Amras parla sottovoce in Elsenor a Sean, tenendogli la mano, mentre il suo viso è rigato dalle lacrime. Brutto bastardo, fratello mio. Tu vuoi morire e non ci riesci, lo sanno tutti. Fino ad oggi il destino ha preteso che tu vivessi, mentre tu desideravi la morte. Forse questa è la volta buona, "uomodivertente". Forse stavolta non ci sarà niente a salvarti e potrai buttare un occhio al di là del buio, potrai conoscere la morte come hai sempre desiderato. È quello che vuoi, non è così? "La morte sarà una vittoria per me" dicesti una volta. Quanto era vero? Io non penso che tu stessi mentendo, tu veramente vuoi morire. Ma sono io adesso che non voglio. Dimmi che sono debole, un'egoista, ma io non posso perderti. E per salvarti non me ne frega niente se bisognerà scendere a patti con l' inferno. Tu sei un navigante, devi morire sotto il cielo azzurro, sulla tua terra, non in questa fogna puzzolente, in un luogo così dannatamente lontano dal mare e dagli spiriti che ti sono cari. Siano dannati gli dei delle tenebre! Neanche il prato è verde sotto il tuo corpo, e il tuo sangue caldo si sta poco a poco ghiacciando. Non posso vederti morire così. È la mia anima che devo sacrificare? Per quel poco che vale, lo farò. Non mi fido di Shuen, non mi fido di nessuno, non me ne frega niente di questi fantasmi e di questi templi, ma sono pronta a cedere al ricatto, anche solo per sentire te che brontoli e che dici che ho fatto una cazzata. Fosse la prima che faccio. Io non ti lascio morire così.