L'indomani mattina Amras si sottopone alla seconda seduta di tatuaggio, e quando finalmente si riprende viene a sapere che si dice in giro per il campo che anche il giovane figlio di Kay Fay si sacrificherà. Va quindi di volata a cercare il Saltimbanco, assolutamente furiosa e fuori dalla grazia degli Dei. Il saltimbanco è sdraiato su un prato, al sole, sembra dormire. Amras gli si avvicina senza tanti complimenti e lo scuote per un braccio. "Sean" il saltimbanco apre un occhio. "siediti, parla e cerca di essere rapida" Amras si siede di scatto. Ha la voce molto agitata. "Dicono in giro che il figlio di Fay si sacrificherà". Sean apre anche l'altro occhio "il figlio di Fay? L'inutile moccioso?" Amras annuisce. "Così dicono in giro. Tu ne sai niente? Non sarà mica vero!" "io non ne so nulla. Ma se è vero bisogna dargliene atto. Bravo ragazzo... dimostrerebbe di essere un vero membro di questo clan e non il moccioso viziato che credevo... la cosa ti turba?" Amras guarda Sean con occhi allibiti. "La cosa mi turba? LA COSA MI TURBA?? Sean sei pazzo? Airt è un ragazzino... non puo' suicidarsi!" "Ragazzino? Per cominciare è un uomo fatto. Secondo, non va a suicidarsi, ma impiega la sua vita per il bene del clan." Amras scuote il capo con veemenza. "il clan che se ne fa della morte di un ragazzo?" Sean sospira e si mette seduto. "In fondo non è colpa tua se non ti hanno educata... Amras, tu sai cosa ne pensiamo noi della vita e soprattutto della morte?" "cosa ne pensate, VOI, della vita e della morte?" "la morte non è la fine, come per voi gente colta ed istruita. E di vita non ce n'è una sola... per cui non ci siamo attaccati con le unghie. Noi impieghiamo le nostre vite come meglio crediamo... spegnendoci lentamente come candele o bruciandoci in un istante con un grande bagliore. Artis ha deciso che questa vita la impiegherà così, utilizzandola tutta in una volta per il bene del suo clan e di suo padre." "Ma perchè? Anche ammettendo che ci siano altre vite, perchè non viverla per intero, questa che ci è stata data? E a che cosa puo' servire, ad un clan, la morte di un ragazzo?? Sarebbe molto piu' preziosa la sua vita..." Amras fa una pausa, respira. "Ieri sera ci ho parlato... Sean, perchè non provi a convincerlo a lasciar perdere? Ho paura che anche le tue parole lo abbiano spinto a questa decisione. Tu che gli hai mostrato apertamente il tuo disprezzo... forse anche questo lo ha spinto a una scelta estrema... per conquistarsi il rispetto del clan... fai qualcosa, ti prego..." "Parlarci? Semmai dovrebbe essere lui a parlare con me... per convincermi a fare la stessa cosa. Amras cerca di ficcartelo bene in testa, per noi non c'è niente di male in ciò che sta facendo, anzi. ha deciso che questo è il modo migliore per sfruttare la propria vita. Che ti piaccia o noi, la sua famiglia ne è orgogliosa e ammirata." Amras è sconvolta. "ma a che serve!" "Serve ad avere il consenso degli spiriti e a ringraziarli per quanto hanno fatto." Amras guarda Sean, sconsolata. "perchè mai gli spiriti dovrebbero essere contenti della morte di un ragazzo? sono così malvagi?" Poi fa una pausa: "quando sono stata nella chiesa di Pyros, qualche anno fa, abbiamo in alcune occasioni catturato delle persone che sono finite sul rogo. Le ho viste finire sul rogo, ardere vive. Conosco il fuoco, l'odore sprigionato dalla carne, le grida disperate... Sean, non c'è niente di buono, niente che possa piacere ai tuoi spiriti... niente che possa piacere a nessuno" "bene, hai detto la tua. Qui non crediamo tu abbia ragione, ti piace di più? Quel ragazzo ha preso una grande decisione. Può piacerti o no, puoi condividerla come no, o addolorarti come fanno i contadini quando muoiono le loro vacche, ma non puoi cambiare le cose". La ragazza fissa il Saltimbanco con astio. "Non te ne importa niente che tuo fratello vada a farsi ammazzare. Datti fuoco pure tu, se è una cosa così bella" Il Saltimbanco si sdraia nuovamente incrociando le mani dietro la testa. "Per me quel ragazzo è da lodare. Dovresti essere fiera di lui, altrimenti lo offendi e basta... Amras, ti stai comportando in modo indegno". Amras sbuffa. "Ammazzami, se ti disonoro il gonnellino" "sai che lo farei. Quindi smetti di infastidirmi..." Sean fa una lunga pausa "Ti ho detto come stanno le cose, sta te accettarle o scomparire, ora e per sempre. Domani sera dovrai assistere al sacrificio di nostro fratello". "Non c'è alcun motivo che io vi assista". "E' tuo fratello e lo fa anche per la tua famiglia" Sean lancia un'occhiata obliqua ad Amras "se non vuoi sei libera di andartene. Ma se resti sarai presente... a costo di costringerti con la forza o spezzarti le gambe, non disonorerai quel ragazzo" Amras si volta per non guardare il Saltimbanco in volto, la sua voce è molto scossa. "non mi chiedere questo Sean... non voglio vederlo morire, non posso vedere il volto di sua sorella, dei suoi genitori... con le mie lacrime li addolorerei soltanto..." "Allora non piangere. Non c'è nulla da piangere" "io non capisco questi sacrifici..." La ragazza piega il capo sulle ginocchia e non dice altro. I capelli le nascondono il viso. il Saltimbanco allunga un braccio dando una lenta carezza sulla testa di Amras. "Se non riesci a capirlo, almeno sforzati di accetarlo. Fallo almeno per quel ragazzo". Poi, lentamente, si alza. Amras alza per un momento gli occhi sul Saltimbanco, non risponde, ma poggia di nuovo il viso sulle ginocchia. Sean si allontana grattandosi la testa.