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Guelfo - il bambino

Guelfo da Flavigny, come ama presentarsi, � un ragazzo di statura media (175) e di costituzione tutt'altro che erculea.
Ha capelli scuri, quasi neri, piuttosto lunghi e scarmigliati, gli occhi tra il verde e il nocciola, e una carnagione piuttosto pallida. I lineamenti del suo viso sono gradevoli, e sebbene non abbia un'aria particolarmente marziale, lo sfregio sullo zigomo sinistro gli conferisce del carattere. Non porta barba. Ha i modi e gli abiti del signorotto di campagna, temperati dai vezzi irriverenti della goliardia amerita. Non manca, quando lo richiedano l'etichetta o la necessit�, di addobbarsi di spada e spadino.

Da bambino Guelfo era pi� piccolo e gracile dei suoi coetanei, e vestiva con abiti poveri, piuttosto logori e perennemente rammendati dalla zia Adele. Giocava con gusto con gli altri bambini, ed era piuttosto vivace nonostante i tragici lutti subiti in tenerissima et� (il padre mor� in un incidente di caccia, la madre mentre dava alla luce la sorellina minore, e quest'ultima la segu� presto nell'abbraccio di Kayah). Col passare degli anni restava sempre pi� spesso in casa, per assistere la zia nelle faccende e accudire il nonno Avilio.

Il piccolo Guelfo non si avvicinava mai, per nessuna ragione, alla forra nebbiosa che si estende a poche centinaia di metri dal margine del bosco, da quando la vista di una carcassa di cervo divorata dai vermi e straziata dalle beccate dei corvi lo spavent� a morte. Tutt'ora il giovane non si trova affatto a suo agio nei boschi, e se ne tiene alla larga.

Guelfo adorava ill bastone del padre, decorato con piccole incisioni di animali della foresta. Spesso, la sera, se ne stava seduto davanti al camino e se lo faceva girare tra le mani. Aveva l'impressione che alla luce del fuoco le creaturine prendessero vita e si mettessero a camminare su � gi�. Forse, in una gelida serata invernale, Guelfo si era seduto troppo vicino alla fiamma, perch� il bastone prese a crepitare e si incendi�, con grande spavento di zia Adele.

L'unico ricordo di Caen che Guelfo ha portato con se' � il vecchio mazzo di carte di Avilio. Non ha mai voluto saperne di separarsene, ne' all'orfanotrofio, ne' a palazzo di Lord Graham, e tuttora le tiene nell'originaria custodia di pelle di bue con le iniziali del nonno. Le carte ormai sono consunte e poco leggibili, ma Guelfo continua ad utilizzarle nei lunghi solitari in cui si intrattiene quando � nervoso o turbato, e nelle partitelle scherzose con Desire�.

Da bambino Guelfo non sopportava la prepotenza dei suoi coetanei pi� robusti, e soffriva molto nel vedere gli altri bambini scherzare e abbracciarsi coi padri. Stava molto male poi quando, di tanto in tanto, succedevano attorno a lui fatti inspiegabili e potenzialmente pericolosi, per primo l'incidente del bastone paterno.

Oggi ci sono molte cose che Guelfo detesta. La caccia,passatempo che non ha mai voluto imparare presso Lord Graham, e che gli ha portato via suo padre; i soprusi di chi non ha ne' la capacit�, ne' lo stato per ottenere ci� che desidera;
l'insondabile malizia delle donne, che pure ama; la fortuna che sembra prendersi gioco di lui; i dadi, un gioco che ritiene rozzo e da sciocchi, e le corone che regolarmente sacrifica loro; l'idea di non essere all'altezza delle aspettative del suo genitore adottivo, e allo stesso tempo la necessit� di dover rinunciare, prima o poi, alla spensierata sregolatezza che gli ha permesso, dopo un'infanzia difficile, di amare la vita; la possibilit� che il suo "talento" possa sfuggirgli di mano e creare dei guai a cui non si possa porre rimedio.