Tutto è buio intorno a te, intravedi un sottile filo di luce che si disegna sulle assi di legno del pavimento e odi il respiro dei compagni, qualcuno mormora nel sonno, altri si rigirano nelle loro brande. Deve essere già sorto il sole, o forse è ancora l'aurora.
Ti alzi silenziosamente, avanzando piano tra pezzi di armature, zaini, stivali di molti uomini, fino a raggiungere la porta, all'altro capo della grande camerata.
Un'onda più grossa fa oscillare il pavimento sotto di te, perdi per un momento l'equilibrio, ti appoggi a qualcosa, a qualcuno, che brontola e si gira dall'altra parte.
Infine arrivi alla ripida scaletta che porta sul ponte. Sali reggendoti con le mani, attento a non scivolare. Sei all'aperto.
La luce del sole basso sull'orizzonte ti ferisce gli occhi, ma subito ti abitui al chiarore dell'alba, al rosa del cielo e dell'infinito mare intorno a te.
E' Eos dalle dita di rosa che sta levando il suo sguardo su di te, sulla nave che ti porta alla guerra, sui tuoi compagni, i valenti Cavalieri.
Ti affacci dalla balaustra, incantandoti a contemplare le acque profonde e lucenti, la schiuma sollevata dalla prua della nave, le bianche vele mosse dal vento. Il profumo di mare è intenso, il cielo sgombro da ogni nube.
Ogni tanto senti le grida dei marinai che si mandano ordini, ma la navigazione è tranquilla, il mare calmo, in lontananza alcuni delfini saltano e lanciano musicali richiami.
Distante, a sud della Guardinga, avanza la sagoma del Glorioso, l'altro veliero carico di Cavalieri, diretto anch'esso in terra di Memedir.
Scruti l'orizzonte alla ricerca del giallo suolo sul quale combatterai la tua guerra.