Il secondo risveglio di Porter

Siedi ad una scrivania massiccia, davanti a te un libro aperto.
È scritto con caratteri strani, che non sei in grado di leggere. Hai una penna intinta nell'inchiostro e stai facendo osservazioni al margine del testo.
La finestra davanti alla scrivania è spalancata, vedi fuori il lago quieto e soleggiato, i boschi sulle pendici delle colline, il cielo azzurro e i colori della primavera.
Chiudi gli occhi e li riapri più volte, avvertendo una fitta alla tempia.

"Bene bene.." dici poi, a voce alta, con una voce che non ti appartiene: "il bastardello di mia figlia non è dunque morto? E non ha nemmeno avuto la saggezza di tornarsene alla misera sua vita ignorante?"

Ti alzi e ti guardi intorno, nella stanza opulenta e ordinata. Sul grande letto vedi un ritratto di donna, di una donna bellissima mamma! e vedi una grande libreria affollata di volumi. Poi raggiungi una cornice coperta da un drappo nero.

"Vediamo un po' che faccia hai!"
Scopri il drappo, vedi le tue mani, le mani di un uomo anziano, bianche e sottili, ricoperte dalle fini linee azzurre delle vene. Ma lo specchio riflette il tuo volto, Porter, e sei armato, armaturato, e accanto a te, di lontano, si intravedono i tuoi compagni addormentati.
Ti osservi a lungo e ti passi la mano sul volto, la mano giovane e forte che possiedi, infine ti sorridi compiaciuto.

"Sembri un tipo sveglio! chissà che non si possa fare amicizia, noi due! Potremmo avere entrambi da guadagnarci"

Copri di nuovo lo specchio col drappo nero e torni ad affacciarti alla finestra. Un uccellino si è poggiato sul davanzale, lo accarezzi prima che voli via.
E mentre lo osservi volare lontano, tutto il paesaggio si dissolve nella nebbia, lasciandoti solo nelle tenebre, e sveglio di nuovo.