Amras alloggia nella dimora del Conte, detta "la serra". Le viene assegnata una stanza all'interno del palazzo, tra quelle riservate al personale stretto della famiglia. Amras apprezza questo privilegio, è sollevata dal non dover dividere l'alloggio con le altre guardie. Gli incarichi che vengono affidati alla ragazza, sono quelli tipici di una guardia di palazzo, picchetto alla dinomara del Conte, scorta a lui e alla sua famiglia, sorveglianza, ed è ciò per cui lei è stata addestrata. Un giorno, Amras sta facendo il picchetto alla stanza in cui il Conte si occupa dell'amministrazione del feudo, all'interno del palazzo, si trova improvvisamente davanti un tipo vestito interamente di nero con un cappuccio calato sul capo e con un lungo manto sulle spalle che le dice con una voce sussurrata e sibilante "spostati". La ragazza è stupita e indispettita. Quell'uomo, dall'aspetto non certo rassicurante non le è stato annunciato da nessuno e nessuna guardia lo sta accompagnando, e con quale autorità le chiede di spostarsi? Amras lo fissa duramente, non ha la minima intenzione di spostarsi, cerca di guardarlo in viso, ma tutto ciò che scorge dal cappuccio è una cicatrice che taglia in orizzontale la bocca di un uomo. L'uomo dal manto nero aspetta qualche istante, per poi aggiungere: "il conte mi aspetta". Amras, non fidandosi assolutamente di quell'uomo lo scorta fino all'anticamera del conte. Giungono davanti alla porta, l'uomo fa per bussare ma viene fermato da Amras: "prima di farti entrare, devo controllare se sei armato". L'uomo mormora seccato porta le mani sotto il mantello e slaccia una cintura che cade pesantemente a terra. Nella cintura sono infilati diversi pugnali. Uomo incappucciato "non sono abituato ad aspettare". Amras "Allarga il mantello, che io possa controllare". Uomo incappucciato "sbrigati". Amras perquisisce lo sconosciuto e dopo essersi assicurata che non abbia altre armi bussa alla porta del Conte che risponde prontamente "entrate". Amras apre la porta fa entrare l'uomo e lo segue, il conte esclama un "Ah!", il tipo entra e s'inginocchia e poi si avvicina al conte. Amras segue l'uomo controllandolo molto bene, ma uno sguardo del Conte le fa capire di fermarsi dove si trova. Lei obbedisce, assiste alla scena con molta tensione. L'uomo, che ora è molto vicino al conte, si china, apre leggermente il collo dello stivale e ne estrae un sottile coltello, dopodiché tira estrae da una tasca delle pergamene sigillate e porge tutto al conte. Quest'ultimo apre le carte con un'espressione soddisfatta. Rende il coltello al tipo e con un cenno gli fa capire che può andare via. L'uomo accenna un inchino di saluto e si avvia verso l'uscita grattandosi il mento nascosto dal cappuccio con il coltello. Passando davanti ad Amras le sussurra "buon lavoro", dopodiché apre la porta e va via. A questo punto, il conte dice ad Amras di avvicinarsi, lei obbedisce. Conte "Amras, tu non potevi saperlo.... ma quell'uomo ha diritto ad entrare qui in qualsiasi momento." "Hai fatto un buon lavoro, comunque. Anzi... in futuro, continua a tenerlo d'occhio. fidarsi è bene...." e lascia la frase in sospeso "Seguilo, controllalo quando le vedi entrare. rompigli le scatole. E' al mio servizio... ed è lagato alla mia persona, forse, più di quanto non lo siano le guardie. Ma... visto il suo compito... potrebbe perdere... il senso della misura." Amras ascolta attentamente tutte le informazioni utili per svolgere bene il suo compito, quindi si reca dal Capitano delle Guardi di Palazzo, Hector Drungar, per chiedere informazioni su quello strano individuo. Hector Drungar "hai incontrato l'ombra... il fantasma... come lo chiama qualcuno. Bah... ragazza mia, cosa vuoi che ti dica?" Amras "tutto quel che puo' essermi utile per controllare quel tipo." Il Capitano sorride dolcemente poi aggiunge: Hector Drungar "Te l'ha chiesto il Conte?" Amras annuisce con espressione molto seria. Hector Drungar "E' un uomo pericoloso, sappilo. L'ho visto fare con quei coltelli cose impensabili... Arrivò nel palazzo 3 anni fa. Siamo in pochi a conoscere l'intera storia... In effetti al momento la conosco solo io.... Amras annuisce, aspettando che questi continui, soddisfatta per aver chiesto alla persona giusta. Hector Drungar "in quei giorni svolgevo l'incarico che assolvi ora tu. Una notte, di 4 anni fa, mi sveglio di soprassalto per le urla della contessa. il tempo di prendere la spada e correre nelle stanza del conte... apro immediatamente la porta dei loro appartamenti e sento queste parole, sussurrate: "... non posso farlo, quindi avete vinto. Fate di me ciò che volete." "chi ti ha mandato" sentii chiedere dal conte, "questo non posso dirlo" rispose il sibilo, Poi si fermano e guardano me. Il conte mi consegna quell'uomo incappucciato, a cui tolgo subito le armi ed il cappuccio." Amras continua ad ascoltare, incuriosita Hector Drungar "E scopro così che era una mia conoscenza. Era chiamato il Saltimbanco, a causa di una cicatrice che gli solca il viso" Il Capitano si traccia una linea immaginaria con il dito sul viso, partendo da un lobo ed arrivando all'altro, passando per la bocca. Amras annuisce, anche lei ha visto quel segno. Hector Drungar "che gli deforma l'espressione... Era un poco di buono, non so da dove venisse, ma so che si era girato diverse galere. Non sapevo nemmeno il suo nome. Lo misi in una delle celle e ordinai a due guardie di sorveliarlo. Il giorno dopo il conte mi chiamò a rapporto. Mi chiese del prigioniero, voleva vederlo e mi ordinò di portarlo a palazzo. Obbedii agli ordini... pur non comprendendoli. Tante cose non capivo... come aveva fatto quell'uomo ad introdursi nel palazzo senza che nessuno lo scoprisse e perché attentare alla vita del Conte per poi arrendersi... Quando tornai dal conte col prigioniero, era in compagnia del fratello. Sebbene i due non andassero d'accordo, per le questioni importanti si obbligavano a collaborare. Non potei assistere, comunque. Restarono loro ed il prigioniero in una stanza, dopo mezz'ora uscì il conte e mi disse: "Da oggi quest'uomo è al mio servizio". premurati di avvertire le altre guardie Fai in modo che nessuno lo veda in volto e che nessuno conosca il suo nome... Lui non esiste." Amras annuisce. Hector Drungar "Fu il fratello del Conte a darmi altri dettagli. il Saltimbanco avrebbe veramente ucciso il Conte, se la Contessa non si fosse svegliata e avesse urlato. Quanto è successo dopo ha dell'incredibile. il Saltimbanco, pare, abbia detto: "Avete vinto voi. Vostra moglie mi ha visto, dovrei uccidere anche lei, per essere sicuro di aver salva la pelle. Ma io non uccido le donne. Non posso farlo. Quindi avete vinto voi" Amras sembra perplessa e continua ad ascoltare Hector Drungar "Ma non volle rivelare il suo mandante, nemmeno dietro la minaccia della tortura. Il conte pare fu colpito molto dalla dedizione di quell'uomo che gli propose di riscattare la sua vita. Da quel giorno, il saltimbanco, lavora per riguadagnare la libertà. Cosa lo tenga legato al conte io non lo so... ma è un fatto che, pur godendo di libertà e privilegi, sia sempre tornato qui e non abbia mai fatto danni." Amras "che tipo di incarichi svolge?" Hector Drungar "fondamentalmente è una spia. Il Conte ha molti nemici nella socità di Feith. E quell'uomo, spesso, è riuscito a fornirgli prove per sconfiggerli." Amras "... una spia, con quella faccia? non passa inosservato" Hector Drungar "Per questo non mostra il volto... e nessuno, tranne me, il Conte e suo fratello e due guardie lo ha mai visto in volto." Amras ascolta e si informa sulle abitudini del tizio, ma il capitano allarga le braccia. Hector Drungar "Niente che io sappia, arriva come il vento e va via altrettanto velocemente. le guardie lo consocono e lo fanno passare." Amras "e nessuno e' mai stato messo sulle sue tracce per scoprire qualcosa sul suo conto?" Hector Drungar "Da quello che so, il fratello del Conte aveva indagato più a fondo. Noi ci siamo limitati a svolgere il compito che ci è stato richiesto, ma ora... sembra che il Conte non si fidi più... specie da quando il fratello è scomparso." Amras "capisco, e che cosa si sa della scomparsa del fratello del Conte?" Hector Drungar "Nulla. un mistero. Non si sa neppure se sia veramente scomparso. Anche in passato era restato spesso lontano per molto tempo." Amras "quanto tempo fa e' scomparso?" Hector Drungar "quattri.... cinque mesi." (circa 3 - 4 mesi prima dell'arrivo di Amras) Amras "e dove alloggia questo saltimbanco si sa?" Hector Drungar "No. Non a palazzo, almeno." Amras "so che al Conte e' anche scomparsa una figlia Amras ... c'entra qualcosa?" Hector Drungar "una brutta storia... vieni con me..." Amras annuisce e segue il Capitano all'interno del piccolo edificio che funge da caserma delle Guardie di Palazzo. Entrano in una stanza, qui il Capitano apre una credenza e prende due bicchieri ed una bottiglia di vino, poi riempie ambedue i bicchieri e ne porge uno ad Amras che lo accetta di buon grado sedendosi. Hector Drungar "la Signorina Edien... Che triste destino... Sanno gli Dei se è ancora viva. Ma qui non tornerà mai più. Avrai visto il quadro..." Amras annuisce Hector Drungar "e ti avranno raccontato la storia, immagino." Amras "... Amras piu' o meno." Hector Drungar "Non credo ci siano legami con la scomparsa del fratello del conte. O forse è partito per cercarla, erano molto uniti. La signorina andava più d'accordo con lo Zio che con il Padre... Fortunati noi a nascere plebei, Amras! Saremo poveri, ma almeno padroni del nostro destino!" Amras "... voi la conoscevate bene? " Hector Drungar "No... io sono solo una guardia" il Capitano sorride leggermente. Hector Drungar "Ed è successo tutto diversi anni fa ." Amras "gia'..." Hector Drungar "Quando sono arrivato qui lei aveva già vent'anni. Pochi per un elfo, abbastanza per un uomo. Passava diverso tempo con noi guardie, voleva imparare a combattere a cavalcare... tutte cose che la famiglia le impediva di fare... tutti eccetto suo zio." "sai... i giovani... le guardie giovani intendo, erano tutte innamorate di lei!" Amras "..." Hector Drungar "E poi è successo che lei è rimasta bambina e noi siamo diventati tutti vecchi e grassi". Il Capitano scoppia a ridere. Amras resta un po' interdetta, pensando che Hector Drungas regga poco l'alcol. Hector Drungar "Scusa... mi faccio trascinare dai ricordi. ma... quando lavori per tanto tempo in un posto, finisce per diventare la tua casa, e le persone per cui lavori, la tua famiglia." Amras "... e' molti anni che lavorate qui?" Hector Drungar "Sono arrivato qui che non avevo neanche vent'anni. Ora ne ho più del doppio. Amras annuisce. Amras "il tempo passa." Hector Drungar "... il tempo passa... guarisce le ferite... porta via le persone... ma l'odio continua a vivere. Anzi... quello si nutre con il tempo." Amras "gia'. proprio cosi'. Hector Drungar "Amras, se mai odierai qualcuno, chiediti prima se ne vale la pena." Amras beve un sorso lungo dal bicchiere Hector Drungar "sei una che parla poco, eh?" Amras alza gli occhi sul capitano, accenna ad un sorriso. Hector Drungar "un tempo anch'io ero così." Il capitano si versa il secondo bicchiere Hector Drungar "riuardo al saltimbanco..." Amras "si..." Hector Drungar "non preoccuarti per lui. sorveglialo, fai ciò che ti è stato chiesto." Amras "si." Hector Drungar "ma non credo che servirà." Amras "tanto meglio." Hector Drungar "certo... non si può mai dire.... tu comunque hai un doppio vantaggio, sei una guardia del Conte, e lui non farà mai uno sgarbo al conte. E sei donna, per cui non farà mai uno sgarbo a te." Amras si irrigidisce, annuisce meccanicamente Hector Drungar "... strano personaggio, non c'è che dire. Ricorda che la brava guardia è quella che sfrutta tutti i vantaggi che la situazione le mette a disposizione. E spesso, è questo a fare la differenza fra la brava guardia morta e quella viva." Amras "lo terro' a mente. Amras si alza in piedi Amras "devo tornare alle mie mansioni, grazie di tutto, Capitano" Hector Drungar "Ah... un'ultima cosa..." Amras si ferma per ascooltare Hector Drungar "se dovessi scoprire qualcosa in più su quel tipo, fammelo sapere." Amras "d'accordo. dopo averne informato il Conte ne informero' voi." Amras si allontana, tornando ai suoi incarichi.