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Scritto il 18/01/2021 · 19 di 24 (mostra altri)
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24 dicembre 517
Lunedì 18 Gennaio 2021

Doppio cieco

«Resisti, Brian! Sto arrivando!»

La voce di Yara mi arriva da tutte le direzioni. Sto forse sognando? No, il suono è reale, tanto quanto il senso di vertigine che avverto... e la nebbia che circonda i denti del crepaccio che si apre sotto di me e che si avvicina a rotta di collo, sempre di più. Tra pochi istanti Dytros mi chiamerà al suo cospetto, così come ha già fatto per molti dei miei compagni. Ma va bene così. Spero soltanto di essere l'ultimo. Prendi me, ma non lei. Non oggi. Non ancora.


[un'ora prima]



Dormire, mangiare, marciare, combattere: la sequenza originaria doveva essere questa. Ma dormire è impossibile, almeno per me. Il vento gelido che sferza le cime ostili e i passi desolati delle montagne della follia ha qualcosa di innaturale. Da quanti giorni vaghiamo in questo inferno ghiacciato? La coltre biancastra che ricopre il cielo mi ha fatto perdere il conto. Due torri dovevamo prendere e due torri abbiamo preso, senza che il nemico opponesse resistenza: ci ha colpiti a distanza, per poi dileguarsi nell'entroterra appena ha avuto modo di contarci. Non ci ha fatto trovare neanche le baliste con cui ha crivellato i nostri muli: Acab ci ha detto che le portano avanti e indietro con delle ruote. Ma alle ruote servono strade, o perlomeno sentieri: dove sono? Qui non c'è altro che neve e pietra a perdita d'occhio. Questa è la domanda che gli farei adesso, se fosse con noi: se non fosse andato ad ovest a imbarcarsi sulla ''Disperata'', l'ultima nave di Uryen, con tutta l'armata del corno. «Ci vediamo a Ghaan, mia regina». Così le ha detto, prima di partire. Dopo mesi in cui non si faceva scrupolo di descriverla come una capricciosa guerrafondaia a tutti i suoi uomini e a mezza città.

Ha senso riporre il destino di tutte queste persone nelle mani di quell'uomo? Soltanto due anni fa era un prezioso alleato dei nostri avversari, oggi partecipa ai nostri consigli di guerra. Il suo luogotenente ha preso in moglie Lady Yara, sua figlia è prossima a diventare Lady Raleigh al fianco di Lord David. Possiamo davvero fidarci di lui? Questo pensiero maledetto non mi abbandona e mi fa tremare più di qualsiasi tormenta. Vorrei non avere dubbi. Come Crystal... come Lady Yara. Forse ciò che davvero mi manca non è il sonno, ma la fede.

"Guardate... ci siamo".

I possenti bastioni della Sacra dei Difensori emergono dalla cresta delle montagne e si stagliano innanzi a noi, avvolti da una nebbia diafana: da questa posizione possiamo scorgere il massiccio ponte di pietra che conduce ai bastioni, un tempo percorso da sacerdoti e pellegrini e oggi trasformato in una trappola mortale. Tra meno di un'ora il grosso del nostro esercito si troverà schierato di fronte a quella strettoia, pronto a fare irruzione.

Sacra dei Difensori dell'Antico Scudo dell'Eroe

Ma non è da lì che entreremo noi: non se le informazioni rivelateci da Acab e ulteriormente dettagliate dal Guardiano del Tempio Lachdan Jung si riveleranno corrette. In pochi sappiamo che tra le molte ragioni per cui Yara ha voluto riscattare a tutti costi quell'uomo vi era anche quella di mettere alla prova la veridicità delle affermazioni del nostro più potente alleato: la prova del ''doppio cieco'', così l'ha chiamata il tenente Athos Alman. Pare che suo padre ci abbia vinto una guerra, con questa trovata: speriamo vada così anche per noi.

«Avanti, ragazzi: andiamoci a riprendere quella baracca!»

La voce di Aidrich Ramsey si leva stentorea sopra le nostre teste, dissipando momentaneamente dubbi e paure: è il momento di correre verso la meta che agognamo da giorni. Un pugno di Paladini di Dytros, un battaglione di soldati di Angvard capitanato da Ceyen che veste i panni di Lady Yara e lo ''squadrone dei predatori'' di Uryen... ovvero quel che resta dei membri di ciò che un tempo chiamavamo terzo e dodicesimo plotone. Hanno ancora senso questi nomi, con tutto quello che è successo? Probabilmente no. L'unica cosa che ha senso ora è entrare in quella fortezza e liberarla dell'orrore che da troppo tempo la opprime.

Dopo poche centinaia di metri raggiungiamo il costone roccioso. Ramsey e i suoi si mettono alla ricerca del punto esatto che andremo a demolire per assicurarci l'ingresso: gli altri comandanti di questa spedizione si guardano intorno, scrutando la nebbia bianca che ci circonda. Silenzio.

«Senti qualcosa, Garr?» Chiede Ali: il freddo le blocca il fiato di fronte al viso, incastonando la domanda in una nuvoletta bianca che si dissolve dopo qualche istante.

«E' troppo facile», mormora Garruk, scuotendo la testa. «Sento puzza di fregatura».

«Non portare sfiga, però».

La sinistra profezia di Garruk non tarda a compiersi: dalla nebbia esce una imponente figura, presto seguita da altre due. La foggia e i colori delle vestigia che portano non lasciano adito a dubbi: sono i corpi corrotti di coloro che un tempo erano i servitori di questa Sacra, rianimati dalla sinistra entità che ora la possiede. La vista di quelle sagome oscure atterrisce i nostri soldati: molti di loro hanno già avuto modo di vedere queste aberrazioni ad Angvard e sono consapevoli di ciò che tra pochi istanti saremo chiamati ad affrontare.

«Lo sapevo», esclama Garruk brandendo la sua ascia. «Ali, ricordami cosa avevo detto di questo piano?»

Ma Ali non fa in tempo a rispondergli: una delle tre figure alza la spada e spalanca la bocca in un rantolo profondo e agghiacciante. Immediatamente dopo la nebbia si riempie di rumori di passi e grida spettrali, rivelando la presenza di un gran numero di ombre sinistre. Di male in peggio.

«Soldati di Angvard, proteggete i lavoratori!» Urla Ali, sovrastando il frastuono di quell'orda infernale. «La nostra priorità resta entrare! Annie, aiuta Garruk e Ramsey a proteggere Lady Yara!».

Già, "Lady Yara": mentre la maggior parte dei nostri uomini è impegnato a sostenere il repentino attacco dei risvegliati, uno dei tre abominevoli luogotenenti della tenebra sembra voler puntare proprio verso quella povera ragazzina paralizzata dal terrore. Ma non spetta a me aiutarla, a quanto pare: ubbidisco agli ordini di Ali e mi affianco a lei e a Crystal, pronto a dar battaglia al secondo spettro. Al terzo ci penseranno Rak Jim e i suoi... Sperando che non ne arrivino altri.

[...]

Siamo dentro. Abbiamo vinto la prima battaglia, ma il prezzo che abbiamo pagato è molto alto. Non riesco a togliermi dalla testa il pensiero che tutti i soldati che sono caduti si risveglieranno entro poche ore. Dobbiamo farcela anche per loro, così da poter garantire la pace eterna a chiunque finirà qui i suoi giorni prima che scenda il sole.

«Sei con noi, Brian?». Crystal mi guarda, coperta del sangue dei risvegliati: prego con tutto il cuore che non sia stata ferita. Annuisco, mentre continuiamo ad avanzare per il lungo corridoio. Al momento non stiamo incontrando resistenza: forse i nostri sono arrivati ai bastioni e lo scontro è cominciato? O magari stiamo cadendo in una trappola? Penso a quanto sarebbe complicato combattere con uno di quegli spettri in questi spazi angusti... magari da solo: quanti secondi ci metterebbe a sopraffarmi? La verità è che come combattente ormai valgo poco... Ma finché le mie condizioni non mi impediranno di essere d'aiuto a Yara questo è il posto dove devo e voglio stare.

Continuiamo ad avanzare, disposti in fila indiana. Orientarsi in questo labirinto di cunicoli sotterranei sarebbe stato impossibile senza le indicazioni che ci sono state fornite. Se tutto va bene tra non molto dovremmo raggiungere le segrete: una volta lì dovremmo riuscire ad accedere al cortile centrale, così da poter aprire le porte al grosso delle nostre forze.

[...]

«Maledizione, è bloccata anche questa!»

Uscire dalle segrete si sta rivelando più complicato del previsto: la maggior parte degli strumenti e dei "regali" di Luger sono andati perduti nel duro scontro che ci ha consentito di arrivare qui. Il dodicesimo plotone - quel che ne resta - è riuscito a divellere soltanto una piccola grata che dà verso un corridoio di servizio che porta a una delle torri: un'apertura non soltanto estranea al percorso che dovremmo fare, ma troppo piccola e troppo stretta per consentire l'accesso a chiunque di noi.

O forse no.

«Annie, te la senti?» Chiede Ali, alla disperata ricerca di una soluzione.

La ragazza annuisce: dal suo volto emaciato non traspare nessuna paura, nessun dubbio, nessuna emozione. Stento a credere che si tratti della stessa bambina timida e impressionabile che ricordavo dai tempi di Uryen.

«Sei sicura, Ali? Non abbiamo informazioni su quella parte di mappa: per quanto ne sappiamo ci potrebbe stare qualsiasi cosa... persino Custode». Le preoccupazioni di Garruk sono legittime: Annie non sente il freddo e il sonno ma non è immortale, ed è anche l'unica innalzata che abbiamo.

Ali annuisce convinta. «E' la soluzione più sicura: del resto se restiamo qui siamo morti comunque: Annie, vedi se riesci a tirarci fuori, noi continuiamo a cercare di venirne a capo da dentro».

«Annie, mi raccomando:», aggiunge Ramsey: «non provare ad aprire il portone della Sacra da sola. E' un ordine. Intesi?».

Aidrich Ramsey - Immagine

Annie fa cenno di si. La osserviamo in silenzio mentre si arrampica dentro l'angusto pertugio con un'agilità inumana, le articolazioni flessibili come quelle di un gatto. Scuoto la testa. Quanta umanità abbiamo perduto? Quante vittime innocenti dovranno ancora essere sacrificate sull'altare di questa guerra? Stiamo veramente facilitandone la fine, o stiamo perpetrando un ciclo che si ripete dall'alba dei tempi? Cerco conforto nella preghiera per impedire al dubbio di attanagliarmi oltre. Anche Crystal sta pregando, cercando di calmare l'agitazione di Ceyen: quella ragazza ha avuto fegato, è un miracolo che non sia morta.

Dopo pochi minuti, dalla fessura si ode un poderoso frastuono.

«Tutto bene, bimba?» Urla Garruk in direzione della fessura.

«Ce n'è uno», è la risposta.

«Uno chi? Chi ci sta?» Garruk si volta a guardare Ali, poi nuovamente verso la feritoia. Rumore di passi, stivali di armatura. Passi che corrono. Passi pesanti.

«Oh cazzo», mormora Ali.

«Torna qui, Annie!» urla Garruk, tirando selvaggiamente pugni sul muro. Ancora rumore di passi: poi uno, due, tre colpi poderosi, al confronto dei quali i pugni di Garruk sembrano gli starnuti di uno scoiattolo. Sempre più vicini.

Poi un quarto colpo fa crollare il muro e Garruk collassa sotto un cumulo di detriti, che precedono il corpo di Annie e quello di uno spettro gigantesco che brandisce una mazza ferrata. La ragazza è l'unica che riesce ad atterrare in modo decente, spingendosi in avanti e a rialzandosi con una capriola qualche istante prima di Garruk e dello spettro.

«Non sapevo che fare, quindi ho provato a...»

«Bravissima!», esclama Ali, preparandosi a dar man forte a Garruk. Poi Annie si volta, e in quel momento ci accorgiamo delle condizioni del suo braccio sinistro.

«Sto bene», dice lei. «Non... non fa poi così male. Per ora».

[...]

Ali, Garruk e Ramsey sono riusciti ad avere la meglio del gigante con la mazza, ma non possono ragionevolmente affrontare altri scontri. Con la via più breve verso il cortile centrale bloccata, non abbiamo potuto far altro che risalire la torre e raggiungere il bastione. Lì, secondo le nostre informazioni, dovrebbe esserci una scala che consente di scendere direttamente dietro al portone. La torre era deserta, ma sfortunatamente il bastione è presidiato: questi spettri combattono in modo coordinato e adottano tattiche militari, quindi ci aspettavamo di trovarne qualcuno lì. Il problema è che siamo rimasti in pochi, e i due che ci si parano innanzi rischiano di essere troppi... specie in uno spazio così angusto e pericoloso.

«Ovviamente piove», sbuffa Garruk guardandosi intorno; un eufemismo a dir poco, considerando il torrente d'acqua che sta venendo giù. Con questo frastuono non abbiamo neanche modo di segnalare la nostra posizione ai nostri: dobbiamo cavarcela da soli.

«Attenti a dove mettete i piedi», esclama Ramsey, indicando il predellino merlato che a breve separerà ognuno di noi da una caduta di almeno trecento metri. E il maledetto vento non aiuta per niente.

Avanziamo con cautela, nella speranza che i nostri avversari si limitino a presidiare la zona della scala... E invece no: uno di loro si posiziona in modo da aspettarci lungo gli spalti, pronto a scaraventarci di sotto con la sua ascia.

«State indietro», esclama Ramsey. «Quello è mio». E così dicendo gli corre addosso, nascondendosi dietro lo scudo. Tratteniamo il fiato.

Per un attimo l'attacco frontale di Ram sembra riuscire nel suo intento: lo spettro vacilla, sopraffatto dalla carica del tenente... poi però mette un ginocchio a terra e comincia a mulinare l'ascia. Troppo presto, troppo veloce.

Ramsey riesce a schivare il primo colpo, ma il secondo lo colpisce alla gamba: l'armatura si spacca, costringendolo ad arretrare. Impossibilitato a schivare, non può far altro che bloccare il terzo colpo con il suo martello da guerra. Una parata disperata, impossibile, che riesce nel miracolo di deflettere un colpo mortale ma a caro prezzo: il martello gli viene strappato dalle mani e finisce giù, nell'abisso di nebbia che si staglia sotto i nostri piedi.

Con la forza della disperazione Ramsey riesce a schivare un altro colpo, ma la gamba ferita non gli consente di restare in piedi: non può far altro che aggrapparsi con le mani a uno dei merli, in balia del prossimo colpo mortale.

Ma proprio in quel momento, mentre la tragedia sta per consumarsi sotto i nostri occhi impotenti, gli spalti vengono sferzati dalla sagoma imponente di Zio Giovanni, con Yara sopra di lui.

Wyrm - Immagine 2

La punta di Yrakavin attraversa la pioggia con la velocità di un fulmine e si conficca nell'armatura dello spettro, sollevandolo in aria e squarciandolo fino alla testa per poi precipitarne i resti nel vuoto. Il secondo abominio si muove con velocità inaudita, cercando di intercettare il Wyrm prima che possa riprendere quota: la sua alabarda costringe Yara a una manovra impegnativa per evitare un colpo devastante, chiudendole la via di fuga. Ancora una volta non possiamo far altro che guardare con il fiato sospeso. Lo spettro assesta un altro colpo, che stavolta si infrange sullo Scudo dell'Eroe. Il Wyrm riesce così a spiccare nuovamente il volo, roteando di fronte alla Sacra e poi scagliandosi nuovamente contro gli spalti. L'alabarda si prepara a colpire per la terza volta ma stavolta viene anticipata da Yrakavin, che si conficca nell'orbita del paladino decaduto impalandolo al suolo.

Ed è in quel preciso istante, nel momento peggiore possibile, che il piano più alto della seconda torre del bastione esplode, rivelando l'imponente sagoma di Custode. Per un crudele scherzo del destino, o forse perché aveva previsto ogni nostra mossa, quel maledetto demone viene così a trovarsi proprio alle spalle di Yara.

Custode - Immagine



Da quel momento in poi tutto accade in modo estremamente rapido.

L'enorme spadone brandito da Custode che si leva in aria, pronto ad abbattersi su tutte le nostre speranze. Ramsey che urla verso Yara, precipitandosi verso di lei. Il rumore dell'impatto e dello schianto, che resterà impresso per sempre nella memoria di tutti. L'artiglio di Treize che va in frantumi sotto i nostri occhi quando lo scudo di Ramsey viene fatto a pezzi. L'urlo atroce del Tenente, l'uomo che rende possibile l'impossibile, mentre la lama di acciaio nero gli attraversa il ventre... Ma non è un lamento di dolore, il suo: è un grido di rabbia mista a soddisfazione, mentre con le possenti braccia cinge il demone in un abbraccio mortale. L'espressione atterrita di Garruk e Ali. La mia corsa disperata lungo gli spalti. La mia gamba malandata che, per la prima volta dopo tanto tempo, riesce ad essere più veloce di quella di chiunque altro. Custode che tenta invano di scrollarsi di dosso Ramsey, che mantiene salda la stretta ogni oltre umana possibilità; quella morsa poderosa, quella leva impossibile che sovverte ogni rapporto di forza e che costringe Custode sul ciglio del baratro, è il nostro bicchiere mezzo pieno. Il mio salto disperato per dargli man forte con tutto il mio peso, per impedire alle leggi della fisica di compiere il loro inevitabile corso liberando quella spada e consentendole di levarsi un'altra volta verso il cielo.

E poi la caduta, il vuoto, il baratro, l'abisso.

E la tempesta di Ilmatar che imperversa intorno a noi.

Tempesta tra le Montagne - Immagine

E' finita? Credo di si. Tra pochi istanti Dytros mi chiamerà al suo cospetto, così come ha già fatto per molti dei miei compagni. Ma va bene così. Spero soltanto di essere l'ultimo. Prendi me, ma non lei. Non oggi. Non ancora. Ti porto due doni, in fondo: il demone che ha profanato il tuo tempio e il soldato valoroso che ha reso possibile la sua caduta. Li vedo entrambi precipitare insieme a me, ancora avvinti in quell'ultimo fatale amplesso, sempre più prossimi alla fine.

«Resisti, Brian! Sto arrivando!»

La voce di Yara mi arriva da tutte le direzioni. Sto forse sognando? No, il suono è reale. Non farlo, Yara: non rischiare la tua vita per me. Pensa piuttosto a sincerarti della morte di questo demone: ci manca solo che, dopo tutta questa fatica, si faccia spuntare le ali. Quanto a me e al tenente, non preoccuparti: sappiamo entrambi come porre fine alla nostra caduta. Faremo in modo di onorare questa Rinascita senza rinascere.

Promettici soltanto che riuscirai a porre fine a questa guerra, ora che la Sacra è nelle tue mani. Lo devi a chi è ancora vivo, a chi è già morto e a chi morirà ancora. Ma non oggi: oggi vinciamo.

Brian Sturm - Immagine
scritto da Brian Sturm , 05:52 | permalink | markup wiki | commenti (2)
Scritto il 18/01/2021 · 19 di 24 (mostra altri)
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