La prima Visione

Il pianto disperato di un bambino ti spinge via, fuori dai sogni.
Apri gli occhi ed intorno a te e' tutto buio, la notte ti avvolge con il suo mantello fitto e nero. Al tatto riesci a metterti a sedere e sei sulla pietra umida del pavimento, poca paglia ti protegge dal suolo.
Ti trovi in un ambiente molto grande, tanto che la voce del piccolo che grida nel buio sembra provenire da tutte le direzioni. Pero' tu sai qual e' la direzione giusta, e cominci a gattonare verso di essa.
Hai ancora sonno, avverti il peso delle palpebre che vorrebbero chiudersi di nuovo, e per di piu' fa freddo a muoversi sul pavimento, preferiresti tornare al tuo tiepido giaciglio di paglia.
Pero' sei triste perche' sai che e' il tuo fratellino che piange. Sai che gli stanno facendo del male, e vorresti proteggerlo.
Continui ad avanzare nel buio, finche' non sbatti la faccia contro la parete. Senti l'olio appiccicoso che ti impiastra, ti pulisci con la mano e prosegui in piedi, appoggiandoti al muro, fino alla porta.
Ti appendi alla maniglia e cerchi di aprirla.
Ma e' dura, e' troppo dura, e sostiene il tuo peso senza muoversi.
Oltre la porta il pianto si interrompe con un grido strozzato e cala il silenzio.
Trattieni il fiato anche tu, restando in attesa.
Quando distingui il primo dei passi che si avvicinano lasci la maniglia, e arretri nel buio.
Senti quei passi pesanti ed il pavimento che vibra spaventato sotto di essi.
Tu cadi a sedere, strusci piu' lontano dalla porta, finche' non avverti contro la tua schiena il freddo della pietra.
Ma i passi sono ormai dietro la porta, e tu hai troppa paura persino per respirare. Stringi gli occhi e ti mordi le labbra finche' non senti il sapore del sangue, ma poi sbatti la testa all'indietro di scatto contro il muro, e perdi i sensi.