Ho passato 10 anni della mia vita seguendo e predicando il verbo di Gargutz. Ho raccolto attorno a me dei fedeli, mi sono guadagnata stima e rispetto di predicatori e seguaci del mio Dio.
Non è stata una vita facile, tantomeno comoda, non so dire se fosse felice ma di certo so di aver vissuto ogni passo, ogni scelta, ogni sacrificio, ogni vittoria e ogni sconfitta con tutta me stessa. Probabilmente sarebbe andato tutto avanti per sempre… ma il destino è bizzarro e bizzarri sono anche gli Dei.
La mia vita, il mio equilibrio, la mia fede, le mie certezze… tutto ha cominciato ad incrinarsi quando mi sono messa sulle tracce di mio fratello. Credo che quel giorno la mia vita iniziò a cambiare, inevitabilmente, qualcosa si ruppe qualcos'altro si ricostruì. Un incontro fortuito con un ladruncolo, una chiacchierata nata per sbaglio… ma quante conseguenze.
Non ho trovato mio fratello ma i suoi amici. Persone per bene che ho tentato di sfruttare per ottenere ciò che volevo, ma qualcosa era diverso, cominciavo ad essere confusa, mi rendevo conto di questo ma continuavo a ripetermi che era solo per il dolore della morte di Yorik.
Comunque ero riuscita a guadagnarmi, seppur entro certi limiti, la loro fiducia. L'idea di spiazzarli dicendo loro, con disarmante semplicità, chi e cosa fossi, aveva funzionato. Avevo guadagnato dei guarda spalle ed un ottimo veicolo di informazioni. Ero pronta a tradirli alla prima occasione utile che, grazie a Shade, non arrivò mai.

Il suicidio di Eleonor, di cui ancora oggi mi sento responsabile, fu il primo serio colpo al muro delle mie certezze che si andava sgretolando pian piano. Non ho parole per descrivere il senso di colpa che iniziò ad opprimermi.
Riuscii però a far finta di nulla per un lungo periodo. Poi Cormac. Mi ha fatto sentire amata e forse, per un breve periodo, sono anche riuscita a ricambiare… per me era troppo. La crepa nel mio mondo era diventata troppo profonda, non potevo più ignorarla, iniziai ad odiare Cormac che vedevo come causa di tutto ed iniziai a lanciarmi in imprese sempre più rischiose, per provare a me stessa che nulla era cambiato, che era solo un momento di sbandamento.

La crepa divenne un burrone quando tradii Ronald o Solomon, come aveva cominciato a farsi chiamare. Era grazie a lui che ero diventata una sacerdotessa, lui mi aveva insegnato quasi tutto ciò che sapevo, era l'uomo a cui, in tutta la mia vita, ero stata legata più profondamente. Non so ancora perché lo tradii, ancora me lo chiedo. Ricordo il dolore nel vederlo in terra, praticamente macellato e immerso nel suo sangue, immobile nell'impotenza della morte. Mi sono interrogata spesso sui suoi ultimi pensieri, se fosse morto odiandomi, o se mi avesse perdonata. Ancora oggi mi chiedo se gli Dei lo abbiano accolto, sei sia stato gettato nel ghiaccio a causa di colpe impossibili da redimere o che altro. Da quel giorno ho riflettuto spesso sulla morte. Cosa sarebbe stato di me? Avrei subito anch'io il destino di Ronald? Sarei stata tradita da un mio adepto? Il mio nome sarebbe stato pronunciato con disprezzo per sempre? Oppure il Signore dei Segreti avrebbe nascosto la mia anima per l'eternità?
Avevo bisogno di risposte, di conferme… in un certo senso le trovai a Caergoth, quando Gargutz mi diede le sembianze di Lady Alathiel. Il mio Dio non mi aveva abbandonata, per me fu importante saperlo, mi ridiede un po' di sicurezza in me stessa. Quella sicurezza si trasformò nuovamente in sconforto, la voragine stava per inghiottirmi. Ricordo perfettamente tutto. Ricordo la smorfia del siniscalco di Vriebourg, ricordo l'invocazione a Gargutz che mi portò in salvo, la fuga per la città, il ritorno al rifugio… La cattura, l'interrogatorio, l'arresto. Tutto il mio mondo si era sgretolato davanti a me la mia vita mi era sfuggita di mano, il mio tentativo di rivalsa si era trasformato in rovina. In quella torre ho desiderato una sola cosa: morte. E se morte doveva essere lo sarebbe stato per tutto il mio mondo. Non è per salvarmi che scrissi ai miei uomini di consegnare l'oro del Tempio, ma per cancellare ciò per cui avevo vissuto, che sarebbe svanito assieme a me. I miei uomini erano già morti, il tempio depredato e distrutto. Qualcuno di diverso da me aveva già fatto piazza pulita della mia vita, nel modo più doloroso possibile. Rabbia. L'odio che improvvisamente cominciai a nutrire per Frack cancellò i miei desideri di auto annullamento. La fiamma della vendetta alimento il mio corpo, mi diede energia. Non mi resi conto che quella fiamma mi portava a far patti con ciò che avevo sempre considerato come il nemico: la fiamma della Giustizia.
Il fuoco alimentava un altro fuoco, più vivo, più forte, più caldo, forse. Il fuoco stava bruciando i frammenti di me stessa che erano rimasti. Non mi interessava. L'importante era provocare la rovina di quel cane. Fargli infine ricadere sulle spalle il peso delle sue colpe e delle sue responsabilità, fargli assaporare quel dolore che aveva provato la figlia a causa sua. Inconsapevolmente ero divenuta il mezzo attraverso cui la rovina promessagli da mio fratello si stava materializzando… ma di questo mi resi conto solo dopo. Ma ero ancora combattuta… la battaglia finì appena fui portata fuori dalla torre. La piazza. La folla. L'enorme pira di legna. Vidi dei volti amici in quella folla di gente che urlava, che incitava i preti a bruciarmi. Sui volti di quelle persone c'era l'attesa. Seppi poi che avrebbero fatto qualcosa di folle, per strapparmi dalle fiamme.
Avrei voluto piangere e basta. Ma dovevo mostrarmi forte, sicura. La folla non avrebbe avuto il suo spettacolo. Mi feci forza, dissi quello che l'Inquisitore voleva sentirsi dire. Poi fu solo dolore.
I quattro mesi nel monastero furono terribili. Per me ci furono solo paura, dolore, incubi. Più di una volta fui vicina ad uccidermi. Ero sola, forse per la prima volta in vita mia, abbandonata da tutti, dal Dio a cui avevo dedicato la vita e soprattutto da me stessa. Ero cambiata ma non volevo accettarlo, non volevo crederlo, non volevo.
Lasciai il monastero con l'immagine fissa dell'uomo ammantato di nero che minacciava un suo ritorno.
Grazie ad Alice non sono impazzata. Prima o poi dovrò dirglielo. La sua forza, la sua determinazione, la sua amicizia, il suo esempio mi hanno dato la spinta per andare avanti, per accettare ciò che era successo. Fu un processo graduale, durante il quale ho rischiato la pelle spesso, l'unico modo che avevo per sentirmi viva. C'è anche un'altra persona che devo ringraziare… è Nicole, la mia sorella adottiva. Assieme a Cormac l'abbiamo portata via dalla su casa, dove un padre degenere abusava di lei e la prestava ai contadini dei dintorni. L'affidai alla Signora Thomson, la zia di Eleonor, quasi per restituirle quello che le avevo portato via. Nicole è stata per me uno sprone a migliorare, a dare un esempio, a cercare di fare del mio meglio.
Quando tornò l'uomo ammantato di nero, il piccolo e precario equilibrio che avevo raggiunto si spezzò nuovamente, nello stesso periodo mi accorsi di essere incinta. La mia vita era nuovamente davanti ad un bivio, ma non mi sentivo in condizione di poter scegliere, il destino scelse per me. Fui praticamente costretta dagli eventi a seguire la volontà di Gargutz ed entrare in quella dannata grotta, affrontai quel Sacerdote oscuro sapendo di non avere speranze di batterlo, sentivo l'alito di Gargutz sul collo, era lì, aspettava nell'ombra che mi umiliassi chiedendo il suo aiuto, mettendo la mia vita nelle sue mani…. Qualcosa accadde mentre lottavo per sopravvivere, immersa in quella gelida oscurità, oppressa senza più la capacità di muovermi e con il respiro sempre più debole… sentii i miei bambini morire… e mi resi conto di morire con loro. Invocai Pyros e persi conoscenza con l'eco di una risata beffarda nelle orecchie.
Quello che è successo dopo lo ricordo confusamente, ricordo il dolore, il sangue, Luran che si prende cura di me e quel sonno innaturale e meraviglioso. E quella visione agghiacciante delle due cavallette che escono dal mio ventre e si infilano sotto terra. I giorni dopo sono stata malissimo. Fino all'arrivo in quel castello. La notte ho sognato mio fratello. Mi ha dato un bacio sulla fronte e subito mi sono sentita bene, tutto il peso, i dubbi, il dolore, insomma… tutto ciò che di negativo mi portavo dietro è sparito d'un colpo. L'ho ringraziato, ma lui mi ha risposto che ero stata io, con la mia determinazione e l'aiuto dei miei bambini che si sono sacrificati per me.
Finalmente mi sono sentita bene, serena, anche se leggermente confusa. Avevo tante domande dentro di cui volevo conoscere le risposte, ma che non potevo trovare da sola.
Così i giorni sono passati, abbiamo attraversato i confini di Delos e ci siamo diretti verso il Monastero degli Eroi Vincenti. In questo posto Alice doveva parlare con una Sacerdotessa. La notte prima di arrivare al monastero ho vissuto un'esperienza strana, ho avvertito un'atmosfera di pace estrema, mi sono sentita in armonia con tutto ciò che mi circondava ed ho sentito il bisogno di pregare. Questa sorta di estasi mistica mi ha sorpresa e mi ha spinto a recarmi assieme ad Alice da questa Madre Lara.
A dire il vero quella Sacerdotessa non mi ha detto molto. Mi ha fatto capire che l'occhio di Pyros è su di me e che mi sta mandando dei segnali che non devo ignorare.
A questo punto ho moltissimi interrogativo ai quali solo il tempo, credo, potrà dare una risposta. Non capisco perché gli Dei continuino a considerarmi in un certo senso importante, perché mi rivolgano la loro attenzione. Per lo meno ho chiaro cosa fare quando questa missione sarà finita. Innanzitutto vorrei tornare dai miei genitori, sperare che mi abbiano perdonata e cercare di fare qualcosa per loro, subito dopo intendo tornare al Monastero del Sole di Pyros, un po' per configgere definitivamente i fantasmi del passato, un po' per trovare finalmente le risposte che mi servono. Poi voglio far costruire un'edicola di Kayah sulla tomba di Yorik ed aiutare Cormac con il suo ospedale.
Oggi è successo qualcosa di molto strano. Sono profondamente turbata da quanto ho visto. Ero nelle rovine di un'antica città, all'interno di quello che un tempo doveva essere un tempio. I simboli sparsi sulle ruderi facevano pensare ad un luogo per il culto di divinità naturali, ho riconosciuto dei simboli legati ad Harkel ed anche dei simboli chiaramente pirioti. Sotto uno di questi ho cominciato a pregare. Inizialmente mi sono sentita male, una sensazione di caldo oppressivo, mi sono sentita quasi venir meno, poi ho sentito una voce, profonda e paurosa, chiamava il mio nome. Ho visto materializzarsi una figura di fuoco davanti a me, indicava il Sud, dicendo che dovevo andare via e che quando avrei visto una folla di gente in fila mi sarei dovuta unire a loro. Sento che qualcosa sta per accadere, qualcosa di importante che probabilmente cambierà in modo radicale la mia vita. Forse imboccherò il Sentiero della Verità di cui parlava Madre Lara? Nessuno può dirmelo in anticipo, nessuno può aiutarmi nella scelta. Mi ha fatto piacere però parlarne con Daniel, mi ha fatto piacere che si sia preoccupato per me. È stata la seconda volta che quel piccolo Elfo mi stupisce. Ci siamo più o meno sempre ignorati. Poi seppi da Cormac che, quando venni imprigionata e destinata al rogo, fu proprio Daniel a spingere per fare qualcosa di grosso per liberarmi.

Poco fa ho discusso con Alice. Le ho dato uno schiaffo. Forse ho esagerato ma… non so spiegarlo… non riesco a capire come faccia a dire quelle cose. Mi ha detto che vuole andarsene, ci sono rimasta malissimo… e probabilmente anche lei, sapendo che, probabilmente, mi allontanerò per seguire Pyros. Le ho lasciato l'orecchino di Ronald, parte del bottino della mia prima rapina, che lasciai a lui quando me ne andai da sola e che ripresi quando lo ritrovai…. Morto.

Comunque sono sempre più convinta che la mia scelta sia giusta. Forse è davvero giunto il momento di bruciare le maschere e disperdere completamente le ombre. Mi chiedo solo cosa resterà di me dopo.

Prigionieri in una torre, aspettando che Cormac recuperi. Shuen sta dando di matto, poverina. Devono averle fatto qualcosa di veramente brutto. Non è in sé. Cormac fa dei sogni strani, rivede il duca morto, l'Imperatrice e quant'altro. Tutto legato all'anello? Forse l'Imperatrice e Piridula sono la stessa persona? Continuo a chiedermi perché debba trovarmi io in questa situazione.

Shuen finalmente ha parlato di questo misterioso spasimante, una storia che non sta né in cielo, né in terra. Ho paura che quest'elfo misterioso sia stato mandato dalla chiesa di Gargutz… forse è lo stesso personaggio incappucciato che mi perseguitava. È un nemico comunque pericoloso.

Ci prepariamo a partire. Stanno tutti perdendo la calma, Kar-Dun mi ha dato l'impressione di non aspettare altro di mettere le mani addosso agli Elfi, Alice anche è molto strana, quello che dice, quello che fa… C'è qualcosa nel suo comportamento che non mi torna, speriamo bene. Io e Cormac viaggeremo da soli. Ho necessità di arrivare a Dyrrachion. Devo sapere cosa succederà… spero di trovare le risposte che mi servono.

Gente in folla ed in fila.
Un profeta.
La voce che ho ascoltato non era la sua.
Mi ha parlato in una lingua che potevo capire.
Nessuno sembrava vedere o sentire ciò che io vedevo e sentivo.
Fiamme uscivano dalle sue mani e circondavano la sua figura.
Ho paura. Ho paura che ciò che mi viene chiesto di capire non sia alla mia portata. Ho paura di sbagliare. Mi sento impotente ma non posso tirarmi indietro.

"È solitario il Sole nella Tenebra fitta, pallido alla vaga Nebbia:
dove sei Cavaliere della Luce, Sapiente di Giustizia?
Tutto come in cenere si confonde che brucia,
e Legge e Bene scissi da spada, da lingua,
nel buio che si illumina,
nello splendore che si appanna.

I morti, i vivi reclamano premi e antichi desideri
contro remoti divini, imperscrutabili decreti,
leggi non comprese
da menti troppo corte, da vite troppo brevi.

Troppo fu concesso da un luogo alle passioni, agli orgogli,
troppo dall'altro a menzogne, a cupi tradimenti.
Infrante le mura della pace dolorosa
tornano a guerra le opposte fazioni,
piene di fuoco e di nero sgomento.

Ma io dall'alto dei mondi più sani
nella nuda materia impressi dei figli
i più giusti voleri, perché durassero a guisa
di eterni tesori, perché tornassero
in mani più pure a placare i cuori.

Vie diverse ed uguali percorrono i segni
delle anime umane, delle tardive
riparazioni, quali dardi e quali fuochi
sui picchi di antiche maledizioni.

Scelte imposi ardite agli estranei, agli innocenti
di saggezza avita o di semplice sentire,
perché vedessero, sentissero gli occhi ove sedeva il confine
di lussuria e tenerezza, di giustizia e di violenza,
e ponessero le mani un discrimine di potenza
tra la Tenebra e il Sole nella nebbia vaga
del Crepuscolo della mia Casa."

Più mi sforzo a capire queste parole, più la confusione e la paura dentro di me aumentano.

Shuen aveva ragione.
Quest'Elfo è un dono degli dei. Forse è lui il Cavaliere della Luce, Sapiente di Giustizia? Di lui parlava questo profeta? Le sensazioni che mi ha suscitato sono strane. Ma ora non ho tempo di scrivere, è ora di andare, di arrivare a Dyrrachion, di raggiungere gli altri e spiegar loro la verità, in modo che non facciano stupidaggini!

Abbiamo raggiunto il gruppo. Non ci hanno creduto, ci hanno trattati quasi come ladri. Nessuno ha voluto fidarsi di me. La Verità non può essere non compresa… com'è possibile… sono i miei amici… sono i miei unici amici, le uniche persone che ho vicine… perché mi hanno trattata in questo modo? Avrebbero alzato le armi contro di me! Sono amareggiata e sempre più confusa, ho poca voglia di parlare.

Sono passati tanti giorni e sono successe tante, troppe cose dall'ultima volta che ho scritto su questi fogli. Ora so cosa sta succedendo, so cosa devo fare e ho trovato finalmente le risposte alle mie domande.

Per una volta nella mia vita, sento che la ragione, alla fine arriverà. Per una volta in vita mia, ho qualcuno a cui volere bene al mio fianco.

Per la prima volta, nella mia notte, sento che il destino porterà la luce. Una nuova fiamma, dopo tanta ombra.

Per una volta nella mia vita, la fiducia è come una spada, una lama affilata ed il mio sogno si sta avverando.

Per una volta, tra le mie lacrime, sento chiamare il destino, il dolore sta svanendo, ed il cielo è così blu……

Gli dei mi hanno illuminata. Ora sono pronta.