Nell'infermeria del castello Van ha appena finito di cambiare le bende a Ladimir, sta bollendo su un fuoco un infuso di erbe disinfettanti, per farne pomata. Ha la camicia piegata fin sui gomiti e ora si lava le mani in un catino per mondarle dallo spurgo dell'infezione Istvan lo guarda distrattamente, con l'aria assorta che ha mantenuto in questi giorni Van scuote il capo stancamente e gli si siede vicino, asciugandosi le mani con energia. Istvan: "Ti si deve riconoscere una certa abilità, come medico" Van si volta verso Istvan e annuisce con gesto un po' scettico. "Forse è così, ma sarebbe meglio che questi ragazzi non mi mettessero continuamente alla prova. Prima o poi la loro buona stella si esaurirà.... e varrà a poco allora qualche impacco di scrofularia" Istvan annuisce lentamente. "E' solo questione di tempo" Vanjar: "Lo è per tutti... tranne che per gli sventurati che combattiamo. Solo loro non aspirano al meritato riposo e al disfacimento delle carni". Vanjar: "Mi chiedo che senso abbia tutto questo." Istvan: "Neppure io aspiro a questo, amico mio. Anzi, è proprio il desiderio opposto a condurre le mie azioni." Istvan: "E al posto tuo non sarei così sicuro che ci sia davvero del riposo, ad attenderci dopo il trapasso" Van si copre nuovamente gli avambracci con la camicia, pensieroso. "l'oblio, è questa la mia unica speranza." Istvan sorride. "Forse perché non hai mai dovuto lottare con ogni fibra del tuo essere per non soccombere al beffardo destino che attende i viventi...forse perché ignori che dopo la morte v'è tutto, fuorché la pace." Istvan: "Eppure la morte, così affermano gli scritti su cui mi sono formato, può essere non soltanto sconfitta, ma domata, ed allo spirito potente e coraggioso che si avventuri in tale impresa, si promette il supremo tesoro" Van alza un sopracciglio: "domare la morte.... e per ottenere cosa?" Istvan: "L'unica cosa che valga la pena avere sotto questo cielo opprimente...la libertà" Istvan: "Libertà dalla tirannica legge di Eos, libertà dalle menzogne della carne, libertà dalla paura che la tenebra instilla in ogni cuore" Istvan: "E non sono leggende, Vanjar. Tutto questo è possibile, ed è già stato fatto." Vanjar: "libertà...." Van sembra scettico, "libertà senza carne, senza paura... senza tenebra... che cosa resta.... non so quanto ne valga la pena." Vanjar: " Cosa siamo noi se non carne... se non tenebra... se non fugaci momenti di annullamento e felicità..." Istvan: "Siamo molto di più. Non sono certo le ossa, i tendini, il sangue e gli umori a renderci ciò che siamo. Essi sono solo dei ceppi a cui lo spirito, vera essenza, è incatenato." Vanjar: "Tu parli di spirito. Ma lo spirito non è che un'illusione, che fa apparire vitale ciò che non è altro che menzogna" Vanjar: "Gli affetti umani, le illusioni della giovinezza.... eccolo, lo spirito" Vanjar: "Qualcosa che svanisce mentre prendiamo consapevolezza della realtà che ci circonda, della sua disperata fisicità, del suo decadimento perpetuo". Istvan: "Ti sbagli. Quelle sono solo le lusinghe della carne. Lo spirito è molto di più di questo. Quando il decadimento è completo, quando la calcinazione è avvenuta, e della prigione non rimangono che ceneri finissime, ecco che lo spirito può manifestarsi in tutto il suo splendore. Eterno, onnipotente, libero e creatore. Istvan: "Hai assistito a molti prodigi, che testimoniano la terribile potenza dello spirito" Vanjar: "Terribile, inumana." Van rivolge a Istvan uno sguardo incuriosito. "Perché aspirare a simili mostruosità?" Istvan: "Per ambizione. Per necessità. Per inclinazione. Molte sono le ragioni che spingono un uomo a sollevarsi al di sopra delle leggi di Eos, della natura in lotta, e della Tenebra, usando le une e le altre secondo il bisogno." Vanjar: "e tu? tu perché hai scelto questa via?" Istvan: "Per necessità. Ma l'inclinazione non mancava, e l'ambizione è giunta in seguito." Van si appoggia più comodamente allo schienale della sedia. Vanjar: "E gente come Demstra? come lo giudichi?" Istvan: "Demstra è uno dei migliori. Percorre il suo cammino da solo, per scelta, e rifiuta l'idea di approfittare delle altrui conquiste. Ipovich invidiava e temeva la scienza di quell'uomo, io l'ammiro. Istvan: "E da quel che so, sta giungendo molto vicino alla meta" Van sembra sinceramente stupito. Istvan: "Come ti ho detto, è possibile, ed è già stato fatto." Vanjar: "ma la meta.... vale davvero, secondo te, il sacrificio di tutto ciò che c'è di umano... di naturale, nella nostra vita? Quel poco di calore e di respiro che si può condividere... " Istvan: "Prima che potessi scegliere, la mia vita è diventata una tempesta di sofferenze tanto atroci da non potersi neppur ricordare. Ho sperimentato il morso velenoso della Tenebra, e solo grazie alla scienza sono riuscito a superare quei giorni terribili." Istvan: "In ultimo questa è la vita. Sofferenza." Vanjar: "Che ti è capitato?" Istvan: "Niente di cui ami parlare. Ti basti sapere che la mia inclinazione fu intuita da un servitore degli inferi, e che egli tentò di infettarmi con la sua abominevole follia. Fui fortunato, e grazie ad Alexev Ipovich mi sono risollevato da quella palude nera." Van guarda Istvan in viso con qualcosa che potrebbe sembrare simpatia. Vanjar: "Capisco" Istvan: "La mia carne rimase contaminata, tuttavia, e tuttora gli echi di quei momenti tornano a visitarmi." Vanjar: "Da giovane anche io ho sfiorato l'abisso, ne sono stato sedotto e lambito... e quando me ne sono distaccato ho perduto qualcosa che torna a perseguitarmi. " Vanjar: "Perché non ci si libera di ciò che si è stati. Non esiste libertà da sé stessi". Istvan: "Di nuovo, mi sento di contraddirti. Questa libertà c'è, ed è assoluta. Val bene la pena spendere la vita ad inseguirla." Van accenna con lo sguardo ai compagni feriti, stesi nei loro lettucci. Vanjar: "Ognuno ha una strada diversa, Istvan, e nessuno può liberarsi di ciò che è... e di ciò che è stato" Istvan: "Forse hai ragione, Vanjar, forse neppure scardinare le leggi del cosmo sarebbe abbastanza...ma al dunque provarci non è l'unica cosa che ci mantiene in vita?" Van sorride. "Forse è così. Forse viviamo per spingerci sempre più avanti... e ci spingiamo sempre più avanti proprio per continuare a vivere. Io inseguo qualcosa che odio e che mi incuriosisce, e che in qualche modo mi offre uno scopo per proseguire..." Vanjar: "Qualcosa che sfugge e cambia in continuazione..." Istvan: "Compatisco chi si dimostra sordo a quel richiamo." Vanjar: "Chissà. Forse chi è sordo a quel richiamo compatisce noi, incapaci di vivere una vita quieta e serena, per i pochi anni che Eos ci vorrà concedere" Istvan: "Non c'è vita quieta e serena, sotto il cielo di Eos. Va', e parla con un prete. Ti dirà che in principio il suo Dio trovò nella Tenebra un intollerabile limite, e che, furibondo, decise di scatenare la guerra eterna che tuttora sconvolge il mondo." Istvan: "Neppure al più potente degli esseri fu concesso di vivere in pace" Van rivolge lo sguardo verso il fuoco. Vanjar: "Si può vivere in pace per qualche tempo... ma è la nostra inquietudine che porta alla rovina" Istvan: "La pace è solo un'illusione...che lo vogliamo o no, siamo in guerra. Ai deboli l'orrore della disfatta, ai forti il premio del trionfo. Anche in questo momento, forze spaventose si confrontano, e molti, inconsapevoli, verranno travolti quando lo scontro si farà aperto." Istvan: "Tutto ciò che è accaduto negli ultimi mesi mi suggerisce che non rimane molto tempo." Van annuisce. Vanjar: "Che cosa ne pensi, di questa situazione?" Istvan: "Dopo la "visita" di Jansky, ho impiegato diversi giorni a riprendermi dalle fatiche dello scontro, ed ho avuto tempo per riflettere." Van ascolta Istvan: "La Ruota Infera si è messa in movimento, ed ha scelto un campione. Ma soltanto uno sprovveduto potrebbe credere che quei maledetti abbiano puntato tutto su Stasjac." Vanjar: Cosa sai tu della Ruota Infera? Io ne ho raccolto informazioni molto frammentarie. Istvan: "Non è certo il più antico, ne' il più potente dei Risurgenti, anche se i loro osceni rituali potrebbero averlo reso particolarmente temibile." Istvan: "La stregoneria che hai imparato a conoscere, praticata da Demstra, Ipovich, me, e Jansky, è un frutto generato dall'albero della Ruota Infera" Van ascolta attentamente. Vanjar: "Chi c'è dietro? Che cosa vogliono?" Istvan: "Non so dire chi comandi la Ruota, attualmente. Molti secoli sono trascorsi da quando il fondatore della nostra scienza si allontanò dalla Ruota per dare corso alla propria ambizione. La Ruota predica e persegue il trionfo della Tenebra sulla Luce, e si pone come antitesi della Chiesa di Eos" Vanjar: So che ne fanno parte alcuni che si spacciano per religiosi: ma la chiesa non fa nulla? Istvan: "Così come Eos trovò il suo limite nella Tenebra, allo stesso modo Egli poté essere quello che è proprio in virtù di essa. La Chiesa e la Ruota sono indissolubilmente legate, e non solo a Tepesti...il confine tra la purezza luminosa e la follia distruttrice della Tenebra è labile." Vanjar: "Dunque sembra che questa organizzazione abbia scelto di servirsi di alcuni resurgenti per i suoi fini... che tu sappia sono già accadute cose simili in passato?" Istvan: "No...non in questo modo, per lo meno. La Chiesa di Tepesti è debole, e di riflesso la Ruota qui è debole. Da più di quattrocento anni il dominio del Voivoda non ha ammesso interferenze, e questo, se possibile, ha impedito gli sfaceli accaduti altrove ad opera della Ruota." Istvan: "Tuttavia sembra che stavolta la Ruota sia determinata a rompere gli antichi equilibri, e a sprofondare Tepesti nella guerra tra Luce e Tenebra, come ha fatto altrove." Istvan: "Questo è il loro vero obiettivo, da sempre. E Stasjac non può che essere una semplice pedina della loro macchinazione." Istvan: "Quanto al ruolo dei Risurgenti in tutto questo...è un discorso maledettamente complicato. Scommetto che Ipovich si è dimostrato piuttosto "tiepido" nell'esprimersi su queste creature, vero?" Van annuisce. Vanjar: "Ha detto ben poco. Tu sai qualcosa di più?" Istvan: "Suppongo che la tua "professione" ti abbia indotto molte volte a interrogarti sulla loro natura" Istvan appare nervoso, si guarda ripetutamente intorno Van annuisce. "Molte volte" Istvan: "La loro maledizione si propaga attraverso il contagio." Vanjar: "E' cosi'" Van è molto attento e interessato, parla a voce bassa ma non sembra nervoso. Istvan: "Ora, se l'origine del vampirismo è il contagio, ciascuno vampiro è "generato" da un altro" Vanjar: "Certo" Istvan: "che ne infetta le carni e lo spirito, tramutandolo in una creatura sospesa tra la vita e la morte." Istvan: "Ma anche un contagio deve avere origine." Van annuisce con aria cupa. Vanjar: "Non ho idea di cosa sia stato, né quanti secoli or sono, ad aver dato origine ad una simile piaga" Istvan: "Ipovich era piuttosto ferrato, in materia. Sosteneva che i risurgenti più antichi di cui si abbia notizia sono femmine." Van aggrotta le sopracciglia. Vanjar: "e dunque?" Istvan: "Come tu certamente avrai notato, la maggior parte dei Risurgenti si nutre con la stessa logica con cui, in vita, dava sfogo ai suoi appetiti carnali" Van fa una faccia strana per qualche istante, come se stesse chiedendosi qualcosa, poi ricaccia indietro il pensiero ed annuisce. "L'ho notato, si'" Istvan: "Qualcosa non va?" Van si stringe nelle spalle con semplicità. "Niente, continua pure." Istvan: "E i primi resoconti che narrano di queste prime Risurgenti si datano alla fine del terzo secolo dalla fondazione del Regno Santo..." Van annuisce Istvan: "E' tutto documentato negli appunti che Ipovich, con l'aiuto di Mastro Ivanov, ha redatto in questi anni, e che, fortunatamente, mi sono stati affidati prima dell'assalto" Vanjar: "Molto interessante" Istvan: "La domanda alla quale Ipovich non osa dare risposta, neppure per iscritto, quando però ammette di nutrire fondati sospetti, è "chi sia il primo". Vanjar: "Me lo sono chiesto molte volte... specialmente in passato. Ma considerando quanto accresca il potere di quegli esseri con il trascorrere dei decenni, e dei secoli... prego Eos che non calchi più queste terre" Van fa una breve pausa. "Che cosa ne pensava Ipovich?" Istvan: "Secondo lui, tutto è cominciato nell'anno della Congiura del Patriarca. Prodigi oscuri comparvero illuminarono i cieli notturni, come la tradizione teologica afferma circa la venuta dei Demòni sulla Terra." Van annuisce: "conosco quelle storie. Cosa c'è dietro?" Istvan: "Su questo argomento si possono fare solo supposizioni...certo ci fu una curiosa coincidenza con gli stravolgimenti politici del tempo." Istvan: "Certezze non ve ne sono, o perlomeno Ipovich preferisce suggerire e non dichiarare apertamente ciò che lui e Ivanov credono di aver scoperto" Vanjar: "e che cosa credono di avere scoperto?" Istvan: "Il quadro è molto complesso, amico mio. Ipovich, seppur nominalmente fosse un servitore del Voivoda, di fatto doveva obbedienza ad un altro potere, seppure in sintonia col Volo del Corvo... non saprei dire quanto delle illazioni sul conto di quest'ultimo sia motivato dal sincero sospetto, e quanto da possibili, ulteriori disegni." Istvan: "Poco prima della Congiura del Patriarca, la Chiesa di Eos fece circolare accuse di stregoneria e commercio con i Demòni a carico del primo Voivoda." Van annuisce: "sono storie inquietanti e terribili, legate ad un vecchio che improvvisamente smette di invecchiare, sacrilegi e massacri inenarrabili." Vanjar: "Ma non so quanto di vero possa nascondersi in simili tradizioni, e che cosa sia accaduto tra le mura del volo del corvo, e nel maniero degli Zarovan, in quei giorni terribili" Istvan: "Ora... le apparizioni dei Voivodi nella storia di queste terre sono eventi rari, legati a circostanze drammatiche e cruciali. E stando a certi frammenti di cronaca del quarto secolo, vergati dalla mano di monaci di Morfenzi, in quel tempo era più facile per un uomo vedere lo spettro del primo Voivoda che il terzo in carne ed ossa..." Istvan: "Ed esiste una serie di testimonianze, raccolte sempre a Morfenzi, sull'apparizione diabolica delle defunte mogli dei primi Voivodi..." Van rimane fermo qualche istante, inquieto. "Sono ipotesi molto pesanti queste." Istvan: "Ora, sarebbe da ingenui prestare fede a simili asserzioni, Ipovich è il primo ad ammetterlo, prodotte da uomini di Chiesa nella migliore delle ipotesi frustrati e rabbiosi per la durissima punizione subita dopo la Congiura...e nella peggiore, vicini alla Ruota e implicati nella sue macchinazioni." Istvan: "La vera ragione dei sospetti di Ipovich, secondo me, non compare nei suoi appunti." Vanjar: "E sarebbe?" Istvan: "Come ti ho detto, Ipovich obbediva ad un potere diverso da quello del Voivoda." Istvan: "Poco fa ti accennavo il fatto che la meta ultima dello scire negromantico non è un folle sogno, ma una concreta realtà." Van ascolta molto attentamente Istvan: "Se ti dicessi che un uomo illuminato, lo stesso che abbandonò gli errori della Ruota per fondare la nuova Via, sia riuscito nel suo intento...approdando a quel trionfo sulle catene dell'esistenza che nei nostri testi è indicato come "Ascensione"..." Vanjar: .... Vanjar: .... Istvan: "I Semi di Morte che avete visto germogliare a Lavos, fu lui a prepararli..." Istvan: "Secoli e secoli fa, quando l'Orda di Ferro irruppe da Oriente." Vanjar: "Chi è costui?" Istvan: "Rispondeva, ai suoi tempi, al nome di Padre Nichlaus Wormius" Istvan: "Non c'è Negromante che oggi non vorrebbe con ogni fibra del suo essere, beneficiare del sapere di Nichlaus...riceverlo direttamente dalle sue mani. Eccettuato Demstra, ovviamente." Vanjar: "E Ipovich l'avrebbe incontrato?" Istvan: "Questo non lo so. A lungo gli studiosi dell'Arte hanno cercato il mitico fondatore, nella certezza che egli avesse raggiunto l'Ascensione... ma a riuscirci, a quanto pare, è stato uno straniero." Vanjar: "E che cosa legherebbe questo mitico personaggio con il Voivoda... e con le leggende sulle sue antiche spose?" Istvan: "Qui, per l'appunto, entra in gioco questo straniero. Uno studioso di tradizioni diverse dalle nostre, ma non meno terribili, in fuga dalla persecuzione che la Chiesa d'occidente, più forte della nostra, aveva scatenato sui suoi." Van ascolta Istvan: "Costui riuscì nell'impensabile. Non ha mai rivelato nel dettaglio come sia riuscito ad arrivare a Wormius, non a Ipovich o a me, per lo meno." Vanjar: "Eppure c'è riuscito..." Istvan: "Nella sua terra di origine faceva parte di una Confraternita di stregoni, anch'essa diversa dalla Ruota, anch'essa mirata a promuovere le volontà individuali, ma su un piano decisamente più "terreno" " Vanjar: E nella sua terra c'era anche lì la piaga dei Resurgenti? Istvan: "No. La Ruota nella sua terra era più forte, e spiriti ancor più tremendi dei Risurgenti la percorrevano, in attesa della venuta del loro Signore." Van sembra molto incuriosito Vanjar: E dunque... cosa hai appreso attraverso questo "straniero"? Istvan: "Egli ha ricostruito qui ciò che fu distrutto nella sua terra. Se Ipovich si è messo al servizio del Volo del Corvo, è stato grazie all'attività "diplomatica" di questo Leopold." Istvan: "Fino ad una ventina d'anni fa, la negromanzia non era tollerata, e anche i più vaghi sospetti conducevano inevitabilmente al palo. Ora invece il Custode del Sangue è ben felice di avere Negromanti al suo servizio, e a quello del Voivoda." Van apre il palmo della mano Vanjar: "dunque, io sono un tipo semplice, cerco di riassumere." Vanjar: Abbiamo da un lato la Ruota Infera, ramificata e potente, con stregoni che armeggiano con Resurgenti per diffondere la tenebra. Vanjar: Abbiamo questo straniero e tutto cio' che ne consegue, al servizio del Voivoda Vanjar: Poi abbiamo questi fantomatici sospetti sull'origine del contagio... che restano sospesi... Vanjar: ed i Resurgenti non coinvolti nelle macchinazioni della Ruota Infera. Istvan: Aspetta. Istvan: Dietro allo straniero di nome Leopold, c'è con ogni probabilità l'Essere più terrificante e potente di Tepesti. Vanjar: "Questo Wormius? Ma non siamo noi stessi, sia pure indirettamente, al servizio di questo Leopold?" Istvan: Se la Scienza dice il vero, nulla può arrestare colui che giunge all'Ascensione. Istvan: Sì. Vanjar: "E dunque?", Van appare sinceramente perplesso. Istvan sorride. "Lasciami finire." Istvan: "Leopold venne da noi, mostrandoci prove inconfutabili del suo "ritrovamento". Mi ricordo ancora di quando venne per la prima volta, sebbene io non fossi poco più di un ragazzino spaurito." Istvan: "Wormius desiderava porre fine ad una lunga guerra, e forgiare una nuova alleanza, contro il comune nemico della Ruota. Questo disse ad Ipovich, durante una conversazione che io, impudentemente, mi misi ad ascoltare." Istvan: "Non ci mise molto a conquistare la fiducia di Ipovich, ma che io sappia, e da quanto emerge dagli scritti, non ha mai dato risposta alle ovvie domande che la sua affermazione suscitava. Gli bastò dimostrare di essere chi diceva di essere, e nel corso degli anni dispensò ad Ipovich doni dalla provenienza inequivocabile." Van annuisce ripensando alle ossicine mefistofeliche Istvan: "Su sue istruzioni Ipovich prese contatti col Volo del Corvo, e in breve tempo fu messo in piedi un apparato...studiosi, assassini, dhampir..." Vanjar: "Contro la Ruota. Il nemico è la Ruota, dunque." Istvan: "Di sicuro c'è un Potere altrettanto temibile di quello di Wormius, vicino al Volo del Corvo o comunque legato agli Zarovan" Vanjar: "... e tu pensi che possa riguardare l'inizio del "contagio"?" Istvan: "Alla luce di questo, molte delle illazioni di cui si è parlato prima potrebbero acquistare una spiacevole consistenza" Istvan: "non lo penso io, lo pensava Ipovich, e lo pensa Ivanov, sempre che sia vivo" Vanjar: Ma entrambi i poteri ruoterebbero attorno al Volo del Corvo. Molto vicini al Volo del Corvo. Istvan: "Già. Demstra ne è al corrente, è si è sempre rifiutato di allinearsi." Vanjar: E il Voivoda? Istvan: "Fu a seguito di questi nuovi sviluppi politici che Ipovich iniziò a raccogliere informazioni sui Risurgenti. Collateralmente rispetto all'Ordine del Dragone, per quanto gli fosse possibile." Vanjar: " Sarà una deformazione professionale, ma mi chiedo Resurgenti come si siano "schierati". Vanjar: "So che non tutti sono al corrente di ciò che sta facendo Stasiac." Istvan assume un'espressione interrogativa Vanjar: "Ho parlato con una Resurgente, recentemente." Vanjar: "Per quanto conoscesse Stasiac, non era al corrente di nulla di quanto stia succedendo attorno al monte Vladeasa." Istvan ascolta, stupito Istvan: "Chi è costei?" Vanjar: Il suo nome è Mjrcal. Istvan: Mjrcal... Vanjar: Il suo nome ti risulta noto? Istvan: ...Mjrcal Ilianovich Rablamov Ora è Van ad assumere una espressione interrogativa Istvan: "Ho mandato a memoria quanto raccolto da Ipovich sulle Risurgenti...avevo tempo, come ti ho detto, e certe carte è bene che non rimangano in giro. " Istvan accenna un sorrisetto nervoso Van annuisce. "Ho parlato più volte con Mjrcal..." Vanjar: "e conto di parlarle in avvenire. Se sai qualcosa sul suo conto mi sarebbe prezioso" Istvan: "...e se dovesse essere la dama di cui ho fatto il nome..." Vanjar: ... Istvan: "...sarebbe la moglie di Vladimir II Rablamov, terzogenita di Szabo Ilianovich di Tebreniza..." Vanjar sbatte gli occhi Istvan: ...casata non propriamente di sangue puro. Vanjar: "In fondo non è impossibile, per quanto inquietante. Ella è di sangue gitano, di una bellezza sfolgorante. Vanjar: Ed è antica, molto antica. Istvan: Sangue gitano... Istvan: Quello che stai dicendo sarebbe gravissimo... "Istvan si guarda intorno, indugiando su Burian" Vanjar: So cosa stai pensando. Burian è bene che ignori questa mia conoscenza. Vanjar: Mjrcal è colei che ha creato Stasiac. Istvan: Tu come sai queste cose? Vanjar: Me l'ha detto lei stessa. Istvan: ...e...di grazia...ti intrattieni con simili "conoscenze?" Vanjar: Istvan, te ne parlo perché ho fiducia in te e condivido lo scopo comune che abbiamo. So che scherzo con il fuoco, quando l'avvicino. Istvan: Come l'hai incontrata? Vanjar: E' stata lei a trovare me, non io lei. Sapeva chi io fossi e conosceva molti fatti della mia vita passata. Vanjar: Le resurgenti continuano a restare femmine e pettegole, anche dopo secoli di non-vita. Istvan: ...devi avere avuto una vita particolarmente interessante, allora... Istvan: Uh? Van accenna un sorriso mesto Istvan: Di che pettegolezzi parli? Vanjar: storie passate, storie di miei errori di giovinezza. Mjrcal... non è la prima Resurgente con cui ho avuto... a che fare. Vanjar abbassa gli occhi. Istvan: non credo di aver capito bene...hai conosciuto Mjrcal tramite un'altra... Vanjar: no. ma quando ho conosciuto Mjrcal, lei già sapeva di me e del mio passato. Istvan: ...che dire...e anche con la prima, sei in simile "confidenza"? Vanjar: No. Vanjar: Ormai non più. Vanjar: Lo sguardo di Van si indurisce. Vanjar: Lamja... è mia nemica. Istvan: ...e questa...Lamja...cosa sai di lei? Van non guarda direttamente verso Istvan, ma parla a bassa voce, con tono trattenuto e rabbioso. "Conosco il suo profumo, la sua voce... conosco ogni centimetro della sua pelle innaturalmente calda. Conosco la sua ira, la sua frustrazione e la sua vendetta." Istvan: ...e...è anch'essa antica? Vanjar: lo è. Vanjar: Conosci anche il suo nome? Vanjar: E' anche lei parente di chissà chi? Istvan: ...no...non credo... Van è pallido Vanjar: Dimmi. Istvan: Sull'elenco delle mogli dei Voivodi il nome Lamja non compare Van guarda molto intensamente Istvan. Vanjar: Se sai qualcosa, dimmelo. Istvan: altri invece adottano il nome di qualcuno per loro importante, sia un parente, o un'amicizia fraterna, o un rivale Vanjar: si'. E il nome di Lamja che cosa ti suggerisce? Istvan: Ipovich nei suoi appunti accenna ai suggerimenti di Ivanov, sulla natura dei nomi dei Risurgenti... su come essi si presentano... Istvan: A suo dire, alcuni mantengono il nome che avevano in vita... Van rilassa i muscoli del viso e respira. Istvan: altri invece adottano il nome di qualcuno per loro importante, sia un parente, o un'amicizia fraterna, o un rivale Vanjar: si'. E il nome di Lamja che cosa ti suggerisce? Istvan: qualcosa che comunque ricordi loro ciò che erano Istvan: ...altri...adottano nomi apparentemente casuali, ma che restano in qualche modo "legati" alla loro vita Istvan: questa Lamja...ti ha mai rivelato qualcosa del suo passato? Vanjar: Conosco poco del suo passato. In quei giorni ero tanto pazzo da credere solo nel presente. Istvan: Hmmmm. Istvan: Non so, a voler cercare una corrispondenza, con un po' di fantasia, si potrebbe. Vanjar: dimmi Istvan: Ma senza riferimenti precisi, sarebbe solo uno sterile esercizio. Vanjar: Non temere, lo prenderò come tale, niente di più Istvan: Se è vero che alcuni Risurgenti hanno un desiderio spaventoso di restare legati alla loro esistenza precedente, e al tempo stesso ne hanno orrore... Istvan: è possibile che il nome con cui si manifestano sia solo apparentemente diverso da quello che avevano Istvan: Lamja per esempio Istvan: o Lamjia... Istvan: potrebbe essere Amilja... Van sorride Vanjar: dovrebbe essere davvero molto antica... se cosi' fosse... Vanjar: Se la mia memoria non fa confusione e i nomi non si accavallano in essa... Istvan: Amilja Ilianovitzche Rablamov Vanjar: La nuora di Mjrcal? Istvan: figlia di Lev Ilianovitzsche di Tevrenicht Istvan: no Istvan: non la nuora Istvan: una prozia Vanjar: Ricordo di una Amilja madre di Vladimir II.... ma forse ricordo male Istvan: Di Nicholaj II, per la precisione Istvan: Mjrcal nasce nella stessa famiglia Istvan: ma più di mezzo secolo dopo Istvan: e sposa la terzogenita dello starosta di Tebreniza Vanjar: ... ho ricordi confusi... Ad ogni modo quel che conosco di lei è anche un'altro tratto. Istvan: che tratto? Vanjar: la nostalgia della vita mortale. Istvan: "non c'è da sorprendersi...il vampirismo è una condanna eterna, e il vampiro soggiace alle stesse dolorose e futili passioni dei viventi, senza alcuna speranza di liberazione" Istvan: "è esattamente l'opposto di ciò a cui aspira un Negromante tramite l'Ascensione" Vanjar: Ma dimmi, questa "Ascensione".... quali sono i suoi esiti sull'uomo? Istvan: "sappiamo ciò che ha visto Leopold...e quanto riportato dagli studi di Wormius su se stesso..." Vanjar: ovvero... Istvan: "si diviene immuni alle lusinghe e ai tormenti della carne, ci si sottrae alle pene della vecchiaia, si può esercitare la pura forza dello spirito sulla propria manifestazione fisica, dotandosi di vigore sovrumano... ma soprattutto, si può dominare il Dono e piegare gli spiriti inferiori... in parole povere, si diviene quanto di più prossimo ad una Divinità." Istvan: "Forse solo il Primo Vampiro può brandire un simile potere." Istvan: "Ma egli, come la sua stirpe, resta pur sempre schiavo dei suoi appetiti" Istvan: "Tutto questo ad ogni modo, esige un prezzo molto alto" Istvan: "Colui che ascende rinuncia alla vita della carne, e abbraccia la sua nuova esistenza, spirituale, nella Morte." Vanjar: "Nella Morte?" Vanjar: "In cosa dunque si differenzia da un Vampiro, se abbandona così profondamente la propria umanità?" Vanjar: Persino un Resurgente, almeno, continua ad avere sentimenti e malinconie umane... in uno stregone "asceso" cosa resta dell'uomo che era? Istvan: "Sapevo che avresti fatto questa domanda. La pura ragione, Vanjar, distingue gli Ascesi dai Risurgenti." Istvan: "Così come la ragione imperfetta distingue gli uomini dalle bestie." Van non sembra convinto, è pensieroso Istvan: "D'altronde, per un Negromante, l'Ascensione non è semplicemente la meta finale di un'esistenza di studi...è il principio di una nuova ricerca." Vanjar: che ricerche? Istvan: "Dopo l'Ascensione, lo spirito è pronto a ben più vaste imprese...non dimenticare che c'è una guerra sotto il cielo di Eos, una guerra che Egli e la Tenebra combattono, coinvolgendo ogni altro essere." Istvan: "Colui che ascende ora ha i mezzi per prendere parte alla guerra...non più come semplice servitore dell'uno o dell'altra." Vanjar: In una guerra non ci sono parti neutrali.... Istvan: "Laddove non c'è luce, la Tenebra smette di esistere, così come le ombre svaniscono quando una nube oscura il cielo" Van sorride. "Il crepuscolo... ciò che curano le genti della stirpe di mio padre..." Vanjar: "Il crepuscolo brama l'equilibrio, la quiete.... non la guerra." Istvan: "Il crepuscolo, Vanjar, è solo un campo di battaglia martoriato dagli eserciti, soggetto di volta in volta al capriccio dell'uno o dell'altra..." Vanjar: Il crepuscolo è l'unico spazio in cui l'uomo possa vivere qualche istante di riposo. E' un'utopia forse, ma è tutto ciò che si può sognare di desiderare. Vanjar: ... è dal crepuscolo che io muovo la mia povera e minuscola battaglia contro la Tenebra. La luce smagliante di Eos non è fatta per quelli come me. Istvan: "Quando sarà il momento, e la battaglia finale verrà combattuta, i servi della Luce e quelli della Tenebra si affronteranno fino alla morte. Quando una delle due parti sarà sconfitta e annientata, l'altra non potrà far altro che collassare su se stessa, come un castello senza fondamenta. E sul campo resterà solo chi ha servito se stesso." Istvan: "Neppure il crepuscolo potrà sopravvivere, privato di quel conflitto che è la sua anima. L'intero cosmo sarà una lavagna vuota, da riempire a piacimento." Vanjar: Tu credi che la guerra tra Luce e Tenebra potrà mai avere un esito completo? Io credo di no. Credo che Luce e Tenebra siano lo spazio degli Dei, degli Spiriti e di chi vuole essere grande, ma che ciò che resta sia lo spazio degli uomini, la penombra. Vanjar: La vera battaglia è quella che si combatte nelle nostre coscienze... e la mia è nella penombra, sempre sull'orlo del precipizio che conduce alla tenebra più nera. Se riuscirò a trattenermi dallo scivolare nell'oscurità... avrò vinto la mia piccola guerra. Istvan: "Io credo che sia la Luce che la Tenebra siano una maledizione per i viventi, e che la penombra che tu dici essere un'oasi di quiete in realtà non è altro che un inferno senza uscita, senza certezze, su cui in ultimo dominano dolore e morte." Vanjar: E dunque che cosa resta, amico mio? Istvan: Solo noi stessi. Anche tu, su un piano diverso dal mio, ma non necessariamente meno significativo, combatti solo per te stesso." Vanjar: E' così. Non mi fingo un altruista, combatto solo per me stesso. La mia coscienza è il campo di battaglia.... un campo costellato di sconfitte, e di qualche piccolo barlume di speranza. Vanjar: Se vivrò abbastanza da incontrare a viso aperto la mia nemesi, allora potrò sapere se ha avuto senso combattere questa guerra. Istvan: "Mi piace pensare che possa essere gente come noi, a fare la differenza. In piccole scaramucce così come in guerre colossali...entrambi siamo stati toccati dalla Tenebra, ed entrambi abbiamo deciso di affrontarla a modo nostro...solo che io non posso accontentarmi di una vittoria temporanea. La mia ira è grande, e se c'è una strada che può permettermi di ottenere la più completa vendetta, sono disposto a sacrificare tutto, persino la mia umanità." Vanjar: Io ho scelto di combattere questa guerra quando mi è stato offerto di rinunciare alla mia umanità, per ottenere una vita immortale. Ho scelto l'umanità.... ed è l'unica cosa a cui voglio restare fedele. Vanjar: Se nel combattere questa guerra dovessi rinunciare a ciò che sono.... allora avrei già perso. Istvan: Chissà, in una situazione diversa avremmo potuto essere avversari Van abbozza un sorriso. "Spesso si finisce per diventare avversari di chi più ci assomiglia" Istvan ricambia il sorriso. "Vorrei capire chi siano, i nostri avversari, in questo momento...e se altri, ben peggiori, si riveleranno come tali in futuro." Van annuisce. "Combattiamo questa battaglia, allora."