Il Voivodato di Tepesti


L'ordine del Drago



Estratti dal diario di Vanjar Karnstein


Cumerna, 12 maggio 668

Se ripenso a quando, dieci anni fa, fummo cos� bruscamente liquidati dal Volo del Corvo, umiliati e buttati via come sassetti scomodi da uno stivale, mi viene il desiderio di mandare agli inferi tutti gli Zarovan e i loro ordini.
Sono accaduti prodigi, il segno cupo dell'arcobaleno notturno sul monte Vladeasa, tanti avvenimenti importanti, ma noi eravamo di ostacolo, d'impiccio. E ora improvvisamente questi prepotenti si permettono di convocarci di nuovo, dopo un decennio, dopo che le nostre vite sono cambiate e che finalmente il cupo ricordo di quei giorni sventurati sta iniziando ad affievolirsi.
Ho lasciato mia moglie Nastja e il piccolo Lev dai gitani, tra la nostra gente che potr� proteggerli mentre sono lontano. Ho baciato la fronte del piccolino, e mi chiedo se, nel caso non dovessi pi� tornare da questo viaggio, si ricorder� ancora di suo padre, quando sar� grande.
Ad ogni modo eccoci qua.
Con me � venuto un ragazzo gitano che ho avuto modo di conoscere in questi ultimi tempi, si chiama Micky ed � un tipetto piuttosto agitato. So che nasconde un marchio molto pericoloso, una contaminazione che lo rende particolarmente sensibile alle stregonerie, ed il fatto che la Baba gitana me lo abbia affidato mi lascia assai perplesso. Sa infatti di cosa mi occupo e quali sono i rischi che il ragazzo corre, venendo insieme a me. Mi toccher� tenere gli occhi aperti per evitare che combini troppi guai, ma non nego che � un ragazzo simpatico, un gran chiacchierone che alleggerisce un po' l'atmosfera coi miei vecchi compagni.
C'� Burian inasprito ancor pi� da questi dieci anni trascorsi nella steppa, e c'� Grun sempre pi� distaccato e tranquillo, e per questo ancor pi� inquietante: si dice che abbia defenestrato un prete nel frattempo, un paio di anni fa.
Il buon Vadim, che sembrava il pi� sempliciotto, alla fine � quello che, di noi, ha probabilmente pi� saggezza. Ha risposto picche alla chiamata degli Zarovan, ha scelto di restare nel suo villaggio, alla sua forgia, insieme alla moglie, ai tanti figli e al suo incarico di Zolnjer.
Il povero Ladimir non � sopravvissuto a quei giorni terribili di dieci anni fa, e del Guardiano dei Corvi nessuna notizia.
Ricostituito alla meglio il vecchio gruppo, ci siamo presentati al palazzo. Ed ecco che il vecchio Slobodan critica pure che ci siamo presentati in pochi.
L'incarico che ha da darci (da imporci, direi pure) consiste nell'andare nel bosco di Manor, trovare quel pazzo di Demstra, dargli un plico ed alcuni doni. Lui ci deve rispondere. Se dice di s� bene, se dice di no dobbiamo scatenare l'inferno sulla terra.
Non sono chiacchiere. Mi ha affidato un sacchetto che contiene ossicini stregati, simili a quelli che utilizz� Istvan, all'epoca, per combattere i gregoriti. Se con Demstra dovesse andar male, il mio incarico consister� nel piantarli nel terreno e scappare pi� veloce possibile. Non penso che il mio "pi� veloce possibile" sar� sufficiente, e l'idea di compiere un simile sacrilegio mi ripugna.
Speriamo che quel pazzo di Demstra sia abbastanza pazzo da dire di s�.

Villaggio di Marna, 17 maggio 668, tarda notte

Siamo barricati alla peggio in locanda, e qui vicino a me c'� Burian con la gamba ferita. Sto facendo bollire della scrofularia sul caminetto di questa stanza per medicarlo meglio, e intanto approfitto del momento di pace per scrivere.
Siamo arrivati qui stamani, trovando tutte le case sigillate con fiori d'aglio. Le voci sentite nei villaggi precedenti di problemi qui e della presenza di una donna dhampir si sono rivelate fondate.
L'abbiamo trovata in locanda, una donna che viaggia da sola, non pi� molto giovane ma ancora piacente, dal carattere permaloso e sostenuto.
Subito Micky ci si � messo a chiacchierare, cercando di attaccarci bottone, strappando qualche risata a noi tre anzianotti.
Parlo anche io qualche minuto con la donna, Marjel � il suo nome ed � stata allieva di Miezco Andrasi, un dhampir dell'et� del mio povero Maestro, che operava in zona di Cumerna. Non ho mai condiviso i metodi n� l'accanimento religioso di Andrasi, e mi sembra che anche questa Marjel sia decisamente bigotta.
In coscienza le ho consigliato di abbandonare il mestiere che s'� scelta, tutt'altro che adatto ad una donna, e di farsi una famiglia, di vivere una vita pi� consona. Lei mi ha risposto piccata di farmi gli affari miei, ed io ho obbedito.
Forse non � stata una grande idea pero'. Ho lasciato che gestisse lei la faccenda della protezione della locanda per la notte, e che si prendesse cura della figlia dell'oste, vittima di un Resurgente.
Il risultato � che stanotte uno di loro � entrato e ha quasi staccato una gamba a Burian.
L'oste infatti ha rimosso i sigilli al caminetto, liberando un varco per il Resurgente, che intanto Micky, spezzando il cerchio di sale intorno alla vittima per fare il simpatico con Marjel, aveva in qualche modo attirato.
Abbiamo ripiegato in fretta in questa stanza, e attraverso la porta mezza sfondata abbiamo scorto per un attimo il volto sfregiato del Resurgente, coperto da un cappuccio.
Molto strano che sia cos� brutto, di solito di notte hanno un aspetto ben migliore.
"Sono grossi sti vampiri, eh?" ha commentato Micky appena abbiamo ripreso fiato, non ne aveva mai visti... se davvero dovr� farmi da assistente penso che ci sar� molto da lavorare con lui!
Ma... un momento! Cosa sono questi lamenti strazianti? Provengono da fuori, e sembrano versi di animali. Temo che il Resurgente, abbandonata l'idea di cibarsi di noi, abbia ripiegato su vittime a quattro zampe.

Villaggio di Marna, 18 maggio 668

Curiosamente gli animali morti ieri notte non sono dissanguati, bens� sembrano essere stati avvelenati da strane bacche che abbiamo trovato nel fieno. C'era tutto un odore selvatico, boschivo nella stalla dove sono morte le bestie, l'odore di muschio, di terra di bosco, un odore inconfondibile.
Annusando quelle bacche velenose ho avuto per un attimo il fortissimo impulso di assaggiarle, e per poco mi sono trattenuto. Veramente inconsueto, mi piacerebbe capire a che genere di piante appartengano.
Curiosa pure una minuscola impronta trovata vicino alla stalla, simile a quella di un uccellino, ma con qualcosa di innaturale. Terr� gli occhi aperti se ne vedo di simili in giro.
Parlando un po' con la gente di qui, in particolare con i vecchi, si scopre che gi� un secolo fa, all'incirca, ci fu una moria di animali. Una donna del posto, che abitava in una casetta (ora ridotta a rudere) al limitare della foresta, fu impalata dallo Zolnjer come strega. Dopodich� iniziarono a morire gli animali, come in seguito ad una maledizione. Venne poi un santo monaco di Morfenzi, Padre Jackab, e scacci� la maledizione.
Curiosamente anche adesso, da un mese, questo villaggio non ha un prete: il vecchio � morto e ancora non � stato rimpiazzato. E da quando � morto � comparso il Resurgente e pure gli animali hanno ricominciato a morire. Difficile credere a una coincidenza, ma difficile pure trovare un collegamento tra i due fatti.
Vado a vedere la casa del prete morto, cercando qualche segno di retaggi pagani, antichi, legati alle tradizioni degli antichi culti naturali. E incredibilmente trovo proprio quello che cerco: foglie di aconito nel cuscino ed uno scrigno con un pugnale con l'elsa decorata col simbolo di Eos, ma la lama di ferro battuto a freddo, cos� come vuole la tradizione per combattere le creature diaboliche. Prendo il pugnale, chiss� che possa tornarmi utile.
Il vecchio prete insomma rispettava le antiche tradizioni.
Intanto Marjel continua le sue ricerche nella caccia al Resurgente che funesta questa zona. Le sue vittime sono tutte belle ragazze, una delle quali, la prima, � morta, mentre le altre sembrano sotto controllo.
Nel pomeriggio facciamo con Burian e gli altri un giro per i boschi circostanti, e esaminiamo le stalle nella zona. Il mio vecchio amico ha ancora gli occhi buoni, perch� trova uno strano spillo simile ad una spada in miniatura, vicino all'accesso di una delle stalle.
Per il resto nella vecchia casa della strega e nei paraggi l'odore di bosco � intensissimo, ma in fondo siamo in un bosco...

Villaggio di Marna, 19 maggio 668

Stessa storia di ieri, un'altra stalla del villaggio sterminata dalle bacche profumate.
Curiosamente ai piedi della porta di legno della stalla c'� una piccola apertura di un palmo o poco pi�, fatta di fresco, con accanto le impronte strane che avevo gi� notato ieri. Mi viene la stramba idea che creature del piccolo popolo, dai boschi qui intorno, si siano introdotte nella stalla per avvelenarne gli occupanti. L'idea sembra tratta da una favola per bambini e fa un po' ridere persino me, ma paradossalmente farebbe quadrare molti dettagli misteriosi.
Stanotte io e Micki ci nasconderemo nell'ultima stalla del villaggio ancora non visitata dai nostri "amici", e speriamo di scoprire qualcosa di interessante.
Mi incuriosisce molto questa vicenda, � sempre interessante incontrare nuovi aspetti del sovrannaturale, non necessariamente legati alla tenebra pi� oscura. Nonostante Burian scalpiti per andare e proseguire nel nostro incarico (ma che fretta avr� di incontrare quel pazzo di Demstra!), restiamo qui ancora un po' a curiosare.

Villaggio di Marna, 20 maggio 668, al mattino

Insomma io e Micky stavano nella stalla, e ingannavamo il tempo beatamente fumando uva spina, quando sentiamo uno strano picchiettare in basso, vicino alla porta. Poggio la pipa. Sono dei piccoli colpi, come un bussare. Nel mentre alle nostre spalle si sente un tonfo, fuori dalla stalla, ed un lamento con una vocina strana, un'espressione infastidita.
Micky prova a illuminare la zona ma non vediamo nulla. Allora usciamo cautamente per fare il giro della stalla, ma non si vede nulla oltre a delle tracce simili a quelle gi� incontrate, simili ad uccellini. Nella stalla c'� ora un odore pungente di bosco, al solito, ma quando ci siamo svegliati, stamattina, gli animali erano tutti vivi.
Ci siamo messi ad ispezionare la porta, finch� non ho scorto una strana, minuscola incisione in basso, che sembrano delle lettere: G E R R E. Che significa? O sono i miei occhi che mi ingannano?
Tra un po', dopo aver mangiato qualcosa, andremo a ispezionare anche le altre stalle, magari ci sono simili incisioni anche l�.

Villaggio di Marna, 20 maggio 668, a sera

Chi non muore si rivede!
E contro ogni logica previsione, il Guardiano dei Corvi non � morto.
Si � presentato in tarda mattinata alla stalla che stavamo ispezionando, preceduto dal vecchio Vlad, la sua cornacchia dai poteri insensati.
"Non � il primo corvo che vedo con la mania delle chiese" ha detto Burian quando l'ha visto, e nonostante gli abbia fatto notare che era posato su una stalla, e non su una chiesa, era proprio sempre lui, quell'animalaccio del Guardiano.
Burian nonostante gli anni ha ancora gli occhi buoni, tant'� che ha trovato tra l'erba uno strano cappuccetto simile ad un calzino, adatto per piedi di bambolotto.
Tutto intorno c'� un'orma sola del solito piedino a zampetta.
Insomma arriva il Guardiano dei Corvi, che � invecchiato ma � sempre il solito vecchio attaccabrighe spaccone di un tempo. Ci racconta di avere incontrato Demstra alcuni mesi prima, che gli ha "medicato" nuovamente il braccio come fece tanto tempo addietro. Mi mostra il suo braccio destro, che adesso � tutto nerastro, un po' freddo al tatto, ma sembra sano.
Micky � inquieto della presenza del corvo Vlad e, nel momento in cui tocca per curiosit� il braccio del Guardiano ha un sussulto improvviso.
Il Guardiano racconta che da Demstra c'era aria di smobilitazione e probabilmente se ne sar� gi� andato dal bosco di Manor.
Dopodich� si rivolge alla donna dhampir, che gli risponde acidamente e non si sposta.
C'� un gioco di sguardi curioso, che osservo di sottecchi oltre il fumo della mia pipa.
Dopodich� lui si siede al tavolo della donna. "C'� gente che la sa pi� lunga di te", le dice, e fa una breve apologia di noi vecchi compagni dicendo che ce la siamo cavata in molte situazioni. Un po' troppo generoso forse.... ma in sostanza dice alla donna di abbassare la cresta.
"E' tutto qui quel che mi vuoi dire?" risponde lei, acida. Lui parla in Soter col suo corvo (sempre pi� strano) e poi dice alla donna che se vuole collaborare con noi potr� imparare qualcosa. Lei pero' non sembra favorevole.
"Capace che impari qualcosa. Sarai un bersaglio in pi�" le dice lui rassicurante, "oppure puoi continuare a fare il bersaglio da sola".
Decidiamo di restare in paese un altro paio di giorni, poi parlo un po' a tu per tu col Guardiano mentre Micky insiste a fare il simpatico con la donna, che per� continua a scrutare di sottecchi il Guardiano: conoscendo il tipo di educazione che ha ricevuto, probabilmente sentir� puzza di zolfo attorno a lui.
Dopo aver mostrato al Guardiano il plico per Demstra, gli chiedo se non sia in grado di mettere il suo corvo sulle tracce degli strani piccoli visitatori notturni. Lui ci prova, dice qualcosa nella lingua Soter e in men che non si dica Vlad si leva in volo.
Lo seguiamo e poco dopo incontriamo gli altri, e ci inoltriamo tutti insieme nel bosco.
Camminiamo molto appresso al corvo, per alcune ore sempre pi� nel fitto della foresta, finch� finalmente arriviamo ad una strana costruzione circondata da alcune pietre in cerchio.
E' un antico luogo sacro, pagano, un luogo dedicato alle divinit� ancestrali della foresta. Entriamo nella costruzione con delle rampe che scendono, e portano in due distinte stanze sotterranee ricoperte di muschio e di rampicanti, con delle statue, una statua maschile ed una femminile, quasi irriconoscibili per la verdura che c'� cresciuta sopra.
Restiamo l� a lungo io e Micky, mentre i nostri amici, armati fino ai denti come al solito, delusi di non aver trovato un Resurgente addormentato l� dentro (ma li avevo avvertiti che non era il posto adatto a uno di quegli esseri dannati), sono presto usciti fuori.
La zona sembra popolata da strane entit�, che si muovono e pullulano nei paraggi, nascoste. Figure un po' pi� basse di un uomo, che Grun ha per un attimo la sensazione addirittura si possano tramutare in pietre. Queste forme misteriose attirano l'attenzione dei miei compagni per parecchio tempo, mentre noialtri stiamo sotto.
Affidati a Burian gli ossicini dannati (che temevo potessero tenere alla larga ogni manifestazione naturale) resto l� un po', finch� non inizia qualcosa a muoversi sotto il muschio che copre le pareti, e attraverso piccole aperture escono piccole forme umanoidi, simili ai folletti delle storie. Sono creaturine alte due mele o poco pi�, curve, con delle zampette un po' palmate e corte, le braccia lunghe, un nasone sproporzionato e piuttosto pelosette. Hanno buffi vestiti di foglie e frasche, sono
tantissimi, un centinaio.
Ci vengono intorno e si piazzano attorno a noi, scrutandoci. Sono molto buffi!
Restituisco il calzino e poggio a terra qualcosa di commestibile, e poco dopo ne arriva uno pi� grosso degli altri, con un nasone oblungo e il musetto che sembra una caricatura, si arrampica sulla statua e si siede sulla sommit�. Dopodich� inizia a parlare, nella lingua di mio padre.
"Tu me no piace" dice a Micky, "tu morte".
"Lui buono" dice invece rivolto a me.
Ci parlo un po', e anche Micky ci prova, ma lo gnometto non se lo fila minimamente.
"Te zitto, tu morte!" gli dice solamente.
Forse percepisce in Micky quella caratteristica oscura di cui la Baba mi aveva avvertito?
Ad ogni modo riesco a comunicare un po' con lui, che ci dice di andar via da quel luogo.
"Noi avverte voi, qui morte" dice poi.
Gli chiedo se si tratti di un Resurgente, e lui sputa a terra ed annuisce.
Il nanerottolo ci spiega: "noi avverte voi, noi promesso aiutare gente grande. Noi avverte gente grande".
Riusciamo a fissare uno strano appuntamento per stanotte al villaggio: ci aiuteranno a trovare il Resurgente.
E ora stiamo qui in locanda, tra un po' scender� la sera, e la mia curiosit� aumenta di ora in ora. Che curiose creature abbiamo incontrato, bonarie e buffe, e che strano patto devono aver stipulato con la gente di queste terre...
In tanti anni di Resurgenti ne ho visti anche troppi... mentre mai mi era capitato di colloquiare con un simile gnometto. E' un'esperienza decisamente interessante.