Ela, rimasta presso il Monastero della Salute di Reyks, trascorre tutta la fine del 508 P.F. sotto le vigili cure del grande Igùmeno Leone di Lernos, ove approfondisce la sua vocazione di Guaritrice dell'Alba, impara nuovi metodi terapeutici, legge testi sacri, perfeziona la sua scrittura e soprattutto viene ordinata Predicatrice di Reyks. Come unico segno di riconoscimento del suo rango e della sua missione le viene donata una fascia bianca da tenere legata sul capo a mezzo della fronte con raffigurato il Simbolo del dio. Il 2 gennaio del 509 P.F. viene convocata dal Santo Igùmeno. Nella piccola cella di quest’ultimo le viene comunicata la decisione, presa dai suoi superiori già molto tempo prima, di farle continuare la sua predicazione e il suo servizio nelle terre tormentate dell’Est: è comandata al Monastero dei Guerrieri Immortali ai confini dell’Impero, presso il Passo di Myst. Immediatamente il pensiero della giovane Sacerdotessa corre a Kos-Tun e il cuore comincia a battere di un certo turbamento. Tuttavia la piccola Ela ha imparato che nella Chiesa la Fede richiede Obbedienza e si accinge a partire. Fa freddo e le cime delle montagne appaiono ricoperte di neve. Nel suo piccolo carro ci sono i suoi effetti personali, i suoi attrezzi medici, un piccolo libro di preghiere di Reyks molto ben confezionato e scritto in grafia chiara e leggibile, donatole dall’Igumeno, viveri e poco altro. Il carro è guidato da un brav’uomo di montagna, che in gioventù faceva il corriere postale, tale Dolmas, e accompagnato da un silenzioso Paladino di Kayah a cavallo, Fra’ Theòdoros. Sul carro sventola il vessillo della Chiesa di Reyks. Il viaggio è lento, le soste e le allungatorie sono molte. L’ultimissimo tratto è particolarmente scioccante. Il piccolo carro viene scortato per piccole strade inaccessibili, da poco tracciate o malridotte, da guarnigioni di akrìtai (soldati limitanei). Spesso appaiono rovine di villaggi e talvolta persino di città, Strani luoghi di culto per lo più diruti con Simboli di Pyros posticci. Agli sguardi interrogativi di Ela Fra’ Theòdoros risponde con una sola parola: “Abbùl”. Dolmas aggiunge che è stato per ordine dell’Igumeno Leone che hanno fatto il giro più largo, penetrando fin nel Tema di Nikéa, affinché Ela vedesse bene parte delll’oggetto della sua prossima missione. Poi solo montagne, impervi sentieri e nevi. L’Ipologarco degli akrìtai che dà un cenno di saluto ad una guarnigione di Nani armati fino ai denti, il cambio della guardia tra gli uni e gli altri e le vie ripide e scoscese, il Paladino con il cavallo tenuto per la cavezza, i Nani sospettosi e guardinghi, i fischi, i corni di saluto, i segnali battendo le armi sullo scudo. L’atmosfera è cupa, ma gli Dei sono presenti. Il Sacro Potere, da lungo tempo silente, torna a scorrere, a fluire. I primi di marzo appare il superbo complesso dei Guerrieri Immortali. Adagiati su un grande altopiano i Quattro Monasteri e le Tre Roccaforti Palatine dominano verso nord gli scuri monti di Benson, verso sud le terre tormentate del Tema di Nikéa, verso oriente i confini di Abbùl infedele e, lontana, sperduta fra i nomadi, la Marca di Uhr. Il complesso è cinto di mura solide e forti che incombono sui pendii. Il Monastero della Luce Militante guarda verso sud-est al Sole nascente e alle sedi del Divino Interprete, e così l’imponente Roccaforte dei Custodi della Fede. A nord è puntato feroce il Monastero del Giudizio di Guerra con al fianco la Roccaforte della Spada Sguainata, verso le terre consacrate al dio. Al centro dell’elevato pianoro il Monastero della Notte di Luna, protetto dalla Roccaforte dei Fratelli della Buona Morte, e, più piccolo fra tutti, il Cenobio delle Anime Salvate con al fianco l’organizzato Ospitale dei Paladini. E’ qui che Ela viene accolta dal largo sorriso del panciuto Igùmeno Eleuthérios e dal silenzio dei quindici Guaritori del Cenobio. La vita nel grande complesso monastico dei Guerrieri Immortali procede scandita dalla preghiera e dalla cura ai feriti. Qui confluiscono infatti i più gravi degli akrìtai del confine orientale, vittime delle continue scaramucce con gli Abbulìti, e i Nani delle Schiere del Nord, talvolta colpiti da affezioni misteriose e orrende ferite. Ai Guaritori delle Anime Salvate occorre molto impegno e molta fede per soccorrere tutti e più di una volta, con tristezza, essi devono cedere il campo ai monaci della Notte di Luna. L’atmosfera sarebbe cupa e senza speranza, la decadenza dell’Impero sembra coincidere con il prevalere della Tenebra e dell’Eresia, se non fosse per le preghiere costanti, gli inni, le cerimonie, i riti comuni dei Predicatori e dei Paladini di tutte le Chiese della Luce. Ogni mattina Ela e il Santo Igùmeno Eleuthérios escono presto dalle potenti mura, accompagnati solo da un Paladino di Kayah, salgono sopra un’altura rivolta ad Oriente e salutano l’Alba sorgere sull’Impero e sui Temi del Nord. I quindici austeri Guaritori del Cenobio compiono lo stesso rito al crepuscolo, volgendosi ad un’opposta altura, e salutano il Sole che si nasconde fra gli Allston e si inabissa lontano nel mare, lasciando il posto alla Luna. Ela nei lunghi mesi che passa ai Guerrieri Immortali trova modo di approfondire ancora la sua vocazione, apprende molti riti e molti usi sacri, è condotta più volte nelle ricche biblioteche dei Monasteri, soprattutto vede risvegliarsi forte il suo Potere e una pace profonda avvolge il suo cuore, i malati e i feriti, quando la vedono, sorridono e godono, così dicono, un attimo di paradiso. E’ l’unica donna di tutto il complesso monastico, vive in una cella riservata del piccolo Cenobio delle Anime Salvate ed è obbligata alla castità per tutto il tempo della presenza nel Monastero. E’ universalmente conosciuta come “la Sacerdotessa”. I Nani, quando giungono ai Guerrieri Immortali, la onorano e la rispettano, dicendosi fra loro soltanto “ha imposto le mani sull’Eroe del Mustblach”. Il Passo di Myst, pur così vicino, Ela non l’ha mai visto, l’Igumeno Eleutherios dice che è troppo rischioso andare lì. Lo immagina come una serie di oscuri canali nella roccia guardati da Nani seri e guardinghi, percorsi da bianchi Paladini di Dytros pesantemente armati, benché le abbiano detto che solo alcune zone del Passo hanno questo aspetto.