Caro Luran,

Volevo parlarti, sfogarmi un po', chiederti alcune cose… è divertente, sono giorni, mesi, che viaggiamo insieme ma non riesco a trovare l'occasione di parlarti a quattr'occhi.
Prima di tutto voglio ringraziarti, se non ho seguito il destino dei miei bambini (già, bambini, pare fossero due) lo devo esclusivamente a te, alla tu premura, alla tua abilità. E' passato già un po' di tempo… e ti ringrazio solo oggi. Essere aiutata da qualcuno è una cosa che ancora mi è estranea. Nella mia vita passata mi sono trovata assai di rado nella condizione di dover dire grazie a qualcuno e ancora oggi, essere aiutata così, senza che io lo chieda, è qualcosa che mi mette un po' a disagio…

Grazie anche per non aver detto a nessuno la verità, mi avrebbe creato moltissime difficoltà, so-prattutto con Cormac. Si sarebbe stretto ancora più a me e avrebbe finito solo per soffrire di più. Spero che presto riesca a separarsi da me e che diventi "solamente" un amico… se avrai mai l'occasione di parlargli di questo… prova a fargli capire che non sono la donna adatta a lui e lui non è l'uomo adatto a me. Spero tanto che se ne renda conto il prima possibile… per lui… e per me.

Grazie anche per le cure che mi hai dato recentemente. Quello che ti ho detto non era ironico, mi ha fatto veramente piacere aprire gli occhi e vederti, mi infondi sicurezza e tranquillità.
Quando ti ho visto ho capito che era tutto finito, che entro breve sarei stata bene…

Sai, sono contenta di scriverti. Forse di tutto il gruppo, sei l'unica persona che può capire ve-ramente quello che dico.
Forse perché, alla fine, siamo simili. Ambedue abbiamo lottato, o lot-tiamo, contro cose come diffidenza, ignoranza, pregiudizi, abbiamo dovuto nascondere noi stessi, per paura o necessità. Ci siamo dovuti nascondere dietro delle maschere…. E abbiamo dovuto imparare ad aver a che fare con qualcosa più grande e potente di noi, imparare a controllare e a convivere con dei "doni" meravigliosi e terribili assieme.
Quando parlo con gli altri di quella che era la mia vita… non sempre mi capiscono. Persino Alice, che è la persona a cui sono più legata, non può capire ciò che le dico… alle volte è fru-strante… molto frustrante.
Immagino che ti sarà capitato tante volte anche a te, anche con noi, magari con me; chissà quante volte sarai stato frainteso, deriso, disprezzato per quello che conosci, per quello che sai fare e per quello che pensi…. Proprio per questo, forse, sei riuscito a sopportarmi, a non rinfac-ciarmi mai, ad esempio, di averti fatto tenere prigioniero da un inquisitore…. Credo tu abbia tante qualità positive quanto tu sia introverso e rispettato…

Ora però basta però, non voglio annoiarti oltre, né fare la figura della ragazzina petulante. Grazie di esserci stato quando ho avuto bisogno, grazie di aver letto queste mie righe.

Con affetto,

Aska