poco precisi. E finchè questo addio non si sarà consumato non posso pensare ad altro, non so riversare altrove la mia passione.
Strano, eh? Forse la cosa più semplice è aspettare, scalare la montagna non tutta insieme, che sembra così ardua, ma un pezzettino alla volta, un appiglio alla volta, un chiodo alla volta. Forse questo addio che ora mi sembra così struggente sfumerà in fretta fino a trasformarsi soltanto in un dolce ricordo. E le nuove prospettive si apriranno davanti in tutto il loro splendore.
Sorridi, Julie.
Anche se in certi momenti ti senti triste, se ti assale la malinconia per ciò che è perduto, per l'atmosfera magica che non tornerà mai più. Sorridi e guarda avanti, poco a poco tutto troverà la sua strada.
Non era forse "Speranza" il mio soprannome? Mi è sempre piaciuto, e ora devo rendergli onore.