Dormi bel bambino
che la mamma è qui vicino,
dormi e non fiatare
che non ti debbano ascoltare.

Perché il buio è nero,
un'aquila vola in cielo,
porta, rapido destriero,
un uomo in scuro velo.

Vola su, vola giù,
zitto, bimbo mio,
è il Marchese di Uhr,
che vuol farsi dio.

Mangiar gli infanti,
masticar poppanti,
per diventar più pazzo,
per sedere nel palazzo.

Ecco, salutano i cani,
è sceso giù,
li senti? Fanno bu bu.
Zitti, zitti: tornate domani;

portano fieri
il Marchese di Uhr:
sono grigi, sono neri,
chi cercano sei proprio tu!

Dormi, dormi sul cuscino,
mio piccolo bel bambino,
che non senta il tuo pianto,
che si perda nel gelido manto.

Che non veda i tuoi occhi blu
con le pupille di sangue e di ghiaccio,
che resti stanotte all'addiaccio
il Marchese di Uhr!

Dormi, dormi bimbo bello
che non torni il dentuto leone
dal cancello lo storni
la Santa, Santissima Icone.