la Locanda 'il Gallo d'Oro' di Vintenberg


Daniel


Mi si chiede di parlare di me. Bene io mi chiamo Daniel e sono nato nel 459 in una cittadina della repubblica di Lankbow. Ero il quarto di cinque fratelli e mio padre lavorava come mercante di stoffe in citt�. Nonostante sfornassero un sacco figli per essere elfi, i miei tenevano sono al primogenito. Noi pi� piccoli eravamo considerati di poco conto.
Fin da piccolo sono stato un ragazzino che amava guardarsi attorno e imparare nuove cose. Come detto per� ai miei non interessava molto di soddisfare le mie curiosit� e mi misero presto a pulire la bottega che sarebbe passata in eredit� al mio fratello maggiore.
A dodici anni conobbi un mercante di stoffe amico di mio padre che viaggiava molto e che non aveva famiglia. Lui si trattenne nella nostra casa qualche mese. In quel periodo mi prese in simpatia e chiese a mio padre se poteva prendermi come aiutante e apprendista. A me si illuminarono gli occhi e mio padre fu ben felice di togliersi un figlio dalle spalle. Cos� quest'uomo, Mandel Filulas, mi port� con se nei suoi spostamenti da una citt� della repubblica all'altra. In quel periodo incontrai un sacco di gente, vidi molti posti e imparai a leggere l'elfico, ma ben poco sapevo ancora della vita vera.
Quando ebbi ventitr� anni Mandel si stuf� di me e io di lui, cos� mi affid� alle cure di sua sorella Vivian che viveva in una grande citt� a sud, vicina al confine con il Granducato. A Vivian non interessavo molto e anch'io la ritenevo solo una povera oca. La vedevo solo a cena quando tornavo a casa sua per mangiare. Lei si arrabbiava con me perch� sapeva che avevo cominciato a frequentare brutte compagnie, ma non era in grado di esercitare nessun controllo su di me. In effetti l� cominciai a entrare nelle bande di ragazzini della citt� e con loro facevo un sacco di ragazzate. Ero un bambino e loro erano tutti pi� grandi. Un giorno quando avevo venticinque anni la facemmo grossa tanto che le guardie ci vennero dietro fin fuori il tracciato della citt�.
L� decidemmo con un paio di amici che, in fondo, era meglio andarsene. Tutti eccitati dall'avventura decidemmo di andare a vedere com'erano le "terre degli umani".
Dopo un viaggio travagliato e pieno di forti emozioni giungemmo a Erengard. L� passammo qualche mese insieme, ma presto ci perdemmo di vista. Loro volevano continuare a fare i bulletti, io mi ero stancato. Comunque non fu difficile per me trovarmi nuovi amici e un'occupazione. Cominciai infatti a lavorare per mastro Findifradol, un orafo molto vecchio. Come detto lui era avanti con l'et� e aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse nelle pulizie, che gli facesse la spesa e che gli portasse gli oggetti di cui aveva bisogno nella bottega mentre lavorava. Mastro Findifradol mi insegn�, oltre a pronunciare il suo nome, moltissime cose. Imparai a riconoscere le pietre e i metalli. Imparai a pulirli e a maneggiarli nel modo corretto. Imparai la lingua degli umani e le loro strane abitudini.
A Erengard ebbi tra l'altro la mia prima ragazza (elfa ovviamente; ancora non ero cos� abituato agli umani).
Passai tre anni con mastro Findifradol, poi lui mor� di vecchiaia e io decisi che quella citt� mi aveva gi� insegnato abbastanza. Dopo pochi giorni dalla morte del mio datore di lavoro ero gi� su una carovana di mercanti diretta verso il centro del Granducato. Erano tutti umani e mi avevano preso perch� sapevo leggere l'elfico, oltre che per usarmi come scaricatore.
Cos� part� il mio primo grande viaggio per il Granducato. Cambiai decine di carovane diverse. Imparai l'arte di contrattare con le persone, mi insegnarono a maneggiare le armi e fui iniziato all'arte di amare da un'umana di cui non ricordo neanche il nome. Viaggiai molto fino al mare di Surok e conobbi molti uomini. Uomini cattivi e uomini buoni; amici e nemici. Passai periodi di profonda disperazione e di grande eccitazione; per la prima volta la vita mi fu chiara in tutte le sue contraddizioni.
Quando ebbi compiuto il mio trentaquattresimo compleanno decisi che sarei tornato a trovare la mia famiglia. Presi quel poco che avevo e partii per la repubblica solo soletto.
I miei per� non furono molto contenti di rivedermi, anzi, mi rinfacciarono subito le pene che avevo fatto penare dieci anni prima alla sorella del loro amico.
Ero comunque stanco di viaggiare e mi trasferii in un paesino poco distante dalla cittadina dei miei genitori. L� lavorai per mastro Lodomby; un fabbro che mi dava vitto e alloggio in cambio di qualche aiuto a vendere le sue armi e armature. Il nostro rapporto fu molto professionale e non nacque mai un'amicizia con lui. Comunque anche lui mi insegn� molto; oltre al modo di trattare le armi quello che imparai da lui fu la tenacia, la dedizione e la forza di volont�.
In quel periodo frequentavo spesso le locande e avevo molti amici. Avevo anche un rapporto abbastanza serio con un'elfa di l� che amava ascoltare le mie storie sulle "terre degli umani".
Non era comunque per me la vita dell'armaiolo. A trentotto anni chiesi a mastro Lodomby quello che mi spettava e ci comparai una spada, un cavallo e del materiale da viaggio. Partii cos� nuovamente per il Granducato; questa volta con un gruppo di amici elfi conosciuti in locanda. Era da vari mesi che passavamo le serate a fantasticare su viaggi avventurosi alla ricerca di maghi, demoni e belle fanciulle; era arrivato il momento di realizzarli.
Girai il Granducato in lungo e in largo. Cambiai compagni varie volte e passai anni di intense avventure l'una dietro all'altra. Conobbi fallimenti e grandi vittorie. Mesi in prigione e interminabili banchetti nelle locande pi� svariate del Granducato. Diventai un valido combattente e aumentai il numero di amicizie in giro per il mondo.
Quando avevo quarantatr� anni feci un grande colpo con il gruppo in cui mi trovavo e guadagnammo molti soldi. Tanti che decidemmo, dopo una grande festa, di dividerci per goderci ognuno a modo suo la ricchezza.
Avevo sempre avuto a che fare con poco denaro e non ci volle molto per disperdere la mia quota. Iniziai a giocare d'azzardo e nel giro di poche settimane mi ritrovai senza una moneta.
Ero stato buttato fuori da una locanda, stavo tra i rifiuti, ero pieno di lividi e la testa mi girava per la sbornia, ma sorrisi. In fondo dei soldi non me n'era mai fregato troppo: i soldi vanno e vengono, gli amici e l'esperienza resta. Le mie scelte successive non furono comunque pi� felici della precedente. Mi misi in testa che dovevo fare il mercante e cominciai a mettere su un'attivit�. Purtroppo per� per fare queste cose servono i soldi e io non ne avevo. Conoscevo gente, ma era quella sbagliata; mi misi in affari loschi che mi portarono pi� volte a dover fuggire da una citt� all'altra.
Qualche anno dopo ero quasi riuscito a mettere su un'attivit� commerciale seria, ma era molto pi� difficile di quanto non credessi tenerla in piedi. Avevo sempre fatto l'aiutante e da quella posizioni le cose sono tutte pi� facili. Cos� fallii nuovamente perdendo tutto schiacciato da mercanti pi� abili di me.
Anche in questo caso appresi molto da questa esperienza. Mi resi conto che non ero in grado di comandare aiutanti, seppi che fare il mercante costringe a dei doveri e a dei legami che non volevo avere; capii infine che io volevo viaggiare da solo come un uccello: un uccello sempre pronto a prendere il volo quando vuole.
Negli anni che seguirono mi misi a fare il "ricettatore", come soleva dire un mio amico della capitale. Non ero mercante, ma aiutavo la gente a trovare le cose, combinavo affari e davo dritte. Le mie esperienze passate mi furono molto utili in quel periodo e, in fondo, cos� facendo mi feci un sacco si amici. Prendevo per me solo il minimo indispensabile per vivere fino al successivo lavoro e quelli con cui facevo affari erano sempre contenti.
Quasi sempre contenti a dire il vero. Infatti quando avevo quarantasette anni feci un bel pasticcio proprio in capitale; tanto che decisi di andare dove va tutta la gente che ha grossi problemi. Andai a Benson.
Ero in una delle prime citt� del ducato ed ero profondamente incerto su quale sarebbe stato il mio futuro; in quel momento rincontrai Faradyr, un mio vecchio compagno di avventure, con il suo gruppo. Quale idea migliore di ricominciare a fare l'avventuriero e abbandonare per un po' i commerci? Cos� mi unii a loro.
Sono quasi due anni che giro per il Granducato con questi ragazzi e ancora sto imparando molto dalla vita. Con loro ho conosciuto il mondo delle chiese e quello della magia; oltre ad aver incontrato persone molto potenti.
Purtroppo per� il commercio ce l'ho nel sangue e cos� mi ritrovo di nuovo in mezzo alle trattative di grossi affari. Cosa mi riserver� la vita futura?