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Estratti dal diario di Vanjar Karnstein Breslau, 16 settembre ���. Notte. Un'altra notte insonne, a logorarmi nel rimorso e nella perversione. Un tuono mi ha destato d'improvviso ed ha interrotto uno dei rari sonni non popolati da visioni. Un sonno nero e pesante che mi ha regalato qualche attimo di oblio. Ma ecco la veglia, mentre fuori infuria il temporale e le chiome degli alberi sbattono contro la mia finestra. Rigirarmi invano tra le lenzuola agognando il riposo � una tortura noiosa. Meglio ingannare il tempo con una penna ed una candela, in attesa di essere tanto esausto da crollare, o di udire gli uccelli che si risvegliano al mattino. Adoro l'alba. No, il mio non � fanatismo religioso, n� con il mio mestiere e il mio passato potrei premettermi di spalancare troppo la bocca nel pronunciare il nome di Eos. L'alba mi piace per motivi assai pi� umani: spazza via le angosce che popolano le mie notti, cancella gli incubi. Quasi che gli incubi che mi tormentano fossero fatti della stessa sostanza di cui � fatto il mio nemico. Ma l'alba � lontana, mi attende molto tempo a questo scrittoio, con il mio calamaio di metallo macchiato d'inchiostro e questa candela che si abbassa poco a poco davanti a me. Sono in un luogo tranquillo, una bella stanza riparata dal vento, che mi ha messo a disposizione un vecchio amico. Istvan, ogni volta che mi trovo qui nel paese di Breslau, insiste sempre che io soggiorni da lui. E io lo faccio volentieri: la sua casa � calda ed accogliente, la sua compagnia piacevole. Non si lamenta mai il brav'uomo per aver perso il primogenito in un modo cos� triste, e non fa altro che ringraziarmi per avergli salvato la bella Katcka, la sua ultima figliola. Paradossale a volte quanto possa giovare un paio di salassi. I movimenti degli umori del corpo umano mi hanno sempre affascinato. Lo sgorgare rosso vivo del sangue nel suo viaggio per il corpo, portatore di energia e luce, ed il fluire lento ed uniforme del sangue scuro, che diffonde l'ombra dentro di noi. Da un lato, per i vasi di rosso fuoco, Eos infonde il suo marchio nella nostra carne. Ma al contempo l'ombra pure ci riempie di s�. E' per questo che siamo cos� sempre in bilico tra la luce e le ombre, perch� nella nostra stessa carne viaggiano umori contrastanti. Come sempre � bene che io tenga le mie riflessioni nel privato del mio quaderno. Mi chiedo quale dei due fluidi sia cos� bramato dai vampiri. Se essi desiderino dissetarsi della luce di Eos, che a loro manca, o se vogliano accrescere le tenebre dentro di loro. Oppure se, come noi mortali, sentano il bisogno di entrambe, luce e tenebre, e del loro costante attrito. Il gallo canta! Pensavo che fosse pi� presto, credo che mi coricher� e spero di trovare un poco di riposo nel sonno. Campagna di Goslar, 23 settembre�.. Un tempo il caldo conforto tra le braccia di una donna riusciva a darmi pace, almeno per una notte. Non � la prima volta che capita che un contadino, che curo da un malanno o da vaghe paure, mi offra ospitalit� per la notte, allietata dalla compagnia di qualche servetta o di una figliola. Ho onorato l'ospitalit� del brav'uomo che mi ha dato il tetto, stanotte, grato della compagnia che mi era stata offerta. Ma adesso che la dolce ragazza dorme beata, di nuovo i miei fantasmi sono tornati a perseguitarmi. Il ricordo di Aglaja, la mia antica sposa, non mi d� pace, tormentandomi con la consapevolezza ed il rimorso per essere stato la causa della sua morte. Rivedo i suoi capelli biondi sparsi sul cuscino, il viso sereno e quel pallore innaturale sulle sue gote. No, non era quella la mia Aglaja, non era gi� pi� lei! Eppure, nonostante io mi sforzi, non riesco a rievocarne le espressioni vivaci, gli occhi con cui mi guardava in vita, il battito del suo cuore mentre ci amavamo. Non ho pi� il ricordo della sua carne: Aglaja � rimasta per me soltanto come la statua di cera in cui la morte la tramut�, infine, nella sua piet�. Eppure l'ho amata! Perch� non � suo il volto che vedo sovrapporsi ai tanti delle donne che in seguito ho conosciuto? Perch� ad ogni tremore non � la sua pelle quella che desidero sfiorare? No, che Eos mi protegga dai miei stessi pensieri. Yavlastoch, 12 ottobre ��.. Qual � il sapore del fallimento? Oggi me lo sento in bocca, acre come il frutto del pesco avariato. Ho provato a sciacquarmelo via con una fiasca di Lacrime di Patriarca datami da un contadino, ma non se n�� andato. Mentre stamattina provavo a salvare quell�infante, mi sono chiesto come sarei stato come padre. Se quel bimbo che Aglaja portava in grembo fosse giunto alla luce, in seguito avrei cambiato il mio comportamento? Oppure avrei commesso il medesimo errore, sacrificando alla mia stoltezza non una, ma due creature innocenti? Oggi ho imparato qualcosa a proposito delle tumefazioni celebrali. Quando ho perforato il cranio di quell�infante per dare sfogo all�emorragia interna che lo stava congestionando, il sangue � uscito in un ruscelletto scuro e melmoso, segno che era gi� stagnante. Il malanno � spurgato lentamente, in seguito ha preso a sgorgare sangue chiaro e buono, allora ho tamponato la ferita. Non avevo molte speranze nella salvezza dell�infante, troppo piccolo di et� e debole per resistere ad un simile trattamento. Ed infatti, dopo quello che sembrava un primo tiepido miglioramento, il bimbo � spirato. La madre diceva che il piccino le era scivolato dalle mani mentre lo stava cullando, tuttavia prima di perforare, ho notato il chiaro segno di un�acuminatezza sulla sua fronte. Io credo che la donna abbia mentito e che il bambino sia stato colpito al cranio da qualcosa di simile ad un martello. Non ho prove per dimostrare questo sospetto e il dolore della madre sembrava sincero. Tuttavia mi logoro nell�incertezza: possibile che una madre possa attentare alla vita del frutto del suo ventre? Yavlastoch, 15 ottobre �.. Il secondo suicidio nell�arco di una settimana. La gente comincia a guardarmi con sospetto e non credo sia prudente restare ancora in questo villaggio. Di solito c�� rispetto per chi esercita la mia professione, un rispetto misto al timore superstizioso davanti a chi maneggia la vita e la morte degli altri. Tuttavia quel che di solito mi ripara da briganti e assassini temo si stia rivoltando contro di me. Borelja, quella graziosa ragazza che mi aveva ospitato tra le sue gambe le prime notti della mia permanenza qui a Yavlastoch, finge di non conoscermi e sembra quasi spaventata al pensiero che la gente sappia di quel che � accaduto tra noi. Forse teme di essere rimasta ingravidata, in tal caso la sua creaturina sarebbe considerata da molti maledetta da Eos. Per tranquillizzarla le ho suggerito di prepararsi un infuso di radice di mandragora bollita in un tegame di rame e mischiata ad olio d�oliva per rafforzarne le propriet�. Non so se abbia seguito il mio consiglio, forse la diffidenza ha preso il sopravvento. La gente nei paesi racconta di tutto. Un giorno io sono il buon medico che cauterizza le verruche e amministra rimedi contro il mal di fegato, il giorno seguente sono il Dhampir, il cacciatore di mostri. Dicono che il sangue di chi fa quel che faccio io non sia puro, che soltanto chi � contaminato dal Male possa sopravvivere alla lotta contro di esso. Non sono pienamente fandonie. La contaminazione tuttavia non risiede nel mio sangue, ma nella mia coscienza. Il mio sangue � buono, per quanto possa essere buono quello di una madre bambina, senza un marito, che ha conosciuto l�amore tra i gitani. Se veramente la povera Marjlia sia stata rapita, come dicevano tra i denti le mie vecchie zie, o se sia fuggita per perdersi nel delirio dei profumi e delle danze zingaresche, non si sapr� mai. Io per� preferisco credere che mia madre abbia scelto la libert�. Cosa c�� di pi� bello della libert�, quando hai tredici anni e non conosci ancora il male che c�� nel mondo? Pensare ai racconti sussurrati e arcigni delle mie zie adesso mi fa sorridere. � stata l�invidia ad accrescere lo sdegno che nutrivano per la loro sorella minore. Marjlia � morta sedicenne, ha conosciuto la fame ed aveva le unghie sporche di terra quando l�hanno seppellita. Eppure ha conosciuto la vita pi� di quelle zitelle coi capelli grigi che cadevano a ciocche sulle spalle magre. Loro mi hanno cresciuto senza affetto, ed avranno brontolato: �Van � proprio come sua madre, quando il sangue � marcio non c�� niente da fare� il giorno in cui anche io, ragazzetto, fuggii con gli zingari. A proposito di fuggire. � ora che io vada a togliere la pastoia al mio mulo e a preparare il carretto. Il sole � gi� alto ed � bene che io mi metta in marcia subito, non vorrei che la sera mi trovasse ancora per la via. Slovesck, 30 ottobre ��� Ho raccolto del Farfaro e nei prossimi giorni mi sono ripromesso di studiarlo con calma. La gente di qui lo chiama �il figlio prima del padre� per la sua caratteristica insolita di produrre prima i fiori e soltanto dopo le foglie. Cresce nei luoghi umidi, ai margini dei sentieri. In questo periodo si raccolgono solo le foglie, in quanto i fiori sono gi� appassiti e si trovano soltanto durante l�estate. Una vecchia del posto, Madre Golenka, mi ha detto che per il decotto ci vogliono 30-40 granelli di foglie in un pentolo d�acqua, mentre l�infuso coi fiori, che purtroppo non potr� per il momento preparare, si fa con 10 granelli di fiori in mezzo pentolo d�acqua. Il Farfaro � un antiasmatico, calmante della tosse, del mal di gola e delle bronchiti, ed � un espettorante molto potente. Per il momento ho provato soltanto a fumarne le foglie ed effettivamente ne ho tratto giovamento, il respiro mi si � fatto pi� leggero. Slovesck, 3 novembre ��. Di nuovo l�incubo! Mi sono svegliato di soprassalto e il cuore mi batteva all�impazzata, ho provato a contarne i battiti per distrarmi e trovare un po� di calma, ma so che ormai non riuscir� pi� ad addormentarmi. Dannata Lamja, non sei sazia del male che mi hai inflitto? Ancora torni, sensuale e malefica, a tormentare il mio sonno? Sto sudando, devo pensare ad altro, devo distrarmi. Eppure quel corpo di marmo, quel tepore innaturale rubato alla vita degli innocenti, quelle labbra scarlatte che mi sfiorano� come cancellare una simile visione? L�illusione � mi ha amato? ha provato per me qualcosa di diverso dal semplice disprezzo del dominatore? ha sentito, anche solo per un attimo, nostalgia della sua vita mortale? � ecco che la lorda illusione si � imposessata di me un�altra volta, cos� come il desiderio della carne che non cerca pi� la sposa Aglaja, ma la corruttrice, Lamja. Che Eos mi perdoni. Campagna di Slovesck, 4 novembre ��. Ho vagato di fattoria in fattoria come uno spirito senza requie. Ho somministrato rimedi e benedetto le porte di qualche casa, sigillandole con foglie di timo e aglio. So benissimo che non servir�, e che se veramente i timori di questi contadini sono fondati non basta qualche foglia sbriciolata a tenere lontano il Male. Saranno loro ad aprire la porta, loro ad invitarlo ad entrare nelle loro case e nelle loro vite. Proprio come ho fatto io a suo tempo� No, basta, non posso passare un�altra giornata a logorarmi per l�incubo che ho avuto. Le ombre appartengono alla notte e non al giorno, anche oggi se il cielo � cos� grigio e basso che sembra un�appendice della notte e non la manifestazione della gloria diurna di Eos. In verit� c�� forse del compiacimento in questo mio indugiare nel ricordo del sogno. Devo attingere al mio odio per andare avanti e per non trasformarmi nel tiepido ciarlatano che sto a poco a poco diventando. Sono mesi che non faccio altro che sigillare finestre, infilare aglio tra le labbra di cadaveri che non si risveglieranno mai, curare braccianti stitici o cittadini malati di emorroidi. Dove si sono nascosti i miei nemici? Giacciono al freddo delle loro cripte in attesa di sangue dolce da succhiare? Oppure come le zanzare, che soltanto d�estate hanno bisogno di nutrirsi, cos� loro attraversano periodi in cui non vanno a caccia di vittime? Tebreniza, 15 novembre ��. Mastro Goran mi ha rimediato finalmente l�anice stellato che cercavo. Me ne ha dato una sacchetta di frutti essiccati, la cui corteccia marroncina ha un odore molto caratteristico e che mi ha improfumato le mani. Anche adesso se le avvicino al viso lo riesco a sentire. L�anice stellato � ottimo per purificare un organismo intossicato dai funghi venefici e da altre sostanze di quelle che producono lo spasmo dei muscoli. Ha di positivo il fatto che, a differenza della corteccia di cascara sagrada, si conserva a lungo senza perdere le sue virt� curative. Anche se capita raramente di averne bisogno, questo anice stellato pu� salvare la vita di qualche persona che incautamente abbia ingerito funghi o che sia stata attaccata dal tetano in seguito ad una ferita. Curioso come due mali di origine cos� differente possano trovare ristoro nel medesimo medicamento. Stasera credo che mi recher� nella locanda di Myrcella Valenjova, ho nostalgia del suo arrosto di quaglia con le patate e del liquore di mela che sa fare suo marito. Tebreniza, 15 novembre, a sera ��. Forse sono ubriaco. Tornando qui da Eva mi sono perso tra i vicoletti della citt�, le ombre mi sembravano ampie e fin troppo allettanti. Ad un certo punto, mentre passavo davanti ad un palazzo diroccato, ho sentito l�odore. Quell�odore di decomposizione, di fiori che marciscono nell�acqua per giorni e giorni, di vita che svanisce senza diventare vera morte. Mi � subito venuta la pelle d�oca ed ho sentito i peli delle braccia che mi si rizzavano. Quanto tempo era passato dall�ultima volta che lo avevo sentito? Mi sono guardato attorno e non c�era nessuno intorno a me, soltanto ombre scure. Ero solo e disarmato, e sono stato assalito da un terrore cieco e irrazionale, pi� antico e animalesco di ogni mia conoscenza. Ho allungato il passo ed ogni vicolo sembrava uguale al precedente, un labirinto insensato nel quale ho finito per perdermi completamente. Quando finalmente ho visto le luci di una taverna mi ci sono buttato dentro senza pensare. Luci, vita, ecco quello che prova chi non conosce le ragioni della sua paura quando finalmente ritrova l�umanit� perduta. Non so calcolare il tempo che ho trascorso in quella taverna, ma l�idea di tornare ad affrontare le stradine di Tebreniza in cui mi ero perduto mi atterriva. Una donna ad un tratto mi si � avvicinata, portava le vesti lucide dei gitani ed aveva gli occhi verdi come quelli di un gatto selvatico. Mi ha invitato senza complimenti a seguirla di fuori per appartarci in qualche angolo. Era bellissima e mi sono sentito soffocare dal terrore, mentre lei lussuriosa si passava la lingua sulle labbra vermiglie. No, le ho detto con una voce che non era la mia, no. E poi le ho detto qualcosa di assurdo, insensato. Sono sposato, le ho detto, la mia sposa mi aspetta a casa e devo tornare da lei. Delusa, la donna si � allontanata da me ed � tornata nei pressi del banco. Mi ha rivolto uno sguardo penetrante e immediatamente ho capito che aveva fiutato la mia menzogna e che sapeva pi� cose di me di quante io non ne sospettassi di lei. Una gitana, mi sono detto, non pu� essere dei loro. Eppure non capisco... Ho la testa pesante e, adesso che sono tornato qui, nella stanza che la vecchia Eva mi ha affittato, mi sembra tutto vago come un sogno. A ogni buon conto stanotte ho riservato un�attenzione particolare nella chiusura di porte e finestre, e domattina quando Eva verr� a risistemare il mio letto so gi� che criticher� la puzza di aglio che aleggia qui dentro. Tebreniza, 16 novembre ��. Eva non � passata. Dice che non si sente bene. Subito mi sono preoccupato molto e sono sceso da lei, l�ho trovata ancora stesa nel suo letto, pallida e febbricitante. Senza mostrarmi allarmato, ma anzi con l�aria pi� naturale possibile, le ho chiesto se avesse fatto strani sogni durante la notte, ed ha risposto di no, che non ricordava niente di insolito. La sua finestra era chiusa e tutto sembrava in ordine. Le ho chiesto di spogliarsi ed ho esaminato accuratamente la sua cute, sulla quale non erano presenti segni sospetti. Il mio volto deve aver mostrato un sollievo troppo evidente, tanto che Eva, conoscendo la mia professione, mi ha rivolto uno sguardo intenso e mi ha chiesto se non ci fosse qualcosa di malvagio ad avermi spinto in citt�. Ho detto di no, che ero qui soltanto per comprare delle erbe medicinali, e che in fondo sono quasi soltanto un medico di campagna, poco altro. Non so se mi abbia creduto, per� poi mi ha chiesto di portarle un simbolo di Eos e di mettere il sale nella serratura quando uscivo. Rimedi inutili, a parere mio, tuttavia l�ho accontentata. Il suo malessere ha origine in un�infiammazione delle ghiandole della gola, che sono gonfie e dure al tatto. Ho preparato un decotto di foglie di Farfaro e glie l�ho somministrato, e per la febbre semi crudi di finocchio da masticare. Vedremo domani se sta meglio. Tebreniza, 18 novembre ��. I miei sospetti sono abbastanza precisi. Sono tornato di giorno in quei vicoli, e come gi� una volta mi capit� in passato, ai tempi di Braddok, la loro geografia mi sembrava variare con il mutarsi del mio stato d�animo. Ho faticato a ritrovare quella bettola in cui la gitana dagli occhi felini aveva provato ad abbordarmi, e finalmente mi ci sono trovato davanti. L�insegna squalllida raffigurava uno strano animale con il busto e il capo di donna e al posto delle gambe il corpo di un animale, forse una cavalla, o un�asina. Ho trovato grottesca la raffigurazione e tutt�altro che invitante. All�interno c�era il vecchio oste, che mi ha detto che no, era tutto normale, e anzi chi ero io per fare tutte quelle domande? Per� poi, quando gli ho chiesto con precisione di quella misteriosa donna, ha fatto una faccia scura ed � sembrato preoccupato. Si � presentata come Mjrcal e dal suo accento e dal suo aspetto concordava per ritenerla di origini gitane. Ho chiesto all�oste se le avesse mai visto bere o mangiare qualcosa davanti a lui ed � sembrato incerto, non ricordava. Sicuramente ha pi� volte ordinato del cibo e bevande per lei e per i suoi frequenti corteggiatori. Un episodio aveva colpito particolarmente la fantasia dell�oste. Quando una bambinetta mendicante, che gira di bettola in bettola vendendo rose selvatiche per qualche spicciolo, era entrata nel suo locale, la bella Mjrcal aveva fatto una faccia strana ed aveva risposto in malo modo al giovane che si era offerto di farle dono di qualche fiore. Ho chiesto all�oste se sapesse dove ella abita e mi ha detto che lo ignora, ma che tuttavia viene quasi ogni sera l� nel suo locale. Stasera credo che mi recher� da quelle parti e prover� a seguirla, con la speranza che i miei sospetti non siano altro che illusioni. Tuttavia andr� preparato ad ogni evenienza. Tebreniza, 20 novembre ��. Eos, aiutami! No, perch� dovresti aiutare un misero peccatore come me? In fondo chi altri sono io, se non colui che ha perduto la sua vita per seguire una chimera malvagia? Dopo la scomparsa di Mjrcal continuo a girare per i vicoli e i miei timori si fanno sempre pi� lugubri. Ha fiutato il fatto che ero sulle sue tracce e ne ha approfittato per dileguarsi. Ma dopo aver ispezionato quella casa so che il mio istinto non si era sbagliato. Ella � una di loro, e si aggira chiss� dove per la citt�. Tuttavia penso sia pi� probabile che sia lei a venire a cercare me � e sa dove trovarmi visto che non ho fatto le mie indagini in segreto ma anzi ho fatto in modo di lasciare tracce � piuttosto che io riesca a trovare lei. So come ragionano quelle creature: orgogliose, competitive, con il gusto della sfida e il desiderio ferino di cacciare prede sempre pi� stimolanti. Non � presunzione la mia, ma so di costituire un giocattolo piuttosto divertente per un essere come quello, e voglio sfruttare il vantaggio che ho. Ho abbandonato la pensione di Eva, non voglio esporla a pericoli inutili, e adesso soggiorno in una casa che ho preso a pigione. Sono da solo in tutto l�edificio e non nego che quando cala il tramonto sento la paura che mi stringe le viscere. Ma sono preparato, Mjrcal non pu� nuocermi, nel mio territorio. Sono passati troppi anni, ormai conosco il fascino bestiale che pu� esercitare una femmina di vampiro su un uomo vivente. Ho imparato a resistere a certe seduzioni. Adesso che siedo davanti alla finestra di questa stanza, al primo piano, guardo il sole che si abbassa sull�orizzonte e aspetto pazientemente. Ricordo come fosse ieri quando, da ragazzo, giravo insieme a Maestro Barlow che mi insegnava la sua arte. Aglaja era una fanciulla meravigliosa, la sposa che avevo preso davanti a Eos e davanti agli Spiriti dei gitani, timida e pudica ma allo stesso tempo soave come una creatura del cielo. Il sole accarezzava il suo volto ancora fanciullesco e i suoi occhi azzurri. Maestro Barlow diceva che non c�� Dhampir che non debba pagare un grave tributo di sangue per diventare il cacciatore spietato che dovr� essere se vuole sopravvivere. Io non gli credevo. Un tributo di sangue? Perch�? Se sto attento nulla mi potr� succedere di male. Lamja fu il secondo vampiro che affrontai da solo. Il primo era un ragazzo che trovai mentre giaceva in una cassapanca in un villaggio del sud. Era un animale impaurito pi� di me, solo uno schiavo di qualcuno pi� feroce che lo manovrava dall�ombra. Gli conficcai quel legno nel cuore, lui si agit�, si scosse ed il sangue sgorg� copiosamente dal suo petto e dalla sua bocca, ma parve persino ringraziarmi, nell�unico attimo di consapevolezza. Lo bruciai ed ebbi ragione del suo corpo cos� come si conviene, in modo che non torni mai pi�. Maestro Barlow mi sorvegliava a distanza e fu soddisfatto del mio operato. Mesi dopo fu la volta di Lamja. Chi ero io, se non un tracotante giovanotto frustrato per non essere riuscito ad impedire che la sua sposa perdesse il figlioletto che portava in grembo? Un medico da strapazzo, ecco quello che ero, un ciarlatano. Ma non era quella la mia missione, io ero un Dhampir, mi dissi, un cacciatore di vampiri. Maestro Barlow ed io ci eravamo divisi, riteneva forse che io fossi in grado di affrontare da solo una creatura delle ombre. Mai il mio Maestro ha commesso errore pi� grande. Scesi in quella cripta con lo stesso rispetto con cui si entra in una chiesa. Sembrava che ovunque aleggiasse l�odore dolciastro e putrido di fiori marciti. Avevo una lanterna in mano e tutto l�occorrente per dare la pace eterna a quelle creature demoniache. I miei passi echeggiavano sulla pietra finch� non arrivai in una grande stanza circolare, dove l�odore era intenso e quasi inebriante nella sua decadenza. Al centro c�era un letto, no, non una bara come spesso si racconta. C�era un letto soffice, con un lenzuolo bianco e ricamato. E sul letto la pi� bella creatura che io avessi mai visto. Io ero l� per dare la caccia ai mostri, non ad angeli simili. Rimasi l� inebetito a contemplare quei lineamenti perfetti e rosei, le labbra scarlatte che sembravano appena inumidite, i capelli neri sciolti e lucenti sul cuscino. La fanciulla non dimostrava pi� di quindici anni, indossava soltanto una leggera camicia bianca e la sua posa era quieta, sembrava che dormisse. Non pu� essere lei, mi dissi, non � possibile. Posai la cande�� Un rumore! Potrebbe essere quella Mjrcal, devo tenermi pronto, devo andare! Tebreniza, 21 novembre ��. Non riuscir� mai ad accettare il loro macabro senso dell�umorismo. Tebreniza, 23 novembre ��. Adesso che mi accingo a lasciare la citt�, mi affaccio alla finestra e guardo la pioggia cadere. Ho riordinato oggi pomeriggio le mie erbe medicinali, il calesse mi aspetta riparato dal carpentiere e domattina se il tempo me lo permetter� mi metto in viaggio verso Sdenka. Vorrei incontrarmi con Radek e mostrargli il biglietto che ho trovato. Tra l�altro ho anche preso le noci purgative che mi aveva chiesto, e sar� una buona occasione per portargliele. Mastro Goran mi ha dato delle indicazioni preziose su come utilizzare questo prezioso arbusto ed � bene che io le annoti per non rischiare di dimenticarle. La noce purgativa pu� essere anche velenosa, se non impiegata correttamente, tanto che i semi possono essere utilizzati come veleno per topi. Le foglie e l�olio di semi possono essere utilizzate come cataplasmi e purganti. La radice sembra sia in grado di curare o lenire il male della lebbra. Bisogna stare attenti a non utilizzare i fiori a petalo gialli, che sono particolarmente nocivi e che possono invece servire per l�illuminazione, per preparare saponi e candele. Ho anche preso da lui una sacchettina di radici di Rafano, che sono buone per combattere le infezioni e curano le infiammazioni della bocca e delle gengive. Purtroppo non c�erano foglie essiccate, mi sarebbero state utili per le infezioni delle vie urinarie. Da cercare durante il viaggio:
Bardejov, 5 dicembre ��.. |