Ben, dopo aver preso i pesci e aver assistito a parte della loro preparazione in silenzio si alza ed esce al freddo.
Ha in mano il suo coltello, quello che rubo da cosa dei suoi quando fuggì e quello che porse all'eremita quando per la prima volta si degno di parlargli.
Prende una pietra di quelle della chiesa diroccata, in modo che sia bella liscia da un lato. V'incide il simbolo di Eos con la lama senza curarsi di rovinarla, ma facendo in modo che il solco venga bello profondo e duraturo.
Scava una piccola buca vicino alla tomba dell'eremita in modo che la pietra vi possa entrare e la parte incisa rimanere a livello terra. Butta il coltello ormai inservibile e si ferma per un'ultima volta a rimirare la tomba di Anders.

"E` curioso che tu muoia proprio il giorno in cui muore la mia fede.
Tu, forse l'unica persona che, con la sua vita, avrebbe potuto far vacillare le mie nuove convinzioni.
Io lo dissi: Eos ci ha lasciati ... se mai è stato con noi.
Tu sei rimasto testardo fino all'ultimo ... chissà, magari prima di abbandonarci tutti Eos ha pensato a te e ti ha preso con lui.
Spero che i cavalieri non ti abbiano messo sopra troppa terra ... dovrai sare lì al chiuso fin quando non diventerai un albero. A te non piaceva il chiuso...
Non ho intenzione di piangere come Gisela e quindi smetto.
Buona notte eremita."

Detto ciò estrae il suo piccolo flauto e suona qualche nota appassionata subito rapita dal vento gelido.