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Il massacro di Caen

[cronaca]
cronaca
Periodo:
dal 21/04/2007
al 21/04/2007
Periodo RPG:
dal 5 aprile 506
al 5 aprile 506
Num. sessioni:
1
Prologo della Campagna di Caen, masterizzato da Annika.
Si svolge nell'anno 506, dieci anni prima dell'inizio della campagna. Partecipano, ancora bambini, Eric, Loic, Desiree, Guelfo, Abel, Stratos, Julie.

L'ultimo volo degli aquiloni

È mattina e dopo alcuni giorni di pioggia è arrivata la primavera. Il cielo azzurro è luminosissimo e quasi abbagliante, ogni tanto si scorge qualche nuvoletta bianca ed i prati sono verdi e cosparsi di minuscoli fiorellini.
Così si presenta il 5 aprile 506 a Caen, come una giornata meravigliosa. I bambini sono tutti fuori a giocare, mentre gli adulti attendono alle loro mansioni quotidiane, chi in paese, chi nei campi.
Molti dei ragazzini del paese si trovano nella solita piazzetta, sotto il grande albero, interrogandosi su come trascorrere una così bella giornata. Ci sono Loic ed Eric, i figli del boia, la loro cuginetta Julie, Desiree figlia del fabbro e Guelfo, che vive con la zia e il vecchio nonno. Ci sono Stratos, di famiglia deliota, Abel e la sua amica Gaia figlia del fornaio, ci sono Alain e Sabine.
L'idea di Stratos è quella di far volare gli aquiloni che suo nonno ha costruito per tutti: sono variopinti ed hanno lunghe code. Loic invece suggerisce di salire al vecchio mulino per sbirciare di nascosto il mostro che si nasconde tra le sue pareti, mostro che Guelfo racconta di avere visto con i suoi occhi.
Dopo una discussione vivace la combriccola decide di andare verso il vecchio mulino, e semmai di far volare gli aquiloni dopo. Così tutti, passati dal fornaio a farsi dare qualche ciambellina dal papà di Gaia, si incamminano verso la Collina di Patrick. Solo Sabine resta indietro, intimorita all'idea del mostro.
A metà salita, mentre gli altri scherzano e prendono in giro Loic per il suo attaccamento alla cuginetta, Guelfo si rende conto di uno strano rumore in lontananza.
Sembra che in basso, nella piana, ci siano cavalieri in avvicinamento, un vero esercito! Ma inizialmente nessuno bada a quel che dice, Loic malmena un po' Abel, Stratos fa scherzi tirando sassi e dicendo che ha sentito il mostro del vecchio mulino. La salita riprende, ripida, ma Julie scivola a terra e si sbuccia le ginocchia, il che pone fine all'esplorazione.
In lontananza i cavalieri si avvicinano e attirano ormai la curiosità di tutti. Lo spettacolo è molto bello, i cavalieri portano tutti un elmo uguale che brilla sotto il sole, e soltanto il cavaliere bianco a capo del drappello lascia scorrere dei capelli fluenti e corvini sulle spalle. I loro stendardi sono rossi, con al centro un rombo azzurro ed un sole nero raffigurato nel mezzo, che sovrasta il volo di un falco ad ali spiegate. Avanzano al galoppo fino al ponte, poi tirano dritto fino alla piazza dell'Olmo. Qui si dividono ordinatamente, seguendo uno schema ben preciso, in gruppi di sei, mentre il cavaliere bianco, con una decina di cavalieri, punta dritto alla piazza della Torre.

L'arrivo dei Cavalieri

I ragazzini, alla spicciolata, tornano giù dalla collina, alcuni di corsa per guardare, altri, i fratelli Navar con la cugina e Alain, più lentamente, per andare al torrente e far sciacquare le ginocchia alla piccola Julie.
I più veloci sono Abel, Guelfo e Gaia, che si nascondono nei pressi del ponte di pietra e riescono a scorgere la sfilata di cavalieri ammantati di grigio, guidati dal cavaliere vestito tutto di bianco, a cavallo di un destriero dello stesso colore.
Per il paese si sentono schiamazzi e grida, e i cavalieri spingono avanti con delle lance molta gente, come se volessero radunarla nella Piazza della Torre. Mentre Guelfo trova un rifugio tra le frasche, Abel e Gaia cercano di raggiungere casa loro, ma vengono scoperti e costretti ad unirsi agli altri, verso la piazza.
Nel mentre Stratos e Desiree costeggiano il torrente verso Piazza della Torre, ignari di tutto, e i cugini insieme a Alain vanno verso casa Pappadopulos, a nascondersi vicino al muro di cinta. Qui Alain saluta gli altri e sgattaiola a casa sua, non lontano, mentre Eric, affidata Julie a Loic, va a vedere che cosa stia succedendo.
In mezzo alla confusione generale, gran parte della popolazione del villaggio viene fatta confluire a forza nella Piazza della Torre. Alcuni, per farsi "convincere", sono stati feriti. Le quattro guardie civiche sono state disarmate e adesso osservano attonite la scena. Uno di loro, che aveva tentato di svignarsela, viene colpito da un dardo di balestra a poca distanza dal nascondiglio di Guelfo, che assiste inorridito. Il Borgomastro è chiuso nel suo palazzo, le cui finestre sono sprangate. Si capisce subito che non interverrà per aiutare la sua gente, è troppo spaventato.
Gli uomini vengono divisi dalle donne e costretti ad avvicinarsi al muro del Palazzo della Guardia, mentre le donne, coi bambini e i vecchi, stanno a guardare dall'altro lato della piazza, atterrite e tenute a distanza dalle alabarde. I cavalieri si muovono con fredda determinazione e non degnano la minima attenzione alle suppliche che ricevono. Non mostrano il loro volto e sembrano tutti uguali, alti, belli e terribili.

Le parole di Lord Albert

"Dieci di voi villici non valgono un solo soldato" esordisce il cavaliere bianco con una voce profonda e molto forte, "nemmeno cento villici valgono un soldato. I veri uomini discendono dagli Dei, mentre i villici sono miserabili abomini, frutto di blasfemi accoppiamenti tra l'uomo e le bestie. Il pensiero delle vostre figlie, dei vostri figli che giacciono nel talamo con orrendi animali vi ripugna forse? È da lì che ha origine il vostro sangue immondo!"
Brusii tra la gente, sguardi incerti. Poi il cavaliere bianco riprende a parlare.
"Eppure, alcuni figli di cagna hanno osato azzannare la mano del padrone. Alcuni figli di cagna hanno osato versare il sangue puro degli Dei e dei soldati, per berlo nelle loro orrende libagioni. E questo sacrilegio deve essere lavato con sangue"
Pausa.
"Con il vostro sangue".
Queste parole suscitano il terrore nelle persone radunate nella piazza. La gente inizia a gridare, a supplicare, alcuni si gettano in ginocchio e pregano. Il cavaliere bianco domanda che gli sia condotto il boia del villaggio, e nel mentre i suoi soldati scelgono cinquanta uomini e li obbligano ad ammassarsi nei pressi del muro del Palazzo della Guardia. La gente, attonita, viene tenuta a bada da molte balestre pesanti puntate, ed alcune persone che cercano di farsi avanti per opporsi vengono colpite e cadono sul selciato.
Il fornaio prova a fuggire, ma sua figlia Gaia gli corre vicino e viene colpita da un dardo di balestra e cade. L'uomo interrompe la fuga e si lascia cadere accanto alla bambina, in lacrime.
Abel osserva con occhi sgranati la scena, ed improvvisamente è come se il mondo attorno a lui si fermasse, mentre qualcosa di sottile svanisce dal corpo della piccola. Gaia è morta. Non saprebbe dire come, ma Abel ne è sicuro.
Quando i cinquanta prescelti sono tutti vicino al muro, vengono loro legate le mani. Uno dei cavalieri traccia sul muro uno strano simbolo circolare con delle punte, con una vernice nera molto densa. Poi il cavaliere bianco ordina al boia del villaggio di uccidere i cinquanta sfortunati.
"La giustizia degli Dei impone che queste persone vengano sacrificate, per lavare nel sangue il delitto compiuto. Dunque tu, che sei colui che amministra la legge del sangue in questo villaggio, hai l'obbligo di ucciderli".
"No", risponde il boia del villaggio.
Non viene reiterata la richiesta. Al boia vengono amputate immediatamente entrambe le mani e viene lasciato sanguinante a terra. Subito dopo, con un'efficienza agghiacciante, cinquanta uomini di Caen vengono ammazzati davanti alla popolazione allibita. Non sono usate accette ma colpi di spada al ventre. Vengono tutti sbudellati. Al lavoro si mettono una decina di cavalieri, mentre i restanti impediscono alla folla di muoversi, sotto la minaccia delle balestre e delle alabarde. Il cavaliere bianco personalmente uccide il primo dei malcapitati. Il suo abito bianco si schizza di sangue.
Allo spettacolo, nascosti tra le frasche, assistono Desiree, Stratos, Guelfo ed Eric.
Mentre Eric si trascina via Desiree e va a cercare suo fratello, Stratos e Guelfo provano ad intervenire per difendere i loro familiari, che sono tra le persone in fila per essere uccise. Stratos inizia a tirare pietre e corre piangendo e gridando verso un paio di cavalieri, mentre Guelfo, con la sua fionda, prova a lanciare più lontano e colpire il cavaliere bianco. Godendo di una buona posizione riesce anche a raggiungere il suo cavallo, ma non sortisce effetto. Stratos viene invece colpito ad una gamba da una lancia e cade a terra dolorante e disperato.

La morte di Nonno Stratos

Nel mentre, alla casa di Stratos, Loic e Julie entrano nel giardino e, con loro sommo spavento, trovano il corpo senza vita del cane di famiglia. Entrano per chiedere aiuto, ma c'è solamente Nonno Stratos, in poltrona, di spalle. Loic lo chiama, ma non ottiene risposta, e intanto il terrore si impossessa sempre più di lui. Nonno Stratos non reagisce, forse gli è capitato qualcosa di male...
"Va via!" dice Loic a Julie, che sta fissando a bocca aperta la scena, "vattene, non guardare!"
Julie ubbidisce e se ne va.
Loic cerca di rianimare Nonno Stratos, gli tira dell'acqua addosso, ma niente, il vecchio è morto. Allora si preoccupa di chiamare indietro sua cugina, ma Julie sembra scomparsa. La va a cercare nei paraggi della casa ma non la vede, e trova soltanto la bambola di pezza della bambina, ai piedi dell'albero vicino al torrente.
Corre allora verso il centro di Caen, chiamando, finchè non incontra Eric e Desiree, nascosti tra le frasche. Da questo rifugio osservano i cavalieri che trottano via da Caen, dopo aver compiuto la strage.

Dopo il massacro

Una volta che i cavalieri sono scomparsi lungo la via di Anthien, non resta che tornare sul luogo del massacro e contare le vittime. La gente attonita piange attorno ai corpi dei familiari, mentre alcuni cercano di sfondare la porta della casa del Borgomastro e linciarlo, e solo l'intervento provvidenziale del Prete del villaggio riesce ad evitare ulteriori violenze.
Oltre ai morti ci sono molti feriti, che l'erborista e il prete cercano alla meglio di curare. Tra i morti si vede il padre di Julie, quello di Desiree insieme a suo fratello, il padre di Stratos, il nonno di Guelfo, il padre e lo zio di Abel, il fornaio padre di Gaia, la piccola Gaia, e molti altri uomini del villaggio, il fabbro, alcuni pastori, giovani e anziani.
Tra i feriti ci sono alcune donne, la giovane Marianne Foule, che ha perduto il bambino che aspettava a causa del grande spavento, e la zia di Guelfo, che ha subito una ferita molto grave.
Nei giorni seguenti il numero dei morti aumenta ancora, perchè la madre di Desiree si toglie la vita, dopo aver perduto il senno per il gran dolore, e la zia di Guelfo muore a causa di una cancrena.
Molte altre persone vennero ferite e persero la vita in quel giorno, ma non sono qui elencate per esigenze di sintesi. Il paese di Caen, comunque, dopo il massacro cambia faccia. Gli uomini abili a lavorare diminuiscono sensibilmente e la povertà si abbatte su chi rimane.
I funerali sono celebrati nella chiesa di Maers del villaggio ed i morti sepolti nel prato attorno all'edificio religioso.
Degli orfani si prende cura il prete, che dispone che Desiree e Guelfo vengano condotti ad Anthien, in orfanotrofio.
Stratos e Abel, insieme alla madre e alle sorelle di quest'ultimo, partono qualche giorno dopo per Chalard, dove soggiorneranno presso il Collegio dei Padri di Noyes.
Gli unici a restare a Caen sono Eric e Loic. Quest'ultimo intraprenderà presto la professione di loro padre, ormai infermo.
Della piccola Julie, scomparsa il giorno del massacro, nessuno ha più notizia.

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Creata il 22/04/2007 da Annika (2242 voci inserite). Ultima modifica il 22/04/2007.
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